Capitolo 18

1.5K 96 2
                                    

Dal divano potevo osservare fuori dall'ampia finestra in stile coloniale: un occhio disattento avrebbe affermato che la luna fosse al suo culmine, ma una persona attenta ai dettagli, sapeva che mancavano ancora una manciata d'ore al plenilunio.
Eravamo tutti seduti sui divanetti in pelle di Daniel, mentre lui era in piedi davanti al cominetto a sorseggiare una delle sue bevande alcoliche pregiate.
- Perché ci ha chiesto di venire qui?-, chiese June.
La guardai attentamente, sembrava fosse in crisi d'astinenza. Aveva delle profonde borse sotto gli occhi, i capelli erano stopposi come la paglia e la pelle era pallida quasi quanto quella di Casper.
Continuava a battere il piede ossessivamente contro il parquet in mogano. Poi guardai mio padre che mostrava uno strano tic nervoso all'occhio.
- Dobbiamo pianificare ogni piccolo particolare cosicché tutto fili liscio.
- Qual è il piano?- chiese June, mentre si mordicchiava compulsivamente le unghie.
- Venite con me.
Lo seguimmo fino alla botola e ci calammo tutti dentro. Mi venne un tuffo allo stomaco non appena vidi la sala operatoria dove June era rimasta incosciente per ore dopo il nostro confronto. Eppure, non entrammo in quella stanza, bensì in un'altra in fondo al corridoio.
Non appena varcai la soglia, rimasi stupefatta da ciò che vidi.
Era un'enorme stanza sempre in pietra battuta con attaccati dei perni a cerchio da cui passavano molte catene.
- Cos'è questo posto?-, chiese mio padre a bocca aperta.
- È una vecchia stanza di prigionia.
- Ci legherà?
- Alec e Derek rimarranno all'esterno a controllare il perimetro, cosicché, nel caso qualcosa andasse storto, sarebbero veloci ad intervenire-.
Derek e Alec acconsentirono, anche se potevo percepire il loro disappunto a rimanere passivi.
- Io e Roxanne vi legheremo gambe e braccia a quei perni sul muro. Io filmerò l'accaduto così da poter raccogliere testimonianze ed essere pronti per il futuro-.
Sentivo dalla sua voce quanto fosse eccitato all'idea di questo esperimento e in un certo senso, lo ero anche io.
- Se doveste rivelarvi più forti di quanto penso, useremo lo strozzalupo per indebolirvi.
- Cos'è?- domandò mio padre.
- È una pianta velenosa e nociva non solo all'uomo, ma anche al licantropo. Spargeremo un infuso di acqua e strozzalupo su polsi e ginocchia, così da ostacolarvi i movimenti.

Dopo aver finito il piano d'azione, tornammo nel salotto d'avanti al caminetto.
- Quanto durerà la trasformazione?-, domandò Alec.
- Questa domanda mi riporta molto indietro. Conoscete la leggenda sull'ora del lupo?
Ci guardammo tutti e scuotemmo le teste, persino Alec e Derek non ne avevano mai sentito parlare.
Miller si posizionò davanti alla finestra e osservò il cielo notturno, sembrava che la notte gli infondesse la forza necessaria per raccontare quella storia.
- Molti anni fa, un uomo di nome Edric tentò di studiare a fondo il marchio della luna. Lui era un alfa solitario, ciò che c'è di più pericoloso al mondol; i suoi studi non fecero progredire la sua ricerca, così decise di cominciare a creare lui stesso lupi mannari, studiandone gli effetti. Era talmente folle da aver preso il soprannome di "mad wolf"-.
Eravamo tutti affascinati da ogni parola che usciva dalle sue labbra, ma in un certo senso sembrava fosse doloroso per lui raccontare quella storia.
- Si insediò in Lousiana e iniziò a svolgere i suoi esperimenti. Trasformò un'intera cittadina in lupi mannari, ma solo per dieci di loro la trasformazione andò a buon fine. Pensò che la chiave fosse il sangue, così marchiò un altro paesino e ancora solamente nove persone ce la fecero. Poi ebbe la sua epifania; notò che gli unici che si erano salvati erano stati morsi ad un certo orario-.
Pendevo completamente dalle sue labbra, la mia sete di sapere era insaziabile.
- Si racconta che l'ora del lupo sia quell'istante che segue la notte e precede l'alba, quando il sonno è più profondo e gli incubi più vividi. Quel momento quando il mondo è in bianco e nero e i colori sembrano svanire: l'uomo muore e la bestia nasce.
Il tono della voce era cambiato in un sussurro e quasi potevo vedere Mad wolf ululare alla luna.
- E poi cosa è successo ad Edric?-, chiese June assorta dal racconto.
- Dopo aver trovato la soluzione al marchio maledetto, uccise tutti i suoi soggetti per crearne nuovi con le caratteristiche che desiderava lui. Trasformò dodici ragazze vergini, che divennero il suo branco.
- Magari è lui il mostro che ci ha trasformati!-, commentò mio padre inorridito.
- Edric è morto molto tempo fa, fu ucciso dal suo branco a causa della sua pazzia omicida.
- Come fai a sapere tutte queste cose?-, domandò Alec.
Sembrò che Miller fosse restio a rispondere a quella domanda, ma poi cedette.
- Mio padre era Edric, the mad wolf...
Pareva che il solo pensiero di parentela con quell'uomo lo disgustasse.
Era curioso vedere come, nonostante il forte sentimento d'odio che provava per quell'uomo, sangue del suo sangue, continuasse a portare avanti il suo lavoro a distanza di anni. Forse anche il dottore era conscio di quel paradosso.
Alec e Derek, appresa la notizia, rimasero un po' scossi.
- Mio padre lo sa?-, chiese Alec.
- Quando ho chiesto di far parte del branco, non mi è stato chiesto di specificare chi fossero i miei genitori. Io non sono lui...
Sembrò affermarlo più per sé stesso che ad Alec.
- Quindi non corriamo rischi-, disse June.
- Tu sei stata morsa in piena notte-, confermai.
- Ma io?-, chiese mio padre - non ricordo quando mi ha morso, perché sono stato svenuto parecchio e poi sono rimasto a lungo sotto la sua influenza...
Mio padre era palesemente preoccupato.
- L'unico modo per scoprirlo è attendere la luna piena.

The Wolf's Hour Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora