Tate si avvicinò appoggiandosi al bancone e con quel movimento, riuscii a notare i muscoli flettersi del braccio. Non potei non rimanere a fissarlo corrucciata. Era davvero un mistero. Come era possibile, geneticamente parlando, che da due stessi genitori nascessero un figlio stupendo e una figlia racchia? Mia madre aveva cornificato mio padre! Non c'erano altre spiegazioni ed io non riuscivo ad accettare che le mie cellule si fossero rincoglionite in corso d'opera.

<< E poi, parteciperai ad una festa con tanti studenti del college >> continuò mio fratello.

<< Ed ex studenti >> aggiunse Dion come se si parlasse di qualcosa di appetibile.

Li guardai sospettosa << So a cosa state giocando >>

Si scambiarono un'occhiata divertita prima di regalarmi degli sguardi da angioletti.

<< Cosa? Noi non stiamo facendo nulla >> cinguettò Tate imitando la voce di un bambino.

Alzai gli occhi al cielo << Eh va bene, vi aiuterò >>

<< Oooh finalmente! >> esclamò poi dandomi un colpetto sulla testa, convinto, erroneamente, che fosse delicato.

<< Aia >> borbottai prima di lanciargli un occhiataccia << Sono pronta a cambiare idea >>

<< Eh su! Smttila di fare la depressa! Molte ragazze farebbero carte false per venire a questa festa! >>

Non potei ribattere perché sapevo che fosse vero. Molto tempo fa, mio fratello insieme a Dion erano gli idoli della scuola e la fama durava ancora. Come non dargliene torto! Erano intelligenti, simpatici, affascinanti e molto, molto belli ed in un certo senso mi sentivo segretamente fiera di avere un legame con loro. Quando iniziai il liceo molte ragazze, per così dire "in", avevano provato ad "entrare nelle mie grazie" ma fu del tutto inutile. Era come voler unire la nutella con l'insalata, troppo diverse e mal accoppiate. Tuttavia il mio palese rifiuto aveva sortito gli effetti del disprezzo più totale. Ora ero la "secchiona - nerd" ed ero come un raffreddore, che per paura di prenderlo, ci si stava il più lontano possibile.

<< E magari finalmente farti degli amici >> continuò implacabile Tate con sguardo di rimprovero.

Rabbrividii. Non era che io non volessi degli amici, solo un sociopatico non li vorrebbe, ma ogni persona del liceo mi evitava. Anche i ragazzi nerd perché a detta loro me la "facevo" con i fighi: mio fratello e Dion. In quella scuola mi sentivo davvero un pesce fuor d'acqua.

<< Cosa c'è? Vi siete già stufati di me? >> scherzai con finta aria scioccata senza dare a vedere quanto le sue parole mi ferissero.

Dion mi si avvicinò guardandomi con occhi seri e con un piccolo sorriso << Oh Piccola Kaila, non potremmo mai stancarci di te >>

Ovviamente scherzava ma ciò non voleva dire che non era riuscito ad uccidermi. Eh sì, ero davvero messa male ...

Passai tutta la mattinata a sistemare il loro appartamento per la festa. Non ero mai stata così schiavizzata come quella volta. Quando finimmo, mi spaparanzai sul divano esausta, seguita a ruota da Dion.

<< Bel lavoro! >>

<< Sono distrutta >> bisbigliai sistemandomi gli occhiali che mi erano scivolati sulla punta del naso << Giuro: se mio fratello tornasse un'altra volta a scuola non mi farò più fregare dal suo sorriso! >>

Ridacchiò dandomi una pacca sulla spalla << Dai che stasera ti divertirai >>

Cercai di trattenere un brontolio di disapprovazione. Non era propriamente esatto: "Loro" si sarebbero divertiti.

⚠️OLD VERSION- The price of being young ⚠️Where stories live. Discover now