Capitolo 115

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Ricordo ancora il giorno in cui feci pace con Lily e Sierra e proprio quest'ultima mi aveva nominato il nome di una ragazza: la famosa Molly, di cui aveva parlato anche Jake il giorno di Natale e che aveva lasciato in me una scia di questioni irrisolte, ma adesso lei è qua e ciò mi spinge a pensare che l'allontanamento di Cameron sia dovuto a questo e che con il passare dei giorni il nostro rapporto diventerà sempre più lontano. Ho paura che il nostro noi diventerà solo un ricordo, di cui Cameron si sarà già dimenticato, soprattutto a giudicare dagli sguardi che si scambiavano poco fa in cortile con Molly. Fa così male tutto ciò, è doloroso, come una lama che si scaglia e affonda con tutta la violenza inimmaginabile nel petto.

Perché bisogna per forza soffrire? Perché la vita perfetta non esiste? Molto probabilmente questi sono quesiti che non mi pongo solo io e a cui purtroppo non c'è alcuna risposta, soltanto la crescita del desiderio di non avere più sentimenti.

«Emily, tutto bene? Sembra che tu abbia appena visto un fantasma» Jade circonda la mia spalla con un suo braccio e mi sveglia dallo stato di trance in cui risiedevo, ma ciò non serve a far alleviare il dolore che nutro dentro di me. È tutto così confuso.

«S...sì sto bene» balbetto con aria incerta.

«Andiamo?» deglutisco, cercando di calmarmi e accantonando il pensiero di quei due insieme.

Annuisce, anche se non molto convinta e così iniziamo a dirigerci verso la stanza mia e delle altre ragazze, però d'un tratto un'idea predomina nei miei pensieri ed un attacco di rabbia miscelata con la frustrazione mi spinge a bloccarmi su me stessa, facendomi portare le mani sulle tempie per massaggiarle e pensare, ma prima che lo possa fare, ogni mio briciolo di buon senso mi abbandona ed in un solo secondo sto correndo per i corridoi della scuola, con Jade che richiama più volte il mio nome senza ricevere una risposta. Pian piano le sue esclamazioni iniziano ad assumere più l'aria di un sussurro, mentre le mie gambe si muovono con velocità sento una sensazione mai provata, simile all'adrenalina e sinceramente non so bene cosa sto facendo, seguo solo l'istinto, che mi suggerisce di proteggere quel che è mio, a forza di farmi male o di scottarmi con il fuoco.

Una volta uscita dal college mi guardo attorno, mentre lascio sprigionare dei respiri profondi. Dopotutto, mi ricorda il mio subconscio, io e la corsa non siamo mai andate d'accordo e credo che mai lo faremo visto il pessimo legame che ci lega.

Deglutisco e poso le mani sulle ginocchia leggermente piegate e nel frattempo una voce compare dietro di me «sapevo che non sareste durati voi due».

«Allison, in questo momento ti conviene restare zitta se non vuoi che prenda una forbice e che ti tagli i capelli a zero» l'avviso con tono minaccioso, mentre con lo sguardo cerco ancora la figura della bionda e di Cameron, ma di loro improvvisamente nessuna traccia. Storco il naso innervosita e digrigno i denti, pensando a dove possono essere andati se solo dieci minuti erano qua.

«Li ho visti andare in mensa» tuona affianco a me. La fisso poco convinta, squadrandola interamente e cercando di scovare qualche indizio che mi suggerisca che sta mentendo, ma dal suo sguardo sincero e dall'espressione neutra che ha disegnata sul viso, capisco di sbagliarmi e così, senza pensarci troppo e dopo aver fatto un cenno ad Allison, mi metto nuovamente a correre, questa volta verso una nuova meta, sperando di trovare quel che cerco e per mia grandissima fortuna e stupore, non appena le mie mani spingono la porta della mensa, di fronte a me si presentano Cameron e la famosa Molly, che ridono per un motivo a me sconosciuto, ma una cosa attira in particolar modo la mia attenzione e mi fa assottigliare gli occhi, facendoli diventare come due fine fessure: le loro mani che si sfiorano, mentre il mio cuore perde un battito.

Il respiro accelera, così come la rabbia che inizia a miscelarsi con il sangue che scorre veloce nelle mie vene. Mi mordo nervosamente il labbro e sento gli occhi pizzicare, quasi fino a mostrarmi sfocata la visuale che ho di fronte e forse e meglio, perché questo vuol dire non vedere il volto felice di Cameron mentre parla con lei, ma soprattutto, è meglio non guardare il suo dolce sorriso, che non è causato da me.

Mi faccio coraggio ed inizio a dirigermi verso di loro, con l'intento di prendere entrambi a schiaffi e successivamente strattonare lei per i capelli. Mannaggia a Cameron e a come mi ha fatta diventare: ridicola. È proprio questo l'aggettivo che mi descrive perfettamente e in ogni mio particolare, ma dopotutto in questa situazione è tutto ridicolo, in particolar modo il sentimento che nutro per lui e che cresce ogni giorno sempre di più.

Passo la lingua sulle mie labbra screpolata e mi preparo qualche discorso nella mente, ma ogni cosa che penso mi sembra inappropriata e insensata.

Mancano pochi passi, ma è proprio questo l'esatto momento che una persona interrompe ciò che stavo per fare... Come sempre d'altronde...

FINE LINE 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora