La stanza delle necessità.

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"Riprovaci" La voce del professor Silente rieccheggió in tutta la stanza, facendo sussultare Cassandra che non si era accorta della sua presenza.
Lei annuì frettolosa e riprovò ancora, fallendo miseramente.
Il ghiaccio non tornava indietro e non ne voleva sapere di uscire quando lei desiderava.
"Cara, temo che in questo modo non stiate combinando assolutamente nulla." Queste parole inasprirono la ragazza facendole provare una frustrazione enorme.
"E allora mi dica cosa fare" Sbottò Cassandra, non era da lei non riuscire a fare qualcosa. Il professore le sorrise e a passi lenti le si avvicinò.
"Io credo anzi sono sicura che il tuo potere abbia a che vedere con le tue emozioni. Dunque a parere mio, quando sei arrabbiata, gelosa, delusa, spaventata, esso si scatena e torna da lei, Signorina Elbourne,  quando si tranquillizza, quando quindi prova un sentimento di pace interiore ed esteriore." Espose saggiamente la sua teoria Silente e, Cassandra, annuì impercettibilmente.
"Quindi, se ciò che ha detto è vero Preside, cosa dovrei fare io?" Domandò cautamente Cassandra.
"Io penso che tu debba pensare a qualcosa che ti fa' arrabbiare" Affermò Silente e Cassandra ci pensò,  scavò nei suoi pensieri, nel suo profondo e i ricordi vennero a galla.

Flashback.
"Grazie Padroncina Cassandra" Disse Prentus nell' afferrare il cibo che la piccola bambina rossa li porgeva con tanta insitenza.
"Oh di niente Prentus!" Esclamò sorridente Cassandra, dopotutto Prentus era suo amico, glielo doveva.
" Lei è così gentile Padroncina Cassandra" Ripetè per l'ennesima volta Prentus,  venerando la sua, probabilmente unica, amica.
"Tu sei mio amico Prentus, te lo devo" Rispose cortesemente la bambina stringendo a sè Prentus. L'elfo allontanò Cassandra e sbatte le mani ossute sulla sua testa.
"Oh no Padroncina, voi non dovete dire queste cose, se Padrona Elbourne lo sapesse non approverebbe affatt-"
"Se io sapessi cosa?" La porta della cucina si era aperta rivelando la fredda, scontrosa e bellissima Signora Elbourne. Elvira, questo era il suo nome, era una donna splendida quanto cattiva. Il viso pallido era incorniciato da dei rossi capelli raccolti che le fornivano un'espressione severa. Aveva gli occhi mogano che non tradivano alcuna emozione, gli zigomi alti e scavati le davano un'aria ancora più vigile e dura che incuteva timore a chiunque la incontrasse.
Elvira, da parte sua non poteva che esserne felice, paura per lei equivaleva a potere.
"Niente Madre" Rispose frettolosamente Cassandra sperando di non mettere lei ed il suo amico nei guai. Elvira osservò sua figlia duramente non credendo alle sue parole.
"Prentus dimmi cosa succede qui" Ordinò con voce grave la Strega.
Cassandra lanciò all'elfo un' occhiata implorante, pregandolo di non rispondere.
Prentus in quel momento provò verso Cassandra, la bambina che lo difendeva sempre un senso di lealtà che lo fece tacere.
Elvira mise sul volto un sorrisetto sprezzante.
"Oh è così che la metti sudicio domestico?- sembrò riflettere per un secondo- Molto bene...Avada Kedavra!" Tirò fuori la bacchetta lanciando l'anatema che uccide contro Prentus.
L'elfo cadde a terra morto e Cassandra urlò così forte che, intorno a lei, tutto quello che era di vetro esplose in miliardi di piccoli pezzetti.
Il viso della Signora Elbourne sembrò per un istante impaurito e sconcertato, ma poi riprese i suoi insensibili tratti.
In un singolo attimo avvenne l'incredibile, la cucina divenne completamente di ghiaccio e con essa Elvira, la donna che aveva ucciso a sangue freddo l'unico vero amico che la sua figlioletta avesse mai avuto.
Fine Flashback.

Il dolore di quel pomeriggio di primavera tornò a galla portando nel cuore di Cassandra un senso di nostaglia per il suo amico e un senso di rabbia cieca verso sua madre.
Chiuse gli occhi per un secondo e, quando li riaprì, la Stanza delle Necessità era sommersa di ghiaccio e Silente sorrise.
Ma Cassandra non faceva caso a nulla, perché la rabbia era ancora in lei e il ghiacchio aumentò aumentò sempre di più, attorno alla ragazza.
Tutto gelò, tutto divenne di ghiaccio ed esso ad un certo punto sembrava aver preso vita propria. Il ghiaccio cresceva ed a Cassandra non importava fermarlo, voleva soltanto far capire al mondo il suo dolore far capire quanta rabbia, quanto rancore provasse nei confronti di Elvira.
"Cassandra!" Urlò agitato Silente non vedendò più la ragazza, essa infatti era come rinchiusa da delle spessissime pareti di ghaccio che si espandevano sempre di più formando quella che sembrava una corazza. La rossa parve non ascoltare la voce di Silente.
"Cassandra fermalo!" La voce del professore rieccheggiò nella Stanza.
"Non ci riesco" Rispose mortificata Cassandra uscendo dal suo stato di trance. Guardó Silente con i suoi grandi occhi chiari.
"Pensa a qualcosa, qualcuno che ti rende felice." Consigliò il preside e a Cassandra, venne istantaneamente in mente Sirius, Sirius che sorrideva maliziosamente, Sirius che la abbracciva, Sirius che la baciava.
L'amore invase completamente il suo cuore.
In un attimo il ghiaccio si ritirò, il corpo di Cassandra parve riassorbirlo. Quando il ghaccio fu scomparso totalmente, Silente rivolse lo sguardo verso Cassandra ma ella era a terra con il volto più pallido che mai, le palpebre chiuse e il cuore che a malapena batteva.

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Spazio me.
La la la laaaa la la laaaa. Morta o non morta?
            XoxoS .

We bet you fall in love Sirius?Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang