provocazione

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19:30
Tra poco c'è la cena e io dopo aver fatto una doccia calda, mi sto vestendo in bagno. Metto una maglia morbida color pesca e dei jeans chiari e le scarpe bianche dell'Adidas. I capelli li lego in uno chignon morbido con dei piccoli ciuffi che mi accarezzano il volto e per il trucco ho optato solo per un po' di mascara, blush color pesca e un rossetto color carne; non mi sembra il caso di dovermi truccare chissà quanto, il giusto per essere almeno presentabile. Esco fuori dal bagno, che è collegato con la camera, e vedo Davide vestito con un camicia a scacchi rossa e nera e dei jeans neri, che sta guardando la mia valigia aperta vicino all'armadio. Si accorge di me e mi viene incontro, sposta il colletto della mia maglia e guarda cosa ho sotto.
<Dai perché lo hai messo?> chiede lamentandosi.
<Cosa?> chiedo confusa.
<Il completino intimo che mi fa impazzire... ora non c'è la faccio a resisterti!>
Il completino è composto da un reggiseno a balconcino nero con qualche ricamo e degli slip neri, nulla di speciale... ma a lui piace veramente tanto. Io squoto leggermente la testa. Alle volte è veramente incredibile...
<Adesso dimmi che cosa ti devo fare?> dice sorridendo, avanzando verso di me e facendomi indietreggiare, fino a quando il mio corpo non aderisce al suo e la mia schiena al muro della parete.
<Niente... dato che per tua informazione, di la ci sono i tuoi... Inoltre tra poco avremo una cena e se possiamo aiutare tua madre, lo faremo!> dico con fermezza e sostenendo il suo sguardo.
<Quanto odio quando mi dai ordini!> dice alzando gli occhi al cielo. <Però non sai quanto ho voglia che questa serata finisca, così ti potrò togliere questa maglia, questo jeans e specialmente quell'intimo> dice passando su e giù le mani sula mia vita sotto la maglia.
<Mi dispiace Davide, ma oggi non succederà niente.> dico incrociando le braccia al petto e alzando un sopracciglio.
<Ah si?> chiede.
Annuisco con convinzione.
<Va bene, te la sei cercata tu.>
<Che... cosa?> chiedo titubante.
<Oh, beh... niente lo vedrai...> dice con aria da menefreghista, allontanandosi.
<Davide... dai dimmelo!> dico appoggiando una mano sul suo petto.
Fa un smorfia con la bocca. <Hai presente cosa ti ho fatto quando tua madre ti ha chiamato la sera prima dello spettacolo?>
Io annuisco lentamente con gli occhi serrati.
<Beh, questa sera mi divertirò molto di più> dice contento.
Io lo fulmino con lo sguardo. <Davide non ti azzardare!> dico puntandogli il dito contro.
<Se no?> chiede alzando un sopracciglio, sfidandomi. Quando fa così mette a dura prova la mia pazienza.
"Cerca di bleffare, inventa qualcosa per tenerlo in pugno." dice la vocina nella mia testa. Hai ragione.
<Oh... Beh lo capirai non appena ne sentirai la mancanza> dico con sorriso compiaciuto.
Lui ci pensa su un'attimo, punta gli occhi in una parte della parete di fianco a me assorto in qualche suo pensiero e di colpo spalanca gli occhi, riportando il suo sguardo verso il mio.
<No... no...> dice scuotendo un dito e facendo una finta risata. <Tu non lo puoi fare... anche a te ti mancherà... quindi non puoi...> dice e sembra che la cosa lo abbia messo già un po' in difficoltà. <Miriam non ci starai veramente pensando?> chiede con un sorriso incerto e con una leggera preoccupazione in volto, che mi fa venire da ridere.
Io faccio un sorriso soddisfatto, che ha l'obbiettivo di infastidirlo. <Ma certo che si. E comunque, è ovvio che io lo posso fare, anche perché, non ne sono dipendente come te. Quindi ti assicuro che c'è la faccio a sopravvivere senza sesso.> dico avvicinandomi a lui e lasciandogli in fine un piccolo bacio sulle labbra. La sua espressione mi fa troppo ridere, perché è senza parole. Comunque ciò che ho detto è una mezza verità, perché il sesso con lui è incredibile e si forse un po' mi mancherebbe, ma riesco anche a farne a meno per un po'.
Gli sorrido e mi incammino sculettando leggermente verso la porta. Mi sto troppo divertendo a provocalo. Mi giro dalla sua parte e lo vedo che si copre gli occhi facendo in seguito uno sbuffo.
<Andiamo?> chiedo.
Lui non risponde neanche, mi passa vicino apre la porta ed esce, ma io gli prendo una mano e lo costringo a girasi, gli vado in contro e lo bacio e lui mi spinge verso di sé prendendo il mio volto fra le mani, mentre io spingo il suo corpo verso il mio.
<Oddio... ma lo sapete che state proprio bene insieme?!> dice euforica la mamma di Davide, che non so da dove è apparsa.
<Oddio!> escalamo e mi stacco immediatamente, sentendomi tanto in imbarazzo.
<Tesoro ci sono passata anche io con suo padre, non c'è bisogno che ti imbarazzi, fate come se foste a casa vostra.> dice tranquillamente. Sua madre mi piace veramente tanto, è una persona così tanto aperta e simpatica... ma spero che con ciò che ha detto, non ci dia il via libera di fare veramente quello che vogliamo, perché in men che non si dica, Davide uscirebbe fuori una lista con le cose da battezzare, a modo suo, di questa casa.
<Ci possiamo dirigere?> chiede Davide, dato che siamo fermi nel corridoio... almeno si cambia questa atmosfera un po' imbarazzante.
<Certo> dice Lucia annuendo.
Lei si dirige in cucina e io la seguo, seguita a mia volta da Davide. La cucina è ad isola come quella di casa "mia" e di Davide, la differenza sta che questa è più spaziosa e ha i mobili di un rosso mattone e il pavimento è in marmo bianco.
<Lucia, ti posso aiutare in qualcosa?> chiedo.
<Si sarebbe fantastico! Di solito non lascio che qualcuno entri in cucina mentre cucino, ma sarebbe bello passare del tempo insieme. Mi ha detto Davide che hai fatto l'alberghiero e sei una bravissima cuoca. È vero?> chiede
<Si ho fatto l'alberghiero, ma non mi definisco una cuoca... so cucinare qualcosina... ma nulla di che> dico facendo spallucce.
<La solita modesta> dice Davide avvolgendomi un braccio attorno alle spalle e dandomi un bacio sulla guancia.
<Dai allora iniziamo... il grembiule per non sporcarti lo trovi in quel cassetto.> dice la madre, indicandomi un cassetto in basso di fianco al frigo.
Lo vado ad aprire e prendo un grembiule bianco, me lo metto e Davide si mette dietro di me allacciandomelo.
<Quando ritorniamo a casa, te lo puoi mettere uno simile però senza vestiti?> chiede sussurrando vicino al mio orecchio. Io faccio un grande respiro e cerco di non tralasciare nessuna espressione, so che lo fa apposta per imbarazzarmi e la cosa strana è che non riesce a trattenersi a fare queste battute, neanche in presenza di sua madre, che spero vivamente non abbia sentito niente.
<Hai in mente cosa vuoi cucinare per oggi?> chiedo a Lucia, avvicinandomi al piano isola.
<Uhm, non so, se vuoi propormi qualcosa mi sarebbe più facile.>
<Okay... Hai del pesce,crostacei o cose simili?> chiedo.
<Uhm... fammi vedere.> Dubbiosa apre il freezer e estrae cinque buste di plastica, le apre e mi fa vedere il contenuto fatto di vongole, cozze, gamberi e calamari.
<Mmh... quanta roba buona! Allora ci possiamo fare una zuppa di pesce e con questi...> dico indicando la busta di calamari. <Ci possiamo fare degli anelli di calamari al forno. Che ne pensi?> chiedo a Lucia.
<Penso che sia perfetto. Dai iniziamo!> esclama.
Io prendo le buste e dopo aver lavato il pesce, mi metto a pulirlo e a tagliarlo. Lucia esce fuori dalla cucina e Davide si mette dietro di me, mettendo le mani sul mio ventre a contatto con la mia pelle, inizia a ad accarezzarmi lentamente e la cosa mi provoca dei brividi lungo la schiena, poi, però, inizia a scendere con le dita, provando ad avere l'accesso dentro i miei jeans, ma io lo fermo subito.
<Davide se non la smetti ti taglio le dita a cubetti e le aggiungo al brodo... saranno il mio ingrediente segreto.> dico seria.
Ma dato che lui si mette a ridere, anche a me scappa una risata.
<Lo sai che amo quando sei così aggressiva? Mi fai ricordare al rapporto che avevamo mesi fa.> sussurra vicino al mio orecchio. Era molto interessante il rapporto che avevo con lui mesi fa, dove lui ci provava quasi sempre e io avevo una battuta ironica per defilarlo... ma questo rapporto che ho ora con lui, è nettamente migliore. Ora come ora, mi chiedo come possa essere stato possibile non accorgermi quanto bene mi avrebbe fatto stare con lui. <Eh comunque... non potresti mai, ti fanno godere troppo queste mani per essere poi tagliate... ammettilo.> conclude con voce rauca.
Io spalanco la bocca sorpresa e gli tiro una gomitata sulle costole, ma ovviamente a lui non gli provoca dolore, anzi se la ride.
<Davide, fa basta di infastidirla e vai da tuo padre> dice Lucia che è ricomparsa in cucina.
<Si infatti. Vai a passare un po' di tempo con tuo padre> dico girandomi verso la sua parte .
Lui sbuffa. <Va bene... vado... ma prima voglio un bacio.>
Io mi imbarazzo un po', perché c'è anche sua madre che ci guarda, ma conoscendolo so che se non ha ciò che vuole difficilmente mi lascia stare, quindi prendo coraggio, mi alzo in punta di piedi per arrivare almeno un po' alla sua altezza e gli stampo un bacio, poi mi avvicino al suo orecchie e sussurro. <Anche se non te lo meriti.>
<Si, certo, come no.> dice con un sorriso sghembo. Esce dalla porta e io e Lucia rimaniamo da sole.
<Vedo che hai tanta pazienza con lui...> dice apprensiva.
Io faccio spallucce mentre riprendo a tagliare i calamari. <Già... ma questo è il bello di stare con Davide... non c'è mai un momento di noia, in più lui è una continua scoperta, sa essere: buono, dolce, sensibile, maturo, premuroso... e tantissime altre cose...> dico sorridendo un po' come una ebete. <Però alle volte è proprio un cretino.> dico facendo una specie di espressione seria, scuotendo la testa e a lei scappa una sonora risata. <Ma sono felice che sia così... perché è una bellissima persona, ed è inevitabile volergli bene!>
Lei si avvicina a me e mi accarezza la schiena con una mano. <Però ammettilo, tu non gli vuoi bene...> dice in tono mite.
Io non capisco perché dice così e da sorridente il mio volto passa ad un'espressione perplessa.
<Tu lo ami> dice sorridendo.
<Ehm si...> dico interdetta, alzando le sopracciglia.
<Lo vedo... gli occhi ti brillano quando parli di lui.> dice con un amorevole sorriso.
Probabilmente le mie guance sono abbastanza rosse e lei se ne accorge.
<Okay, dai cambiamo argomento, non ti voglio imbarazzare. Vuoi che taglio io calamari e tu ti occupi della zuppa?> chiede.
<Per me va bene> dico appoggiando il coltello sul tagliere.
Procedo con il fare la zuppa e vengo intrattenuta dai discorsi sui viaggi intorno al mondo che Lucia ha fatto tanto tempo fa, quando faceva l'archeologa, ed è veramente bellissimo starla a sentire, perché tutto ciò che dice è interessante. Si può imparare tanto da una persona così colta, che ha avuto la fortuna di scoprire varie parti del mondo e tante varie culture.

The suitcase full of dreamsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora