Capitolo 12

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Pov Sascha
Tutto va abbastanza normalmente.
Io mi sono arreso al fatto che non potrò più camminare ma mi sforzo di sorridere con la mia famiglia.
Mi sono rifiutato di farmi vedere dai miei amici così, quindi questo è il terzo giorno che non lo vedo.
Stefano non si è minimamente interessato, non una chiamata non un messaggio, all'inizio speravo fosse per la mancanza di internet, ma l'internet per caricare foto su instagram l'ha trovato, quindi la escludo come opzione.
E in più da dopo "l'inicidente" una sedia a rotelle si trova in pianta stabile ai piedi del mio letto.
Ok, forse non va tutto normalmente.
La maniglia si abbassa e non ho idea di chi possa essere.
Mia mamma e mia sorella oggi vengono al pomeriggio e non ho visite oggi, quindi non è il medico.
La porta si apre e vedo entrare Stefano.
Butto un occhia alla sedia e spero che non la veda.
Se succede é la fine.
Lui entra sorridendo e intuisco che il weekend sia andato alla grande.
"Hey!" mi saluta contento "come va?" chiede.
Vorrei potergli dire la verità, poterlo guardare negli occhi e dirgli che la mia vita fa schifo.
Vorrei che lui lo capisse solo dal mia sguardo.
Ma non posso dirgli niente, ne lui capirà qualcosa da solo.
E forse solo ora realizzo la cosa peggiore di tutte.
Quel legame, quel rapporto che avevamo solo noi, non c'è più.
A lui non interessa più di me come una volta.
Non gli interessa neanche la metà.
Perchè non sono Marina, sono solo l'amico strano che l'ha baciato e poi s'è pure fatto investire.
Sento la testa che comincia a fare male, ho pianto troppo in questi giorni, ma sento che sta per succedere di nuovo.
"Vattene per favore" mormoro.
Non avrei mai pensato di dire una cosa del genere, ma al momento voglio restare solo.
La prima lacrima cade.
"Cosa?" chiede lui confuso.
"Va via!" esclamo guardandolo dritto negli occhi.
La sua espressione mista fra stupore e tristezza fa come da miccia però.
Non riesco a trattenermi e scoppio.
Le lacrime escono da sole e non posso far altro che coprirmi con le mani come posso.
Lui dopo qualche secondo finalmente decide di muoversi, ma nella direzione sbagliata.
Si avvicina e mi stringe.
È un abbraccio, uno di quelli veri, e cosa posso fare se non stringermi a lui come se fosse la mia ancora di salvezza.
E forse lo è, il problema è che non sono sicuro voglia esserlo.
Solo ora mentre mi stringo a lui però capisco quanto mi sia mancato tutto di lui.
E forse in questi giorni non ho avuto bisogno di un abbraccio qualsiasi.
Avevo bisogno del suo.
"Perchè non c'eri?" chiedo fra le lacrime poggiandomi alla sua spalla.
Lui per un attimo trattiene il respiro "scusa, prometto che non me ne vado più" dice serio.
"Non promettere cose che sai di non poter mantenere per favore" mormoro.
Non posso far altro che accettare anche questa situazione.
"Sascha che è successo? Perchè la sedia a rotelle?" chiede allontanandosi un poco.
Il momento è già finito e già ne sento la mancanza.
Sento la mancanza di lui.
"Te l'ho detto, se i risultati sono positivi mi mandano a casa, ma tu non hai voluto sentire il resto" dico piano asciugandomi gli occhi.
Lui sbianca leggermente e mi guarda come aspettando un continuo.
"Se i risultati sono positivi mi mandano via perchè non potrò camminare mai più" spiego guardando il vuoto con un piccolo sorriso triste.
"Oddio" mormora lui stringendomi subito "mi spiace così tanto"
Sta volta non ricambio, ma lui non si sposta.
"Non hai motivo di dispiacerti, tu non centri niente" dico serio poggiandomi però a lui e sentendone il profumo.
"Invece si" mi risponde con convinzione "avrei dovuto esserci, invece nonostante tu fossi in questa situazione ho pensato solo a me stesso" dice stringendomi di più.
"Quando tu mi hai detto che te ne andavi l'avevo appena scoperto" dico come se questa potesse essere l'informazione più inutile ma al contempo importate della storia.
Lui scuote la testa piano "dimmi cosa posso fare per farmi perdonare" dice prendendomi le spalle e allontanandosi di scatto.
"Non hai niente da farti perdonare" dico con il solito piccolo sorriso di circostanza.
Lui ci pensa un attimo "beh allora dimmi cosa posso fare per farti felice" dice sorridendomi.
Giuro che il suo è il sorriso più bello del mondo, davvero.
"Posso chiederti due cose?" dico allora.
È l'unica cosa che potrebbe fare in questo momento per rendermi felice.
Lui annuisce subito.
"Chiudi gli occhi" chiedo subito e lui arrossisce probabilmente consapevole di cosa sta per succedere.
Io faccio un respiro cercando di calmarmi poi mi avvicino.
"Per favore Ste, fai finta di volerlo anche tu" mormoro a un soffio dalle due labbra.
Poi lo bacio per l'ennesima volta.
Questa volta sembra quasi un bacio vero.
Lui mi poggia le mani sulle guance e risponde al bacio.

Pov Stefano
Gli poggio le mani sulle guance e rispondo al bacio.
Lo sto facendo solo perchè lui me l'ha chiesto vero?
Poi per la prima volta lui muove lentamente le labbra sulle mie.
All'inizio mi ha sorpreso ovviamente, ma mi ritrovo a ricambiare subito.
Lui poggia timidamente le mani sui miei fianchi.
Quasi non mi capacito di come ogni bacio mi faccia provare più emozioni.
Le mia dita a contatto con la leggera barba ispida.
Il suo sapore totalmente diverso da quello di Marina, non dolce e appiccicoso tipico dei lucidalabbra, più vero.
Fantastico.
La velocità del bacio aumenta un po' e mi ritrovo a spostare le mani fra i suo capelli mentre le sua braccia mi avvicinano di più.
È un po' strano, pensavo che mi sarei trovato in imbarazzo in una situazione del genere e invece vorrei che questo momento non finisse mai.
Però ci allontaniamo.
"Wow" dico a me stesso.
Non apro subito gli occhi, sarebbe come svegliarsi da un bel sogno.
Lui non sembra dello stesso avviso però.
"Seconda richiesta" dice infatti dopo neanche cinque secondi obbligandomi a guardarlo "dimenticati tutto"
La sento la tristezza nella sua voce, non vorrebbe, ma probabilmente la vede come unica soluzione.
"Fosse facile" bisbiglio fra me e me.
Lui spalanca gli occhi e mi guarda "cosa?" chiede in un sussurro.
Ci penso un attimo, ma perchè non dirglielo?
"Ci ho provato ok? Voglio dire, io sono fidanzato con Marina, non è normale che voglia baciare te, o che pensi a te mentre sono con lei. Ma non ci riesco" gli dico senza neanche guardarlo.
"Forse sei solo confuso... Insomma, io ti ho baciato senza che tu ti aspettassi niente del genere e forse ti ha lasciato un po' spaesato" cerca di trovare una risposta.
Dev'essere doloroso per lui cercare di trovare un motivo per cui non piace al ragazzo per cui ha una cotta.
Mi sento uno stronzo per questo, il problema è che mi sa che questo la sua idea non c'entra niente.

Bam bam!
L'avevo detto che arrivava in anticipo.
Che dite, ce la facciamo ad arrivare a 50?
Fatelo per la dolciosità!(^ω^)
Commentate se vi va e ci vediamo al prossimo capitolo.
Ciao ciao
Emma

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