A Shiver Behind My Back

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"Non farlo... Non dire "addio"... non ancora..."
-Cit. Titanic


Due Mesi Dopo...

JUSTIN'S POV:

Anche quella mattina mi svegliai con le lacrime agli occhi.
Ogni risveglio era una tortura... ovviamente solo quelle poche volte che riuscivo a dormire.

Guardai attorno per controllare se ero da solo nella stanza e proprio come avevo ipotizzato lo ero.

Automaticamente mi alzai dalla poltrona su cui avevo dormito ogni giorno negli ultimi due mesi e andai verso il lettino dalle lenzuola bianche, dove giaceva Genny.

In questi ultimi due mesi ero diventato una vera e propria femminuccia, è imbarazzante da dire ma non facevo altro che piangere quando restavo da solo, ero un relitto.

Tutto quello che era successo era colpa mia e basta.

Genny era in coma e ogni attimo di ogni minuto di tutte le ore della giornata, tutti i giorni, lo passavo pregando Dio che si risvegliasse.

Non potevo vivere con questo rimorso e temevo quel giorno che il dottore sarebbe venuto a comunicarmi che non c'era più speranza.

Prima d'ora niente poteva spaventarmi, ma l'idea di perderla mi terrorizzava a tal punto da farmi fare l'inimmaginabile.

Era così bella anche mentre se ne stava lì, inerme, inconsapevole del dolore che stavo provando.
Purtroppo però era dimagrita ancora di qualche chilo e ora era davvero preoccupante il suo stato vegetativo.
Tutto il male che le era successo era solo a causa mia. Mi odiavo.

Dannazione!

Non avrei mai dovuto coinvolgerla.

*Flashback*

Cosa farai? Cazzo questo sì che è un bel casino!disse Scott.

Il punto è che non avevo molta scelta,  non avevo scampo, se me ne andavo non sarei potuto stare con Genny e se restavo c'era un'alta probabilità che mi avrebbero arrestato e anche in quel caso non sarei potuto stare con Genny per accettarmi che stesse bene... ma più di qualunque altra cosa mi importava solo di salvarla, anche se questo volesse dire lasciarla.

Infatti ora ce ne andiamo.risposi guardando Genny fra le mie bracciaSubito. aggiunsi.

Dove? E come credi di nasconderlo ai suoi genitori?! Scott spostò lo sguardo dalla strada solo per un istante e lo puntò su di me.
Non mi frega un cazzo dei suoi genitori ora! Devo salvare Genny a qualsiasi costo. L'hai chiamato Niall?

Niall era un nostro amico che lavorava all'ospedale, di solito si occupava di noi quando cadevamo in gara e ci facevamo male, ma stavolta dovevo convincerlo ad aiutarmi fuori dall'ospedale, perchè non potevamo rischiare ancora, già avevamo sprecato troppo tempo per sbarazzarci del corpo di Dax, l'ospedale avrebbe di sicuro chiamato la polizia e la polizia avrebbe chiesto chi fosse stato a sparare a Genny e così sarebbe saltato tutto.
Non potevamo rischiare, a meno che non ce ne fosse un urgente bisogno.

Si, ha detto che ci sta aspettando fuori all'ospedale.disse e senza rallentare svoltò nella via dove si trovava l'ospedale.

Eccolo lo vedo Ero molto nervoso, Scott accostò e Niall aprì subito la portiera del mio lato.

Niall era un bravo ragazzo, era di tre anni più grande di me ed era uno dei dottori più bravi che conoscevo.
Un giorno mentre mi stava controllando il ginocchio dopo una caduta mi disse che si era laureato con il massimo dei voti in tutte le materie e che lo stesso giorno per piacere ad una ragazza che aveva conosciuto si era tinto i capelli di biondo e da allora non li cambiò più, questo suo modo di scherzare anche su un argomento abbastanza serio come la laurea lo rendeva simpatico e questo alla gente piaceva, ci sapeva fare.

SHIVER (Sequel di IMPERFECT) Where stories live. Discover now