Una sintonia sorprendente

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 Il mio sguardo è puntato verso il soffitto. John è accanto a me, sdraiato allo stesso modo, ma non so se anche lui stia fissando l'intonaco chiaro che ci sovrasta. Sto facendo tutto ciò che mi è possibile per evitare di guardarlo. Mai nella mia vita mi è capitato di essere così in imbarazzo, spero succeda qualcosa che mi tiri fuori da questa situazione ingestibile.

- Un tipo davvero strano, eh? – La domanda di John mi fa sussultare, ero troppo concentrato a sperare che l'imbarazzo andasse via.

- Mh? –

- Il Dottore, non trovi? –

- Non direi, comprensibile. – Sento la stoffa del cuscino sfregare e capisco che si è girato verso di me, mi guarda mentre io ancora non ne ho stranamente il coraggio.

- Scommetto che sai già ogni cosa di lui. –

- Mi sono limitato ad osservare. –

- Beh? – Finalmente mi decido a puntare gli occhi nei suoi. Si è girato sul fianco e ha poggiato il gomito sul cuscino ed il mento sul palmo della mano, in attesa di una mia qualche delucidazione. Il suo sorriso mi fa capire che adora sentirmi mentre gli racconto questo tipo di cose.

Mi schiarisco la voce e, quindi, inizio col mio racconto.

- Dottore, nome fittizio, il suo vero nome è un altro. Nessuno lo conosce e nessuno credo lo conoscerà mai. Nasconde il suo vero nome, non per averne uno d'arte, non per farsi ricordare da quelli che incontra, ma perché ha fatto qualcosa in passato, qualcosa di cui si vergogna talmente tanto da spingerlo a scegliere un titolo come questo, in grado da farlo sentire meno in colpa.

Hai notato i suoi occhi, John? Ho sospettato della sua longevità solo guardandoli. È giovane, come hai notato, ma i suoi occhi sono decisamente più anziani rispetto a tutto il resto. Questo mi ha fatto capire che aveva qualcosa di sovrannaturale, nonostante io sia molto scettico riguardo a cose del genere.

È un uomo solo, ma non da sempre. Ha avuto amici molto cari per lui ma i suoi viaggi e le avventure che affrontava erano troppo pericolose per loro e sono finiti nei guai per colpa sua. Ti ricordi quando ci ha parlato degli universi paralleli? Ad un certo punto ha esitato. Ha lasciato uno dei suoi amici lì per salvarlo, e il modo in cui ha esitato mi ha fatto capire che per lui questa persona era più di un'amica. Viaggia da solo adesso, per evitare di mettere nei guai chi è con lui.

È una persona intelligente, forse la più intelligente che esista. Salva delle vite, evita disastri colossali, aiuta chi ne ha bisogno, in più ha una cabina magica che viaggia nel tempo e nello spazio. È ovvio e palese che delle creature gli danno la caccia per questi motivi. Tutti hanno dei nemici, ma visto la sua intelligenza e le cose che possiede, lui deve averne più di quanti se ne possano immaginare. –

- Straordinario! – Per tutto il tempo avevo continuato a guardare il soffitto, a parlare ininterrottamente, senza fare caso al modo in cui avrebbe reagito. Adesso posso notare il modo in cui ha trovato strabilianti le mie osservazioni, proprio come faceva nel periodo in cui ci siamo conosciuti. Per un attimo ho creduto si fosse abituato a quello che dicevo, non sentivo un "fantastico!" da un bel pezzo. Oggi invece mi ha stupito e sorpreso, come io ho fatto con lui raccontandogli del Dottore.

- Ti fa bene. – Dico incrociando le braccia sopra alla coperta. Lui inarca un sopracciglio, confuso dalla mia affermazione.

- Cosa? –

- La sua presenza... questo caso ti sta aiutando a non pensare. – Potevo sentirmi più inutile di così? Avevo cercato in tutti i modi di distrarlo. Invece è bastato l'arrivo del Dottore per fare in modo che non pensasse al suo oscuro passato.

The side of the AngelsWhere stories live. Discover now