"Perfect!"

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"Tell me this is just a dream... cause I'm really not fine at all."
-Cit. Five Seconds Of Summer | Amnesia

GENNY'S POV:

Eravamo quasi arrivati a casa quando sentii Justin sbuffare per la centesima volta. Non si era nemmeno accorto che lo stavo fissando, era immerso nei suoi pensieri mentre il suo sguardo restava fisso sulla strada. Le sue dita tamburellavano sul volante ad ogni semaforo.

"Juss?" Lo chiamai.

"Mmh?" Rispose senza staccare lo sguardo dalla strada.

"C-come stai?" Chiesi.

La fatalità volle che ci fermammo ad un altro semaforo rosso e lui mi puntò gli occhi addosso. Aggrottò le sopracciglia. "Perché?" Mi chiese colto alla sprovvista dalla mia improvvisa domanda.

"Beh... sai... mmh... prima io e tu sembri..." balbettai abbassando lo sguardo sulle mie mani dall'imbarazzo.

"Oooh..." il suo viso si illuminò. "Bene... sto bene." Mentì.
Si vedeva chiaramente che i suoi muscoli delle braccia erano ancora tutti tesi e che la sua mascella era contratta. Si stava contenendo.

"Sicuro?" Cercai la verità dalle sue labbra.

"È solo scomodo..." Scrollò le spalle, cercando di non farmelo pesare.

Il semaforo divenne verde e Justin ripartì a razzo. Come sempre.

"Accosta." Gli dissi con non so quale confidenza. Forse mi ero impazzita!

"Cosa? Perché?" Spostò immediatamente il suo sguardo dalla strada a me.

"Avanti, accosta." Insistetti sventolando una mano nella direzione del piccolo boschetto che costeggiava la strada.
Era molto fitto al centro, ma verso la strada lasciava molti spazi liberi dove ci si poteva fermare e molte volte avevo visto macchine fermarsi in quei punti.

Justin aggrottò le sopracciglia e fece come gli avevo detto.
Quando si fermò accanto ad un albero, controllai dai finestrini che fossimo davvero da soli e dopo aver controllato bene mi avvicinai a lui abbassando di poco il suo sedile.
"Cosa stai facendo?" Chiese mentre gli montai in braccio delicatamente.

"Ti aiuto." Dissi sistemando comodamente ogni gamba ai lati del suo bacino.
Justin tirò un po' indietro il sedile per stare più comodi.

"Gen, pos-" ... "shh" tagliai corto. "Voglio farlo." Lo assicurai annuendo sicura di me.

Poggiai le mie mano sul suo petto e lui mi tirò a se unendo le nostre labbra in un bacio dolce che piano piano diventò sempre più passionale e bisognoso.

Non mi sarei mai stancata della sensazione che la sua bocca mi regalava ogni qualvolta che veniva in contatto con la mia. Era come il paradiso.
Uno raggio di luce nell'oscurità che avevo dentro.

Romeo: "E allora non ti muovere, fin ch'io raccolga dalle labbra tue l'accoglimento della mia mia preghiera. -la bacia- Ecco, ora dalle tue labbra le mie purgate son così del lor peccato."

Giulietta: "ma alla sulle mie resta il peccato di cui si son purgate quelle tue!"

Romeo: "Oh colpa dolcemente rinfacciata! Il mio peccato succhiato da te! E rendimelo, allora, il mio peccato." La bacia di nuovo.

Giulietta: "Sai baciare nel più perfetto stile."

Non so come e non so perché ma a mente recitai questi brevi versi che tanto avevo amato.

"Mmh..." un lamento rauco raschiò lungo sua gola quando iniziai a sfregare le mie parti basse contro la sua erezione gonfia.

Gemetti anche io quando lui scontrò fortemente i suoi fianchi contro i miei.

SHIVER (Sequel di IMPERFECT) Where stories live. Discover now