Capitolo 12

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Quando la luce del nuovo mattino fece capolino, io non avevo ancora compreso i miei sentimenti. Non ero riuscita a dormire a forza di rimuginare e quel mio sacrificio fu vano poiché non ero giunta ad una vera conclusione. Tuttavia, in mezzo a quel mare di dubbi ed incertezze, ci fu qualcosa che mi insospettii: la gelosia. Durante la cena non avevo smesso per un secondo di guardare infastidita Dion ed Elise flirtare. Mal sopportavo le attenzioni che lei rivolgeva a lui ma più di ogni altra cosa, odiavo quando Dion le rispondeva. Oltre a ciò, c'era da aggiungere che in quel primo giorno di vacanza non avevo mai pensato a John o sentito la sua mancanza. Forse era troppo presto per provare dei sentimenti nei suoi confronti o forse questi erano degli indizi sulle mie vere emozioni. Quando mi decisi ad uscire dal letto per fare colazione, mi accorsi che la casa era silenziosa. Guardai l'orologio elettronico fissato al muro della mia stanza. Erano le sei del mattino, un orario davvero inusuale per i miei standard. L'aver dormito tanto in spiaggia e poi la sera a letto presto pur di non vedere le due coppiette, beh aveva scombussolato il mio orologio biologico. Con le infradito rosso ciliegia scesi silenziosamente le scale, decisa a farmi una colazione coi fiocchi. Rimasi tuttavia bloccata quando entrando nella cucina il mio sguardo si scontrò su una schiena ampia dalla vita stretta e da quelle fossette di venere irresistibili. Mi morsi il labbro.

Cavolo bisognava sempre trovarsi, appena alzata, con quella visione davanti agli occhi...

Dion si girò e i nostri sguardi si incontrarono nuovamente. Un brivido mi percorse tutta. Piegò le labbra perfette in un sorriso sbieco

<< Buongiorno >>

A quel suo modo di fare il mio cuore rispose con una piccola capriola << 'Giorno >> mormorai intimidita.

<< Fame? >>

A quella domanda il mio sguardo scivolò verso le uova strapazzate e il bacon nella padella che aveva in mano. Il mio stomaco rispose per me.

Ridacchiò << Preparo anche per te >>

<< Grazie >> balbettai mentre con la mente decidevo i mille modi per sotterrarmi.

<< Di niente >>

Per un po', l'unico suono fu l'olio che friggeva e in quel silenzio mi appagai della sua visione ai fornelli. Non potei non rivivere il passato quando, da più piccola subito dopo scuola, mi rifugiavo nell'appartamento che ora consideravo anche mio.  Il rumore dei piatti mi fece risvegliare dal ricordo. Guardai con ammirazione il bendidìo che aveva cucinato Dion. Sorrise.

 << La tipica colazione Americana >> mormorò aggiungendo un bicchiere di arancia per entrambi.

Ridacchiai << Anche a Londra è così >>

Mise il broncio << Per favore non mi rovinare il momento >>

Scoppiai a ridere forte e il suo sguardo si addolcì. Lo guardai a mia volta, spiazzata dal suo radicale cambiamento.

<< che c'è? >> mormorai imbarazzata.

Scosse la testa << Mi mancava la tua risata >> sussurrò poi.

Arrossii vistosamente mentre sentivo il mio cuore battere ancora più forte nel petto. Cercai di concentrarmi sul sapore delle uova ma era difficile con lui che continuava a fissarmi. All'improvviso decisi di prendere coraggio.  Deglutii nervosamente e sollevai il capo nella sua direzione. 

 << Senti riguardo a l'altro ieri .... >>

Sbatté le ciglia folte e mi regalò un sorriso degno di un Dio. << Sì? >>

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