Papà sta male

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Daniel's POV
Afferro le chiavi della mia moto dal cassettone all'ingresso della villa e mi infilò velocemente gli anfibi neri. Ho bisogno di uscire da qui e respirare aria pulita.
Fanculo la ragazzina, non può pretendere di potersi rivolgere a me così. Non ne ha né il diritto né l'autorità. Se c'è una cosa che ho imparato da piccolo, è che nessuno può mandarmi di rispetto. Specialmente una bambina viziata e arrogante. "Fottiti" a me? Non esiste. E con quale permesso è rimasta a dormire nel mio letto? So di averglielo chiesto io, ma ero in un momento di debolezza e qualsiasi persona normale si sarebbe rifiutata di addormentarsi su di uno sconosciuto. Ma non lei. Che cazzo le passa per la testa? Le piace sentirsi una crocerossina per poi poter fare la vittima il giorno dopo, ben sapendo che mi sarei arrabbiato? Oppure quando stamattina si è accorta della decisione che ha preso nella notte si è disgustata da sola a tal punto da sgattaiolare via, sperando che io facessi finta di niente? L'idea malsana che volesse farsi una doccia solo per potersi "purificare" da me prende spazio nel mio cervello, ma cerco di mettere da parte le mie insicurezze. Non avrebbe senso.
-Dove cazzo pensi di andare?!- Jacopo mi raggiunge di corsa al cancello della villa.
-Fuori da qui.- replico salendo sulla moto. Lui si mette davanti alla ruota anteriore e afferra il manubrio.
-Non puoi guidare in queste condizioni.
-Come se te ne fottesse qualcosa.- rido di gusto per il suo insensato rimprovero, ma so che non ha tutti i torti. La mia moto pesa parecchio, e reggerla con un fianco messo fuori gioco non sarà semplice.
-Hai ragione, non me ne fotte. Ma sai cosa? Mi fotte della ragazzina, non puoi perdere il controllo così alla cazzo di cane.
-Alla cazzo di cane?- sibilo -Non eri nemmeno lì! Come cazzo si è permessa di... Mi ha mandato affanculo!
-Non frignare come un bambino permaloso, Denny.- Jacopo mi dà una lieve spinta sulle spalle canzonandomi, e io lo spingo lontano da me con più forza. Ok, forse oggi sono un po' irascibile. Non ho dormito niente, ieri è stata una giornata allucinante e ho un fianco lacerato. Mi gira la testa per la troppo poca energia, a malapena mi reggo in piedi e questo coglione viene a dirmi come mi devo comportare.
-Non chiamarmi così. E vedi di spostarti, vado a farmi un giro.- e mentre affermo le mie intenzioni con un tono palesemente irritato, capisco che non dovrei andare proprio da nessuna parte. Non mi sento le dita delle mani e ho le gambe di legno.
-Vai dove cazzo vuoi, ma non toccare la ragazzina.
-Ti ho già detto che non ci scopo, almeno fammi divertire.
Sì, forse dovrei sedermi prima di svenire.
-E' soldi! Vale diecimila euro, quella che tu hai scambiato per un giocattolo!- la voce di Jacopo mi arriva dritta al cervello come un cazzo di martello pneumatico, eppure la sento così vaga e lontana. Mi lascio scivolare per terra appoggiandomi alla moto, ma dalla faccia del mio amico devo essere caduto malamente al suolo.
-Stai bene?
-A meraviglia, ma non mi farò mettere i piedi in testa da una puttana di sedici anni solo perché me l'hai detto tu.
-Non sono cazzi miei come gestisci chi non ti rispetta, ma nel suo caso esigo che tu non ci giochi.
-Esigi?- rido a sue spese, e posso vedere la rabbia montare dietro ai suoi occhi marroni. L'improvvisa scarica di adrenalina che percorre il mio corpo a causa del moto di nervosismo che mi pervade è sufficiente a farmi ritrovare la forza necessaria per rialzarmi -Osa esigere, lo stronzo! Ricordati che se sei qui è solo grazie a me!
-Fanculo, Den- il debole pugno di stizza che mi piazza sulla ferita è quanto basta per farmi piegare in due dal dolore e riaccasciarmi a terra. Attraverso i puntini neri che mi danzano davanti agli occhi lo osservo ripercorrere la stradina di ciottoli che conduce all'ingresso laterale della villa.
-Fanculo a te.- borbotto, mentre la nausea mi attanaglia lo stomaco. Mi basta lanciare uno sguardo a una finestra del primo piano e notare Bambi fissarmi, per vomitare tutto il poco cibo inghiottito negli ultimi giorni.
Rimango seduto dove sono sull'erba umida e mi rifiuto di reagire a quasiasi stimolo, nemmeno quando la maglietta grigia sembra diventare più nerastra e la mia mano si colora nuovamente di rosso. Mi limito solo a sperare che non siano saltati i punti, e chiudo gli occhi, noncurante di qualcuno che mi sta correndo incontro. Non mi importa di niente, non mi importa di nessuno, non mi importa nemmeno di me stesso. Voglio solo rimanere da solo con il mio dolore, con i miei incubi, con i miei ricordi. Odio Jacopo, odio questo posto, voglio solo addormentarmi e non sentire più nulla. Ma evidentemente non sono ridotto così male.

Davide's POV
-Esagera!- Jacopo tira un calcio al divano centrale, facendo vibrare il lampadario. È incazzato. E quando è incazzato è impulsivo, e quando è impulsivo spacca mezzo mondo.
-Tiri giù la casa.- mi lamento pigramente, prendendo un altro sorso di Vodka Lemon. E' dannatamente buona, per quanto sia femminile.
-Cosa?- Leo ci raggiunge, strappandomi dalle mani la bottiglia di alcol e prendendone un sorso.
-Daniel ha alzato i toni, vallo a capire.- Drew alza gli occhi al cielo, prima di accasciarsi sul divano. E' ubriaco, con ogni probabilità.
-Ah- Leo mi ripiazza in mano il liquore e raggiunge Jacopo, che nel frattempo si è apprestato alla porta. I due escono dalla stanza, lasciandomi solo con Drew.
-Dov'è Jev?- gli chiedo.
-Che ne so. Passami la Vodka.
-Fottiti.- esco dal salotto con la bottiglia in mano, solo per incappare nel bambino sulle scale. È dannatamente inquietante.
-Papà sta male.- dice.
-E quindi?- Rispondo facendogli abbassare lo sguardo, i capelli lunghi a coprirgli il viso. -Non è tuo padre, comunque.- aggiungo. Fa spallucce e inizia a strattonarmi per la maglietta. Prima o poi lo fucilo, questo moccioso.
-Che cazzo vuoi?!- protesto, ma lui continua a trascinarmi. Lo seguo fino a una finestra del tinello e mi indica Daniel: è vicino alla sua moto, accanto al cancello, svenuto. E allora? Se dovessi contare le volte in cui uno di noi sviene, non finirei più. Alzo le spalle e torno al primo piano, imprecando per i pochi secondi precati. Devo assolutamente segarmi, o mi esploderà il cazzo. Magari se recupero la ragazzina può farmi un altro lavoretto dei suoi.

BambiWhere stories live. Discover now