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Il bussare insistente mi sveglia, mia madre di nuovo fuori della porta.
"Nicole, per favore vuoi dirmi che cosa succede? E apri questa benedetta porta!" Esclama, spazientita.
Mi alzo e apro la porta, mentre lei fa' irruzione. Alta, capelli neri a caschetto, occhi verde- blu. Fisico curatissimo che non mostra i suoi 40 anni.
"Santo cielo che disordine! Ma che cosa è successo si può sapere? Sono giorni che sei rinchiusa qui dentro, non vai a scuola e rifiuti le visite, anche quelle del tuo ragazzo" mi guarda con cipiglio severo, lei è così.
"Io e Trey abbiamo rotto. O meglio io ho rotto con lui, dopo averlo beccato con Amanda" spiego.
Mi lancia un'occhiata tra lo sbalordito e l'indifferente, in quella che ho battezzato la sua faccia da Semiramide. 
"Che cosa vorrebbe dire?" Domanda, non capendo davvero il succo.
"Vorrebbe dire che ieri sera l'ho chiamato, avendo bisogno di aiuto, mi ha detto di essere occupato in una serata di buona fortuna, pre- partita, lasciandomi nei guai! E tempo dopo, quando sono rientrata nel locale, l'ho trovato che si stava facendo trastullare da Amanda!" La voce mi esce di qualche decibel più alta del dovuto.
Lei mi guarda sconvolta, finalmente!
"Aspetta, fammi capire bene, ti sei rinchiusa per tre giorni in casa, senza mangiare né vedere nessuno, a piangere col mento che ti spazza per terra, solo perché il tuo ragazzo si è fatto tastare da un'altra? Ma santo cielo che hai in testa! Sono uomini è normale per loro, devi solo chiudere gli occhi e far finta di non aver visto, fino a che la sera tornano a casa da te" adesso sono io quella sconvolta.
Non può essere seria, non può davvero aver detto queste cose.
"Mamma, sei seria?" Non posso fare a meno di chiedere, credendo che stia scherzando.
"Ovviamente, come credi che possa essere sposata con tuo padre da più di 15 anni. È ovvio che abbia chiuso un occhio ad alcune scappatelle. In fondo i maschi si sa' sono fatti così, il testosterone, una donna bella e disponibile ed è fatta. Non dovresti reagire così, quindi fai una bella cosa, sistemati, truccati e mettiti un bel vestito. Vai da Trey e fai pace con lui."
"Io non sono te. Non chiudo gli occhi mentre mi fa' passare da stupida e mi tradisce" rispondo, infuriata.
Mi si avvicina, una strana espressione in faccia e dice:
"Adesso apri bene le orecchie ragazzina, credi che ce ne siano molti che fanno i santarellini come te? Fatti un esame di coscienza tesoro, se tu non pensi ai suoi bisogni, lui cerca altrove. La colpa è solo e soltanto tua, assieme a tua nonna che ti ha farcito il cervello con tutte quelle sciocchezze sulla purezza e la castità.
Non vuoi girare la testa? Va benissimo, se sei felice tu. Rammenterai le mie parole quando a 40 anni sarai sola, con un mucchio di gatti" e con il ticchettio furioso dei tacchi, esce sbattendo la porta. 
Santo cielo, ma che cosa succede! Qualsiasi altra madre, mi avrebbe consolata e sostenuta. Lei mi incolpa, perché non passo da un ragazzo ad un altro, ho rispetto di me stessa e non voglio un uomo bugiardo e che mi tradisce.
Mi butto sul letto di nuovo, chiamo Alex e le racconto tutto, anche lei si dice sconvolta, critica mia madre e le sue parole, ascolta il mio sfogo e da ultimo, mi chiede se domani tornerò a scuola, le dico di sì, ci mettiamo d'accordo per andare a scuola assieme. La saluto e accendo la tv, trasmettono un film strappa lacrime che mi fa' seccare i condotti lacrimari. Passo il resto della giornata crogiolandomi nell'autocommiserazione e alla sera, devo ricorrere ad un sonnifero per non rischiare di passare in bianco la notte. Mi addormento quasi subito e sprofondo in un sonno pesante.
La sveglia suona implacabile, strappandomi al sonno ristoratore.
Mi alzo, scendendo subito in cucina, per bere una generosa dose di caffè, seguita da del succo di frutta.
Il sonnifero mi ha lasciato in bocca uno strano gusto amaro, che faccio fatica a togliermi. Salgo di sopra, nel silenzio, vado in bagno e mi sistemo.
Non mi trucco, metto una maglia, dei pantaloni della tuta e le converse, senza rimuginare troppo.
Prendo zaino, libri, i quaderni e scendo ad aspettare Alex.
Accendo il cellulare ed un suo messaggio rompe il silenzio.
-Ciao tesoro, scusa ma dovrai andare da sola a scuola. La febbre mi ha trovata! Perdonami per il bidone- una serie di faccine tristi, seguono il messaggio.
Sistemo lo zaino sulle spalle ed inizio a camminare verso la scuola. Per fortuna non dista molto ed io conosco una scorciatoia. Arrivo a due minuti dal suono della campanella, entro di corsa e infilo subito in classe.
Molly, mi guarda con tanto d'occhi, mentre mi siedo accanto a lei. Le faccio cenno del- ti spiego dopo - concentrandomi sulla lezione.
La giornata scorre, ma al momento di andare a mensa, mi coglie il panico.
Molly mi intercetta e mi porta via, fuori sugli scalini. Divide il suo pranzo con me, mentre le racconto.
"Be' che fosse uno stronzo, tesoro, lo sapevamo tutti. Comunque sia, non merita che tu stia in questo modo" cerca di consolarmi.
"Sai qual è la cosa che mi fa' più incavolare? Che poco tempo prima, l'ho vista uscire dalla roulotte di Kaleb. È stata con lui e subito dopo si è attaccata a Trey. E quello scemo ci è cascato! Ha buttato via un anno insieme per che cosa?" Esclamo.
"Tesoro mio, il sesso è la più potente arma al mondo. Ok, adesso ti sembrerò insensibile ma, meglio ora non ti pare? Aver scoperto subito di che indole è, credo sia stata la tua salvezza. Ti riprenderai e troverai qualcuno che ti merita" le sue parole sono strane ma colme di affetto. Anche il breve abbraccio che le segue.
Rientriamo e mi trovo davanti Trey. Impallidisco mentre lui mi prende da parte.
"Ma che fine hai fatto? Sono giorni che ti chiamo e vengo a casa tua! Che diavolo, non mi va' di essere trattato così" come se fosse lui la vittima.
"Be' sai, neppure a me andava di vederti mentre ti facevi Amanda. Adesso sai perché mi comporto così, è finita, io non ti voglio più" spiego.
Tentenna per un attimo e poi dice:
"Mi spiace, è stato un momento di debolezza. Insomma, tu non ti fai toccare ed io ho ceduto" si giustifica, dando la colpa a me, come sempre.
"Certo, facile dare la colpa a me. Visto che non facciamo sesso, tu poverino sei giustificato a farti mettere le mani nelle mutande, insieme a chissà cos'altro, dalla prima disponibile. Sai una cosa, ti risparmio future ricadute, puoi andare con chi vuoi adesso, ritieniti libero, ah ma già lo facevi..." gli volto le spalle e me ne torno in classe. Adesso capisco gli sguardi di commiserazione e le risatine di Amanda. Sono stata proprio una sciocca, comunque, riesco ad arrivare alla fine della giornata. Esco assieme a Molly, sottobraccio, passando davanti a Kaleb ed al suo gruppo.
Stranamente, non mi bersaglia con le solite battute ma, sta' in silenzio più o meno.
"Ciao Nicole" mi chiama, usando il mio nome. Mi volto e lo guardo, cercando di sorridere.
"Ciao Kaleb" riesco a mormorare. Mi volto mentre Molly mi strattona, incurvo le spalle e, dopo averla salutata, mi dirigo alla fermata.
Siedo e come sempre apro un libro, aspettando l'autobus. Il rombo della sua moto mi fa' alzare la testa, sapendo che di lì a poco, sfreccerà davanti a me.
Ed eccolo infatti, ma stavolta si ferma.
"Vuoi un passaggio?" Chiede senza nessun sentimento nella voce.
"Non ti voglio disturbare ma, grazie"
rispondo.
"Sei di strada" lo so'.
"Aspetto l'autobus" rispondo ancora.
"Come ti pare" abbassa la visiera e sgassa. Ci ripensa e la rialza, mentre io fingo concentrazione sul libro.
"Nicole, hanno sospeso questa fermata da quattro giorni. L'autobus non passerà" adesso alzo la testa. Non ho voglia di camminare e la sua presenza, è confortante.
Metto in spalla lo zaino e prendo il casco che mi porge, il suo.
Salgo e mi aggrappo alle maniglie che ci sono ai lati della carena. Parte a tutta velocità, percorrendo la scorciatoia. Qualcosa in me si rompe.
"Ferma, ferma, ferma!" Gli strillo.
Inchioda ed io scendo al volo, togliendomi il casco.
Mi appoggio al muro che costeggia il sentiero e mi lascio andare.
Sento le sue mani, mi tolgono lo zaino.
Non ho coraggio di guardarlo.
"Che ti è successo Nikki?" Mi chiede.
"Giovedì sera, sono andata in un locale con Alex. Non mi sentivo a mio agio, c'erano questi ragazzi, molto più grandi, che non mi ispiravano molto. Per cui sono uscita per prendere aria e chiamare Trey, per farmi venire a prendere. Mi ha detto di essere con i compagni di squadra e non potersi sganciare. Così l'ho salutato e dopo un bel po' sono rientrata. Ho visto Alex che osservava qualcosa, sconvolta, mi sono girata e..." faccio una pausa.
"Lo hai trovato con Amanda" sgrano gli occhi.
"Tu, lo sapevi?" chiedo, non sapendo bene se infuriarmi.
"Sì, eravamo insieme, ma tu lo sai questo, quando lui l'ha chiamata. Va' avanti da un po', da diversi mesi" lo dice come se annunciasse il meteo.
Mi siedo per terra...
"Sono una stupida, come ho potuto essere così cieca" sussurro. Lui non risponde, in verità neppure mi aspetto una replica.
"Io... be' grazie per il passaggio e per essere stato sincero. Adesso ho bisogno di stare da sola, continuo a piedi. Ciao Kaleb" lo saluto, facendo qualche passo.
"Ciao Nicole" mette in moto, mi sorpassa e sparisce lontano.
Resto da sola, con quella pesante verità ed il cuore spezzato.

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