Capitolo 23

5.1K 82 7
                                    

POV ANASTASIA

"Cosa vuoi di fare adesso??" mi chiede dolcemente Christian dopo il nostro pranzo pomeridiano.
"Non saprei.." rispondo. L'ottimo cibo di Gail mi ha saziata, ma adesso sento un nodo allo stomaco, e so che non ha nulla a che vedere con la digestione.
"Una bella doccia ti va??" propone.
Annuisco. "Okei.."
Christian mi prende per mano e mi conduce su per le scale. Una volta in camera nostra, si dirige nella cabina armadio e prende un paio di pantaloni della tuta e una caldissima felpa, prima di portarmi in bagno.
"La fai anche tu con me?" chiedo, e la mia voce è così bassa e insicura che a stento riesco a sentirmi. Christian mi fissa come se la mia voce lo avesse sorpreso, o forse spaventato. Mi prende il viso e mi sfiora gli zigomi con i pollici. "Ma certo piccola, non devi neanche chiederlo"
Mi bacia e poi comincia a spogliarmi con la delicatezza di chi ha tra le mani una farfalla. Mi sfila prima le scarpe e i calzini, poi i jeans e infine la felpa, stando attento a non far strusciare la stoffa sul mio viso. Poi si spoglia velocemente e apre l'acqua della doccia, si accerta che la temperatura sia giusta e poi mi prende per mano, trascinandomi sotto il getto d'acqua. È calda al punto giusto, e quasi ci coccola, bagnandoci i capelli e ogni centimetro del corpo.
Getto la testa all'indietro e la faccio scorrere anche sul mio viso, chiudendo gli occhi e respirando con la bocca.
Christian prende la spugna e ci versa sopra un po' di bagnoschiuma all'olio di Argan e comincia a strofinarmela delicatamente sul corpo, partendo dal collo, scendendo prima sul seno e poi su entrambe le braccia, sfiora a stento i polsi, forse per timore che mi facciano ancora male. Abbasso lo sguardo e noto che sono ancora molto arrossati, ed in questo preciso momento mi sembra quasi di rivivere al rallentatore l'incubo di questa mattina: la voce di Jack che mi risucchia la facoltà di parola e di movimento, i suoi occhi colmi di disprezzo, i suoi schiaffi, le sue minacce. E comincio a tremare.
Christian se ne accorge e mi accarezza il viso. "Amore, cosa c'è??"
"N-niente, va tutto bene.." mento, non voglio che stia ancora male per me, anche lui ha sofferto tanto oggi.
Mi fa voltare e lentamente mi strofina la spugna sulla schiena, con dei movimenti circolari. Fisso il mosaico di piastrelle bianche e verde acqua del bagno. Faccio di tutto per pensare ad altro, ma non ci riesco, continuo a sentire nelle orecchie quella voce e a vedere davanti agli occhi quel volto. Penso alla paura che ho avuto di non rivedere più Christian, alla paura che Jack potesse fare del male a me o a Puntino. E penso a Christian, a quanto si stia sforzando per sollevare me, quando anche lui si è preso uno spavento così grande.
E a quel punto qualcosa dentro di me si rompe, e comincio a piangere.
Christian mi volta immediatamente verso di sé. "Amore mio, cos'hai??" chiede, con lo sguardo di chi in realtà già conosce la risposta. Senza attendere che dica altro, mi stringe forte a sé. Gli avvolgo le braccia intorno al busto e affondo la testa nel suo petto.
"Ti prego Christian, perdonami.." riesco a dire tra le lacrime. So che lo sto facendo preoccupare da morire, e mi sento così in colpa.
"Ma perdonarti di cosa, eh?" domanda sollevandomi il viso e guardandomi negli occhi.
"Perché non sono forte come tu credevi, perché dopo tutto quello che hai dovuto passare devi stare qui a consolare me.. e tu.."
Mi posa due dita sulle labbra. "Ssshhh.. basta.. ti prego basta, non le voglio sentire queste cose.. Tu sei forte amore mio.. e se vuoi piangere, piangi, non tenerti tutto dentro.."
I miei occhi si incatenano ai suoi per un lungo istante, e poi riprendo a singhiozzare tra le sue braccia, farfugliando cose incomprensibili, e, mentre l'acqua scroscia su di noi, mescolandosi alle mie lacrime, butto fuori tutto. Sfogo tutta la paura, l'ansia, l'odio, la tensione, la preoccupazione di queste ore e in generale di questi giorni.
Christian non tenta di farmi smettere, sa che piangere per me è fondamentale adesso. Si limita a cullarmi dolcemente e ad accarezzarmi i capelli, è una cosa che mi rilassa.
"Non devi più avere paura di nulla, è tutto finito.." mi sussurra baciandomi la fronte.

Dopo aver pianto a lungo fino ad esaurire le lacrime, mi sento meglio, ho sciolto quel nodo che mi opprimeva la gola, grazie soprattutto alle coccole amorevoli di Christian. Una volta usciti dalla doccia, indossiamo entrambi un accappatoio, Christian si asciuga rapidamente e si veste per primo, dopodiché mi sfila l'accappatoio, mi fa sedere, e con un morbido asciugamano di spugna comincia a tamponarmi il corpo.
"Guarda che non sono grassa al punto da non riuscire ad asciugarmi da sola, eh.." gli faccio notare.
"Noto con piacere che è tornato il tuo tono dispettoso, allora stai meglio.."
Rido, e i suoi occhi si illuminano. "Ti ho mai detto che sei meravigliosa quando ridi?" chiede prima di baciarmi sulle labbra. "E comunque non sei grassa, sei bellissima, sempre.."
"Non ne sono tanto convinta, guarda qua.." gli indico i lati e la parte bassa della pancia "Mi si stanno formando anche le smagliature"
"Ana, credo sia normale.."
"Sì, ma a me non piacciono.." mi lamento, incrociando le braccia sotto al seno.
Christian scuote la testa, ridendo, poi finisce di asciugarmi e mi aiuta ad indossare la tuta e la felpa. Dopodiché prende il phon dal mobiletto e mi asciuga i capelli.
"Hai bisogno di riposare un po', piccola.. sei distrutta.." sussurra una volta che torniamo in camera.
"Tu resti vicino a me, però.."
"Ma certo, e dove dovrei stare se no??" dice spostando la coperta.
Mentre mi sfilo le ciabatte, improvvisamente ricordo di aver chiesto a Gail di comprare i cioccolatini, così lascio lì Christian e scendo in cucina a cercarli, prendo sia quelli al cioccolato bianco, che quelli alla nocciola, e li porto in camera, Christian è già sotto le coperte.
"Et voilà.." esclamo lanciandogli i due sacchetti annodati con un fiocco rosso.
"Cioccolatini? Adesso?" chiede stupito.
"Sìì dai per favooore, ne ho voglia.." sbatto ripetutamente le palpebre degli occhi.
"Mi spieghi come faccio ad impormi quando fai quegli occhioni da cerbiatta?"
"Grazieee!!" mi infilo a letto e lo bacio.
"Quali apriamo?" domando.
"A questo punto entrambi.." sospira Christian, rassegnato.
Mi metto seduta, sciolgo i fiocchi dei due sacchetti e finalmente posso deliziarmi del sapore avvolgente di questi cioccolatini. Christian, per quanto voglia apparire tutto attento alle regole della buona alimentazione, spesso è più goloso di me, infatti ne mangia "solo" sei, mentre io ho la decenza di fermarmi a tre. La dottoressa dice che è giusto ogni tanto togliersi qualche sfizio, ma non devo mettere su troppo peso.
Sposto i sacchetti sul comodino, altrimenti c'è il rischio che li finiamo, e mi distendo, accoccolata tra le braccia di Christian. È il posto che preferisco di più al mondo, quello dove mi sento più protetta, più amata, più felice.
"Grazie.." mormoro.
"Per cosa?" chiede Christian accarezzandomi la spalla.
"Per il modo in cui ti prendi cura di me.." rispondo.
Christian mi posa due dita sotto al mento per farmi sollevare il viso, scruta i miei occhi e mi fa il suo sorriso timido. Quel sorriso che mi fa impazzire.
"Prendermi cura di te è il motivo per cui vivo.." dice con una semplicità disarmante. E cosa posso rispondere davanti ad una frase del genere?
Mi limito a baciarlo dolcemente e a stringermi a lui, almeno fino a quando qualcuno non reclama la nostra attenzione.
"Heey.." dico abbassando lo sguardo "Vuoi dire qualcosa anche tu?"
"Perché?" domanda Christian, ridendo.
"Mi sta riempiendo di calci" rispondo, imitando la sua risata.
Mai avrei immaginato che potesse essere un'emozione così forte, e soprattutto che fosse un'emozione a cui non ci si abitua mai. Ogni giorno mi fa sempre lo stesso identico effetto della prima volta, con la differenza che ora sto imparando a capire più o meno dove sono i piedini, la testa. E non lo trovo mai due volte nella stessa posizione, si sposta sempre. Iperattivo come suo padre, il mio piccolino.
Christian scosta un po' le coperte e scende con il viso all'altezza della mia pancia, vi lascia un tenerissimo bacio e poi ci appoggia l'orecchio, sorridendo ogni volta in cui sente un movimento dall'interno. Le mie mani si intrecciano ai suoi capelli e li accarezzano.
"Cosa vuoi dirci, Puntino??" sussurra, poi si ferma per "ascoltare".
"Aaah, ho capito, ora riferisco.."
Lascia un altro bacio sul mio ventre e poi torna ad abbracciarmi. "Puntino dice che non vede l'ora di conoscere la sua mamma, però sa già che è bellissima, dolcissima, testarda, determinata, quando vuole dispettosa, e soprattutto molto forte.."
"Uh, ha detto proprio così?"
Christian mette su il suo sorrisetto e annuisce, ed io non posso fare altro che baciarlo e ringraziare la vita, Dio, la sorte o non so chi, per la grande fortuna che ho avuto nella mia vita ad incontrare un uomo così.
"Ti amo da morire!" sussurro tra un bacio e l'altro.
"Anche io, cucciola" risponde stringendomi più forte.
Mi accarezza i capelli e mi bacia in testa fino a che non mi addormento.

Quando riapro gli occhi la stanza è immersa nella penombra, mi muovo lentamente per non svegliare Christian e mi volto verso il comodino: la sveglia mi comunica che sono le nove di sera. Cavolo, abbiamo dormito tre ore!
Torno ad accoccolarmi sul petto di Christian e osservo il suo volto meraviglioso, le sue lunghe ciglia, le labbra carnose che invitano a baciarlo. Quando dorme sembra più piccolo della sua età, più indifeso, più tenero. Ogni volta in cui mi fermo a guardarlo sento il cuore che quasi scoppia per l'immenso amore che provo verso quest'uomo. Il mio uomo.
Abbasso lo sguardo dal viso di Christian al suo petto, dove la maglietta è tesa, mettendo in evidenza i suoi pettorali. In un attimo si risveglia la mia voglia di lui, di sentire le sue labbra su di me e il suo corpo che si fonde completamente con il mio.
Quasi come se avesse sentito i miei pensieri, Christian sorride prima di aprire gli occhi.
"Hey.." sussurra.
"Buonasera!" rispondo allungandomi leggermente e baciandolo sulle labbra.
"Sei sveglia da molto??"
"Giusto il tempo di vedere quanto sei bello quando dormi.. e non solo quando dormi.." ammetto.
Christian mi sorride e mi accarezza il viso, e quel tocco mi provoca dolci brividi lungo la schiena.
"Che ora è?"
"Le nove e un quarto credo.."
"Uau, tutto questo tempo abbiamo dormito?" nota stiracchiandosi "Dovremmo alzarci per la cena.."
"Mmm.." protesto, visibilmente infastidita.
"Cosa c'è? Non hai fame?"
"Sì, ho fame.. però.." intrufolo la mano sotto la sua maglietta e gli pizzico un fianco "Non di cibo.."
"Non provocarmi, bambola, non credere che io non abbia una voglia matta di fare l'amore con te, ma la dottoressa ha detto che devi stare a riposo.."
"Ha detto anche che devo stare lontana da qualunque fonte di stress, e per me non fare l'amore con te È una fonte di stress.." ribatto.
"Un punto per te, Mrs Grey"
Sorrido e mi mordo volontariamente il labbro, gli occhi si Christian si riducono a due fessure e luccicano di desiderio. Poi il suo viso si abbassa verso il mio e le nostre bocche si incontrano in un bacio che mi mozza il fiato: è dolce, è intenso, è travolgente, è pieno d'amore. Senza mai staccare le labbra dalle mie, Christian si porta sopra di me, facendomi divaricare le gambe e sistemandosi nel mezzo. Gli prendo dolcemente il viso e tengo incollata la sua bocca alla mia, mentre sento la sua erezione premere contro il mio pancione. Quando siamo ormai senza fiato ci stacchiamo, guardandoci intensamente negli occhi. Leggo nelle sue iridi plumbee amore puro, e so che le mie riflettono la stessa cosa. Il cuore comincia a battere forte, poso una mano sul petto di Christian e noto che il suo non è da meno.
Christian mi bacia nuovamente, prima di mettersi in ginocchio e sfilarsi la felpa; ho qualche istante per ammirarlo in tutta la sua maestosità, come fosse una scultura greca, prima che mi prenda le mani e mi faccia mettere seduta per sfilare la felpa anche a me. Lancia i due indumenti da qualche parte, poi mi slaccia il reggiseno e mi libera anche di quello. Non posso non notare il suo sguardo di apprezzamento verso il mio seno che con la gravidanza si è rassodato e ingrandito di una taglia. Christian mi fa stendere di nuovo e si dedica ai pantaloni della mia tuta, lentamente me li tira giù, ed io collaboro inarcando la schiena, sollevandomi leggermente dal materasso e dandogli modo di togliermeli completamente, insieme alle mutandine.
Sono completamente nuda.
"Devo vederti.." mormora Christian allungandosi e accendendo la luce del comodino "Sei bellissima" dice con voce profonda, prima di sfiorarmi le labbra e poi scendere con la bocca verso il mio collo.
Raggiunge poco dopo il seno e mi bacia l'incavo, poi si dedica ad un capezzolo prima, e all'altro dopo, succhiando e baciando, con una dolcezza che mi fa sciogliere il sangue nelle vene.
Istintivamente inarco la schiena e chiudo gli occhi, lasciandomi trasportare dalle splendide sensazioni che i suoi tocchi mi provocano. Ogni volta in cui le sue labbra sfiorano il mio corpo, intense scariche di piacere si diramano dal centro di me.
Christian scende ancora con le labbra fino al pancione, baciandolo dolcemente, mentre il nostro piccolino si muove piano, quasi come se capisse cosa sta accadendo all'esterno. Prima che la bocca di mio marito possa arrivare al punto più caldo di me, lo blocco.
"Aspetta.." sussurro.
Christian si mette nuovamente in ginocchio, ed io mi rimetto seduta. Lo guardo negli occhi e poi gli bacio l'ombelico, prima di tirargli giù in una sola volta pantaloni della tuta e boxer, liberando la sua erezione. Deglutisco e respiro affannosamente: lo voglio. Ora. Christian mi solleva il mento con le dita, costringendomi a guardarlo di nuovo negli occhi.
"Ti piace quello che vedi, piccola??" chiede.
Annuisco mordendomi il labbro. Christian mi rivolge uno sguardo lussurioso prima di farmi stendere e penetrarmi con delicatezza.
E' indescrivibile la sensazione di sentirlo dentro di me, mentre affonda la testa nel mio collo, baciandomi la spalla, e le mie mani vagano lungo la sua schiena. Comincia a muoversi, ed è così lento, dolce e soprattutto delicato, come lo era quando lo abbiamo fatto la prima volta, come se avesse paura di farmi male.
È meraviglioso.
"Ti amo" mormora con le labbra a pochi millimetri dal mio orecchio. E quella è la fine: tutto dentro di me si tende, ed esplodo in un travolgente orgasmo, seguita da mio marito, lo bacio, catturando nella mia bocca i suoi gemiti di piacere.
"Sei tutta la mia vita" sussurro prima che esca da me e si distenda accanto a me, cullandomi tra le sue braccia.


La mattina dopo a svegliarmi è la voce dolce di Christian, accompagnata da un meraviglioso odore di caffè e cornetti caldi.
"Hey dormigliona, ci svegliamo?"
Mugolo qualcosa e poi a fatica apro gli occhi, e la prima cosa che vedo è Christian che si siede sul letto, poggiando un vassoio davanti a sé.
"Mmm.." richiudo gli occhi e mi giro dall'altra parte. Ho troppo sonno. Ieri sera dopo il nostro tenerissimo amplesso Christian mi ha costretta a mangiare qualcosa per cena, e abbiamo finito per addormentarci a mezzanotte passata.
"Dai pigrona.." dice divertito, poi si allunga e mi dà un bacio dietro l'orecchio.
"Mmm.. noo.." protesto ancora. Christian allora infila una mano sotto la coperta e mi fa il solletico in un fianco. Mi dimeno, sperando che basti a farlo smettere, ma lui sembra divertirsi molto. Stronzo. Ma lo amo da morire quando è tenero e divertente.
"Allora che fai? Ti svegli??"
"Okei.." farfuglio prima di stiracchiarmi e mettermi a sedere. Mi strofino gli occhi e resto incantata dalla visione che mi si presenta davanti, il vassoio che ha portato Christian è pieno di roba: caffè, spremuta, tè, pancake, cornetti, marmellata, sciroppo d'acero.
"Oddio amore la colazione a letto! Graaziee!" esclamo allungandomi verso di lui e baciandolo sulle labbra.
Scelgo un bicchiere di spremuta e un cornetto alla crema, mentre Christian prende il caffè e i pancake con lo sciroppo d'acero. È così bello mangiare a letto, non l'avevo mai fatto, a meno che non avessi l'influenza.
Mentre sono intenta a spiluccare un po' del pancake di Christian, il nostro piccolino si fa sentire con il primo calcetto della giornata.
"Buongiorno" dico dolcemente accarezzandomi la pancia.
Christian mi osserva e sorride.
"Pensi che sia pazza?" domando, notando il suo sguardo divertito e perplesso.
Lui scuote la testa e mi prende la mano, intrecciando le dita con le mie. "No, penso che sia la cosa più sensata e dolce del mondo.." dice prima di chinarsi e lasciare un bacio sulla mia pancia "Buongiorno Puntino" mormora, e il mio cuore si scioglie completamente.
"Te la senti di uscire stamattina?" domanda sfiorandomi il viso.
"Certo! Dove andiamo?"
"Lo vedrai presto! Ora vestiti su"
"Agli ordini!!"
Gli do un ultimo bacio prima di alzarmi e dirigermi, ancheggiando, in bagno.

"Dove stiamo andando??" chiedo una volta in macchina.
"Oddio Ana non cominciare, quando arriveremo vedrai.."
Sbuffo e incrocio le braccia sotto al seno, mettendo il broncio. Christian ride, invece.
"Giuro che sei tenerissima quando fai così.."
"Tu invece sei irritante.." ribatto.
Lui allunga la mano destra e mi solletica di nuovo il fianco. Sa che sono sensibile da morire al solletico in quel punto.
"Okei, okei, scherzavo, sei adorabile.." ammetto, pur di farlo smettere.
"Ora andiamo meglio"
Lo guardo mentre guida, soffermandomi sui particolari del suo corpo e del suo viso. È così bello quando è concentrato, aggrotta le sopracciglia e fa venire voglia di baciarlo.
"Cos'hai da sorridere?" chiede, risvegliandomi dai miei pensieri.
"Pensavo che mi piace da morire quando guidi tu.. non che non apprezzi Taylor, anzi.. però boh, mi piace.."
Mi rivolge un sorriso e poi torna a concentrarsi sulla strada.
Ad un certo punto Christian entra in quello che mi pare sia il parcheggio di un centro commerciale, o qualcosa di simile. Parcheggia l'R8 e poi scende, fa il giro e mi apre la portiera, porgendomi la mano per farmi scendere.
Quando entriamo in ascensore, ci abbracciamo forte e ci scambiamo dolcissimi baci, sembriamo due adolescenti. Le porte si aprono al terzo piano di quello che non è un centro commerciale, ma un mobilificio, come indica il logo sulle pareti.
"Cosa ci facciamo qui?" chiedo.
"Beh, ho pensato che potremmo cominciare a dare un'occhiata per la cameretta di Puntino. Lo so che mancano ancora quattro mesi, però da qualche parte dobbiamo pur cominciare.. spero non ti dispiaccia.."
"Dispiacermi? Amore mio, sono felicissima!" esclamo gettandogli le braccia al collo.
Ci prendiamo per mano e ci dirigiamo nel reparto dove ci sono le camerette per neonati. Cavolo, è bellissimo! Culle, fasciatoi, armadietti, cassettiere, lampade, tende, è tutto così... candido, puro, tenero. I colori dominanti sono il bianco, il beige, il rosa e l'azzurro, accompagnati da immagini di orsacchiotti e angioletti.
"Uau!" è l'unica cosa che riesco a dire.
"Certo che abbiamo solo l'imbarazzo della scelta.." osserva Christian.
Annuisco, guardandomi attorno.
Sono un po' preoccupata, conoscendo la mia eterna indecisione non sceglierò mai la cameretta adatta. Invece, un'ora dopo, scopro sorprendentemente che non è così, quando osservo alcuni mobili e una vocina dentro me sembra esclamare "è lei!".
L'armadio è bianco, a due ante con le maniglie azzurre e un orsacchiotto beige e azzurro disegnato su un'anta, la cassettiera ha cinque cassetti, tre bianchi e due azzurri alternati, così come alternati sono i pomelli: azzurri sui cassetti bianchi e viceversa. La culla è semplicissima, bianca di legno, con un orsacchiotto azzurro disegnato sulle due aste orizzontali. E poi c'è il fasciatoio, anch'esso bianco, con il materassino azzurro, e i cassetti bianchi con i pomelli azzurri. A questo arredamento già di per sé perfetto, Christian mi propone di aggiungere una cosa: una culla più piccolina, per i primissimi mesi, sempre bianca, con un'asta sopra che regge un sottilissimo velo azzurro che scende aprendosi sui lati. È semplicemente meravigliosa.
Sfioro delicatamente quel legno così liscio e mi rendo conto che è la prima volta che facciamo acquisti per nostro figlio, e il pensiero mi fa emozionare.
"Allora, ti piace?" domanda Christian.
"Certo.." rispondo asciugandomi una lacrima.
Il suo volto si incupisce all'istante. "Cosa c'è Ana?"
"Niente niente" lo rassicuro subito "E' solo che.. non pensavo fosse così emozionante scegliere dei mobili.."
Christian si rilassa e sorride. "Hai ragione.." dice prendendomi le mani "E' davvero bellissimo.."
Mi sporgo in avanti per baciarlo sulle labbra, e mentre lui parla con il proprietario del negozio per accordarsi sul pagamento e sulla consegna, almeno tra due mesi, io osservo ancora quei mobili e già immagino il mio bimbo dormire in quella culla, mentre il suo papà ed io lo fissiamo, incantati; immagino Christian che, un po' impacciato, gli cambierà il pannolino per la prima volta, e lì non posso fare a meno di ridere sommessamente.  

La forza dell'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora