Poi mi ripresi e mi diressi verso i divani, già occupati dagli altri. Finn incontrò il mio sguardo e i suoi occhi si illuminarono di felicità.

Batté la mano sul divano sul posto ancora libero, senza distogliere lo sguardo da me. Lo raggiunsi, ma a metà strada, una mano mi prese il polso. In una unica mossa, ero di fronte a Garrett.

«Non te ne pentirai.» La sua bocca era vicino al mio orecchio. Sentivo il suo respiro caldo sfiorarmi il lobo. Rabbrividii, sentendomi pervasa da una sensazione di piacere.

«Eh?» riuscii a mormorare col fiato corto e lo stupore percepibile nel mio tono.

Le sue labbra si spostarono sul mio collo, sfiorandolo appena, mentre le sue mani si immergevano nei miei capelli. Trattenni un gemito.

Sentii le sue labbra piegarsi in un sorriso divertito.

«Non ti deluderemo, promesso.»

Finì la promessa baciandomi i capelli.

Restai immobile. Cosa? Perché diavolo avrebbe dovuto dirmi una cosa simile?

Sospirai ancora confusa. Finn mi guardò con un sopracciglio alzato.

«Però, Garrett non sembra superare dei limiti?» domandò lui. Alzai le spalle e arricciai le labbra, confusa quanto il mio amico.

«Se ti crea dei problemi, dimmelo.» Lo disse lentamente ed a bassa voce, mentre mi guardavo intorno per assicurarmi che nessun'orecchia indiscreta ci stesse ascoltando.

Amanda e Cassie, sull'altro divano, stavano discutendo vivacemente. Mi parve di sentirle discutere di qualcosa come vestiti e fashion. E non me ne stupii molto. Non avevo dubbi che loro potevano andare d'accordo.

Kelly, seduta di fianco a me, stava guardando alcune e.mail e presunsi fossero di lavoro, dato che riuscii a leggere nell'oggetto: New York Fashion Boutique.

Quando riposi gli occhi su Finn, lui mi stava ispezionando a fondo, con gli occhi diffidenti.

«Stai tranquillo, Finn» lo rassicurai con un mezzo sorriso. «Non succederà nulla che non voglia.»

Ero convinta che Garrett stesse giocando quindi, senza il mio consenso, non avrebbe superato la linea, venendo a letto con me.

Finn non sembrava molto convinto delle mie parole. Ma, dopo avergli preso la mano e unito le dita con le sue, emise un sospiro rumoroso.

«Lo spero per lui» borbottò con un filo di irritazione nella voce.

Diedi un'occhiata davanti a me. Van aveva già accordato il basso ed era pronto. Alex sembrava ancora avere qualche problema a far funzionare il suo strumento, la testa abbassata e le dita indaffarate sulle corde. Pochi minuti dopo, sospirando, si mise una mano tra i capelli, e alzò la testa, la chitarra stava dondolando sul suo fianco.

Scoccò una breve occhiata al pubblico e mi sorrise. Ricambiai il sorriso e rivolsi lo sguardo a John che, tranquillo e in disparte, teneva in mano il portatile ed aspettava che Garrett avesse finito di lavorarci.

Garrett era girato di spalle e stava digitando pesantemente sui tasti. La stanza, all'improvviso, si riempì di un suono di batteria che venne subito fermato da Garrett.

Appena concluse, John guardò rapidamente Garrett e, sedendosi sul pavimento, fece cadere l'attenzione sul portatile, la mano sul mouse.

Garrett si mise al centro con un ghigno obliquo. Lo sguardo era rivolto sul piccolo pubblico. Non sembrava affatto essere intimorito o ansioso. Era sicuro di sé e la sua sicurezza tradiva presunzione. Alzai gli occhi al cielo, guardando la mia mano unita a quella di Finn.

Scelti Dal Destino (#Wattys2016)Where stories live. Discover now