Capitolo 1

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VALERIE'S POV

Tutti in questo quartiere di Bradford conoscono Zayn Malik. Io vivo in questa città da soli da due anni, ma già ho avuto modo di sentire delle voci su di lui. È quello che si definisce 'gioventù bruciata', pronto a finire in qualche penitenziario chissà dove ed a vivere immerso nella malavita. Soprattutto è l'esempio per molti ragazzini che credono che l'illegalità sia qualcosa di eccitante, attraente, che sia un modo per fare soldi facili. Nessuno sa bene come si guadagna da vivere, ma tutti sanno che non è niente di legale.

Non so perchè mi ritrovo a pensare queste cose mentre i miei passi scricchiolano sul marciapiede pieno di foglie secche, mozziconi di sigarette e altra sporcizia, che gli incivili che popolano quella città lasciavano lungo la strada per la scuola. Quel giorno avevo deciso di cambiare strada, un po' per stravolgere le mie abitudini o forse perchè avevo voglia di godere del tiepido calore del sole di fine marzo.

Cammino a testa bassa, immersa nei miei pensieri, e mi sistemo la grossa montatura nera degli occhiali sul naso con un gesto abitudinario, mi scivola sempre giù. Poi un ombra appare nel mio campo visivo, distraendomi da tutto il resto. Alzo gli occhi e mi viene un tuffo al cuore, è lui. Zayn. Il cuore inizia a battere più velocemente del dovuto e il respiro si blocca per qualche secondo. L'avevo visto solo un paio di volte l'anno scorso, quelle poche sere che mi ero attardata a studiare in biblioteca e poi ero dovuta tornare a casa a piedi, illuminata solo dalla luce dei lampioni e quella della luna. Fortunatamente non eravamo soliti frequentare gli stessi ambienti, perchè mi aveva sempre dato i brividi e poi io ero una brava ragazza e non avrei mai voluto avere a che fare con uno così. Zayn ha una sigaretta quasi finita tra le labbra e sta appoggiato ad una ringhiera scrostata che si oppone alla bella villa bianca e sfarzosa all'interno.

Aspira la nicotina e con uno sbuffo unico la butta fuori dal naso e dalla bocca, tenendo chiusi gli occhi. La nuvola di vapore grigiastro e dall'odore acre si perde nell'aria dopo pochi secondi. Apre gli occhi ed incontra i miei, per sbaglio, o forse no perché sembrava come se mi stesse aspettando. Con un sussulto continuo a camminare, lo sapevo che non avrei dovuto fissarlo troppo, quelli così prendono anche una semplice occhiata come una sfida, ma io non sono la ragazza giusta per questo genere di giochetti. Mi guardo in giro e non vedo nessun vicolo alternativo da imboccare in tutta velocità per sfuggire a quell'imbarazzo, quindi proseguo per la mia strada. Mentalmente mi ricordo di respirare e cerco di camminare tranquillamente, senza far trasparire la mia ansia profonda. Non voglio che si accorga che sono spaventata e che il cuore mi batte a mille, quasi come se volesse uscire dal petto. Continuo a tenere la testa bassa ma sento i suoi occhi che mi scrutano da capo a piedi. Cerco di far finta di nulla e continuo a camminare verso la mia scuola. Passo oltre la sua figura e faccio un lento respiro di sollievo una volta superata di qualche metro, pensando di essere passata inosservata, ma poi sento un rumore. Dei passi dietro di me. Il cuore comincia ad accelerare ancora più di prima, se è umanamente possibile. Mi sta seguendo ne sono sicura. Comincio ad accelerare anche il passo nella speranza di seminarlo, ma dopo poco non sento più rumore e mi volto, trattenendo il respiro. Non c'è più.

Sarà stata una mia paranoia dettata dall'ansia e un po' dalla paura di lui, non sarebbe stata la prima volta. Probabilmente è ancora là, appoggiato a quel cancello, intento a fumarsi beato la sua sigaretta e non si sará nemmeno accorto della mia presenza.

Io sono invisibile, per tutti, e sinceramente non so se sia un vantaggio o una disgrazie. Io sono quella che tutti considerano diversa. Io sono quella che chiamano sfigata.


Shadows | Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora