Fuori sta tuonando, come se il tempo fosse in sintonia con la mia vita. Non riesco proprio a capire perché Matt passi sempre dall'essere aggressivo a farsi improvvisamente vicino, per poi tornare totalmente distaccato, comportandosi come se nulla fosse. A volte mi chiedo se lo faccia a posta, se si diverta, ma non sarebbe da lui. Quindi perché lo fa? Le parole di Derek continuano a rimbombarmi in testa "stai sprecando il tuo tempo, ma chiaramente tiene a te". Lui tiene a me ed è per questo non prova a fare nulla? Sospiro, tutto ciò non ha senso. I miei occhi sono appannati dalla pioggia e,probabilmente, anche per il modo in cui Matt e io ci siamo lasciati. Mando un messaggio a Derek, ma non risponde. Mentre i pensieri mi invadono la testa, il telefono squilla. Ho qualche speranza, ma è soltanto Lexy.

"Dimmi Lexy"

"Hey, che succede?"

"Sto bene, sto tornando dalla palestra, tutto qui"

"Ah ok. Ti chiamavo per sapere come stessero Matt e Derek"

"I fratelli stanno bene. Matt è ancora arrabbiato con Derek, mentre Derek continua a ignorare i miei messaggi"

Lexy non dice nulla.

"Come potrai immaginare, stanno iniziando a farmi innervosire"

"Hai bisogno di una pausa. O di una cioccolata per tirarti su."

Rido nervosamente.

"Credo che avrò bisogno di una flebo di cioccolata, chiederò al medico del pronto soccorso..."

"Era carino almeno?"

"E che ne so?! Non ci ho proprio fatto caso"

"Certo, scusami"

Non me ne potrebbe fregar di meno di quel tizio, so fin troppo bene da chi sono già occupati i miei pensieri.

"Devo andare Jenn. Stai calma e chiamami se hai bisogno. Lexy è al tuo servizio!"

"Grazie Lexy, ma starò bene. Ciao"

Riaggancio sentendomi vuota. Credo che mi farò un bagno per togliermi dalla testa tutti i miei pensieri assurdi. Sempre che sia possibile.

****

Questa mattina sono di pessimo umore. Lexy ha dichiarato la crisi e che dobbiamo pianificare una notte fuori insieme, a fine settimana. Stando alle sue parole ho bisogno di divertirmi un po'. Entro in ufficio ignorando Matt e l'atmosfera è fredda come il ghiaccio. Ci stiamo comportando come due mocciosi. Non ce la faccio più, e inizio a parlare.

"Le altre volte ti sei trattenuto?"

"Huh?"

"In palestra, ti sei trattenuto?"

Matt fa un passo indietro, perplesso. Il suo volto ha la classica espressione di allerta, mentre si chiede dove sia il tranello.

"Di che stai parlando?"

"Non ci sei andato leggero ieri..."

"Oh..."

Matt sembra a disagio e mi guarda in maniera strana.

"Che c'è?"

"Scusa se ti ho colpito troppo forte"

"Al contrario, sembrava un vero combattimento!"

Il mio tono è chiaramente aggressivo. Mi conosco, sono sul punto di esplodere. Il tipo di esplosione che fa un sacco di danno.

"Francamente, non ho bisogno di essere protetta. So combattere"

"Non ho mai detto il contrario"

"E allora perché ti trattenevi prima?"

"Ma non lo so, temevo di farti male, forse..."

"Wow!"

"Jennifer..."

Matt getta le mani in alto, come a dire che sto facendo tante scenate per nulla. Questo mi fa innervosire ancora di più. Però so che ha ragione, perché sto dicendo cose che non hanno un senso? Me la sto prendendo con lui senza motivo.

Mi avvicino a lui, parlando a bassa voce perché nessun altro senta.

"Quando avevo sei anni, il figlio della mia tata, vicina di casa, si divertiva con me mentre lei era occupata a fare altro, invece di ciò per cui i miei la pagavano. Quindi ho sempre saputo dell'esistenza dell'uomo pericoloso e ho imparato a difendermi".

"Jennifer, non lo sapevo..."

Matt si fa improvvisamente triste, tanto da farmi stare male. Cosa mi è preso? Non ho mai raccontato a nessuno questa parte della mia vita. Mi sento così patetica che abbandono velocemente la stanza. Mi dirigo verso l'ascensore guardando in basso. Sono un'idiota a comportarmi in questo modo. Entro nell'ascensore, premo violentemente il tasto al piano terra, ma lo faccio ripetutamente.

"Questi maledetti ascensori! Dai !!"

"Chiedo scusa?"

Adesso chi è?! Come alzo lo sguardo verso la sconosciuta voce maschile che ha appena parlato, vedo due radiosi occhi marroni guardarmi.

"...Mi scusi"

L'uomo in piedi avanti a me è estremamente elegante e ha un'aria intimidatoria, avrà una trentina d'anni.

"Che hanno che non va i miei ascensori?"

"..I suoi ascensori?!

"Sì"

L'atmosfera si fa bizzarra. L'uomo alza leggermente il mento, guardandomi divertito. Le porte sono chiuse e l'ascensore ha iniziato a scendere verso il piano terra.

"Lei è?"

"Jennifer, lavoro al 42° piano"

"Bè, credo che dovrò organizzare un seminario sulle relazioni per gli impiegati del 42° piano. Mi sembrano parecchio agitati"

"E lei sarebbe?"

"Il signor Hunt. Questo edificio e i sui 'maledetti' ascensori appartengono a me"

Rimango a bocca aperta. Grande, ho appena fatto la più grande figura della stupida di fronte all'uomo più potente della compagnia. Complimenti! Mi rincuora il fatto che l'abbia detto in tono scherzoso.

"Se vuole scusarmi, io scendo qui"

Mentre mi passa di fianco mi lancia uno sguardo di quelli che ti fa sentire vulnerabile. Poi scompare. Grandioso!

 Grandioso!

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HE.LUI.Where stories live. Discover now