Ah, vederlo infastidito mi scaricò una forte adrenalina che mi invase velocemente i sensi, rendendomi più coraggiosa. Forse avrei potuto dirgli la verità una volta per tutte e rendere quella notte solo un vago ricordo di un errore immaturo.

Mi appoggiai con la schiena sul bancone dietro di me mentre Charlie mi guardava sempre più adirato.

Piegai le labbra in un ghigno soddisfatto e rimasi ferma a fissarlo mentre si grattava la nuca in cerca di una spiegazione per quella bizzarra azione. Semplice, volevo che mi riconoscesse.

Incrociai le braccia al petto, facendo dei miei occhi delle fessure, mentre Charlie storceva le labbra in un sorriso divertito.

Accidenti! La sua espressione spaesata e scossa era durata troppo poco.

Alzai gli occhi al cielo, snervata.

«So chi sei» disse in un sussurro mentre si chinava sul bancone e si avvicinava a me.

Il petto mi si gonfiò d'ansia. Deglutii nervosamente, stringendo dietro la mia schiena con le mani il bordo del bancone.

Repressi un ghigno, guardando di soppiatto la porta dove era scomparsa Cassie. Pregai che si materializzasse il prima possibile. Anzi, immediatamente.

Non mi piaceva averlo davanti, mi faceva sentire piccola e mi intimoriva. Per certi versi mi chiesi per quale motivo ci ero andata a letto. Poi un flashback mi chiarì la situazione. Ero completamente ubriaca. Mi morsi il labbro, mentre ripensavo a cosa mi aveva fatto passare.

I suoi occhi ebbero un guizzo e si leccò le labbra con fare provocatorio. Mi si rivoltò lo stomaco. Quanto era stronzo!

Si chinò ancora di più, punteggiandosi col gomito sul bancone. «Alyssa Adams, la dolce studentessa.» Mi schioccò un'occhiata maliziosa ed alzai gli occhi, trattenendo un ringhio.

Lanciai un fugace ed ansioso sguardo alla porta ancora chiusa. Accidenti! Perché quando avevo bisogno di lei, Cassie sembrava sparire nel nulla?

I suoi occhi blu cobalto brillarono, disinvolti. «Allora, come te la stai spassando, piccola?» Sogghignò con presunzione.

Deglutii stringendo di più il bancone fino a farmi male le mani. Storsi le labbra in una smorfia dolorosa e gli occhi di Charlie catturarono i miei. In quel momento mi presi del tempo per osservarlo meglio. Anche lui era cambiato tanto: non portava più gli occhiali e i suoi occhi sembravano risaltare ancora di più. La folta barba rossa gli circondava la bocca e dei riccioli rossi gli cadevano sulla fronte, mentre mi osservava a sua volta, con il sorriso presuntuoso da pugno-in-faccia.

Mi schiarì la voce, distogliendo lo sguardo e posandolo sulle mie scarpe basse che stavo nervosamente strisciando sul pavimento. Rivederlo aveva solo complicato le cose e, sinceramente, mi sentivo ancora quella ragazza usata.

«Okay, se non mi vuoi rispondere, parlerò io» disse con un sospiro esasperato, accarezzandosi il mento senza distogliere lo sguardo dai miei occhi. «Sono sorpreso di vederti qui.» Deviò lo sguardo assente come se stesse cercando le parole adatte mentre dentro di me si stava scatenando un turbine di rabbia. Cercai di mantenere la calma, limitandomi a guardarlo storto.

«Te la ricordi quella meravigliosa notte?» I suoi occhi stavano nuovamente brillando. Gli sogghignai, disgustata. Perché diavolo non si limitava a sparire dalla mia vita una volta per tutte?

Charlie alzò un sopracciglio folto. «Beh, suppongo di sì» disse assente.

«Sono ritornato qui per alcuni giorni, ma non immaginavo di trovarti qui, dolce Alyssa» commentò con voce graffiante e roca.

Scelti Dal Destino (#Wattys2016)Where stories live. Discover now