Capitolo 9

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"Perché non ti fermi un paio di giorni in più?"
"Mi piacerebbe molto, ma ho un matrimonio da organizzare e una figlia da crescere"
"Kayla è con James, non c'è nulla di cui temere"
Corrugo la fronte e senza aprir bocca, guardo mia madre da dietro la tazza di tea.
"Ho detto qualcosa di male?"
"Mamma è James, a malapena sa badare a lui stesso, vuoi che sappia badare a una bambina di cinque anni per più di tre giorni?"
"Forse ogni tanto, tu dovresti darli più fiducia. Quel ragazzo, è un ottimo padre"
Appoggio la tazza ancora piena, sul tavolo del salotto. "Non ho mai pensato il contrario e mai lo penserò, ma non me la sento di restare giorni in più, ho veramente voglia di tornare a casa mia, a Chicago"
"Capisco. Vorrà dire che io e tuo padre, resteremo più tempo in America"
"Cosa intendi con più tempo? Non avrai davvero preso in considerazione l'idea del trasferimento?"
"Oh no, per l'amore del cielo, non potrei mai vivere in un caos come quello... Ci fermeremo per più giorni dopo il matrimonio e dopodiché, ce ne torneremo qui a casa..."
Annuisco.
"Avete già pensato al viaggio di nozze?"
"No, anche lui rientra nella lista delle cose da organizzare"
"Stai scherzando? Jodie, ti rendi conto che non avete organizzato un bel niente? Ma siete sicuri di volervi sposare?"
"Hai altre domande?"
"Sono seria, non sto scherzando..." incrocia le braccia al petto. "Cosa diamine state aspettando?"
"Non abbiamo avuto davvero tempo... Dopodomani quando sarò di nuovo a Chicago, finiremo tutto"
"Vorresti dire inizieremo tutto non finiremo"
Alzo gli occhi al cielo e in modo tutt'altro che carino, sposto la sedia all'indietro.
"Dove vai?"
"In centro, tornerò per cena, forse"


Mi era mancato anche questo della mia vita inglese: discutere con mia madre, uscire incazzata nera di casa e sedermi sulla prima panchina libera di Hyde Park con in mano, il solito milkshake alla vaniglia.

"E così le nostre strade, si sono unite, di nuovo"
"Ti diverti a seguirmi?"
"No... Stavo semplicemente passando di qui"
Getto il contenitore di plastica nel cestino di fianco e ignorando Richard, mi alzo dalla panchina.
"Te ne vai?"
"E' tanto evidente come cosa?"
"Ascolta Jodie, in passato ho sbagliato, è vero, ma ora sono cambiato"
Alzo entrambe le sopracciglia.
"Non mi credi?"
"A dire la verità, no e anche se fosse, non sono cose che mi riguardano"
Si siede a peso morto sulla panchina di legno. "Credo che lasciarti andare, sia stata la più grossa stupidata che io potessi mai fare in vita mia. Quel giorno, avrei dovuto lottare e invece, ho preso la decisione più semplice e meno complicata, andarmene"
"E anche la più sensata"
"Cosa stai cercando di dire?"
"La verità Richard, solo e soltanto la verità..." passo una mano tra i capelli. "Se quel giorno le cose fossero andate diversamente, io ora, con molta probabilità, non avrei la mia famiglia"
Corruga la fronte.
"Non avrei avuto tutto quello che ho ora"
Annuisce. "James è molto fortunato"
"E io sono molto fortunata ad avere lui e Kayla" sorrido.
"Tra quanto ripartirai per tornare da loro?"
"Domani... Domani nel primo pomeriggio"
Abbassa lo sguardo sull'erba. "Magari potrei passare una corsa in aeroporto e salutarti"
"No non farlo, non è il caso"
"E perché?"
"Questa domanda non ha bisogno di risposte" stringo i manici della borsa nella mano. "E ora, se non ti dispiace, devo andare, ho delle valigie da riempire e una cena che mi aspetta"
"Un'ultima cosa..."
Lo guardo mentre si alza e velocemente, mi raggiunge.
"Mi ha fatto piacere rivederti"
"Va bene... Quindi?"
"Quindi niente... Volevo solamente farti sapere che tu..." avvicina la bocca al mio orecchio. "Che tu resterai l'unico vero amore della mia vita, Jodie"

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