Capitolo 30

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POV CHRISTIAN

"Oddio Ana, dobbiamo correre in ospedale.. i dolori sono forti? Ce la fai a vestirti? Vuoi che chiami Gail per aiutarti? Devo anche chiamare subito Jason, devo prendere la valigia e.."
"Christian!! Ti prego calmati!! Mi stai agitando!" mi ammonisce, con la voce decisa.
IO??? Io sto agitando lei?? E a come sto io nessuno ci pensa??
"Non ho dolori per il momento, per cui non è il caso di farsi prendere dal panico, vai a chiamare Taylor mentre io mi vesto, okei??"
Ma come diavolo fa ad essere così calma? Io non ricordo neanche che giorno sia!
Notando probabilmente il mio sguardo perso, Ana si avvicina a me e mi prende le mani.
"Tranquillo amore, al corso ci hanno detto che quando si rompono le acque si ha tutto il tempo di andare in ospedale con calma, non ti preoccupare, non ho alcun dolore forte.."
"Dio, stai per partorire e sei tu a tranquillizzare me.. sei proprio un angelo.." dico prima di baciarla sulle labbra. Poi corro a chiamare Jason, e dico a Gail di avvisare tutta la mia famiglia e i genitori di Anastasia, dopodiché salgo di nuovo in camera e trovo Ana che si passa il rossetto sulle labbra.
Il rossetto???
"Ana, ma ti sembra il momento di truccarti??"
"Certo!! Non voglio mica che mio figlio mi veda in questo stato.."
Non so se disperarmi o ridere, sinceramente, ma mentre decido prendo la valigia dalla cabina armadio e trascino letteralmente mia moglie in macchina.
Nel giro di un quarto d'ora siamo già in ospedale, al pronto soccorso prendono una sedia a rotelle per portare Ana al reparto di ginecologia.
"Io non ci salgo su quella cosa! Ci vado con le mie gambe in reparto!" protesta, ed io non posso fare altro che assecondarla e portarla per mano agli ascensori.
Non appena arriviamo in reparto, Ana viene portata in una stanza, la aiuto ad indossare la camicia da notte prima che la dottoressa la visiti e mi costringa, mio malgrado, a restare fuori. Nel frattempo compilo i fogli per il ricovero, e avviso Jason di dare disposizioni ai piloti del jet per andare a prendere Carla e Bob in Georgia.
Quando finalmente mi danno il permesso, entro nella stanza, e Ana è su un lettino, con una specie di cintura nera sulla pancia attaccata ad un macchinario.
"Come ho già detto a sua moglie, la dilatazione è solo ad un centimetro, quindi dobbiamo aspettare.." spiega la dottoressa.
"Aspettare quanto??" chiedo. Si fa presto a dire aspettare.
"Non posso dirglielo con certezza, Mr Grey.. Il primo parto è sempre una cosa del tutto imprevedibile, il travaglio può durare quindici ore, come può durare cinque ore.. bisogna vedere come si evolve la situazione.." poi si rivolge ad Ana "per ora le ho attaccato il monitoraggio per vedere la frequenza e la durata delle contrazioni.. Torno tra un po' a controllare.." dice con un sorriso.
Ana annuisce e poi la dottoressa ci lascia soli.
Mi avvicino a mia moglie, le bacio la fronte e le prendo la mano. "Ti fa male??"
"No, per ora sono le stesse contrazioni leggere che ho avuto fin'ora, solo un po' più frequenti.."
"Taylor sta avvisando i piloti di andare a prendere tua madre e Bob a Savannah, se non ci saranno intoppi, entro domani a mezzogiorno saranno qui.."
"Davvero??" chiede stupita.
"Certo!"
"Oddio, spero che Puntino sarà già nato per quell'ora.. anche se.. uff.. hai sentito la dottoressa? Potrei anche starci infinite ore qui.."
Vorrei tanto rassicurarla, ma cosa posso dirle oltre al fatto di pensare positivo? Non ne so niente di parti o roba del genere..
"Ma ha anche detto che potresti starci cinque o sei ore.. non farti prendere dall'ansia, vediamo come va.."
"Hai ragione!" risponde baciandomi la mano.

Quasi un'ora dopo, la dottoressa rientra per visitare Anastasia, e di nuovo mi fa uscire. Ma che cazzo! Conosco benissimo le.. parti intime di mia moglie, millimetro per millimetro, per quale motivo buttarmi fuori??
Non appena esco in corridoio, trovo i miei genitori, Mia, Elliot e Kate, che mi chiedono notizie.
"Un'ora fa era dilatata solo di un centimetro, le contrazioni sono aumentate un pochino, ma nulla di che, adesso la dottoressa è entrata di nuovo e.. staremo a vedere.."
Un quarto d'ora più tardi sento la porta aprirsi, mi aspetto di vedere uscire la dottoressa, invece spunta il pancione di Anastasia.
"Amore!" scatto in piedi "Che ci fai qui??"
"La dilatazione è solo a tre centimetri, e la dottoressa mi ha consigliato di camminare un po', così magari la situazione si velocizza un po'.."
"Tesoro, come ti senti??" domanda mia madre, con un tono misto tra mamma e medico.
"I dolori che ho adesso sono come quelli del ciclo, quindi ce la faccio ancora a sopportarli, speriamo bene!!"
Anche Kate e Mia la abbracciano, dopodiché la prendo per mano e facciamo su e giù per il corridoio.
"Come ti senti??" le chiedo.
"Te l'ho detto, i dolori non sono forti.." mi rassicura.
"No, non intendevo quello.. come ti senti.. dentro.."
"Oh.." si ferma e mi guarda negli occhi. "Non te lo so spiegare, ho immaginato così tante volte questo momento, e ora che lo sto vivendo non riesco neanche a crederci, come se lo stessi vivendo dall'esterno.." mi prende le mani "E tu??"
"Io.." ora che ci penso neanche io so come mi sento, sembra tutto così irreale "Sono.. sono ansioso di conoscere Puntino, ed emozionato.." dico semplicemente.
"E preoccupato.."
"Eh??"
"Sei preoccupato" ripete "Quando parli aggrotti le sopracciglia, e lo fai solo quando sei preoccupato.."
Dio mio, ma come fa a conoscermi così bene?? Sa decifrare ogni singolo movimento del mio corpo. E ha ragione, sono preoccupato, ma credo sia normale, no? In ogni caso, non voglio trasmetterle la mia inquietudine.
Le prendo in viso e le do un bacio sulle labbra, ma mi stacco bruscamente da lei non appena la sento gemere di dolore.
"Aspetta.." dice stringendomi la mano e strizzando gli occhi "Una contrazione, stanno aumentando un po' di intensità.."
"Vuoi rientrare??"
"Per carità!! Quelle mi rimettono sotto monitoraggio, e non ce la faccio proprio a stare lì senza far nulla, ogni minuto sembra un'ora.."
È incredibile, anche in preda alle contrazioni la lingua biforcuta non la perde mai...

Due ore più tardi, dopo almeno una trentina di giri di corridoio, Ana viene riportata in camera e visitata di nuovo, per fortuna stavolta accettano di far entrare almeno mia madre, che è medico. Non appena la vedo uscire, praticamente la assalgo.
"Mamma allora? Che ha detto la dottoressa?? Ana come sta??" chiedo, come se non vedessi mia moglie da mesi.
"La dilatazione è arrivata a cinque centimetri, è una buona cosa" spiega mia madre con un sorriso "Adesso è di nuovo sotto monitoraggio.."
"Posso stare con lei??"
"Va bene, vai.."
Entro di nuovo in camera e mi siedo accanto al letto di Ana, prendendole la mano.
"Comincia a fare un po' male adesso.." ammette, inspirando ed espirando profondamente.
Mi alzo e le accarezzo i capelli per farla rilassare un po', e per il momento sembra funzionare.
Intorno alle quattro del mattino, i dolori sono diventati più forti, ma la mia Ana riesce a sopportarli abbastanza bene, fa come le hanno insegnato al corso e cerca di accompagnare la contrazione con la respirazione. Ogni volta mi stringe la mano, ed io continuo ad accarezzarle il viso e i capelli, anche se non so fino a che punto questo possa aiutarla.
"Mr Grey, devo chiederle di uscire, devo visitare sua moglie.."
Vorrei ribattere, ma già so che sarebbe inutile, così do un bacio sulla fronte ad Ana e faccio per andarmene, ma lei mi trattiene per il polso. "No Christian per favore, non andartene.." poi si rivolge alla dottoressa "La prego, lo faccia restare.."
La dottoressa la scruta per un istante, poi acconsente. Ed io resto accanto a mia moglie a tenerle la mano, neanche mi accorgo di quello che la dottoressa sta facendo.
"La dilatazione è ferma a cinque centimetri.."
"E quindi?" domanda Ana.
"Ora le farò un'iniezione di ossitocina, che dovrebbe aiutare la cervice a dilatarsi.."
"E se invece non dovesse..." non concludo la frase, ma la dottoressa capisce lo stesso.
"Se entro due ore non ci saranno progressi, allora decideremo il da farsi.. Non possiamo rischiare che il bambino vada in sofferenza, altrimenti saremo costretti a procedere con il cesareo.."
"No!!" urla Ana "Il cesareo non lo voglio, la prego faccia il possibile.." supplica sull'orlo di un pianto. La ginecologa, con dolcezza, le accarezza i capelli e cerca di calmarla.
"Nono, non è sicuro che ce ne sarà bisogno.. nella maggior parte dei casi l'ossitocina smuove sempre la situazione.. Non si preoccupi!"
Anastasia ed io annuiamo e poi la dottoressa, subito dopo l'iniezione, viene chiamata d'urgenza in sala parto, e ci lascia soli.

Ringraziando il cielo, con l'iniezione la situazione sembra accelerare un po', e dopo un'ora Ana è già a sette centimetri. Purtroppo, però, aumenta anche il dolore, mentre la sua capacità di sopportazione diminuisce.
Per fortuna viene a darmi man forte anche mia madre, che cerca di tranquillizzare Ana e di aiutarla a reggere la contrazione.
"Grace, mi posso alzare? Non ce la faccio più.." dice piangendo.
"Va bene tesoro, va bene.."
Mia madre, con estrema delicatezza, la aiuta ad alzarsi, poi la fa appoggiare con le mani sul materasso e mi mostra come accarezzarle la schiena per tentare di alleviare un po' il dolore.
Le massaggio la parte bassa della schiena, mentre lei continua ad inspirare ed espirare profondamente ad ogni contrazione.
"Dai amore, ora passa.."
"Non è che dicendo così il dolore diminuisce.." sbotta, irritata. Poi respira nuovamente. "Scusa amore, ma la verità è che fa un male cane.."
"Non fa niente, piccola, stai tranquilla.." la rassicuro.
In questo momento mi sento così inutile, lei sta soffrendo ed io non so che cazzo fare per farla stare meglio.
Anastasia si aggrappa a me, ed io la stringo forte, cercando di sostenerla.
"Christian mi fa male.."
"Hai ragione amore, ma purtroppo dev'essere così.." le dico, sentendomi un completo idiota.
La sento piangere contro il mio petto, con i singhiozzi interrotti dal fiato sospeso per il dolore delle contrazioni, ormai puntuali e ravvicinatissime.
"Mi fai sedere?"
"Sì amore, sì.."
Le faccio poggiare con delicatezza il sedere sul letto, e mi siedo accanto a lei, continuando a massaggiarle la schiena. Nel frattempo rientra mia madre.
"Tesoro, come stai??"
"Male Grace, male.. ogni contrazione sembra che mi spacchi in due.." afferma con le guance bagnate dalle lacrime. Poi mi stringe le mani più forte e strizza gli occhi. "Eccone un'altra.." Respira profondamente e dopo una trentina di secondi si calma.
Mia madre la abbraccia facendole posare la testa sul suo seno, e contemporaneamente le massaggia la pancia.
"Pensa solo una cosa.. che ogni contrazione, per quanto lancinante, ti avvicina sempre di più a tuo figlio.."
Ana annuisce, prima che arrivi una nuova contrazione a mozzarle il fiato.
Alle sei del mattino finalmente fa il suo ingresso la dottoressa Greene. Sono più sollevato che ci sia lei, è una delle migliori della città, e di lei ci fidiamo ciecamente.
Infila i guanti e visita Ana, che ormai non fa che piangere, urlare, e stritolarmi la mano.
"Ci siamo Mrs Grey, si va in sala parto.."
Ana sorride tra le lacrime, mentre io cado in uno stato di trance.
Sala. Parto. Medici. Camici. Urla. Sangue.
Riesco a pensare solo a questo, mentre due infermieri trasportano il lettino di Ana fuori dalla camera per portarla in sala parto.
"Mr Grey, se vuole entrare deve indossare questi.." dice un'altra infermiera porgendomi un camice verde e una cuffietta.
Voglio entrare?? Cazzo, sìì!! È il momento più bello della nostra vita.
Indosso velocemente gli indumenti e corro in sala parto, la voce di Ana che urla il mio nome si sente da fuori.
"Amore, amore sono qui.." dico avvicinandomi subito a lei e prendendole la mano.
"Non mi lasciare, ti prego.." supplica.
"Ma cosa dici? Sono quì, amore mio, sono qui.."
"Ho paura, Christian.." dice tra le lacrime.
"Nono piccola, non devi avere paura, andrà tutto bene!!" la rassicuro. Ma solo Dio sa la paura che ho anch'io che qualcosa possa andare male. Morirei se accadesse qualcosa a lei o al bambino. Sono tutta la mia vita.
"Allora Mrs Grey.." dice una signora bionda sulla cinquantina, credo sia l'ostetrica.
"Ana, p-per fav-vore.." balbetta mia moglie, inarcando la schiena per via del dolore.
"Va bene.. Ana, allora, il tuo bambino vuole uscire, ma non può farlo se tu non ti rilassi.."
"Ma rilassarmi cosa?? Fa malissimo!!" strilla, esausta e sudata.
"Hai ragione, ma sei tu che devi farlo nascere, per cui cerca di recuperare le forze, respira profondamente, e non appena senti arrivare la contrazione cominci a spingere, okei??" dice dolcemente l'ostetrica.
Ana annuisce e cerca di placare l'agitazione.
"Dai amore, ci sono io accanto a te.." la incito. Lei fa un debole sorriso prima di prendere un paio di respiri profondi e cominciare a spingere, cercando di non urlare, emettendo solo dei versi gutturali.
"Bravissima Ana, brava!! Ora riposati un attimo, e poi di nuovo.." la incita la Greene.
Anastasia si lascia andare per un attimo contro lo schienale di quella sorta di poltrona, per poi prendere nuovamente un lunghissimo respiro e ricominciare a spingere.
"Brava, brava, brava.." dice dolcemente l'ostetrica.
"Od-diioo.." urla Ana.
"Va tutto bene amore, sei bravissima.." la rassicuro carezzandole i capelli.
So che probabilmente il mio aiuto servirà a molto poco, ma in questo momento venderei anche un rene per farla stare meglio. Ogni smorfia di dolore, ogni urlo che lancia, per me sono uno strazio, il cuore mi si ferma ogni volta per poi prendere a battere all'impazzata, per l'ansia e l'emozione.
"Si vede la testa!!" esclama la dottoressa "Anastasia mi ascolti! Si riposi un attimo, e poi spinga più forte che può, dai che lo facciamo nascere questo piccolino.."
Ecco, ci siamo! Dio mio, sto per conoscere mio figlio. Sento il cuore battere forte e le lacrime che premono per uscire. E le ossa che emettono un leggero crac, quando Ana mi stringe la mano con una forza direttamente proporzionale al dolore che sta sentendo, poi prende un ultimo lunghissimo respiro, un'ultima lunghissima spinta, accompagnata da un urlo, e finalmente si sente un pianto forte e bellissimo.
"Eccolo!!" urla l'ostetrica, mentre Anastasia si lascia andare contro lo schienale della poltrona, completamente esausta. E comincia a piangere forte.
"Mr Grey, vuole tagliare il cordone??" mi chiede la Greene.
Ma non riesco a rispondere, non riesco a parlare né a muovermi. È come se il mondo si fosse fermato nell'istante in cui ho sentito quel pianto. La ginecologa mi mette un paio di forbici tra le mani e mi indica dove tagliare, lo faccio e poi torno subito da Ana.
"Fatemelo vedere, lo voglio vedere.." supplica. E la dottoressa la accontenta subito, le stende un lenzuolo sterile sul petto, e poi ci poggia sopra il nostro bambino, avvolto in un telo.
"Oddio.." riesce a dire Ana tra le lacrime "E' bellissimo!"
Guardo quel piccolo miracolo tra le sue braccia, che piange, ma meno forte di prima, ha ancora il volto in parte ricoperto di sangue e vernice caseosa, ma nonostante ciò è la cosa più bella che abbia mai visto in tutta la mia vita.
"Sì amore mio, sì.. è stupendo.." farfuglio stringendomi a lei, e solo ora mi accorgo che sto piangendo.
"Ciaoo.." dice Ana prendendo la manina del piccolo, che di colpo smette di piangere.
"Ha riconosciuto le vostre voci.." spiega la dottoressa.
E Ana piange, se possibile, ancora di più, ed io insieme a lei. Accosto il viso al suo e le bacio ripetutamente la guancia.
L'idillio dura ancora pochi secondi, fino al momento in cui l'ostetrica ci annuncia che il bimbo dev'essere portato a fare il bagnetto.
"Ma dopo me lo riportate, vero??" domanda Ana, che già soffre pensando di doversi separare da lui.
"Ora gli faremo il bagnetto e poi le analisi di routine, poi dovrà stare un'oretta in culla termica, è la prassi.." spiega l'ostetrica "Più tardi glielo porteremo di nuovo.. okei??"
Ana annuisce e, controvoglia, lascia che l'ostetrica prenda il piccolo. Prima di portarlo via, però, la donna me lo mette tra le braccia. E il mio cuore si arresta per un attimo, non appena mi perdo in quei due occhietti dal colore ancora indefinito, non appena scopro cosa significhi tenere in braccio mio figlio. Per quanto cerchi di trattenermi, piango più di prima, ridendo contemporaneamente.
"Piccolo mio.." sussurro, e poi guardo verso Anastasia, che ormai credo abbia lo sguardo completamente appannato a causa delle lacrime.
Affido il bimbo all'ostetrica e poi bacio mia moglie.
"Grazie amore mio, grazie.." mormoro.
"Ti amo" dice con un filo di voce.
"Anche io, non sai quanto.." la bacio di nuovo, prima che la ginecologa mi chieda di uscire per finire di sistemare Anastasia.
Non appena metto piede fuori dalla sala parto, i miei familiari mi assalgono.
"Allora??" chiedono in coro.
"E' nato, ed è bellissimo!!" dico con la voce tremante. Non vorrei ricominciare a piangere, ma cavolo, è un'emozione così incredibile e meravigliosa che le lacrime riprendono a scendere da sole.
I miei fratelli, mio padre e Kate mi abbracciano velocemente. Resto qualche minuto di più, invece, tra le braccia di mia madre, che piange sulla mia spalla, sussurrandomi quanto sia felice per me.
Nel frattempo esce un'infermiera dalla sala parto.
"Mia moglie sta bene??" chiedo subito.
"Certo certo, stanno finendo di sistemarla e poi la porteranno in camera. Lei, intanto, vuole assistere al bagnetto del piccolo??"
"Davvero posso??"
"Certo, mi segua.."
Lascio la mia famiglia e seguo l'infermiera in una stanzetta accanto al nido, accogliente e colorata, e attraverso un vetro vedo l'ostetrica, insieme ad altre due persone, medici o infermieri non lo so, che prima fa il bagnetto al piccolino, poi lo pesa e gli misura l'altezza e la circonferenza cranica.
E in tutto questo io resto lì, completamente immobile, a fissare quella meraviglia che è mio figlio.
Figlio.
Dio, quanto è bella questa parola, quanta felicità mi fa scoppiare nel cuore solo a pronunciarla. È mio figlio quello, ed è semplicemente meraviglioso. Ed io mi sento l'uomo più felice del mondo, è indescrivibile la gioia che ho provato nel momento in cui l'ho tenuto tra le braccia, è come se la mia vita avesse acquisito un nuovo senso.
Il senso di essere padre.


POV ANASTASIA

"Mrs Grey, ora devo applicarle un paio di punti, l'anestesia locale potrebbe non fare effetto completamente e potrebbe sentire un po' di dolore.."
"Punti? Perché i punti??" chiedo allarmata.
"E' molto frequente che durante la fase espulsiva il tessuto possa lacerarsi, non si preoccupi, è una cosa normale.. pochi giorni e cadranno da soli.."
"Ah.." sospiro, sollevata.
Sarà l'anestesia locale, o il fatto che i punti non sono nulla in confronto ai dolori del parto, ma non sento dolore, solo un leggero pizzichìo dove la dottoressa sta applicando i punti. Mi sento così frastornata, ma anche immensamente felice.
Ho sentito dolore, tanto dolore, ma posso dire che ne è valsa la pena. Quando mi hanno messo mio figlio sul petto mi sono sentita la ragazza più felice del mondo, il cuore non ne voleva sapere di placare la sua corsa, e le lacrime non accennavano a fermarsi. Teddy sembrava volesse accoccolarsi su di me, e non appena ha sentito la mia voce e quella di Christian, quelle stesse voci che ha sentito per mesi, si è calmato. È stata l'emozione più grande che abbia mai provato.
Durante il travaglio ho avuto davvero molta paura,soprattutto quando vedevo che la dilatazione non aumentava e la dottoressa ha nominato il cesareo. Volevo essere io, con le mie forze, a far nascere mio figlio. E ce l'ho fatta.
Nonostante il dolore, la paura, l'ansia, è stata comunque l'alba più bella che abbia mai vissuto.
E senza Christian non ci sarei mai riuscita, ha fatto di tutto per non trasmettermi la sua ansia e la sua preoccupazione, anche se io gliele leggevo negli occhi. È stato accanto a me ogni attimo, la sua mano non ha mai lasciato la mia, e solo Dio sa quanto sia stata importante per me quella stretta. Poi per qualche minuto ha tenuto nostro figlio tra le braccia, lo fissava innamorato, ed è stata l'immagine più spettacolare che abbia mai avuto davanti ai miei occhi. In quel momento avrei quasi voluto che il mondo si fermasse, per guardarli all'infinito.
La dottoressa mi infila al polso un braccialetto azzurro con il mio nome, il nome di mio figlio, la sua data di nascita e il numero di stanza. Dopodichè due infermiere mi sollevano delicatamente dalla poltrona della sala parto per posarmi su un lettino, e poi cominciano a spingerlo per portarmi fuori. Non appena ci ritroviamo in corridoio, Grace, Carrick, Elliot, Kate e Mia mi accerchiano subito. Coccolandomi e domandandomi come mi sento.
"Un po' intontita e dolorante, ma bene.." affermo con un sorriso. "Sono tanto felice.." aggiungo, con la voce che si rompe sull'ultima parola. E questo basta alle tre donne per farle piangere di nuovo, dico di nuovo perché si vede chiaramente che si sono già commosse prima.
"Avete visto il piccolo??" domando.
"No, ora gli stanno facendo le analisi.. più tardi lo vedremo.." dice dolcemente Kate.
"Christian è con lui adesso.." aggiunge Elliot.
"Signori, vogliate scusarci, ma dobbiamo portare la signora in camera.." interviene l'infermiera.
"Aspettate.." urla una voce maschile da lontano. Sollevo leggermente la testa e vedo mio padre correre verso di me. "Annie.. perdonami tesoro non sono riuscito a venire prima.." dice baciandomi la fronte.
"Papà.." gli accarezzo la barba "Non ti preoccupare..". E' così bello averlo qui.
"Come stai??" chiede con gli occhi pieni di lacrime, che lentamente cominciano a scendere sulle sue guance.
"Diciamo bene.. oh, papà, sapessi quanto è bello il mio bambino.."
"Ne sono sicuro piccola, sarà stupendo.."
Mi coccola ancora qualche minuto e poi lascia che le infermiere mi portino in una camera di reparto, spaziosa, luminosa e singola. Grace entra insieme a me, e, senza farmi alzare, con l'aiuto delle infermiere, mi fa indossare una camicia da notte pulita.
"Che ora è?" chiedo, ho perso del tutto la cognizione del tempo.
"Le sette e quarantacinque" risponde Grace "Taylor ha sentito da poco i piloti del jet, stavano per ripartire da Savannah.." aggiunge.
Oh, la mia mamma. Non vedo l'ora che arrivi.
Sento bussare alla mia porta e poi Carrick, Kate, Elliot e Mia entrano.
"Ana, purtroppo dobbiamo andare via, i medici non ci permettono di restare.." spiega dispiaciuto Carrick.
"Però torniamo prestissimo, a mezzogiorno comincia l'orario di visite.." precisa Mia.
"Va bene.." dico con un sorriso.
Mi salutano uno alla volta e poi escono.
"Io ho ancora qualche minuto prima di iniziare il turno.." dice Grace accarezzandomi i capelli "Tu come ti senti??"
"Stanca, e dolorante, però nulla che non si possa sopportare.."
"E' normale tesoro, non ti preoccupare.. Tu sei così forte.. ho visto donne lanciare urla da far tremare i muri in preda alle contrazioni, invece tu sei stata bravissima..!" mi dà un dolce bacio sulla fronte prima di andare via. Resto pochi secondi da sola, prima che entri Christian, liberatosi del camice e della cuffietta verde. Cammina velocemente verso di me e si china a darmi un dolcissimo bacio sulle labbra.
"Non avrei voluto lasciarti sola, ma mi hanno obbligato ad uscire.." dice mortificato.
"Lo so amore, non ti preoccupare.. sei stato con Teddy, questo è l'importante.."
"In verità l'ho visto dal vetro e sono riuscito a dargli solo un bacino prima di venire da te, ora lo devono tenere un pochino nella culletta termica.." spiega. Poi si siede sulla sedia accanto al mio letto e prende entrambe le mie mani tra le sue.
"Come stai tu??" domanda.
"Beh, ho un po' di dolori che vanno dallo stomaco all'inguine, ma alla fine è normale, e poi mi sento così stanca.."
"Anche questo è normale piccola.." mi rassicura.
Mi rabbuio per un attimo, immaginando quello che avrà passato mentre mi vedeva contorcermi dal dolore.
"Christian.. scusa per come ti ho trattato stanotte.. io.."
"Sssh, sssh.." mi posa due dita sulle labbra "Non dirlo neppure, okei? Ho già dimenticato tutto.. Mi hai dato la gioia più grande della mia vita.." mormora emozionato. E quelle semplici parole riaprono il mio rubinetto.
"E'.. è bellissimo, vero?" farfuglio cercando di trattenere il pianto.
"No.. è semplicemente perfetto!!" la sua voce è colma di amore e dolcezza. E i suoi occhi sono lucidi come i miei.
"Mi sento così felice amore.." dico sorridendo.
Christian si alza dalla sedia e si siede sul bordo del mio letto, scostandomi i capelli dal viso. "Anche io piccola, ho le braccia tutte rosse a furia di pizzicotti, non riesco ancora a crederci.."
Stringo forte le sue mani e lo invito a baciarmi. Non se lo fa ripetere due volte prima di sfiorarmi più volte le labbra facendomi venire i brividi.
"Ti va di riposare un po'?" propone "Sei così stanca.."
Devo ammettere che ha ragione, sono davvero esausta.
"Tu resti qui, vero?" chiedo. Non voglio che vada via.
"Ma certo amore, dove vuoi che vada?"
Si siede di nuovo sulla sedia e mi prende la mano, poi mi accarezza i capelli per rilassarmi e poco dopo cado nel sonno.


Quando riapro gli occhi, i raggi del sole illuminano la stanza, ma non saprei dire che ora sia. Christian si è addormentato con la testa appoggiata sulla mia mano. E' così dolce.
Non riesco a resistere e intrufolo l'altra mano nei suoi capelli, scompigliandoli leggermente. Christian si muove un po' e poi apre gli occhi, non appena incontra il mio sguardo alza la testa di scatto.
"Oddio, mi sono addormentato?"
"Anche tu eri molto stanco.." gli faccio notare "Che ora è?"
Christian estrae il BlackBerry dalla tasca e controlla. "Le nove.."
Ah beh, alla fine ho dormito a stento un'ora. Ma ora voglio il mio piccolo, mi manca da morire.
"Christian perché non ci hanno ancora portato Teddy? Lo voglio tenere un po' con me.." mi lamento.
"Non lo so piccola, se vuoi vado a chiedere.."
Mentre Christian sta per alzarsi, entra la dottoressa Greene a vedere come sto.
"E' riuscita anche a riposare un po'?"
"Sì, un'oretta.."
"E ora come si sente?"
"Diciamo bene, i dolori alla pancia sono sopportabili.."
La dottoressa sorride e poi scrive qualcosa sulla mia cartella clinica.
"Dottoressa, quando crede che ci porteranno il piccolo?" domanda Christian, togliendomi le parole di bocca.
"Oh beh.. il nido non è una cosa di cui mi occupo io, però posso.." non finisce la frase, perché sentiamo bussare alla porta della camera, ed entra la puericultrice del nido spingendo una culla.
Finalmente!! Il mio piccolino!
La Greene mi aiuta a mettermi lentamente seduta, poi osserva il mio cucciolo e si complimenta con noi, prima di proseguire il suo giro di visite. La dottoressa del nido prende delicatamente Teddy dalla culla e me lo mette tra le braccia, poi ci lascia soli.
Christian si siede sul bordo del letto e dà un leggerissimo bacio sulla manina del nostro piccolo.
Ora sì che mi sento davvero completa, fino a ieri credevo che la sensazione più bella del mondo fosse sentire mio figlio muoversi dentro di me, adesso invece posso dire che nulla è più bello, intenso ed emozionante che tenerlo finalmente tra le braccia.
"Quanto siete belli.." sussurra Christian "Siete la cosa più spettacolare che abbia mai visto.." mi bacia una guancia e poi cattura una lacrima con il pollice. "Basta piangere, è il giorno più bello della nostra vita!"
"Sì.. è il giorno più bello della nostra vita.." ripeto, completamente rapita dalla dolcezza di Christian, e dalla visione di mio figlio. Osservo i suoi pochi capelli, gli occhi chiusi, il nasino a patatina, le labbra scolpite, come quelle di suo padre, le guanciotte rotonde, e quelle manine così piccole quasi strette a pugno. Lo stringo forte a me e gli bacio la fronte, annusando il suo profumo.
È così perfetto..
Ma, in fondo, l'amore che lega me e suo padre è un qualcosa che va al di là del mondo, delle leggi del tempo e della fisica. È un amore giovane, forte e puro. E lui che ne è il frutto, non poteva che incarnare la perfezione.
Pian piano il nostro piccolo comincia ad aprire gli occhi, e nel momento esatto in cui mi perdo in quelle due minuscole iridi, mi rendo conto che questo fagottino mi ha già reso schiava della sua dolcezza e del suo amore, esattamente come il suo papà.
"Guarda che occhioni.." dice Christian "Ma sei proprio una meraviglia.." osserva, rivolto a Teddy. Poi gli prende delicatamente la manina, e Teddy immediatamente stringe forte il suo dito, come se non volesse più lasciarlo andare. Sollevo lo sguardo e incontro gli occhi di Christian che luccicano di emozione, amore e qualcosa di più profondo.
"Lo vuoi tenere un po' tu?" chiedo.
"Okei.." risponde Christian, e mi pare di cogliere una leggera vena d'ansia nel suo tono. Piano piano adagio il nostro piccolino nelle sue braccia, e lui subito lo stringe a sé, lasciandogli un bacino sul nasino.
Mi sporgo leggermente per leggere la targhetta azzurra sulla culla.

NOME E COGNOME: Theodore Raymond Grey
MADRE: Anastasia Grey
DATA DI NASCITA: 09/05/2012 ORE: 06:44
TIPO DI PARTO: PS
PESO ALLA NASCITA: 3,750 kg
ALTEZZA: 51 cm
STANZA: 5 LETTO: 1
"Oddio, 3.750 kg??" esclamo, incredula. Altro che Puntino!!!
Christian ride. Ma la sua risata si spegne non appena Teddy si agita leggermente tra le sue braccia.
"Nonono, ora torniamo dalla mamma.."
MAMMA.
Quanto ho aspettato di sentirmi dire finalmente questa parola, è così bella. Dà tanto amore, calore ed emozione.
Si siede nuovamente accanto a me e mette Teddy tra le mie braccia. Stringo a me il mio cucciolo, non riuscendo ancora a capacitarmi del fatto che questo piccolo miracolo sia uscito da dentro il mio corpo.
"Ma ci pensi?? L'ho fatto io.. cioè, noi.."
Christian mi accarezza il braccio, continuando a guardare il piccolino. "Sembra incredibile.. eppure è così.." si ferma un attimo, come per riflettere, poi prosegue "Ma tu sai che giorno è oggi??"
Tento di recuperare un attimo le mie facoltà mentali. "E' il nove maggio.."
"E non ti ricordi cos'è accaduto esattamente un anno fa??"
Accarezzo la manina di Teddy, e nel frattempo faccio mente locale. Poi improvvisamente mi illumino.
Nove maggio 2011. Seattle. Grey House. Intervista. Christian. Occhi negli occhi. Brividi.
"Oh.." riesco a dire semplicemente.
"Un anno fa esatto ci siamo conosciuti.." mi scosta una ciocca di capelli dietro all'orecchio "Ricordo ancora la tua caduta, e il tuo imbarazzo.. così come ricordo il modo in cui il tuo sguardo limpido mi faceva sentire esposto, come se riuscissi a guardarmi dentro.."
"Anche tu non mi eri indifferente, c'era qualcosa in te che.. mi attraeva, mi ipnotizzava.." osservo.
"Forse.. forse già da quel giorno, in qualche parte di me, sapevo che mi avresti stravolto l'esistenza.. e nostro figlio non poteva decidere di nascere in un giorno migliore.. Vuol dire che il nove maggio è il giorno destinato a cambiarci la vita.." osserva.
Ed io stavolta davvero non riesco a trattenerle le lacrime. Penso che sono passati solo 12 mesi, 365 giorni (366 con il 2012 bisestile), e la nostra vita è cambiata, anzi, è più appropriato dire è stata stravolta, in un modo che mai e poi mai avremmo potuto immaginare.
Poi incateno per un istante i miei occhi azzurri nelle iridi grigie di Christian, poi ci stringiamo la mano e osserviamo quel piccolo miracolo che giace addormentato tra le mie braccia, e sono sicura che stiamo pensando la stessa cosa.
Non avremmo potuto desiderare uno stravolgimento migliore di questo.  

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