Capitolo 13

2.7K 267 92
                                    

Pov Stefano
Alla fine ieri sera sono stato mandato via dai medici perchè era finito l'orario di visita pochi minuti dopo il bacio, quindi non abbiamo avuto modo di parlarne per bene.
Però ho avuto tutta la notte per pensare.
A me.
A lui.
A noi.
Perchè ormai è palese che esiste un "noi", anche se non mi è ancora ben chiaro cos'è.
Solo la mattina dopo quando Marina mi manda un messaggio per chiedermi di fare colazione insieme dato che è domenica mi ricordo di lei.
Neanche ci penso e le dico subito di no.
Mi vesto velocemente e raggiungo l'ospedale anche se un po' in anticipo.
Faccio per bussare, ma poi vedo Sasha che mi saluta.
"Entra. Sta ancora dormendo, o almeno lo faceva quando sono entrata io" mi dice sorridendo.
Quella ragazza è veramente un angelo.
È sempre presente, sia per me che per Sascha.
"Come va con l'università?" le chiedo decidendo di togliere cinque minuti a Sascha per dedicarli a lei.
Mi sorride e allontana le carte che stava leggendo "tutto bene grazie, ancora un paio di esami e ho finito per quest'anno. In compenso ho deciso la specializzazione che voglio fare" mi racconta tranquilla.
"A si? E quale?" chiedo avvicinandomi, in fondo so poco e niente di lei.
"Voglio diventare un paramedico, sai quelli che vanno con l'ambulanza, lo ho capito quando ho soccorso Sascha" racconta "ora vai a trovarlo, sbrigati".
Mi prende per le spalle e mi spinge verso la porta facendomi ridere.
"Ciao" la saluto superando finalmente l'uscio.
Sascha contro ogni probabilità è sveglio e mi sorride mentre si mette seduto.
"Hey... Come va?" chiedo sedendomi vicino al letto, nonostante tutto non sono in imbarazzo, anzi.
Sono felice di essere qui.
"Va" risponde assonnato, poi si guarda un po' in torno con imbarazzo.
"non è che potresti portarmi la sedia?" mi chiede piano senza nemmeno guardarmi.
Annuisco e mi alzo portandogliela, poi la tengo ferma mentre lui scende dal letto.
"Vado un attimo in bagno, bevo un goccio d'acqua" spiega tranquillo e si allontana.
Io mi risiedo e non posso fare a meno di pensare alla naturalezza con cui parla di queste azioni, come se ormai si fosse rassegnato.
Ha bisogno di qualcosa e forse sono un po' egoista, ma vorrei essere io quel qualcosa.
E forse è per questo che appena sento la porta aprirsi mi alzo e mi avvicino.
"Che c'è?" cerca di chiedermi, ma non gli lascio finire la frase perchè lo interrompo con un bacio.
Magari sto sbagliando, ma sento che è la cosa giusta e a confermarmelo sono le solite farfalle nello stomaco.
È sempre più bello baciarlo, sopratutto perchè questa volta l'ho sorpreso io ed è quasi strano, però mi piace prendere l'iniziativa.
Mi sembra quasi di aver sempre appoggiato questa cosa che c'è fra noi in questo modo.
Che poi il dubbio è sempre lo stesso: noi cosa siamo?
Probabilmente mi stacco solo per porgli questa breve domanda.
Lui spalanca gli occhi "migliori amici credo" mormora distogliendo l'attenzione.
Torna a sedere sul letto e io risistemo la sedia nel punto di partenza.
"Come mai?" mi chiede probabilmente realizzando solo ora che cosa è successo.
"Non lo so" dico dopo averci pensato qualche secondo "mi sembrava la cosa giusta da fare"
Lui annuisce piano, ma non mi guarda e solo adesso realizzo quanto quel bacio sia stata una scelta azzardata.
"Scusa, forse non avrei dovuto..." mormoro sperando di sbagliarmi.
Lui subito alza lo sguardo "cosa? Assolutamente no! Sto solo pensando" si giustifica nonostante non avesse niente da motivare in realtà.
Però non riesco a capire se lo pensa davvero oppure no e voglio capirlo.
"Quindi se ora lo rifacessi sarebbe un problema?" chiedo spostandomi sul letto.
Lui mi guarda arrossendo appena "no" mi risponde subito dandomi il via libera, quindi mi avvicino "ma Marina?" mi chiede in un sussurro quando solo pochi centimetri ci separano.
"Lasciala perdere" gli rispondo annullando subito dopo la distanza fra noi.
Sta volta lui risponde subito ed è fantastico, perchè fra noi c'è una complicità unica.
Gli poggió una mano sulla guancia e lui le sue sui miei fianchi.
Muove la labbra sulle mie e non posso fare a meno di dischiuderle come a chiedere di più.
Lui subito mi accontenta e il bacio diventa più appassionato, più vorace.
Mi sposto sulle sue gambe, seduto sulle cosce e gli metto le mani fra i capelli.
Ruoto leggermente la testa per facilitargli l'accesso alla mia bocca e lui mi prende saldamente per i fianchi avvicinandomi di più.
Mi mordicchia piano il labbro inferiore e poi si allontana di poco.
Lo guardo e non posso fare a meno di pensare che è bellissimo.
Le pupille leggermente dilatate e le labbra rosse e umide grazie ai baci.
"Sei bellissimo" sussurro senza pensarci per poi poggiare dolcemente le labbra sulle sue.
Il fatto che io abbia formulato questo pensiero razionalmente e che poi lo abbia espresso con tanta facilità un po' mi spaventa, ma per vederlo sorridere tutto va bene.
Il bacio finisce, ma non riesco realmente ad allontanarmi da lui e lo abbraccio.
"Che ti prende Ste? Non che non lo apprezzi, ma vorrei sapere il perchè di tutto questo" mi dice ricambiando l'abbraccio e sfregandomi piano una mano sulla schiena.
Mi allontano lentamente e quasi non so cosa rispondere, poi semplicemente realizzo che essere sincero con lui e con me stesso è la soluzione più facile.
"Ho semplicemente capito quanto tengo a te e non come amico" dico sorridendo.
Sascha  sorride a sua volta e ha sempre avuto un sorriso così bello? è l'unica cosa che riesco a pensare.
"Non sei preoccupato o confuso da tutto questo?" chiede prendendomi per mano e accarezzandola col pollice.
Scuoto piano la testa "no, voglio semplicemente capire e provare tutto, con te" gli spiego con non so nemmeno io quale coraggio andando poi ad intrecciare le nostre dita.
"Ok" risponde forse a me, forse a se stesso.
Appoggio la fronte alla sua spalla e guardo le nostre mani unite sorridendo.
E mi sento veramente felice, ma non pensavo che avrei potuto esserlo grazie a lui.
L'unica cosa che possiamo fare ora è provarci.
Provare a far funzionare questa cosa.
Provare a fare la giusta importanza ai nostri sentimenti.
Provare ad essere felici.
Sascha porta una mano fra i miei capelli e sembriamo quasi fidanzati.
Non avrei mai pensato di ritrovarmi a pensare una cosa del genere, ma vorrei che oltre a sembrarlo lo fossimo anche.
Ciò che devo fare perchè questo desiderio si avveri è lasciare Marina.
E guarda caso parli del diavolo e spuntano le corna.
Il cellulare suona nella tasca dei miei pantaloni.
Lo prendo cercando di spostarmi il meno possibile e non è facile.
Appena vedo il suo nome capisco che devo cogliere la palla al balzo.
"Pronto" rispondo svogliato.
"Stefano devo dirti una cosa!" esclama contenta.
"Anche io" le dico, ora o mai più.
"Scommetto che la mia è più importante!" e sembra sempre più contenta.
"Che succede?" mi chiede Sascha e gli faccio segno di non preoccuparsi.
"Ho dei seri dubbi" voglio concludere questa cosa in fretta.
"Sicuro? C'è qualcosa di più importante del fatto che stai per diventare padre?" chiede esaltata.
Il telefono mi cade di mano e finisce sul pavimento.
Che faccio adesso?

Eccomiiiiiiiii
Scusate il ritardo
E non odiatemi per favore
Ci ho messo i secoli a scriverlo perchè giuro che non voleva venire bene sto schifoso.
Grazie mille per i voti nell'ultimo capitolo!
Ve ne avevo chiesti 50 e me ne avete dato addirittura 74❤️
Ormai tutti i capitoli sono oltre i 50, quindi ce la facciamo ad arrivare a 65?
Commentate se vi va e ci vediamo al prossimo capitolo.
Ciao ciao
Emma

We are simply us ||saschefano||Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz