riflessioni

456 101 74
                                    

Sono tre giorni che sono disoccupata. In questi giorni non ho fatto altro che dormire  e rilassarmi, ed era da tanto tempo che non mi sentivo così tanto bene. Ieri ho dovuto fare tutte le procedure per potermi licenziare veramente e sono stata felice di non aver incontrato Leonardo.
Oggi che il sole splende e non fa troppo caldo, vado al fiume a fare una corsa.

Oggi che il sole splende e non fa troppo caldo, vado al fiume a fare una corsa

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Quel posto mi trasmette serenità perché è molto tranquillo. Il fruscio dell'acqua, i cinguettii dei uccelli e respirare aria fresca, anche se poco più distante dalla città, è una cosa rilassante. 
Dopo non so quanti minuti di corsa nel sentiero in mezzo agli alberi, prendo fiato sedendomi in una panchina e guardando il fiume, rifletto su quello che voglio fare una volta partita a Londra. Le cose che vorrei fare sono tante, ad esempio... vorrei tanto andare e vedere se è la volta buona, che il mio sogno di  diventare un giorno una cantante, si possa mai realizzare. Io canto e ho cominciato a nutrire questa passione dall'età di otto anni, quella del ballo credo di averla da sempre e quella della recitazione, dall'età di dieci e tutte mi aiutano a tirar fuori il meglio di me, riesco a sfogarmi e riesco a comunicare in un modo che normalmente non sono in grado di fare. Vorrei trasmettere alle persone sensazioni e emozioni forti, che nella vita quotidiana non possono sempre avere e neanche esternare per vari motivi. Secondo il mio punto di vista la musica aiuta... aiuta tanto. Aiuta ad evadere da una vita che risulta molte volte difficile da vivere, aiuta ad abbassare il volume dei problemi e di questo mondo che fa troppo casino, aiuta a sentirsi liberi e specialmente aiuta a sentirsi bene. Cantando davanti ad un pubblico, riuscirei anche ad affrontare certe paure e insicurezze che sono sempre presenti in me; dato per questo mi voglio mettere in gioco, perché forse è una delle tante sfide che voglio affrontare. Ma parlando realisticamente, credo che c'è sempre una grande paura per i cambiamenti drastici, ma so che questo cambiamento può dare una svolta positiva alla mia vita... e io sono pronta ad affrontare tutto: dispiaceri, delusioni, cose belle e brutte. Sono veramente decisa ad affrontare tutto di petto, perché credo che da una esperienza del genere riuscirò a crescere e a maturare sempre di più. Decido di alzarmi e continuare la mia corsa per un'altro po', prima di ritornare a casa.

17:00
Dopo essermi fatta la doccia mi metto nel divano e inizio a guardami un po di video su YouTube, fino a quando la suoneria del mio cellulare, richiama la mia attenzione. Guardo lo schermo del cellulare e spalanco gli occhi leggendo il nome Marco... è il padre di Leo... e adesso, che gli dico? Avrà sicuramente saputo da suo figlio o da altri suoi dipendenti, che ho abbandonato il lavoro. Faccio un respiro e rispondo alla chiamata.
<Ciao marco, come va?> chiedo in modo naturale, anche se ho un po' timore per ciò che dirà.
<Bene, Miriam posso sapere che è successo in mia assenza? Che ti ha fatto Leonardo per farti andare via...? So che mio figlio e un po' sfrontato, ma è stato veramente questo il motivo per cui te ne sei andata?> chiede e io preferisco non replicare, perché le ragioni sarebbero veramente troppe e la maggior parte, se non tutte, riguardano Leo.
<Ascolta, per favore ritorna a lavorare per noi, ti prometto che Leonardo non ti infastidirà più... abbiamo bisogno di te qui!> dice con un tono di voce diverso dal solito, direi... in modo implorante, ed è una cosa strana, perché sia lui sia il figlio sono abituati ad avere tutto ciò che vogliono, la differenza fra i due sta nell'approccio; Marco è gentile ed educato, ma anche autoritario, le cose devono essere fatte nel modo come le esige lui se no sono guai, invece il figlio è arrogante anche se inzialmente può sembrare tanto un bravo e simpatico ragazzo... ma con il tempo si fa vedere per chi è veramente... e cioè per un pezzo di merda. Non l'ho mai sopportato e non lo sopporterò mai e se dovessi mai tornare un giorno a lavorare per lui, è solamente perché: o non sono più sana di cervello o sono veramente al limite della disperazione.
<Marco scusami tanto, ma ho dovuto abbandonare il lavoro perché ho preso la mia decisione... e questa volta è definitiva! Ho tanti piani per il mio futuro che di certo non si realizzeranno se continuerò a stare qua... perciò... mi trasferirò a Londra e credo che starò via per un po' di tempo... Mi dispiace dirtelo così, ma non posso continuare a stare qui, non ci vedo nessun futuro prosperoso per me, te ne ho parlato e sai un po' come la penso. Avrei tanto voluto dirtelo in un altra maniera, ma mi è rimasto poco tempo per stare qua, dato che partirò verso fine settimana...> dico dispiaciuta e mi sento male a riferirgli le cose così, perché lui ha fatto tanto per me... ma non importa, in qualunque modo l'avessi detto so che sarebbe stata una pillola amara da fagli inghiottire.
<Ah-ah... capisco ... tranquilla, non ti costringerò a rimanere con noi...> Sospira. <Miriam... tu hai delle grandi potenzialità che credo a Londra potranno apprezzare e risaltare. Mi mancherà tanto lavorare senza sentire tu che canti sempre e che in pratica facevi da radio umana, grazie alla tua bellissima voce. E... comunque... non ti ho mai ringraziato abbastanza per cio che hai fatto lavorando nel ristorante...> dice facendo alcune pause fra qualche parola. <Miriam promettimi che crederai sempre in te, anche se ci sarà la possibilità di ricevere tanti no... e che non ti abbatterai e che sarai sempre forte, ok?> <Sì, marco, te lo prometto!> dico cercando di non commuovermi per le parole che ha speso per me.
<Ricordati non esistono fallimenti, ma solo lezioni da imparare. Vai e fa sognare gli inglesi... stammi bene, ciao.> <Ciao marco... e... grazie...> dico in un sussurro.
<Di niente.> dice e si interrompe la chiamata. Mi mancherà Marco, mi ha sempre trattata benissimo, un po' come se fossi sua figlia, però non ha mai saputo vedere ciò che Leo faceva a me e neanche io avevo il coraggio di riferirgli qualcosa, preferivo gestire da sola quelle situazioni. Comunque questi incoraggiamenti mi sono veramente di gran aiuto, mi invogliano a partire e dare il meglio di me in ogni cosa che farò. Spero vivamente di trovare persone che credano in me, che vedano ciò che realmente posso fare e che io stessa possa, un giorno, trovare il giusto posto di collocamento in questo mondo, perché fino ad adesso continuo a sentirmi un po' fuori posto, come se non fossi adeguata o come se qualcosa in me non va nel modo giusto...
Non mi aspetto che sarà tutto rose e fiori, ma spero che anche se dopo tanta fatica, arriverà la mia vittoria.

The suitcase full of dreamsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora