justin bieber (III°)

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La mattina seguente, la luce del sole che introva dalle finestre mi costrinse a svegliarmi. Sentivo un peso sulla pancia e non appena i miei occhi si abituarono alla luce, riconobbi la chioma bionda di Justin, che dormiva tranquillamente con le labbra leggermente dischiuse, una mano sul mio seno e l'altra sulla mia coscia. Gli accarezzavo i capelli delicatamente. Lui si svegliò e appena aperti gli occhi alzò la testa con uno sguardo ancora assonnato, mi guardò, mi sorrise e mi baciò sdraiandosi sopra di me, il contatto pelle a pelle mi fece sussultare <<buongiorno amore mio>> dissi sorridendo <<buongiorno piccola>> si appoggio con la testa al mio petto. Continuato ad accarezzargli i capelli mentre lui mi accarezzava il fianco destro, ma poi, di colpo si fermò e alzo la testa di scatto <<che c'è?>> gli chiesi, lui mi guardò <<Ale... mi sa che ero tanto ubriaco ieri notte.>> io sorrisi e gli chiesi <<perché dici così?>> <<io.... io credo di essermi... sì insomma, di essermi dimenticato di mettere il... si il... preservativo>> a quella frase spalanca gli occhi e lo spinsi dall'altra parte del letto, mi alzai in piedi e mi girai a guardarlo. Era sdraiato sulla schiena e teneva le mani sul viso e il lenzuolo bianco che lo copriva fino ai fianchi.

***

Era passata una settimana da quella notte e nessuno dei due ne aveva parlato. Ariana mi consigliò di fare un test, ma io mi rifiutai categoricamente << Ale, ma tu provaci, così ti togli un peso, no?>> <<no Ari, e poi non ho nemmeno i "sintomi", quindi sarebbe inutile.>> avevo appena mentito, era da un paio di mattine che mi svegliavo con la nausea, non riuscivo a controllare le mie emozioni, ma non volevo credere di essere veramente incinta. Le continue preghiere di Ariana mi fecero arrendere, così andammo insieme a prendere uno di quei testi in farmacia.

<<su dai muoviti, vai in bagno e fai presto che sono curiosa.>> Ariana stava urlando, era peggio dei tifosi allo stadio, mi stava spingendo praticamente dal nostro ingresso in casa <<sì Ari, si, ora vado>> dissi ridendo. Salii le scale e mi diresti in bagno, portarmi dietro la scatoletta con il test.

Non è che non volessi diventare madre, anzi ero elettrizzata all'idea che dentro di me ci fosse una piccola creaturina, ma il problema era la reazione che avrebbe potuto avere Justin, e l'idea di una reazione negativa mi avrebbe spezzato il cuore. Appena fatto il test misi il timer sul cellulare e scesi in sala da Ariana che era in ansia quanto me <<fra 5 minuti avremo il risultato>> le dissi sedendomi vicino a lei sul divano di pelle bianca <<Ale, sappi che qualunque sia il risultato io ti sarò vicina e ti aiuterò>> mi sorrise e io l'abbracciai <<ti voglio bene Ari>> dissi mentre una lacrima di gioia mi bagnava la guancia.

Dopo due minuti guarda il test... ~POSITIVO~

Quella sera appena Justin entro in casa e mi assalì il panico. Ero seduta sul letto mentre mi giravo il test di gravidanza tra le mani. Mi misi a piangere per due motivi: il primo è che ero felice, perché sarei diventata mamma; il secondo era la reazione che avrebbe avuto Justin. <<amore? dove sei?>> cercai di trattenere le lacrime <<sono qui J>> lo senti salire le scale e appena sì affaccio alla porta lo vidi con un enorme sorriso, che però scompare non appena notò le mie lacrime <<amore. Ale che è successo?>> mi si avvicinò di corsa e nascosi il test sotto al sedere. Mi prese le mani e si piegò davanti a me tra le mie gambe <<ehy piccola, che hai?>> e ora? come glielo dico? <<J devo dirti una cosa, ma devi promettermi che non urlerai>> dalla sua faccia capivo che era impaziente ma allo stesso tempo preoccupato <<sì amore mio, te lo giuro>> presi un lungo sospiro e glielo dissi <<J io... io sono incinta.>>

Non disse niente, si alzo e si allontanò da me e le lacrime ricominciare a scendermi lungo le guance <<J? Justin dì qualcosa>> sembrava quasi una supplica la mia <<cosa vuoi che ti dica? che sono felice anche se dovrò rinunciare a tutto? anche se non sono per niente felice?>> la sua voce era calma ma fredda, anzi gelida. A quelle parole senti un vuoto, un dolore straziante e la cosa peggiore era che non mi aveva neanche guardata mentre pronunciava quelle parole <<mi dispiace Alessia, ma non posso prendermi una responsabilità del genere>> non riuscivo a dire niente, il dolore che sentivo era troppo per una qualsiasi parola. Lui aggiunse nient'altro, prese le chiavi della macchina e se ne andò, così senza guardarmi, senza dire niente.

Immagina //in Correzione//Where stories live. Discover now