Capitolo 15

4.4K 79 10
                                    

POV CHRISTIAN
"Ma devo proprio metterla questa cravatta rossa?" borbotto mentre Anastasia cerca di farmi il nodo.
"Stai fermoo!!" mi ammonisce "E comunque sì, è la Vigilia di Natale e ci vuole qualcosa di rosso, e poi sei bellissimo!" mi sistema il colletto della camicia e poi mi dà un bacio sulle labbra. "Adesso smamma che devo finire di prepararmi!"
"Sei bellissima anche in accappatoio" le faccio notare.
Ana mi rivolge un sorriso timido e poi mi fa segno di sparire. Esco dalla nostra camera e chiudo la porta, scendo al piano terra e mi dirigo in salone. Mi posiziono davanti alla vetrata e osservo il giardino, e lo scorcio della penisola olimpica che si intravede da qui. È il primo Natale che Anastasia ed io trascorriamo insieme, ed è contemporaneamente il primo da sposati, e il primo da quasi-genitori. È successo tutto così velocemente, eppure non c'è un solo attimo in cui non sia convinto di voler rivivere questi mesi esattamente come sono andati. Vorrei solo essere completamente sereno e vivere a pieno l'atmosfera, ma già so che non sarà possibile: c'è quel piccolo tarlo che non mi permette di liberare del tutto la mente. Ancora non siamo riusciti a scoprire molto riguardo la manomissione ai file della SIP, tre giorni fa Barney e Welch hanno interrogato i sei dipendenti della casa editrice che potevano avere accesso ai computer dell'ufficio, ma tutti avevano un alibi valido, quindi i miei uomini stanno praticamente brancolando nel buio.
Da oggi e fino ai primi di gennaio sia gli uffici della GEH che quelli della SIP saranno chiusi, ho voluto concedere questi giorni di ferie in parte per permettere ai dipendenti di riposarsi e ripartire carichi a gennaio, ma soprattutto perché sento proprio l'esigenza di staccare un po' la spina e dedicarmi alla mia meravigliosa moglie.
"Mi scusi, Mr Grey, vuole che cominci a portare i vari regali in auto?" la voce di Taylor mi distoglie dai miei pensieri.
"Oh, sì Jason, grazie"
Jason si china ai piedi dell'albero e raccoglie tutti i vari pacchi e pacchetti in un sacco e poi sparisce nell'atrio. Torna poco dopo e mi annuncia che ha cominciato a nevicare.
"Spero solo che quando rientrerò non scoppierà qualche bufera, odio guidare a trenta chilometri orari" mi lamento.
"Ma non deve preoccuparsi di questo, ci sarò io a guidare al ritorno"
"Cosa?? Non vai dai tuoi familiari ad Olympia?" domando, stupito.
"Ehm, no, signore.. a causa dell'imprevisto che è capitato ho pensato che fosse meglio restare, in modo da farla sentire più sicuro"
Mi sento momentaneamente spaesato. Ero convinto che Taylor ci accompagnasse a casa dei miei e poi andasse a casa di suo fratello, ma adesso mi sento quasi in imbarazzo: per quanto anche io sia preoccupato per questa situazione, non posso pensare che stia da solo stasera, lontano dalla sua famiglia.
"Jason, non ho problemi a guidare al ritorno, davvero.."
"No, Mr Grey, potrebbe essere pericoloso, ed io non voglio che.."
"Jason!" lo interrompo "Non c'è alcun pericolo reale, non preoccuparti. Davvero io non posso trascorrere una serata serena sapendo che tu sei lontano dai tuoi familiari.."
"Mi creda, signore, per me non è un gran problema.. e poi non c'è neanche Ga.. ehm, Mrs Jones.." ammette.
"Per me è un problema, invece. Quindi tu adesso accompagni me e mia moglie a Bellevue e poi ti metti in macchina verso Olympia, un'ora e sei arrivato. E domattina ti alzi di buon'ora e fai una bella sorpresa a Gail.."
Taylor mi scruta per qualche istante, sembra quasi che voglia smontarmi per vedere se sono davvero io a parlare.
"E'.. è sicuro, signore?" chiede sorpreso.
"Sicurissimo!!" affermo fermamente.
"Allora.. allora grazie" dice a bassa voce.
Mi sorride per poi dirigersi nei suoi appartamenti.
"Devo ammettere che lei mi sorprende ogni giorno di più, Mr Grey.."
Mi volto di scatto e trovo Anastasia appoggiata al pilastro del salone.
"Da quanto tempo sei lì?" chiedo avvicinandomi a lei.
"Abbastanza da rendermi conto che sei un uomo fantastico.. ma in fondo lo sapevo già" afferma baciandomi.
Le prendo le mani e le allargo le braccia, squadrandola da capo a piedi. Indossa un abitino rosso, di lana leggera, che le arriva alle ginocchia, un coprispalle nero e un paio di stivali neri. Lo ha impreziosito con una cintura color oro allacciata sotto al seno, e i gioielli dorati. I capelli le cadono morbidi sulle spalle, e il trucco naturale le mette in risalto gli occhioni azzurri.
"Sei bellissima!" mormoro facendole fare una giravolta e poi stringendola a me.
Quando arriviamo a casa dei miei, faccio scendere Anastasia e la accompagno sotto al portico, poi attendo che Jason mi porga il sacco con i vari regali.
"Mr Grey" mi chiama prima che entri in casa.
"Cosa c'è, Taylor?" domando avvicinandomi a lui.
"Ecco, so che non dovrei intromettermi, però.. insomma, stasera cerchi di spegnere un po' il cervello, e si goda la serata, lei e sua moglie lo meritate.." dice, con un tono che si addice più ad un amico che ad un dipendente.
Resto piacevolmente sorpreso dalle sue parole, e mi rendo conto che in fondo lui è molto più di un dipendente. Negli anni è diventato praticamente indispensabile per me.
"Grazie, Jason!" dico sinceramente porgendogli la mano.
"Buon Natale, Mr Grey!" esclama stringendomela.
"Anche a te, e porta i nostri auguri a Gail domattina!"
"Sarà fatto!"
Saluta con la mano Anastasia prima di mettersi in macchina e partire verso Olympia. Ho insistito affinchè prendesse la mia auto, ha le gomme migliori per la neve, io per tornare a casa prenderò quella di mio padre o di Elliot.
"Oh, finalmente siete arrivatii!!!" strilla mia sorella aprendo la porta di casa. Ci dà a stento il tempo di entrare in casa, e poi abbraccia di slancio Anastasia.
"Come stai? Sei stanca? Il mio nipotino come sta??" la travolge con una valanga di domande. Anastasia sorride e risponde con calma. "Va tutto benissimo, grazie Mia!"
Ci sfiliamo i cappotti e li appendiamo all'ingresso prima di dirigerci in salotto, dove ci aspetta il resto della famiglia, ci sono anche Kate, Ethan e i loro genitori, l'unico che manca è Ray, ma i Rodriguez lo hanno invitato in montagna insieme ad altri amici e non ha potuto rifiutare. Sistemo tutti i regali sotto l'albero, mentre mia moglie viene letteralmente risucchiata da tutti i nostri familiari, che la abbracciano e le accarezzano la pancia.
"Christian, un po' di vino?" propone mio padre avvicinandosi con un bicchiere.
"Grazie, papà" prendo il calice e bevo un sorso, osservando Ana che chiacchiera con le altre donne di casa.
"Come ti senti che stai per diventare papà?" chiede ad un tratto.
"Beeh, non posso negare che è una cosa che un po' mi spaventa.. però è anche un'emozione così grande che.. che non la saprei spiegare.."
Mio padre mi posa una mano sulla spalla e la stringe leggermente. "Sono fiero di te, Christian!" dice orgoglioso. Non so se sono davvero degno del suo orgoglio, ma sto cercando di fare il possibile per essere il figlio che merita. Forse sarà che sto per diventare padre, o forse perché qualche mese fa ho rischiato la pelle, ma mi sono reso conto in questi pochi mesi più che in ventiquattro anni, quanto quest'uomo sia importante per me, e rabbrividisco se penso a tutte le volte in cui l'ho tenuto a distanza.
"Papà, posso chiederti un favore?"
"Certo, figliolo"
"Mi abbracceresti?"
Lui sgrana gli occhi e apre la bocca per dire qualcosa, ma la richiude senza emettere alcun suono. So che l'ho colto alla sprovvista, ma in fondo non sono mai stato un tipo molto prevedibile.
Mio padre posa il bicchiere sul tavolino e mi abbraccia forte, con un po' di impaccio ricambio il gesto.
"Sarai un ottimo papà, Christian, ne sono sicuro.." sussurra.
"Se seguirò il tuo esempio, sicuramente" affermo.
Quando ci stacchiamo noto che mio padre ha le lacrime agli occhi, così come Anastasia e mia madre che ci fissano incredule. Si avvicinano a noi ed entrambe si stringono a me.
"Le mie donne!" esclamo cingendo loro le spalle con entrambe le braccia.
"Uuuh anche iioo!" strilla Mia unendosi al nostro abbraccio.
Le stringo tutt'e tre e mi lascio piacevolmente soffocare dal loro affetto.
"Ma cos'è questo odore?" domanda Elliot, interrompendo l'idillio.
"Oddio, l'arrosto nel forno!!" urla Mia correndo in cucina, seguita a ruota da mia madre.
"Beh, cominciamo a sederci, è quasi pronto!" propone mio padre, prendendo posto a capotavola.
Faccio per andare a sedermi, ma Ana mi trattiene il polso. "Li hai resi davvero felici, lo sai?"
Annuisco e sorrido. "Tutto grazie a te" sussurro prima di lasciarle un casto bacio sulle labbra.
Mia madre e Mia arrivano in salotto con i piatti degli antipasti, e ci sediamo a tavola.
La cena è davvero sublime, devo ammettere che quel corso di cucina che mia sorella ha frequentato a Parigi sta dando i suoi frutti.
La serata scorre lenta e piacevole. È bello stare tutti insieme, parlare di qualsiasi cosa, ridere e prendersi in giro a vicenda. Io sono il bersaglio preferito di Elliot, ovviamente, ma non me la prendo, so che lo fa solo per scherzare. Anastasia è luminosa e sorridente, e mi sento in pace con il mondo quando la vedo così felice, nonostante tutto il resto. Ma questa sera voglio seguire il consiglio di Jason: niente pensieri, niente preoccupazioni, l'unica cosa che conta è la mia famiglia.
"Ragazzi, Kate ed io abbiamo scelto la data del matrimonio" annuncia Elliot ad un tratto.
"Davvero? E sarebbe?" domanda impaziente la madre di Kate.
"Beh, visto che Anastasia dovrebbe partorire entro la seconda settimana di maggio, abbiamo deciso di sposarci il ventisei, così siamo sicuri che ci sarà già il nuovo arrivato" spiega Kate.
Anastasia, seduta di fronte a lei, le prende la mano. "Davvero lo fate per noi?"
"Certo, vogliamo che il nostro nipotino sia presente al nostro matrimonio" risponde mio fratello.
Mia moglie inevitabilmente si commuove, Kate si alza e la abbraccia.
"Mi sa che è contento anche lui" dice Ana toccandosi il ventre "Si sta muovendo"
"E tu lo senti??" domanda Mia, affascinata.
"Sì, da alcuni giorni riesco a percepire quando si muove, si fa sentire soprattutto la sera.."
"Dev'essere un'emozione bellissima.." afferma mia madre, con una punta di dispiacere. Ci zittiamo tutti, non sapendo cosa dire, quella frase all'apparenza potrebbe sembrare normale, ma noi sappiamo che non è così. Quel "deve" sottolinea il fatto che mia madre non ha potuto provare la sensazione di avere dentro sé una vita che cresce, e immagino quanto debba aver sofferto da giovane.
"Grace" sussurra Ana, che è seduta accanto a lei "Ti andrebbe di sentire come scalcia il tuo nipotino?"
Senza attendere la risposta di mia madre, Anastasia le prende la mano e la appoggia sulla sua pancia. Siamo tutti in silenzio, in attesa. Dopo qualche secondo vedo gli occhi di mia madre illuminarsi notevolmente, e inumidirsi di nuovo. "Oh, tesoro mio, è.. è meraviglioso!" riesce a dire tra le lacrime, prima di abbracciare forte Anastasia, che ricambia.. sia l'abbraccio che le lacrime.
"Beeenee!!" esclama Mia alzandosi "Dopo aver quasi allagato casa, cosa ne dite di mangiare il dolce??"
Dopo un coro di "sì", mia sorella si dirige in cucina, richiedendo poco dopo l'aiuto di mia madre per trovare non so cosa.
"Scusate un secondo" dice mia madre alzandosi. Passando per andare in cucina, mi dà un bacio in testa e mi scompiglia i capelli, come faceva quando ero piccolo, perché la testa era l'unica cosa che lasciavo toccare ai miei genitori, già se scendevano al collo, cominciavo ad irrigidirmi.
Le sorrido e poi Anastasia si accoccola a me, stringendomi il braccio e posandomi la testa sulla spalla. Le bacio i capelli e intreccio le dita con le sue.
"Sei felice?" sussurro in modo che solo lei possa sentirmi.
Ana solleva il viso e annuisce prima di baciarmi sulle labbra.
Appena scocca la mezzanotte, come da tradizione, ci sediamo chi sui divani, chi per terra, per scartare i regali. Quest'anno i pacchetti sono aumentati notevolmente, dal momento che è aumentata la famiglia.
Elliot, Mia ed io abbiamo regalato ai nostri genitori un quadro su cui abbiamo fatto dipingere una nostra foto di quando eravamo piccoli, Elliot avrà avuto dieci anni, io otto e Mia solo due, infatti siamo noi a tenerla in braccio. Inutile dire che mia madre ha consumato un altro paio di litri di lacrime di felicità, quando ha visto in un'unica immagine tutti e tre i suoi "bambini".
Ma adesso è arrivato il momento più importante: Anastasia sta per scartare il mio regalo, ed io il suo.
"Amore prima tu!" mi incita, porgendomi una scatola cubica e una bustina di carta.
Apro prima la bustina, all'interno trovo un tenerissimo orsetto di peluche alto circa quindici centimetri, con indosso una minuscola maglietta su cui sono state cucite una A e una C separate da un cuoricino.
"E' bellissimo!" esclamo "Avrà un posto d'onore sulla mia scrivania, come l'aliante!"
Anastasia sorride e poi mi indica l'altro pacchetto. Tolgo delicatamente la carta e poi apro la scatola nera, trovando al suo interno un elegantissimo orologio da polso, con il quadrante tondo argentato e il cinturino in pelle nera. Accanto c'è anche un biglietto.
"Per ricordarti che ad ogni giro di lancette ti amo sempre di più.
Buon Natale, amore mio.
Tua Ana
"
Fregandomene altamente che sono in presenza di tutta la mia famiglia, prendo il viso di mia moglie e la bacio. "E' un regalo meraviglioso!" ed è la pura e semplice verità. Non mi interessa un cavolo della marca, del prezzo o del lusso, ma un orologio ha un valore simbolico fondamentale: il tempo. Quello che è andato, e quello che verrà, che non vedo l'ora di vivere con lei, attimo per attimo.
"Adesso è il mio turno!" esclama Anastasia battendo le mani. Credo di averla vista poche volte così euforica, sembra davvero una bimba che ha atteso l'arrivo di Babbo Natale.
Le porgo una grande busta natalizia e lei delicatamente la apre, estraendone una borsa Chanel bianca e nera; quando siamo usciti a comprare i regali ai nostri familiari, l'ha vista in una vetrina e se ne è innamorata, ma non ha voluto che gliela comprassi. Che mente contorta hanno le donne!
"Oddio è quella che piaceva a me! Grazieee!!" urla buttandomi le braccia al collo, stringendomi forte.
"Aprila" le dico una volta aver ripreso fiato.
Lei fa scorrere la zip da un lato all'altro della borsa e infila una mano all'interno, dopo aver buttato via le varie carte di giornale, estrae una scatolina, ricoperta da una carta dorata con un fiocco rosso.
"E questaa??" domanda.
Mi stringo nelle spalle, fingendomi estraneo alla vicenda. "Non ho idea di chi l'abbia messa"
Ana scuote la testa ridendo, poi scioglie il fiocco e scarta la scatolina, la apre e si porta una mano davanti alla bocca quando scorge al suo interno un paio di orecchini con un piccolo diamante da cui parte un filo pendente d'oro bianco, che termina con una lettera: una A ad un orecchino e una C all'altro, entrambe di brillanti.
"Oddio Christian sono.. sono davvero stupendi.. io.. non ho parole!" farfuglia incantata dal mio regalo.
"E non dire nulla allora" dico sfilando gli orecchini dalla scatolina e mettendoli alle sue orecchie. Le stanno d'incanto.
"Christian, questo è per te, anzi, per voi" dice mia madre porgendomi un pacco con un biglietto. Lo afferro e lo sento morbido.
"Ma l'altalena per il giardino, allora?" quello è stato un regalo davvero gradito, soprattutto per Anastasia. Già la immagino a dondolarsi nel nostro giardino con qualche libro in mano.
"Questo è solo un regalo simbolico, appena papà ed io abbiamo saputo che sarà un maschietto, abbiamo pensato di regalarvelo, è più per il piccolino che per voi" spiega mia madre.
Lascio ad Ana l'onore di togliere la carta e non appena scorgo cosa c'è dentro, ci metto meno di cinque secondi a capire. Sfioro con le dita il morbido tessuto azzurro con i bordi a quadretti azzurri e bianchi.
La mia copertina.
Quella che tenevo con me quando ero in ospedale, e poi quando arrivai qui. Quella che non lasciavo mai, neanche per lavarla, la stringevo a me quando dormivo, quando vedevo la televisione, e la usavo per appoggiarci il sedere quando giocavo per terra con i soldatini. Leggiamo anche il biglietto.
"Affinchè riscaldi, curi e protegga il vostro piccolino, come ha riscaldato, curato e protetto il suo papà. Con l'augurio che il nuovo Grey da grande possa diventare bello, bravo, generoso, dolce e forte come i suoi genitori.
Vi vogliamo bene.
Mamma e papà.
"
Anastasia ed io ci alziamo praticamente in contemporanea per abbracciare i miei genitori. Non mi aspettavo questa sorpresa, ma devo dire che mi ha emozionato. Non è facile per me ripercorrere gli anni della mia infanzia, eppure non mi fa male ricordare quando sono arrivato qui, perché penso che se non fosse stato per queste due meravigliose persone, chissà che fine avrei fatto. Invece devo solo ringraziarli, perché mi hanno dato la vita due volte, la prima quando mi hanno adottato, e la seconda perché se non avessi percorso la strada che ho percorso grazie a loro, non avrei conosciuto Anastasia. E Anastasia rappresenta la vita per me.
Dopo aver brindato con un ottimo champagne, mi siedo al pianoforte del salone e comincio a suonare. In pochi minuti tutte le coppie cominciano a ballare, compresi i miei genitori e quelli di Kate. L'unica che non balla è mia moglie, che si appoggia con i gomiti al pianoforte e mi osserva, rivolgendomi lo sguardo più dolce e innamorato del mondo. Smetto di suonare, afferro il telecomando dello stereo e faccio partire una canzone a caso, gli altri sembrano gradire e riprendono a ballare. Io porgo la mano ad Anastasia, che la afferra e viene a sedersi sulle mie gambe. Appoggio la fronte contro la sua e le cingo la vita con le braccia, accarezzandole il ventre.
"Sei stanca? Vuoi tornare a casa?"
"No, voglio ballare" afferma alzandosi e porgendomi la mano. La afferro prontamente e ci mettiamo a ballare, la faccio lentamente volteggiare e poi la stringo a me. Dopo un po' mio padre chiede di ballare con la sua adorata nuora, così gliela presto e vado a prendermi la mia sorellina, che sta decisamente troppo appiccicata ad Ethan.
Mia allaccia le braccia intorno al mio collo e mi guarda con un sorrisetto.
"Perché ridi?"
"Perché mi hai chiesto di ballare solo perché ti dava fastidio vedermi abbracciata al mio ragazzo, non è vero?"
Vorrei ribattere e negare, ma già so che non mi crederebbe. Quindi decido di risponderle con un'altra domanda, facendo cadere l'argomento. "Sei felice con lui?"
"Sì, tanto" risponde con la voce sognante, e si vede che è sincera, ed io non posso che essere felice per lei.
"Christian.."
"Sì..?"
"Ti voglio bene!"
È così tremendamente dolce quando se ne esce con queste manifestazioni d'affetto semplici ed improvvise. La stringo a me e le do un bacio in testa, facendo la linguaccia ad Ethan che ci osserva con un sorrisetto.
La canzone termina e ne comincia una più veloce, Elliot di colpo prende Mia per le braccia e comincia a ballare a ritmo di salsa. O meglio, mia sorella balla, mentre lui sembra uno scimmione che salta allo zoo.
Noto che Anastasia si è seduta sul divano, e mi affretto a raggiungerla.
"Cosa c'è, piccola?"
"Niente, solo che non sono portata per questi ritmi, meglio lasciar fare a loro.."
"Già, tu preferisci i lenti.."
"Preferisco i balli dove posso tenerti stretto a me tutto il tempo!" ammette.
Le do un bacio sulla guancia e poi le accarezzo dolcemente la pancia. "E lui come sta??"
"Oh, benissimo, credo gli piaccia ballare, senti come si muove.."
Tengo ferma la mano, e poco dopo sento un chiaro movimento provenire dall'interno, poi si ferma, poi ricomincia. È così bello.
"Quando nasce lo zio Elliot gli insegnerà a ballare.." dice Ana.
Proprio in quel momento, Elliot va a sbattere con il fianco contro il pianoforte, e si piega in due dal dolore.
"Okei, meglio di no.." rettifica Ana scoppiando a ridere.
Io rido insieme a lei e mi rendo conto che potrei stare così per sempre, con una mano intrecciata alla sua, e l'altra sulla sua pancia, a sentire i calcetti del nostro bambino.
Se non è questo il più bel regalo di Natale...  

La forza dell'AmoreWhere stories live. Discover now