felicità

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12:15 a.m.
Sento tanto caldo e non so il perché. Apro gli occhi e mi trovo davanti un petto di un uomo e realizzo immediatamente che è quello di Davide. Siamo stati abbracciati tutta la notte ed è la cosa più bella in assoluto, dormire insieme alla persona che ami... Però ripensandoci non lo amo ancora, ma provo un forte sentimento per lui, ma non credo che sia ancora amore; ho ancora bisogno di tempo per poterlo capire e per poter approfondire questo sentimento. È bellissimo quando dorme, starei a guardarlo tutto il tempo, ma a me piace di più quando interagisce con me, perciò cerco di svegliarlo inizialmente con una carezza e in seguito con dei baci, lui inzia a mugulare strani versi sorridendo e in seguito inzia ad aprire gli occhi.
<Buongiorno amore> biascica stringendomi a se e non credo di poter arrivare ad uno stato di felicità superiore a questo, mi piace troppo quando chiama "amore". Lo stringo a mia volta, fino a quando non decido che è ora di alzarmi, così vado a farmi una doccia. Una volta uscita dal bagno, vedo che non si è mosso dal letto ed è ancora addormentato, così mi vesto in fretta con dei leggins neri e una maglia grigia larga e lo vado a svegliare.
<Vedo che ti piace il mio letto, guarda che sono gelosa> dico punzecchiandolo con un dito sul suo braccio.
<A me piace di più quando sei vicino a me> borbotta con voce rauca tenendo gli occhi chiusi
<Vah bhe... dai alzati! Ti voglio in cucina per fare colazione> dico alzandomi.
<Inziamo gia a dare gli ordini?> chiede sogghignando continuando a tenere gli occhi chiuse ed è veramente buffo.
<Si e faresti meglio ad eseguirli> rispondo sorridendo dirigendomi verso la cucina, dove trovo i miei due conquilini che sono avvolti l'uno all'altro in un abbraccio. Sono così tanto carini. Si accorgono della mia presenza e si staccano imbarazzati, io faccio finta di niente e mi dirigo verso la mensola per prendere i biscotti e brioche per preparare la colazione.
<Oggi non avete lezione?> chiedo per iniziare una conversazione e anche per curiosità.
<Da me manca il professore di economia> risponde Mimi.
<Io posso permettermi di saltare qualche lezione> si giustifica Chris.
<Uhm... E perché proprio oggi la salti? Non ti ho mai visto perdere neanche una lezione> dico stranita. Entrambi si guardano.
<Perché vorrei portare a pranzo la signorina Melania> spiega lui accarezzandole la testa. Mimi non lascia che nessuno la chiami Melania, perché non sopporta il suo nome di battesimo, ma con Chris non ha battuto ciglio, anzi è diventata solo un po' rossa.
<Bene, ne sono felice> dico in fine sorridendogli. Loro mi aiutano a prepare il caffè e mettere tutto sul tavolo e dopo una manciata di minuti, Davide ci degna della sua presenza, così inziamo a fare colazione tutti insieme.
Non riesco a fare a meno di notare che la mia amica e Chris non si comportano più come prima, a quanto pare è servito a qualcosa inziare quel gioco ieri sera, perché li ha aiutati ad avvicinarsi e ne sono talmente felice, che mentalmente mi batto un cinque a me stessa, perché il lavoro di cupido lo so fare meglio io.
Una volta finita la colazione, mettiamo a posto tutto e io decido di andarmi a preparare, perché è venerdì e ho il turno di lavoro durante il pomeriggio.
Ho addosso l'intimo e una camicia bianca che devo infilare dentro a dei jeans chiari a vita alta, ma rovistando nel armadio non li trovo! Girando la testa trovo invece Davide che è entrato in camera mia e mi guarda con un sopracciglio alzato e mordendosi un labbro.
<Così mi stai mettendo veramente a dura prova> dice malizioso. Ehm si sono semi nuda e forse un po' imbarazzata ma scuotendo la testa, faccio finta di niente e continuo a cercare ciò che mi serve. Davide prende il suo jeans e la felpa nera con cui era vestito ieri sera e inizia a svestirsi con nonchalance davanti a me come ieri, ed ecco che sento le mie guance diventare rosse, ma invece di distogliere lo sguardo, ammiro ogni singolo particolare del suo fisico statuario, che sembra essere stato scolpito dal miglior scultore in circolazione.
<Donna, così mi consumi> dice con un sorriso sghembo, venedo vicino a me e io sento di essere diventata paonazza. Accidenti... Perché mi imbarazzo così? Se fossimo al mare non ci sarebbe nessuna differenza e non ci dovrebbe essere modo di vergognarsi, dato che è una cosa normale spogliarsi e restare in costume.
"Ma di che cosa stai blaterando?" chiede la vocina nella mia testa.
Niente... Sono discorsi che non hanno tanto senso.
"Lo vedo" conclude e io porto l'attenzione sul ragazzo davanti a me.
<Mi piace quando queste due guanciotte arrossiscono> dice prendendole con due dita per lato e mi bacia, lo tiro prendendolo per i fianchi verso me e il bacio diventa sempre più intenso, mi alza prendendomi per le gambe, le incrocio intorno alla sua vita e lui facendo dei passi in avanti, mi fa appoggiare la schiena contro l'anta dell'armadio; in quel momento inizio a sentire la presenza del suo membro e credo che sta volta non ce la farò a resistergli e mi lascerò andare... Ma sento bussare alla porta e Mimi affacciandosi e rimanendo un po' imbarazzata da quello che vede, chiede se voglio un passaggio in macchina; Davide dice in risposta no, perché si è offerto lui di accompagnarmi, lei annuisce e chiude la porta dietro di sé. Guardo Davide che ha tutti i capelli spettinati in avanti e non riesco a capire come questo ragazzo rimanga sempre così dannatamente sexy.
Purtroppo o forse per fortuna, in questo momento non posso far niente con lui, perché farei ritardo al lavoro, perciò scendo con i piedi per terra perché devo finire di prepararmi.
<È la seconda volta che la tua amica ti salva, ma sappi che la prossima volta non ti salverà nessuno> dice in modo molto malizioso.
<Mi stai per caso minacciando?> chiedo con le braccia incrociate, alzando un sopracciglio e trattenendo un sorriso.
<Ah-ah> scuote la testa <Ti sto avvertendo> replica dandomi un bacio in fronte, io mi giro verso l'armadio per continuare a ricercare il mio jeans e lui mi da una piccola pacca con la mano sul sedere, io mi giro di scatto e faccio la stessa cosa e ci mettiamo a ridere.
<Dai ora basta mi devo preparare> dico sorridendo e siccome sono stanca di cercare quel pantalone mi metto una gonna celeste a vita alta con le calze color carne e le superstar bianche; mi trucco con mascara e blush e raccolgo i capelli in uno chignon un po' disordinato, metto il mio giubbotto nero lungo e finalmente sono pronta per andare e così anche lui.
Entriamo in macchina e dopo 10 minuti arriviamo davanti al negozio dove lavoro, prima di scendere mi prende una mano.
<Sta sera ti passo a prendere per le otto, preparati!>
<Dove andiamo?> chiedo
<È una sorpresa> risponde dandomi un bacio, scuoto la testa e evito di fare altre domande, perché le chiacchiere  potrebbero andare per le lunghe e non riceverò nessuna informazione; così scendo e entro in negozio salutando le mie due colleghe dietro la cassa, pronta per svolgere il mio lavoro.

The suitcase full of dreamsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora