Come abbiamo narrato prima, nella Foresta di Ferro abitava
una gigantessa che si chiamava Angrboda; ella diede alla luce tre
mostri: Hel, il Serpente di Midgàrd e il lupo Fenrir. Gli Dei presero
il lupo con loro e lo allevarono nella loro corte, dove potevano
tenerlo d 'occhio agevolmente. Il lupo divenne talmente feroce,
che nessuno all'infuori di Tyr osava portargli la razione di cibo. Intanto
gli Dei notavano che man mano che il tempo passava, la belva
diventava più grossa e più forte, ed ebbero il presentimento che
un giorno li avrebbe portati alla rovina. Si riunirono dunque in
consiglio per vagliare la possibilità di trovare un guinzaglio sufficientemente
robusto per legarvi la bestiaccia; cosi costruirono una
corda resistente il più possibile. Poi la mostrarono al lupo e gli dissero:
- Facci vedere se sai spezzare questa fune! - Il lupo diede
un'occhiata alla corda e lasciò che gli Dei lo legassero: ma non appena
tese i muscoli, la corda si spezzò. Gli Dei ci riprovarono, e costruirono
un guinzaglio due volte più robusto del precedente; poi
cercarono di gabbare il lupo, dicendogli che se avesse mandato in
pezzi un oggetto costruito con tanta maestria, sarebbe diventato
famoso per la sua forza. Il lupo aveva sentito la sua potenza aumentare
sempre più da quando aveva spezzato il primo guinzaglio
e, pensando che per acquistare fama fra i popoli doveva certamente
tentare una qualche impresa gloriosa, acconsenti a essere messo
al guinzaglio. A un cenno degli Asi, il lupo cominciò a dimenarsi: e
sbattè la catena al suolo e si contorse finché il laccio esplose in mille
pezzi. A quel punto gli Asi si spaventarono sul serio: si resero
conto che senza una qualche astuzia non avrebbero avuto ragione
del lupo. Allora spedirono un messo giù nella fucina dei Nani: era
giunto il momento che mettessero alla prova la loro abilità. I Nani
si misero subito all'opera, e fabbricarono un guinzaglio liscio e soffice
come un nastro di seta, e tuttavia più resistente del metallo. A ll'uopo
impiegarono materiali che nessuno al mondo è in grado di
reperire e tantomeno di dominare: passi felpati di gatto, barba di donna, radici di monte, respiro di pesce e sputo di uccello, e intrecciarono
il tutto con tendini d'orso. Una volta che gli Dei furono
entrati in possesso del capolavoro dei Nani, con una menzogna
attirarono il lupo su di un'isola, e gli mostrarono il nastro di seta: lo
fecero scivolare di mano in mano, affinché tutti provassero a stracciarlo,
ma nessuno vi riuscì. - Sembra una cosuccia da nulla, -
commentarono, - eppure questo nastro è più forte di quanto si
possa immaginare dal suo spessore; ma forse tu sei in grado di
spezzarlo come hai fatto con gli altri due guinzagli - . Il lupo subodorò
che qualcosa non stava andando per il verso giusto, perciò replicò:
- Questo laccio non sembra un granché, è vero, e non mi pare
neppure che a spezzarlo si ricavi chissà quale onore; se però è
stato fabbricato con trucchi e sotterfugi, state pur certi che, per
quanto cosi sottile, quella corda non finirà attorno alle mie membra
-. Gli Dei allora risposero: - Un nastro di seta di questo spessore
non può certamente imprigionare uno che ha spezzato catene
di ferro; d'altra parte, se tu non riuscirai nell'impresa, vuol dire
che non dovremo più temerti, e quindi ti lasceremo libero-. Ma il
lupo non ci stava: - Se arrivate a legarmi senza che io trovi un modo
per liberarmi, mi toccherà aspettare a lungo il vostro aiuto, perciò
non ho molta voglia di provarci. Comunque non avrete la soddisfazione
di chiamarmi vigliacco: mettetemi pure quel guinzaglio
addosso, ma contemporaneamente uno di voi deve infilare la sua
mano nelle mie fauci, a riprova che questa impresa non nasconde
inganno Gli Dei si scambiarono uno sguardo: non sapevano se il
rimedio fosse davvero migliore del male, e nessuno aveva voglia di
mettere a repentaglio una mano: ma alla fine Tyr allungò il braccio
destro e lo infilò nelle fauci del lupo. A mano a mano che il lupo
tendeva i muscoli, il nastro si irrigidiva, e quanto più si dimenava,
con tanta più forza il laccio lo stringeva. Allora gli Dei scoppiarono
a ridere, tutti, tranne uno: e quello era Tyr, la cui mano rimase nella
gola del lupo. Gli Asi, infine, afferrarono la corda alTestremità,
la fecero passare attorno a una grossa montagna e la fissarono saldamente
negli abissi della terra; poi spinsero in profondità un macigno
enorme col quale bloccarono il capo del guinzaglio. Il lupo
spalancò le fauci, dimenandosi furiosamente nel tentativo di assalirli,
ma gli Asi gli infilarono una spada nella gola, in modo tale che
l'impugnatura si conficcò nella mascella e la punta nelle gengive. E
cosi resterà il lupo, con i suoi latrati raccapriccianti e la bava che a
fiumi gli cola dalla bocca, fino al giorno del Ragnarok.
YOU ARE READING
VILHELM GR0NBECH MITI E LEGGENDE DEL NORD Vilhelm Gronbech
Non-FictionTraduzione e a cura di Anna Grazia Calabrese Illustrazioni di Ernst Ilanscn Con Miti e leggende del Nord (1927) Vilhelm Gronbech, l'eclettico e prolifico autore danese vissuto a cavallo tra Otto e Novecento, visceralmente legato alle sue terre d'ori...