Capitolo 14

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Era un nuovo giorno. Quella mattina non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto; ero indolenzita per la caduta del giorno prima, ma lo ero anche emotivamente: mio padre e la mia migliore amica si sarebbero trasformati in lupi mannari entro quattro giorni, un assassino mieteva indisturbato i miei cari e dovevo andare al funerale di Lucas. Era una di quelle giornate toste in cui avresti voluto solamente stare sotto le coperte al caldo, invece mi alzai lentamente e andai a farmi una doccia veloce e poi mi diressi in cucina a fare colazione.
Mia madre stava guardando alla finestra, con le braccia conserte.
- Buongiorno-, dissi in uno sbadiglio. Sembrò non avermi sentita. Mi avvicinai a lei e le toccai il braccio. Lei si spaventò e mi guardò per un secondo, poi tornò a sbirciare dalle tendine.
- Che succede?-, chiesi con la bocca piena di cereali.
- C'è qualcosa che non va in tuo padre. È dalle cinque del mattino che si trova là fuori immobile in quella posizione. Non mi vuole dire il perché, ma sembra molto turbato.
Misi una vestaglia e uscii al freddo. Mio padre era a piedi nudi sulla neve intento a guardare il bosco con fare sinistro.
- Papà?
- Ho ricordato, Roxanne...
- Davvero?-, chiesi felice.
- A volte il nostro cervello cancella i nostri ricordi per un motivo.
- Cosa vuoi dire?
- Sono stato io.
- A fare cosa?-, cominciai a preoccuparmi.
- Sono stato io a colpirti e a trascinarti nel bosco.
- È impossibile, ho visto che quella bestia mi inseguiva!
- Lui ti ha distratto e poi io ti ho colpito con un grosso bastone alle tue spalle. Per quello sapevo dove trovarti e come tornare indietro- vedevo che stava dicendo la verità. Le mani cominciarono a tremarmi e le gambe diventarono molli.
- Devo costituirmi.
- Non eri in te!
- Non posso farti del male.
- Non mi farai più del male, ora c'è il dottore che ci aiuta.
- Miller mi ha raccontato come diventerò e cosa farò. Sai cosa mi ha detto?-, scossi il capo - Mi ha detto che i lupi mannari non hanno libero arbitrio, dobbiamo fare tutto ciò che ci dice il nostro alfa. Se mi chiedesse di ucciderti? Tu e tua madre siete la mia vita! Non permetterò che vi succeda qualcosa.
- Papà, ti prego...
- Non riconosciamo chi abbiamo davanti! Potresti essere un gatto, uno sconosciuto o mia figlia e io avrei la tentazione di ucciderti ugualmente.
- Adesso ti stai allarmando prima del tempo. Ci saremo io e il dottor Miller ad aiutare te e June quella notte.
- Te lo proibisco-, non lo avevo mai visto così in collera.
Entrammo in casa. Il pranzo fu così silenzioso che gli unici rumori che si sentirono furono quelli delle nostre mascelle che masticavano.
Salii in camera mia. Mi sedetti sul letto e guardai il cielo grigio. Dei fiocchi cadevano silenziosamente sul terreno già affrescato di bianco.
Da sotto il letto tirai fuori la scatola con dentro il vestito che mia madre mi aveva comprato per il funerale.
Aprii la confezione, tolsi le veline di carta e presi il vestito tra le mani. Mi spogliai e indossai con cura l'abitino nero con i tacchi abbinati. Infine presi il trench nero dall'appendiabiti e mi diressi a piedi al cimitero, dove si sarebbe tenuta la funzione.
Quando arrivai vidi che i posti erano quasi tutti occupati, notai June accanto a Declan, mentre lo consolava con un abbraccio. Mi avvicinai verso di loro, ma non mi degnarono di uno sguardo. Vidi che vicino a Tyrone era rimasto un posto. Decisi di mettermi lì. Mi salutò garbatamente.
- Condoglianze-, feci un sorriso leggero in segno di ringraziamento.
Vidi la bara in legno laccato, adornata di splendidi fiori; ero certa che Lucas avrebbe apprezzato qualcosa di più sobrio, ma erano talmente belli che ci sarebbe passato sopra.
Padre Benjamin cominciò a parlare e rimanemmo tutti in silenzio finché non ebbe concluso.
- Chi vuole dire due parole?-, domandò con voce stanca.
- Io-, rispose Declan. Padre Benjamin tentò di avvistarlo ma ormai gli occhi acquosi del prete non gli permettevano quasi più di vedere.
Così Declan si alzò in piedi e andò davanti al leggio.
Doveva aver pianto a lungo, perché i suoi occhi erano gonfi e rossi; delle profonde occhiaie gli segnavano il volto e la pelle era pallida quanto la neve.
- Lucas era un ragazzo talentuoso. Lo ammiravo molto. Era un grande amico per tutti noi-, singhiozzò ma continuò a parlare - lui mi rendeva un uomo migliore e ora non c'è più e io mi sento perso. Lo amavo con tutto il mio cuore e una parte di me è con lui ora-, tornò al suo posto tremante.
Delle lacrime mi scesero lungo il viso. Vidi i genitori di Lucas che piangevano in silenzio e strinsero Declan con affetto.
Il sindaco Oldwood si alzò dalla sedia e andò a parlare al microfono.
- Lucas era un bravo ragazzo, aveva tutta la vita davanti per commettere i suoi errori e realizzare i suoi sogni, ma la vita gli è stata tolta disumanamente nel fiore dei suoi anni. Lucas era un ottimo attore, un bravo studente, ma soprattutto un ragazzo d'oro e siamo tutti qui per onorare la memoria di questo splendido giovane e non piangere la sua dipartita. Lucas era un amico, un amante e un figlio amorevole e quest'oggi non gli diciamo addio, ma arrivederci perché un giorno, chi prima e chi dopo, ci ricongiungeremo con lui.

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