Capitolo 51

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POV CHRISTIAN

Ogni giorno, durante il tragitto di ritorno verso casa, mi perdo ad ammirare Seattle che scorre dal finestrino, e ogni giorno mi fermo a riflettere su quanto fosse vuota la mia vita prima che Ana la stravolgesse. Una casa enorme, vuota e fredda, un piatto singolo a tavola, un letto dalle lenzuola tiratissime, le melodie strazianti al pianoforte, e gli incubi che accompagnavano ogni mia singola notte; era tutto ciò che mi attendeva a fine giornata, fino a tre anni fa.
Adesso, invece, ho scoperto cosa sia il calore di una famiglia, il calore dell'amore, adesso che la casa è pervasa da quel profumo di vaniglia, latte e sapone per bambini che non sarei capace di ritrovare da nessun'altra parte; adesso che a tavola accanto ai piatti fanno bella mostra di sé ciucci, biberon e giochini vari, che le lenzuola del letto sono perennemente sgualcite perché nel pomeriggio Teddy ama dormire sul nostro lettone insieme alla mamma e alla sorellina; adesso che le melodie delle nostre giornate solo le ninne nanne e le canzoncine dei cartoni animati; adesso che la notte è fatta d'amore, di coccole e di lunghi minuti trascorsi ad osservare mia moglie e i miei bambini mentre dormono.
Non avrei mai immaginato quanto potesse essere bello tutto questo, il calore di una casa, l'amore di una famiglia. Non avrei mai immaginato quanto potesse far scoppiare il cuore semplicemente la visione di mia moglie e i miei bambini che mi attendono sulle scale del portico mentre percorro il vialetto di casa.
Scendo dall'auto e, mentre Taylor si avvia in garage, mi fermo un attimo ad osservarli tutti e tre: Ana, bellissima in tutta la sua semplicità di pantaloncini di jeans e canotta, tiene in braccio la nostra splendida principessa, che proprio ieri ha compiuto tre settimane di vita, mentre Teddy scende velocemente le scale per corrermi incontro.
"Papààà!!" urla mentre lo prendo in braccio al volo e lo stringo forte a me.
"Campione!! Bacio!"
Teddy mi prende il viso con le sue piccole manine e mi schiocca un bacio sulla guancia.
"Hai fatto il bravo oggi??" gli chiedo mentre cammino verso le scale del portico.
Mio figlio annuisce.
"E questa signorina? Ha fatto la brava??" domando poi, una volta vicino ad Ana e Phoebe, che con i suoi occhietti vispi sembra quasi attendermi impaziente.
"Lei è sempre bravissima!!" risponde mia moglie sorridente.
Le do un dolce bacio sulle labbra, e poi un altro sulla guanciotta paffuta della mia piccolina.
Entriamo in casa e metto giù Teddy, che corre subito a giocare in salone con le sue costruzioni. Mi sfilo la giacca e la cravatta, nonostante sia il primo di settembre fa ancora parecchio caldo e l'abbigliamento da amministratore delegato è talvolta una tortura.
"Com'è andata la giornata?" chiede dolcemente Ana accarezzandomi la nuca.
"Bene, però sembrava non finire mai. Mi mancavate così tanto!"
Mia moglie sorride. "Anche tu ci sei mancato tantissimo.."
"Davvero? Non sembrerebbe proprio.."
Ana aggrotta le sopracciglia, dubbiosa.
Le sorrido malandrino, avvicinandomi di più al suo viso. "Beh, considerando che non mi hai ancora salutato come si deve..."
Ana imita il mio sorrisetto e fa strofinare la punta del naso contro la mia. Facciamo incontrare le nostre labbra in un bacio dolce e pieno di passione. Ritrovare nuovamente il suo sapore dopo un'intera giornata è qualcosa di magico e paradisiaco.
Dopo qualche secondo un urletto divertito ci costringe a staccarci. Ana ed io ci guardiamo negli occhi e poi guardiamo Phoebe, scoppiando in una fragorosa risata.
"Heeyy!!" esclama mia moglie sollevando leggermente Phoebe tra le sue braccia. "Cosa sono queste scenate di gelosia, eh??"
"Cosa vuoi farci? È innamorata di me da prima che nascesse" dico prendendo in braccio la mia piccolina e riempiendola di bacini.
"Guarda cos'ha addosso" Ana mi indica il body che ha Phoebe.
È rosa, con una scritta davanti. "Un giorno incontrerò il mio principe..." E una scritta dietro "...ma il re sarà sempre il mio papà!"
"Oooh amore mio! Certo che il re sarà il tuo papà! Sei la mia principessa tu!"
La stringo a me e mia figlia sembra osservarmi incantata. È bellissimo perdersi in quegli occhioni. Per ora sembrano di un grigio leggermente più chiaro del mio, e ad essere sincero non mi dispiacerebbe se rimanessero sempre così.
Ci avviamo in salone ed io mi siedo sul divano con Phoebe in braccio mentre Ana sparisce in cucina, tornando poco dopo con in mano un bicchiere con all'interno un liquido bianco, una cannuccia e un cucchiaino.
"Ti va una granita di limone? Così ti rinfreschi un po'.." propone porgendomelo.
Le sorrido. "Certo piccola! Grazie!" afferro il bicchiere e lei prende in braccio Phoebe, che nel frattempo ha cominciato a reclamare il suo cibo.
"Sìsì amore sì, lo so che hai fame, adesso la mamma ti dà la pappa.."
Si siede sul divano e comincia ad allattare la nostra piccolina, che si accoccola per bene tra le braccia della sua mamma, posandole una manina sul petto. Ana la accarezza e la osserva con infinito amore, quella forma d'amore unica e pura che può instaurarsi solo tra madre e figlio.
"Papà!!" Teddy richiama subito la mia attenzione, lasciando le sue costruzioni e avvicinandosi a me.
"Dimmi cucciolo"
"Anche io questo" dice indicando la mia granita.
"Mmm, va bene, vieni qui" lo prendo in braccio, facendolo sedere sulle mie gambe, e poi con il cucchiaino gli faccio assaggiare un po' di granita.
All'inizio la sua espressione sembra perplessa, probabilmente a causa del sapore aspro del limone.
"Com'è?" domanda Ana.
"Buoona!!" esclama Teddy afferrando poi il cucchiaino e cominciando a mangiare la granita da solo.
Ana ed io ci guardiamo e ridiamo.
"Giustamente se fa merenda Phoebe, deve fare merenda anche lui" osserva mia moglie.
Vorrei aiutare Teddy a mangiare la granita per far sì che non si sporchi, ma è così buffo quando è così attento e concentrato che non riesco proprio ad interromperlo; mi limito a stringerlo a me e dargli un bacio sulla testa.
"Dopo che Phoebe ha mangiato dovrei lavarla e vestirla, puoi aiutarmi con Teddy??"
Aggrotto le sopracciglia. Vestire per andare dove..??
Ana mi rivolge uno sguardo ammonitore. "Te ne sei dimenticato.."
"Ehm.. no.. cioè.." farfuglio imbarazzato.
"Christian Grey che annaspa alla ricerca di un appiglio.. giuro che questa la segno.." mi prende in giro mia moglie.
Sospiro sconfitto. "E va bene. Non mi ricordo"
Ana mi sorride. "Questa sera siamo a cena dai tuoi genitori. Ci ha invitati Mia"
"Oddio è vero! Scusa piccola, l'avevo dimenticato. Ma secondo te a cos'è dovuto questo invito??"
"Giuro che non lo so. Però secondo me nulla di grave!" mi rassicura.
Mezz'ora più tardi Teddy ha finito la sua, cioè la mia, granita, e Phoebe la sua poppata. Decidiamo così di alzarci per andare a preparare prima i bimbi e poi prepararci noi.
Io mi occupo di Teddy ed Ana di Phoebe. Da quando è cominciata la nostra vita in quattro abbiamo rafforzato il legame di squadra; ho sempre aiutato Ana con Teddy quanto più potevo, ma adesso ancora di più, perché con due bambini le cose da fare si sono raddoppiate, ed è giusto che mi organizzi per agevolarla il più possibile. E poi a me piace moltissimo vestire Teddy, e a lui piace sedersi sul pouf della cabina armadio e farmi compagnia mentre mi vesto; è uno di quei momenti solo nostri, padre e figlio, quei piccoli attimi quotidiani che sembrano scontati, ma in realtà sono proprio quelli a fortificare il nostro legame.
Scelgo per Teddy un pantaloncino bianco, con abbinata sopra una camicina a mezze maniche blu e le scarpine blu. Non appena termino di vestirlo lo osservo e, non perché sia mio figlio, ma devo ammettere che è veramente bellissimo.
"Andiamo a vedere la mamma che ne pensa" dico prendendolo in braccio e dirigendomi in cameretta, dove Ana sta vestendo Phoebe.
"Mamma, tu che dici?" chiedo mettendo giù Teddy.
"Amore, ma sei uno spettacolo, come sempre!" mi fa segno di tenere d'occhio Phoebe, mentre lei si china per riempire di baci il suo piccolo uomo.
Io, nel frattempo, mi avvicino alla mia piccolina che giace beata sul fasciatoio, solo con il pannolino addosso, mettendo in mostra quei rotolini sui fianchi e sulle cosce che fanno venire voglia di morderla.
"Ma quanto sei bella!" esclamo chinandomi su di lei e baciandole ripetutamente le guance. Mia figlia agita le gambe e le braccia come se volesse afferrare il mio viso, e questo mi fa pensare che le mie coccole la rendano felice.
"Amore dovresti andare a vestirti anche tu, perché poi devi tenere tu i bambini perché, se non vi dispiace, dulcis in fundo dovrei prepararmi anche io" mi ricorda mia moglie.
"Non oso immaginare quando anche tu diventerai grande, quanto comanderete a bacchetta me e questo povero bambino.." sussurro a mia figlia.
Ana mi molla una pacca sul sedere. "Se non la smetti di fare la povera vittima ti faccio vedere io cosa significa 'comandare a bacchetta'"
"Chiamasi minaccia!"
"No! Chiamasi 'se non ti sbrighi ad andarti a preparare usciamo solo noi tre e tu resti a casa'" incrocia le braccia e sorride dispettosa.
"Ecco appunto.."
Do un ultimo rumoroso bacio a Phoebe e poi prendo Teddy per mano.
"E a me niente??" domanda delusa la mia mogliettina.
"Devo sbrigarmi altrimenti faremo tardi.." le faccio la linguaccia e poi mi dirigo con Teddy in camera nostra.
Opto per un paio di pantaloni blu, e sopra ci abbino una camicia color grigio perla. Niente giacca e niente cravatta; siamo in famiglia, non c'è bisogno di alcuna formalità. E poi Ana adora il mio abbigliamento casual.
Una volta vestito sistemo i capelli con una punta di gel, mentre Teddy mi scruta curioso attraverso lo specchio.
"Anche io quello!" esclama poi.
"Tesoro questo è per i grandi" tento di spiegargli.
Lui sembra riflettere qualche minuto. "Poco poco poco!" insiste poi, mimando con pollice e indice il gesto per dire 'giusto un pizzico'. E adesso come faccio a dirgli di no?
Scuoto la testa, consapevole di quanto questo piccolo uomo riesca a mettermi sempre ko. Intingo la punta delle dita nel contenitore di gel e ne prelevo un minimo, giusto per farlo contento.
Gli sistemo i capelli e Teddy sorride soddisfatto.
"Voglio vedere!!"
Lo prendo in braccio e lo faccio salire in piedi sulla sedia davanti al lavandino, in modo che possa guardarsi allo specchio.
"Bello! Come papà!" esclama poi felice.
E il mio cuore esplode di gioia, davanti alla consapevolezza di questo bellissimo momento di complicità, e soprattutto di quanto mio figlio ami emularmi. Come direbbe Anastasia, mi vede come il suo supereroe.
Gli do un bacio e poi afferro la boccetta di profumo dalla mensola, spruzzandomene un po'.
Vedo Teddy che mi guarda attraverso lo specchio, come se attendesse qualcosa.
"Un po' anche a te?" chiedo, leggendo una muta domanda nei suoi occhi.
Lui annuisce contento e solleva il viso in modo da mettere in bella mostra il collo. Gli spruzzo qualche goccia di profumo e poi lo spalmo, facendogli il solletico e scatenando le sue risate, che automaticamente fanno ridere anche me.
"Heeey! Cosa fate voi due??" domanda Ana, materializzandosi sull'uscio della porta.
"Niente, cose da maschi!"
"Cose da macchi!" ripete Teddy.
Ana si finge offesa per un attimo, poi si appoggia allo stipite e ci osserva con le braccia incrociate e uno sguardo pieno d'amore. "Siete bellissimi!"
Metto giù Teddy e mi avvicino a lei, posandole una mano sul fianco e baciandole dolcemente le labbra.
"Tu sei bellissima. Phoebe?"
"Si è addormentata. Ti spiacerebbe darle uno sguardo mentre io mi vesto??"
"Ma no piccola! Fai pure con calma!"
Le do un altro bacio e poi Teddy ed io usciamo dalla camera, dando modo ad Ana di prepararsi.
Poco più di mezz'ora dopo siamo tutti e quattro belli, profumati e pronti per uscire.
Quando arriviamo a casa dei miei genitori, sono arrivati già sia Ethan che Elliot e Kate con la piccola Ava.
Dopo almeno venti minuti di saluti e coccole ai bimbi siamo pronti per metterci a tavola.
La cena è ottima e l'atmosfera è bellissima. Ecco un'altra cosa che ho imparato ad apprezzare da quando c'è Anastasia nella mia vita: i momenti con la mia famiglia. Non che prima non amassi cenare con loro o venire a trovare i miei genitori, ma adesso queste serate hanno tutto un altro sapore. Mi sento rilassato, felice e appagato. Mi piace scherzare con mio fratello ed Ethan, mi piace prenderli in giro e subire le loro battutine, mi piace vedere la complicità che si è creata tra Ana, Kate e Mia, mi piace l'amorevole casino che fanno i bambini, mi piace vedere gli occhi dei miei genitori luccicare, alla vista della bellissima famiglia che hanno messo su.
"Christian, come procedono i preparativi per la festa dell'azienda?" chiede ad un tratto mio padre.
"Benissimo, credo. In realtà ho delegato tutto a Ros, Andrea e Olivia. Mi fido molto di più del loro gusto femminile!"
"Quanti invitati ci saranno più o meno?" domanda mio fratello.
"Credo.. circa trecento. Tra staff informatico, segretari vari, soci e capi reparto, con relative famiglie al seguito. Mi sarebbe piaciuto invitare ogni singolo dipendente ma non credo avrei trovato una sala delle dimensioni adatte.."
"In effetti.."
"Non so se sono pronto ad un evento del genere.." ammetto "Cioè, ho partecipato spessissimo ad eventi simili, però sempre come ospite, mai come padrone di casa diciamo.."
"Mal che vada mandi avanti Teddy, con la sua parlantina si destreggerà benissimo" osserva mia sorella, facendo ridere tutti.
"A proposito di parlantina" interviene Kate "Mia non ci hai detto come mai questo invito stasera.."
Mia sorella diventa subito seria. "Ehm.. dopo capirete.. adesso finiamo di mangiare.."
Kate, Elliot, Ana ed io ci guardiamo perplessi, ma decidiamo di non insistere e aspettare "dopo".
Il "dopo" di mia sorella consiste in quasi due ore, cioè dopo contorni, frutta e dolce, inframmezzati dalle poppate di Ava e Phoebe.
Dopo il dolce decidiamo di accomodarci in salone, e mentre attendiamo che Gretchen ci porti il caffè, ad un tratto Ethan si schiarisce la voce e si alza.
"Scusate io.. dovrei dire qualcosa.." prende un lungo respiro e poi osserva mia sorella, che gli sorride per incoraggiarlo.
"Signor Grey" dice rivolto a mio padre "Elliot, Christian, e anche Teddy a questo punto... Io.. vorrei chiedervi ufficialmente la mano di Mia.."
Mio padre, Elliot ed io ci guardiamo sorpresi, mentre le donne si lasciano andare a vari "Oddio" e urletti di gioia.
Entro momentaneamente in uno stato di trance. La mia sorellina si sposa. Oddio. Per me è ancora la mia piccola peste chiacchierona e combina guai, quando è diventata grande??
Mia si alza e si avvicina al suo ragazzo, stringendogli forte la mano.
"Io la amo, voglio trascorrere la mia vita con lei, e renderla felice" afferma con dolcezza.
Mio padre, seppur ancora sorpreso dalla notizia, rivolge uno sguardo a me ed Elliot, che gli facciamo un sorriso d'assenso, e si alza.
Nella stanza cala il silenzio.
"Sapevo che questo momento prima o poi sarebbe arrivato, ma credo che un padre non sia mai pienamente pronto a vedere la propria bambina spiccare il volo. Ti conosco da tanto tempo ormai e so che sei un ragazzo coscienzioso, responsabile e amorevole, so quanto ami mia figlia, e so che nessuno meglio di te la saprà rendere felice" dice mio padre con un sorriso e la voce leggermente incrinata.
Ethan gli stringe la mano e mio padre lo abbraccia affettuosamente, sussurrandogli qualcosa all'orecchio.
Non appena i due si staccano, mia sorella si aggrappa al collo di mio padre, che la stringe forte e le accarezza i capelli, scatenando le lacrime di mia madre, Ana e Kate.
Anche Elliot ed io ci alziamo per congratularci con i futuri sposi, e già che ci siamo, fare qualche raccomandazione al nostro cognatino.
"Mi prenderò cura di lei esattamente come tu ti prendi cura di mia sorella" dice Ethan ad Elliot, che gli sorride e gli molla qualche pacca sulla spalla.
"Io voglio dirti solo una cosa" gli circondo le spalle con un braccio "Big brother is watching you!" lo avverto indicando i miei e i suoi occhi con le dita.
Ethan aggrotta le sopracciglia, incerto se stia scherzando o lo stia minacciando sul serio.
"Christian! Elliot!" ci riprende mia sorella. "Ma volete lasciarlo in pace? Me lo state spaventando!" ci rimprovera, avvicinandosi ad Ethan e stringendosi a lui.
"Dai su stavamo scherzando! Tranquilla nessuno te lo tocca!" la rassicura Elliot.
Mio fratello ed io ci guardiamo negli occhi e ridiamo. L'espressione perplessa di Ethan è uno spasso.
"E basta!" protesta Mia mollandomi un buffetto sul braccio.
"Dai scema vieni qui" dico attirandola a me e abbracciandola forte. "Sono felice per te, piccola. Davvero!"
Mia sorella si rilassa tra le mie braccia e mi schiocca un bacio sulla guancia.
"Ti voglio bene Christian!"
"Anche io tesoro!"
Mentre siamo ancora impegnati in abbracci e congratulazioni varie, sopraggiunge Gretchen con il vassoio con i caffè.
"Ehm, a questo punto credo ci voglia una bottiglia di champagne" le comunica mio padre.
"Subito, signor Grey!"
Torna in cucina e riappare cinque minuti più tardi con una bottiglia di champagne francese e un vassoio pieno di calici vuoti.
Mio padre prende la bottiglia e toglie la carta che copre il tappo.
"Ai futuri sposi!" esclama prima di far saltare il tappo.
In salone scoppiano applausi ed esclamazioni di gioia. Mio padre riempie i bicchieri e poi li facciamo tintinnare, brindando alla notizia.
Ad un tratto mi allontano dal gruppetto e mi siedo al pianoforte, cominciando a suonare. La mia famiglia mi osserva, dopodiché Elliot e Kate e Mia ed Ethan cominciano a ballare un lento. Osservo mia sorella, e devo ammettere che non l'ho mai vista così felice come ora. I suoi occhi brillano di luce propria mentre Ethan la stringe e le sussurra qualcosa all'orecchio. Sono davvero una bella coppia e sono sicuro che saranno molto felici.
Non faccio in tempo a chiedermi dove sia Ana che due braccia mi avvolgono da dietro, circondandomi il busto. Il suo profumo mi stordisce e mi inebria, mentre la pelle soffice della sua guancia si accosta alla mia.
Sorrido, senza smettere di suonare, guadagnandomi un dolce bacio sulla spalla da mia moglie, che mi sussurra poi all'orecchio un "Ti amo" che ha il potere di farmi battere forte il cuore, come se fosse sempre la prima volta.
A distrarci è qualcuno che a fatica si arrampica per sedersi sulla panchetta accanto a me.
"Eccomi qua!" esclama Teddy facendoci ridere. Dopodiché comincia a battere le sue piccole dita sui tasti bianchi, stonando la mia melodia.
Interrompo la musica e lo faccio sedere sulle mie gambe, dandogli modo di premere i tasti come vuole, dando vita ad una musica tutta sua.
I miei genitori e i miei fratelli lo osservano e non possono fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata.
Teddy ridacchia divertito, e poi comincia a sbadigliare.
"Amore, hai tanto sonno??" gli domanda Ana.
Lui annuisce, spalmandosi sul mio petto e strofinandosi gli occhi.
"Vieni dai, che la mamma ti mette il pigiamino" dice Ana prendendolo in braccio.
"Quasi quasi anche io metto il pigiamino ad Ava, così la posso far addormentare" interviene Kate.
"Venite ragazze, andiamo nella camera degli ospiti, così avete tutto lo spazio che volete" propone mia madre.
Ana e Kate la seguono al piano superiore, mentre mia sorella porta in cucina la bottiglia di champagne e i bicchieri ormai vuoti, ed Elliot chiede un consiglio legale a mio padre su non so quale questione nata in uno dei suoi cantieri.
Decido di uscire in giardino a prendere una boccata d'aria e noto che anche Ethan ha avuto la mia stessa idea.
"Ohi"
Lo vedo sobbalzare.
"Scusami, non volevo spaventarti"
"No anzi, scusami tu, ero sovrappensiero"
"E' stata una serata intensa, so cosa significa dover chiedere la mano della propria ragazza a suo padre.. e tu hai dovuto affrontare anche me ed Elliot"
Ethan ridacchia. "Diciamo che nel giro di tre giorni ho accumulato una tensione immensa.. prima la proposta a Mia, che mi ha fatto perdere dieci anni di vita, e poi stasera, che forse me ne ha fatti perdere venti.."
Rido, e mi ritorna alla mente il giorno in cui chiesi a Ray la mano di Ana, oltre tre anni fa.
"Ti capisco perfettamente. Quando chiesi al padre di Ana la sua mano, mi sentivo come se qualche voragine fosse pronta ad aprirsi nel pavimento per risucchiarmi.."
Ethan mi fissa e comincia a ridere convulsamente. "No scusami.. provo ad immaginare la scena.."
Mi unisco alla sua risata, ricordando quella famigerata telefonata.
"Kavanagh" dico poi, tornando serio "Comunque sono.. sono davvero felice che tu e Mia facciate questo passo così importante.. Certo, per me resterà sempre la mia sorellina, ma so che con te sarà davvero felice.. Nonostante le velate minacce, sai che ti stimo tanto!" affermo appoggiandogli la mano sulla spalla.
"Grazie Christian, giuro che darò tutto me stesso per renderla felice quanto merita!"
Sorrido, voltandomi poi, non appena sento dei passi alle nostre spalle.
"Ma quanto sono belli i miei uomini!" esclama orgogliosa mia sorella, venendo verso di noi. "Amore, mio padre ti cercava.."
"Sì, vado subito!" Ethan le dà un dolce bacio sulle labbra e rientra in casa.
"Allora? Come ti senti?" chiedo a mia sorella, scostandole una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
Lei sospira, sorridendo. "Benissimo! Per diverso tempo ho temuto che Ethan avrebbe aspettato chissà quanti anni ancora per chiedermi di sposarlo, o forse.. forse che non me lo avrebbe chiesto mai.. Invece quando l'ho visto lì, davanti alla Torre Eiffel, con l'anello tra le mani...


FLASHBACK – POV MIA

Stiamo passeggiando lungo il fiume Senna, dopo aver cenato in uno dei migliori ristoranti di Parigi. Questa mattina, quando Ethan si è presentato a casa dicendo che avevo mezz'ora di tempo per preparare un trolley, non ci potevo credere. Non avevo la minima idea di dove stessimo per andare, ma non ho esitato un attimo a radunare vestiti, intimo, trucco, spazzolino, bagnoschiuma, caricabatterie del cellulare e infilare tutto in una piccola valigia. Mi ha trascinata all'aeroporto, e solo al momento della partenza ho scoperto quale sarebbe stata la nostra destinazione: Parigi.
La mia seconda casa potrei dire. Qui ho iniziato ad appassionarmi alla cucina e a frequentare i corsi. Eppure è la prima volta che vengo qui insieme al mio ragazzo; in questi tre anni abbiamo viaggiato molto: Stati Uniti, America del Sud, Spagna, Italia, Francia meridionale, ma Parigi no. È la nostra prima volta nella città dell'amore, e il mio meraviglioso ragazzo ha deciso di portarmici per il nostro terzo anniversario, che sarà domani.
"A cosa pensi?" chiede stringendomi più forte a sé.
"Pensavo che non eravamo mai stati a Parigi insieme"
Ethan sorride, dandomi poi un bacio su una tempia. "Vieni con me" dice poi trascinandomi verso un taxi sul lato opposto della strada.
Ci infiliamo all'interno ed Ethan chiede all'autista di portarci presso i giardini di Champ de Mars, dove si erge la Tour Eiffel.
"Perché stiamo andando...?"

La mia domanda viene interrotta dalle sue dita che si posano sulle mie labbra. "Sssshh, tra poco capirai tutto.." mi sussurra con quella voce dolce e suadente che mi fa letteralmente venire i brividi.
Intreccio le dita con le sue e mi appoggio a lui, mentre Parigi scorre attraverso il finestrino, in tutto il suo tripudio di luci.
Giunti a destinazione, una volta scesi dal taxi, Ethan mi prende per mano e insieme attraversiamo i giardini, arrivando così più vicini possibile al meraviglioso monumento che domina Parigi. Non so come sia possibile che alla sua costruzione fu definito un "mostro di ferro", per me è semplicemente magnifica, soprattutto quando, in occasioni particolari, si colora di mille giochi di luci.
Ad un tratto Ethan si ferma e dà uno sguardo all'orologio che ha sul polso. Senza dire nulla mi prende dolcemente il viso tra le mani e incolla le labbra alle mie, assaporandole delicatamente.
"Mezzanotte e qualche minuto" mormora poi, appoggiando la fronte sulla mia "Buon anniversario piccola!"
Sorrido e gli accarezzo le guance con i polpastrelli, baciandolo a mia volta.
"E ora finalmente posso dirti perché siamo qui.." afferma, con una punta di apprensione nella voce.
Si stacca da me e mi prende le mani, sento le sue fredde e tremanti. Il cuore comincia a battermi forte dalla curiosità.
"Amore, cosa succede?" sibilo, poggiandogli la mano sulla guancia.
Lui prende la mia mano e ne bacia il palmo, per poi staccarsi da me e infilare la mano nel taschino interno della giacca. Ne estrae una piccola scatolina cubica di velluto blu, e.. oh cavolo.. si inginocchia davanti a me!!!
Apre la scatolina, mostrando un meraviglioso solitario. Il mio battito cardiaco raggiunge i limiti della tachicardia, e le mie mani cominciano a sudare, mentre lentamente tutte le persone intorno a noi, che ci osservano, chi con aria sognante, chi con qualche risata, spariscono. Ci siamo solo noi. Lui ed io.
"Amore mio, giuro che ci ho provato con tutto me stesso a memorizzare il discorso che mi ero preparato, ma mi è bastato vederti qui, sotto queste luci, con quegli occhi colmi d'amore, e ho dimenticato tutto"
Sorrido, portandomi una mano davanti alla bocca, aperta poco elegantemente per lo stupore.
"Voglio seguire il cuore allora, come dici sempre tu. Questi tre anni accanto a te sono stati i più belli della mia vita, e non smetterò mai di ringraziare Ana che quel giorno non poté venire a pranzo con me, permettendomi di conoscere la ragazza più bella, dolce, frizzante e spiritosa che avessi mai incontrato. So di averci messo un bel po' a farmi avanti, ma la verità è che più passavano i giorni e più mi rendevo conto di quanto tu mi stessi entrando nel cuore e sotto la pelle, e quel sentimento mi spaventava a morte. Fino a quando non ho deciso che dovevo smettere di ragionare e pensare solo con il cuore. E tutte le strade del mio cuore portavano solo a te."
Mi prende la mano, mentre numerose lacrime scorrono silenziosamente sul mio volto. Il cuore è arrivato ormai in gola, e le gambe sono gelatina pura.

"Amore mio, se ti ho portata qui oggi, per il nostro anniversario, è perché voglio che questo sia il nostro ultimo anniversario da fidanzati. Ti voglio accanto per il resto della mia vita, amore. Voglio renderti felice, voglio condividere con te ogni attimo della giornata. Voglio creare una famiglia con te, lo voglio tutte le volte in cui ti vedo prendere in braccio uno dei tuoi nipotini. Ogni volta penso a quanto desideri vedere un giorno crescere una vita dentro di te, il frutto del nostro amore.
Piccola, vuoi trascorrere la tua vita con me? Vuoi sposarmi??"
A quell'ultima frase il mio cuore esplode definitivamente, e le lacrime vengono giù senza più alcun freno. Quanto tempo l'ho atteso, desiderato, sognato questo momento. Eppure mai avrei potuto immaginare quanto potesse essere forte e meravigliosamente intensa l'emozione di una dichiarazione colma di tanto amore.
Faccio forza sulla mano che Ethan tiene stretta nella sua, e lo costringo ad alzarsi, gettandomi poi tra le sue braccia.
"Sì amore mio sì! Sì che lo voglio!!" singhiozzo contro il suo petto, mentre lui mi stringe forte, nascondendo la testa nell'incavo del mio collo, inalando il profumo dei miei capelli.
Mi stacco dal suo abbraccio per prendergli il viso tra le mani. I suoi occhi sono lucidi e colmi di emozione.

"Ti amo!" sussurro, baciandolo con tutto l'amore che ho dentro.
"Ti amo anche io" mormora Ethan sulle mie labbra.
Le persone, intorno a noi, nel frattempo, applaudono e fischiettano. Ethan ed io ci guardiamo negli occhi e ridiamo divertiti, dopodiché il mio bellissimo uomo toglie l'anello dalla scatolina e lo infila al mio anulare sinistro.

"E' stupendo!" esclamo, muovendo leggermente il dito e facendo luccicare il brillante, poi guardo Ethan negli occhi "Tu sei stupendo!"
"No" mi contraddice, prendendomi tra le braccia e stampandomi un bacio sulle labbra "Tu sei stupenda!!"
Sorrido e gli allaccio le braccia intorno al collo, facendo incontrare le nostre labbra e baciandolo intensamente.

"Sai una cosa?" sussurra, staccandosi di qualche millimetro da me.
"Cosa?" chiedo.
"Credo che dovremmo festeggiare degnamente il nostro fidanzamento ufficiale.." mormora, con quel tono sensuale che allude ad una cosa sola.
"Ah sì?" ammicco, sorridendo "E.. come vorresti festeggiare??"
"Il tempo di arrivare in albergo e te lo mostro, piccola"
Mi prende per mano e cominciamo a correre verso il parcheggio dei taxi, spensierati, felici e innamorati.

FINE FLASHBACK


POV CHRISTIAN

Uau! Devo ammettere di essere commosso. Ethan è stato davvero superlativo. Ma, in fondo, la mia sorellina non meritava nulla di meno.
"Immagino sia stato bellissimo! Sono proprio felice per te!" esclamo poggiandole un braccio sulle spalle e attirandola verso di me. "Mi sa che mi devo rassegnare al fatto che sei diventata grande, eh?" dico sospirando.
Mia sorride. "Guarda, se vuoi continuare a portarmi ogni tanto i dolci che piacciono a me e ad accarezzarmi i capelli per farmi addormentare io non mi offendo.."
Rido scuotendo la testa e le do un bacio sulla tempia, dopodiché rientriamo in casa.
"Oh eccoti Mia!" esclama mio fratello "Proprio ora chiedevo ad Ethan se avete già pensato ad una data.."
"Beh, a noi piacerebbe sposarci a maggio o a giugno" risponde mia sorella "Voi che ne pensate?" domanda poi, alternando lo sguardo tra me, Elliot, Ana e Kate.
"Beh.. non dovete chiederlo a noi.." risponde perplessa Kate. "E' il vostro giorno! Dovete festeggiarlo quando più vi piace.."
"Sì, ma il parere dei testimoni è importante.."
"Eh gius...." mi blocco non appena la mia mente metabolizza ciò che mia sorella ha appena detto.
Testimoni. Noi quattro?? Vuole che siamo i loro testimoni di nozze??
"Che... in che senso??" chiede spaesata Ana.
"Beh, insomma, Mia ed io vorremmo che voi foste i nostri testimoni. Nessuno lo meriterebbe di più.." risponde Ethan.
Kate, Elliot, Ana ed io ci guardiamo, sorpresi ma felici.
Mi rendo conto che, in effetti, nessuno più di noi sarebbe adatto a ricoprire tale ruolo, eppure non me lo aspettavo. È una notizia che mi riempie il cuore di gioia.
Contemporaneamente tutti e quattro ci avviciniamo ai futuri sposi per un grande abbraccio di gruppo, mentre i nostri genitori ci fissano con un grande sorriso sulle labbra e la felicità negli occhi.

Quando torniamo a casa, io penso a mettere a letto Teddy, mentre Ana cambia Phoebe e poi si dirige nella nostra camera per allattarla. Mi accerto che il mio piccolo non si sia svegliato, e gli do un bacio tra i capelli prima di accendere il lumetto e raggiungere mia moglie.
"Sta mangiando la principessa??"
Ana sorride. "Certo! Non rifiuta mai!" risponde rivolgendo a nostra figlia uno sguardo innamorato e divertito.
Mi sfilo l'orologio e la fede e li appoggio sul cassettone, dopodiché comincio a sbottonare lentamente i bottoni della camicia per poi toglierla del tutto. Noto che Ana mi osserva, e sembra apprezzare molto, e questo giova sempre tanto all'orgoglio maschile.
A torso nudo, mi siedo sul letto accanto a mia moglie e le do un bacio sulla spalla.
"Teddy è stato tranquillo o si è svegliato mentre lo mettevi a letto??"
"Nono, è stato tranquillissimo. Dorme come un angioletto.."
"Amore della mamma.." mormora con dolcezza.
Phoebe si stacca dal suo seno ed emette qualche lamento di protesta.
"Anche tu sei il mio amore" dice Ana portando il viso della nostra cucciola all'altezza del suo e baciandole la punta del naso. "Non mi sono dimenticata di te".
Ridacchio e prendo Phoebe in braccio mentre Ana copre un seno e scopre l'altro per finire la poppata.
"Non pensare a nessuno. Tu sei la principessa del tuo papà, la mia gioia, la mia polpettina dolce.." lei mi fissa con quegli occhioni grigi e sembra quasi capirmi.
"Sìsì abbiamo capito, ora ti spiacerebbe ridarmela prima che ricominci a piangere per la fame?" domanda Ana, fingendosi offesa.
"Oh oh, qui qualcuna è gelosa!!" osservo divertito. Poi mi volto verso mia moglie "E devo dire che è bellissima anche quando è gelosa.." mi sporgo verso di lei e le do un breve ma intenso bacio.
Non appena Phoebe finisce la poppata, la coccolo qualche minuto e poi decido di andare a fare la doccia, mentre Ana la fa addormentare.
Mi lascio coccolare dal getto d'acqua tiepida, quando ad un tratto avverto un fruscio alle mie spalle, mi volto di scatto, imbattendomi contro il corpo di Ana. Completamente nudo.
E se già questa visione non bastasse a risvegliare all'istante il mio amichetto dei piani bassi, Ana mi si butta addosso, prendendomi il viso tra le mani e facendo incontrare le nostre labbra in un bacio intenso, passionale e destabilizzante.
Le mie mani percorrono il suo corpo fino a fermarsi sui suoi fianchi morbidi e sinuosi. Li stringo forte, avvicinando ancora di più il suo bacino al mio.
"E' da quando ti sei sfilato quella camicia che non vedevo l'ora di saltarti addosso.." mormora a pochi millimetri dalle mie labbra.
"Ti prego amore.. non farmi questo.." ansimo tra un bacio e l'altro.
"Cosa??"
"Non fare.. questo.. perché so che non posso farti mia qui e subito, e rischio di impazzire.." quasi la supplico, appoggiando la fronte sulla sua.
La ginecologa non ci ha dato ancora il via libera per fare l'amore. Il corpo di Ana sta pian piano tornando alla sua normalità dopo il parto. Mi manca tanto fare l'amore con lei, e il suo saltarmi addosso non aiuta affatto.
"Sssshh" sussurra Ana al mio orecchio, mordicchiandomi poi il lobo.
Mi bacia il collo con passione, scendendo poi verso il petto con una lentezza straziante. Le sue labbra accarezzano la mia pelle come velluto, assaporandone ogni millimetro. Sento le gambe cedere mentre la sua bocca scende sempre di più, e quando arriva ad avvolgere il mio membro mi sembra di essere passato direttamente all'altro mondo.
Dopo diversi minuti in cui perdo completamente la concezione del tempo, dello spazio e di me stesso, perdendomi nel nostro Eden, Ana si alza e le sue labbra ritrovano le mie. Le assaporo per diversi minuti, dopodiché la faccio voltare tra le mie braccia, facendo aderire la sua schiena al mio petto.
Le bacio il collo e la spalla, mentre le mie mani sono una sul suo seno e l'altra sul suo ventre, che scende lentamente verso la sua intimità.
"C-christian.." ansima.
"Ssshh.. ti devo un orgasmo, piccola"


Quando apro gli occhi mi rendo conto che probabilmente è ancora notte fonda. Lancio uno sguardo alla sveglia sul comodino e noto che sono solo le quattro del mattino. Mi volto verso Ana e mi fermo qualche minuto ad osservarla.
È bellissima.
Ed è mia.
E questa consapevolezza mi sconvolge ogni giorno di più.
Mai avrei pensato nella vita di meritare un angelo simile. Bella, intelligente, dolce, forte, coraggiosa. È la mia linfa vitale da tre anni a questa parte.
Incapace di resistere, le sfioro delicatamente una guancia, lei grugnisce qualcosa in un modo tenerissimo, per poi riprendere a dormire tranquilla.
Vorrei tornare a dormire anche io, ma il caldo mi assale. Decido perciò di alzarmi e scendere in cucina a prendere un bicchiere d'acqua. Faccio il giro del letto e prima di uscire do un'occhiata a Phoebe, e la vedo che si muove e si contorce tutta, tipico di quando sta per svegliarsi, in fondo sono passate tre ore dalla poppata e probabilmente ha fame di nuovo.
Infatti dopo pochi secondi apre gli occhietti guardandosi intorno. Prima che possa cominciare a piangere la prendo in braccio.
"Ti piace proprio la vita notturna, eh??" le sussurro, divertito.
Lei mi guarda, portandosi le mani alla bocca.
"Lo so che hai fame, ma queste non sono proprio il massimo.." dico togliendole le manine dalla bocca e sfiorandole la guancia.
Le do un bacino sul naso, voltandomi poi verso Ana che dorme beata. Svegliarla mi sembra davvero un sacrilegio, così piano piano esco dalla nostra camera e scendo in cucina con Phoebe.
Mi ricordo che il pediatra ci ha detto che durante la notte, al posto del latte, possiamo anche darle un po' di camomilla, che è più leggera, giusto per darle quel senso di sazietà e farla riaddormentare.
Adagio la mia bimba nel dondolino e mi accerto che sia ben legata, dopodiché apro il mobiletto e prendo il pentolino più piccolo, lo riempio d'acqua fino alla metà e poi accendo il fuoco. Ammetto di non essere propriamente a mio agio tra i fornelli, però ho visto più volte Ana o Gail preparare la camomilla, quindi dovrei cavarmela.
Non appena la camomilla è pronta, la verso in un biberon, avvito bene il ciuccio e poi ne verso una goccia sulla mia mano per verificare che non scotti. Prendo Phoebe dal dondolino, afferro biberon e bavaglino e mi dirigo verso il salone, mentre nel frattempo la piccolina comincia a lamentarsi.
"Sì amore, hai fame, lo so.. un attimo di pazienza.."
Mi siedo sul divano, le metto il bavaglino e poi finalmente le do la camomilla.
"Non garantisco nulla eh.."
A quanto pare, però, mia figlia sembra apprezzare. È bellissimo vederla rilassarsi tra le mie braccia e ciucciare energicamente.
"Ma quanto sei bella, eh? Sei meravigliosa.." mormoro sporgendomi a darle un bacino sulla fronte.
Dopo un quarto d'ora il biberon è praticamente vuoto, e la mia piccolina sembra davvero soddisfatta. Anch'io, devo ammetterlo, mi sento soddisfatto di me stesso in questo momento. Sono riuscito a calmarla senza far svegliare Ana; è un po' stanca in questo periodo e vorrei che riposasse di più.
"Allora? È stato bravo papà?" domando alla mia piccola, facendole appoggiare la testa sul mio petto per farle fare il ruttino.
È indescrivibile la sensazione di sentire il suo piccolo corpo addosso al mio, il suo calore, il suo profumo, il suo respiro. Le do un leggerissimo bacino sulla testa ricoperta di capelli scuri, come quelli di Ana.
È tutta identica alla sua mamma, e spero tanto che avrà anche il cuore e la testa della sua mamma.
Dopo il ruttino, la faccio stendere di nuovo tra le mie braccia, accarezzandole il viso e perdendomi nei suoi occhi.
"Sai che, insieme a tuo fratello e tua madre, sei la gioia della mia vita?" so che non può capirmi, ma sento l'esigenza di parlarle, di sfiorarla, stringerla a me. È come se così mi rendessi pienamente conto dell'immenso regalo che la vita mi ha fatto. La guardo e mi sembra impossibile che sia mia, una parte di me, la parte migliore di me.
"E sappi una cosa. Nessun uomo al mondo mai ti amerà più di me, chiaro? Tu sarai per sempre la mia principessa!"



POV ANASTASIA

Allungo il braccio accanto a me, e apro di scatto gli occhi non appena mi rendo conto che il posto di Christian è vuoto. Sbadiglio e afferro il cellulare dal comodino. Cavolo! Le sette!! Quanto ho dormito?? E Phoebe non si è svegliata??
Mi stiracchio e mi alzo, avvicinandomi alla culla, anch'essa vuota.
Oddio. Dov'è la mia bambina?
Do un'occhiata alla porta del bagno: è aperta e la luce è spenta, quindi Christian non c'è. Probabilmente Phoebe è con lui.
Infilo la vestaglia di seta e mi reco in cameretta. Di Christian e Phoebe nessuna traccia, solo Teddy che dorme beato. Mi chino su di lui e gli do un bacio sulla guancia, dopodiché scendo al piano inferiore.
La cucina ha le luci accese, ma è deserta. Mi sposto infine in salone, dove mi si para davanti agli occhi una delle scene più belle che abbia mai visto nella mia vita.
Christian dorme disteso sul divano, di schiena, e con le braccia avvolge Phoebe, che dorme a pancia in giù sul suo petto. Lui che la protegge con amore, e lei che dolcemente si accoccola tra le braccia del suo papà.
Sono qualcosa di spettacolare.
Mi siedo sul bracciolo della poltroncina accanto per guardarli ancora un po', e noto sul tavolino un bavaglino e un biberon quasi vuoto. Quasi sicuramente Phoebe stanotte si è svegliata, e Christian le ha preparato quella che dal colore mi sembra camomilla. E ancora una volta mi rendo conto di quanto perfetto sia il mio uomo, come marito e come papà.
Una lacrima involontaria sfugge al mio controllo, forse ho ancora troppi ormoni in circolo, o forse il cuore mi si riduce in gelatina tutte le volte in cui mi ritrovo davanti agli occhi il miracolo della vita, della mia vita, della nostra vita.
Ad un tratto Phoebe comincia a muoversi, svegliando di conseguenza Christian, che sbadiglia e apre pian piano gli occhi, sorridendo non appena mi vede.
"Hei" mormora.
Mi alzo e mi siedo sul bordo del divano, baciandolo sulle labbra. "Buongiorno"
Phoebe lancia un leggero gridolino. Christian ed io ridiamo, mentre io la prendo in braccio. "Ma buongiorno anche a te!" esclamo stringendola forte e dandole un bacino sul naso. "Avete dormito qui voi due? Senza di me?"
Christian si mette seduto e mi accarezza la schiena. "Stanotte mi sono alzato per prendere un bicchiere d'acqua e lei si stava svegliando. Non volevo svegliarti, dormivi così bene.."
Volgo il viso verso di lui e lo bacio. "Ti amo"
"Ti amo anch'io piccola".

Più tardi, dopo aver allattato Phoebe, fatto colazione tutti insieme e salutato Christian che è andato a lavoro, lascio Teddy a giocare in salone, la piccola a dormire nella carrozzina e vado a fare una doccia al volo. Quando scendo nuovamente al piano inferiore, trovo seduto sul divano il mio fratellone.
"Thomas!!" esclamo sorpresa correndogli incontro. "Che ci fai qui?"
"Ciao sorellina!" si alza e mi dà un bacio sulla fronte. "Ma niente di che, stasera ho il turno di notte, e mi andava di passare a trovarvi.."
"Ti va un caffè??"
"Molto volentieri!"
Lo lascio in salone con Teddy, che reclama lo zio per giocare, e vado in cucina a preparare il caffè.
"Ana ma potevo pensarci io!" mi redarguisce Gail, appoggiando il cesto con il bucato sul tavolo.
"Ed io che sono la bambolina di casa? Non devi fare tutto tu! Ricordati che sei incinta!"
Fa una risata. "Tra te e Jason sarebbe impossibile dimenticarlo.."
Le sorrido, dopodichè verso il caffè in due tazzine e le porto in salone. Thomas è seduto a terra, sommerso dalle costruzioni e dai pupazzi. Non posso fare a meno di ridere e scattargli una foto a tradimento.
"No dai Ana smettila!" protesta alzandosi e rincorrendomi per afferrare il cellulare.
"Nono dai eri tenerissimo!!" dico tra le risate, stringendogli le guance.
"Se non ti mando a quel paese è solo perché sei bella!" mi dà un bacio su una guancia e si siede sul divano.
Mi siedo accanto a lui. "Beh, grazie!!"
"Sei sola in casa??"
"C'è Gail che si sta occupando del bucato.."
"E basta??"
"Thomas, mi stai chiedendo se c'è Roxy? No, non c'è. Arriva più tardi oggi perché aveva il controllo dal pediatra per Lucas.."
Lui si acciglia leggermente. "No, non ti chiedevo quello. Era per dire..."
Certo, come no. Come se non mi fossi accorta che c'è del tenero tra loro due.
"Credi davvero che gli ormoni della gravidanza mi abbiano resa deficiente??"
"Eh??"
"Dai Thomas. Si vede che.. che ti interessa.."
Sgrana gli occhi, come se avessi detto la più grande assurdità del mondo. "A me?? No!!"
Gli rivolgo uno sguardo di rimprovero, della serie 'A chi vuoi darla a bere?'.
Thomas sbuffa. "Aaaah va bene, hai ragione tu!!"
Batto le mani come un'adolescente. "Che bello!!"
"Ana, frena gli entusiasmi, non ho detto che mi sposo tra un mese. Sto semplicemente dicendo che.. mi interessa. Insomma, è una ragazza molto simpatica e molto dolce.."
Ho la netta sensazione che abbia lasciato la frase a metà. "Ma..?"
"Ma.. non è facile.. Insomma, lei ha un bambino, e questo bambino avrà un padre da qualche parte.. Solo che lei non ne ha mai parlato, ed io non voglio chiederglielo.. Sembra abbastanza introversa sui propri problemi, ed io non voglio forzarla a parlare.. Però vorrei anche farle capire che mi farebbe piacere ascoltarla.." sbuffa di nuovo "Uffa, com'è complicato!"
Poso la tazzina sul tavolino e mi avvicino di più a lui, accarezzandogli il braccio.
"Thomas, non disperare. Devi andare per gradi. In fondo vi conoscete da pochissimo tempo, e non vi siete mai visti al di fuori di queste mura. Prova.. non so.. ad invitarla a cena, o al cinema.. In modo da farle capire che ti piacerebbe conoscerla anche fuori di qui.. Devi innanzitutto capire fino a che punto ti piace, per poi fare in modo che si fidi di te al punto da parlare di cose così importanti.."
"Dici che dovrei invitarla da qualche parte??"
"E' un primo passo. Qualcosa di semplice"
"Ma secondo te io.. io potrei interessarle??"
"Questo non lo so.. Però posso dirti che se non fossi sposata, e tu non fossi mio fratello, un pensierino ce lo farei.. i medici hanno quel non so che di incredibilmente affascinante.."
Thomas scuote la testa e scoppia a ridere, attirandomi a sé e abbracciandomi. "Grazie sorellina!"
Più tardi, quando arriva Roxy, con una scusa mi dileguo, in modo da lasciare spazio a Thomas per parlarle tranquillamente. Mi dirigo nell'ufficio mio e di Christian e, in un momento di nostalgia, tiro fuori da un mobiletto l'album con le foto del nostro viaggio di nozze. Le abbiamo scattate con il cellulare e la macchina fotografica, ma le più belle ho voluto farle stampare. Sfogliare un album di foto rappresenta un'emozione diversa rispetto allo scorrere la galleria del cellulare.
Eravamo davvero belli, devo ammetterlo.
Christian poi, appoggiato alla ringhiera del nostro yacht, a torso nudo, i capelli scompigliati dal vento, è davvero una visione. Chi avrebbe mai immaginato che probabilmente proprio in quei giorni Teddy cominciava a crescere dentro di me. Chi avrebbe mai immaginato la piega che avrebbe preso la nostra vita.
Il mio sguardo si sposta dalle foto del viaggio di nozze a quelle dei bambini che teniamo sulle scrivanie. Su quella di Christian c'è la stessa foto che tiene anche nel suo ufficio alla GEH: Teddy seduto sul divano che, con un mega sorrisone, avvolge Phoebe tra le sue braccia, con tutta la dolcezza di cui è capace.
Sfioro quella piccola cornice d'argento con i polpastrelli e mi rendo conto che per la nostra vita non avremmo potuto sognare una piega più bella.

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