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"E con l'autorità conferitami dallo Stato del New Jersey, vi dichiaro marito e moglie. Può baciare... ma vedo che questo lo sa'" esclama l'officiante.
Ma non lo ascolto più, troppo presa dal bacio. Non ci sono più freni, adesso è giusto così.
Si stacca troppo presto tirandomi verso l'uscita.
Mi soffermo un attimo a fare una foto della sala, come ricordo. È una piccola cappella, con il soffitto basso.
Le pareti bianche, sono ornate da dei nastri di raso rosso e da foto di coppie felici, tra cui quella dell'officiante con la moglie.
Il pavimento è in parquet, chiaro e lucido, su cui si snodano quattro file di panche biposto, coperte da del tessuto bianco, fermato da una coccarda rossa, su un lato. Si arriva alla navata su cui c'è l'arco, un intrico di fiori, e raso rosso. Il piccolo altare dove svolge il rito l'ufficiale. Tutto qui, niente di esagerato ma, in linea col nostro modo di essere.
"Ehi" mi dice, passandomi le mani sulla vita.
Mi giro e lo guardo.
"Ci facciamo dei selfie? Voglio delle foto ricordo, da mettere in casa" spiego.
Si mette in posa per farmi capire che ci sta'. Ce ne facciamo diversi, insieme e due separati.
"Sulla strada c'è un supermercato, ci fermiamo a comprare qualcosa per festeggiare?" Chiede.
"Certo! Tutto quello che vuoi" rispondo.
Saliamo sulla moto, mi stringo a lui che sta' facendo manovra. Partiamo con la solita fretta, raggiungendo il supermercato in poco.
Smonta e mi chiede: "Vieni?" Allungando la mano.
"Certo" la afferro. Ho promesso, giurato, in quella cappella. È mio marito, lo seguirò sempre.
Il sorriso si apre, luminoso, a questo pensiero.
"Che c'è?" Chiede, notandolo.
"Te lo dico dopo. Ascolta non abbiamo nulla in frigo, compriamo qualcosa per domani?" Domando.
"Okay, prendi dei panini. Non voglio che cucini..." mi dice.
Entriamo e va' a prendere il carrello.
Ci dividiamo, lui reparto vini, io alimentari. Trovo tutto il necessario, più gli ingredienti per la torta che gli portai come regalo.
Sto scegliendo il cioccolato, quando sento una voce.
"Scusa, mi daresti una mano?" Chiede un ragazzo sui 20 anni, con in mano due confezioni di impasto per dolci.
"Certo, che ti serve?" Chiedo gentile.
"Allontanarsi da te, se vuol tenere la testa sul collo" la voce di Kaleb, tuona alle mie spalle.
"Ehi amico, scusa. Chiedevo solo un'informazione" si difende il tipo.
Sto' per intervenire, ma Kal mi precede.
"Ah, ok. Non stavi cercando di rimorchiarla, per farti dare il numero, così da vincere la scommessa con i tuoi amici?" Chiede calmo.
Il tipo sbianca, colto sul fatto, io mi spalmo al fianco di Kaleb, che mi stringe.
"Ti do'un consiglio per il futuro. Se intendi rimorchiare una pollastra, assicurati prima che non ci sia il marito vicino. E che soprattutto non senta i commenti poco eleganti, su sua moglie" fa' un passo avanti, il tipo alza le mani e se ne va'. Kal resta immobile ad osservarlo tornare dai suoi amici e raccontare tutto. Lo guardano anche loro e, in fretta e furia, scappano.
"Scusa. Pensavo davvero che avesse bisogno di aiuto" spiego.
"Lo so'. Fortuna che ero lì e ho sentito. La prossima volta, rimanimi accanto Nic" lo stringo più forte e, alzandomi sulle punte, lo bacio.
"Ho preso tutto, anche le cose per farti la torta" racconto.
"Vuoi cucinare?" Domanda.
"Beh, si, perché?" Chiedo.
"Non so' se ne avrai la forza. Ho intenzione di stancarti molto" e porca miseria vado a fuoco.
Lo tiro senza nessun garbo, verso la cassa, mentre ride.
Paghiamo al volo e altrettanto velocemente, saliamo sulla due ruote e scappiamo a casa.

Continua.

SIAE Bad Guys love a Good Girl - Daniel Sharman- SU AMAZON. 29/09/2016Où les histoires vivent. Découvrez maintenant