"Vedere il Sistema Solare ne è valsa la pena alla fine, eh?"

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 Quello che è accaduto in seguito, potete benissimo immaginarvelo.



John si guardava intorno con aria sconvolta, inciampando quasi sui suoi stessi piedi mentre si girava su sé stesso e rideva nervosamente, incredulo per la faccenda. Tutto ciò che diceva era solo "è più grande all'interno", affermando stupidamente l'ovvio.


La mia reazione è stata diversa. Da quando il Dottore mi aveva scaraventato all'interno della cabina, ero rimasto seduto sul pavimento e avevo fatto svettare gli occhi su ciò che mi si era ritrovato davanti. All'inizio credevo di stare sognando, ma poi, dopo aver verificato con dei pizzicotti, mi resi conto che era tutto vero. Non me lo spiegavo, ero terrorizzato, stupito, e per la prima volta mi sentivo così vulnerabile, così piccolo di fronte a qualcosa che non riuscivo a spiegarmi. Per un attimo avevo udito il mio palazzo mentale tremare come colpito da una forte scossa di terremoto. Provavo il dubbio, quella era la mia scossa. Una scossa che voleva distruggere tutte le conoscenze che avevo costruito, la stessa che provai vedendo il mastino a Baskerville...


Non volevo andasse tutto in fumo per una stupida cabina, quindi chiusi gli occhi e cercai di concentrarmi e riprendermi da questa storia.


Adesso mi trovo seduto dietro al Dottore che si muove esperto fra tutti quei comandi sulla console. Sono ancora bianco come un lenzuolo dallo stupore, John ha dovuto farmi fare degli esercizi di respirazione per farmi riprende, ma sono comunque molto scosso. Quest'ultimo sta in piedi davanti alla porticina da cui siamo entrati, la fissa e la studia meticolosamente, poi fa qualche altro passo e ispeziona un altro angolo, poggia la mano sulla parete per accertarsi della sua esistenza, poi sorride incredulo e fa lo stesso con un altro dettaglio.


Inizio a pensare a quell'Angelo. Un'altra delle cose impossibili che non so spiegarmi. John si era proteso davanti a me come uno scudo, pronto a difendermi, pronto a sfoggiare tutto il suo coraggio soltanto per tenermi al sicuro. Lo fa molto più spesso da quando Mary mi ha sparato...


Il solo pensiero che quella statua avrebbe potuto afferrarlo e catapultarlo nel passato mi fa rabbrividire. Che strana sensazione di paura che ho provato, non solo per la vista di quella creatura, ma soprattutto per la possibile perdita di John.


- Non preoccuparti, è al sicuro qui dentro. Il Tardis è il luogo più sicuro che esista. – Il Dottore si rivolge a me in tono confidenziale, non utilizza più il "signor Holmes" e non mi dà più del lei... ma ormai non ha più importanza.


Forse sembro abbastanza preoccupato, vista la sua affermazione. Nego immediatamente, scuotendo la testa, ma appena cerco di parlare, lui mi interrompe, abbandonando i comandi sui quali stava armeggiando e prendendo posto accanto a me, le gambe distese lunghe come al solito.


- Non cercare di nasconderlo, almeno non a me. Ho capito tutto. – Continuo a tenere lo sguardo fisso davanti a me, evitando il suo che si aspetta che mi giri.


- Leggi anche nel pensiero? – Azzardo mentre tengo le dita delle mani intrecciate fra loro. Lui ridacchia e percepisco la sua testa che si scuote come risposta.


- Neanche tu leggi nel pensiero, eppure sai tutto. L'ho capito dal tuo sguardo. –

The side of the AngelsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora