Faccio un breve giro della casa e vedo solo gente addormentata o delirante, nel peggiore dei casi. Quando mi convinco che Nereus non si trova lì - o che è troppo ubriaco/fatto/stronzo per rispondermi - ritorno in bagno da Blue. Comincia a svegliarsi e a tremare. Lei si che è fradicia. Distrattamente, mi tolgo la camicia e la copro, perché non è che io abbia poi così freddo, anzi, come al solito sto morendo di caldo. E poi lei ne ha bisogno, altrimenti si becca una di quelle stupide malattie umane che ti fanno colare roba schifida dal naso.

-Cosa... ?- mormora Blue mezza addormentata, i capelli incollati alla faccia, i vestiti incollati al corpo, il corpo incollato al mio. Beh, l'ultimo punto sarebbe più che altro un desiderio, però va be'.

-Andiamo a casa, che ne dici?

Blue ondeggia, poi cade nuovamente in un sonno profondo. Maledizione, Nereus. -Va bene. Ho capito.- Mi inginocchio, faccio passare un braccio dietro le sue ginocchia e l'altro braccio attorno alle spalle, dopodiché la prendo in braccio. Non pesa granché e non so se preoccuparmene o esserne felice così non dovrò fare alcuno sforzo per portarla fino a casa. Decido di preoccuparmene dopo, anche perché adesso di preoccupazioni ne ho fin sopra i capelli che non ho più.
Apro la porta del bagno con un calcio un po' troppo forte, poi io e Blue usciamo da questa casa silenziosa. Quando esco la luce del sole mi acceca per un istante, dopodiché mi accorgo di trovarmi in campagna. Ci sono campi e, in lontananza, perfino un boschetto. Di fronte a me c'è un'ampia e lunga strada battuta, che porta ad un grosso cancello arrugginito e che poi da ad una strada asfaltata, deserta e fiancheggiata da alberi. I campi attorno alla casa - che tra l'altro è una casa enorme - sono molto grandi e disseminati qui e lì da bottiglie vuote. Sono così luminose, quelle bottiglie, come piccole ed inutili stelle. Ritorno a guardare il boschetto e capisco che quello è il posto giusto dove andare prima di tornare a casa. La Natura potrebbe darmi una mano a risvegliare Blue, o per lo meno potrebbe fare in modo di togliere la nebbia che ancora mi rincretinisce il cervello.
La strada da casa Jones a qui l'abbiamo fatta tutta a piedi, ma non me la ricordo, per il momento. Cazzo, non ricordo neanche quante dita io abbia in tutto o quante dita abbia Blue, ma suppongo siano lo stesso numero. Non dovrebbe essere diverso, nel senso, non ricordo che Blue mi abbia mai detto di non avere delle dita... oppure me l'ha detto?

Maledizione, Nereus.
Guardo Blue, ma lei non mi restituisce l'occhiata. Riprendo a camminare. L'aria è strana, satura di un sacco di odori. Sembra il luogo giusto nel quale un paio di bambini rompicoglioni possano trovare il cadavere secolare di un uomo o di un maiale. Certe volte le due cose coincidono. C'è un venticello piacevole e, anche se non potrà fare niente contro il caldo che sento, lo apprezzo comunque. Blue comincia ad agitarsi tra le mie braccia e io mi fermo, lasciando che i suoi piedi incerti si posino sull'erba bruciata dal sole. Lei si guarda intorno, confusa e fatta e bellissima, ed io faccio di tutto per non pensare che questo posto è una landa desolata nella quale nessuno ci sentirebbe ansimare. Maledizione, Nereus. Maledizione. Droga del cazzo.

-Dove... ?- Stringe gli occhi, accecata dal sole. Barcolla un pochino.

-Fuori dalla casa. Ti stavo portando nel boschetto.

Blue mi guarda, poi sposta lentamente lo sguardo altrove e rimane ferma a fissare il nulla, le labbra socchiuse, il corpo immobile. Sembra immersa nei propri pensieri, probabilmente pensieri senza senso. -E cosa c'è nel boschetto?- chiede con un filo di voce.

Ci metto un po' prima di rispondere: -Alberi.- È soddisfacente, come risposta. Mi congratulo con me stesso. Prendo la mano di Blue, ma mi scivola. La riprendo e la trascino verso il boschetto. Non è reticente, ma non è nemmeno propensa a seguirmi. -Ti ho trovato tra le mie gambe, quando mi sono svegliato...

-Bello- risponde lei, poi viene momentaneamente distratta da una farfalla. La tiro dalla mano per farmi seguire.

-Che cosa ci facevi, tra le mie gambe?

-Non so- mormora, guardando a bocca aperta la farfalla. Per un attimo anche io lo faccio, sorprendendomi dei raggi che filtrano dalle sue piccole e fragili ali e poi dai ghirigori psichedelici nel cielo e poi da altre cose strepitose... strepitose... strepitose...

-Il boschetto, Kevan.- Blue mi guarda e io la guardo e parte una musichetta scema.

-Sì, dobbiamo andare.

-Dov'è?

-Di là.- Indico un punto in lontananza. Lei annuisce e va dalla parte opposta. Io mi lascio trascinare finché Blue non esclama che ha caldo, tanto caldo. La osservo mentre si abbottona la mia camicia e rabbrividisce. -Mi prendi per il culo?- biascico. -Hai caldo o hai freddo?

-Mi scusi...- La ragazza perde l'equilibrio e si scontra contro il mio petto. Entrambi barcolliamo e lei mi punta un dito contro, sbottando: -Mi scusi, signore...- La voce si abbassa di qualche tono fino a scomparire, dopodiché Blue riprende a biascicare: -Vorrei cortesemente il mio gelato alla banana!

Osservo per qualche secondo il punto in cui prima c'era la sua faccia, dopodiché capisco che è caduta a terra. Allungo un braccio per prenderla perché mi sento abbastanza vicino da poterlo fare, invece afferro solo l'aria. -Non ci arrivo... Blue, aiutami a prendere questa qua...

Come farebbe Blue ad aiutarmi nel prendere sé stessa non lo so, però boh, nella mia testa ha senso.
Mi fermo. Scuoto la testa una, due, tre volte, ritornando più o meno in me. -'Fanculo, Nereus!- urlo, dopodiché mi guardo intorno. Terra. Casa. Casa. Terra. Strada. Terra. Boschetto. Boschetto. Boschetto. Boschetto. -Andiamo, dài.- Faccio un profondo sospiro e riprendo Blue tra le braccia. Lei si stiracchia, poi mi stringe le braccia attorno al collo e tenta di baciarmi. -Piano, piano, piano!- Mi allontano il più possibile dalle sue labbra e lei alla fine ci rinuncia. -Almeno dillo, che sei gay!

L'esclamazione mi spiazza per un istante, nel quale balbetto come un demente. -Io non... non sono gay!- sbotto infine, qualunque cosa significhi. -È che non voglio che mi baci in queste condizioni. Sei fatta. Abbiamo respirato per tutta la notte il fumo delle sigarette di Nisa e abbiamo mangiato chissà quante caramelle. Appena becco Nereus...

-Le tue corna sono bellissime.

Guardo Blue, sconvolto.

-Le ho viste ieri, con gli occhiali che la mamma mi ha...- Comincia a tastarsi dappertutto, sempre più nel panico. -Aspetta, dove sono?- mormora. Si ferma. Mi guarda. È spaventatissima. -Kevan.- Questo tono non mi piace per niente. -Kevan, ho perso gli occhiali.









Enchanted ||VINCITRICE WATTYS2017||Onde as histórias ganham vida. Descobre agora