XXV

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- Joe? - mi chiama Caspar seduto ancora sul letto e con il computer.
- Dimmi.
- Di' a Julie di andarsene.
- Perché dovrei?
Non voglio cacciarla, ma Caspar ha la luna storta, e forse è meglio accontentarlo.
- Perché se lo faccio io sembro scortese, mentre tu sei molto più legato a lei.
- Ma perché dovrei mandarla via?
- Non mi va di averla in casa oggi.
È qui da tanto, magari nemmeno a lei va di stare...
- E che le dico?
- Non lo so, inventati una scusa, qualcosa ti verrà in mente. Qualsiasi cosa le andrà bene.
Non mi degna di uno sguardo, è fisso sul computer. Probabilmente starà controllando che Julie non gli abbia modificato altro. Oli ed io ci scambiamo un'occhiata di rassegnazione. Lui alza le spalle come per dirmi di assecondare Caspar. Esco dalla camera e salgo le scale.

Julie capisce subito se qualcuno le sta mentendo, quindi la sincerità è la via migliore. Ma se non accennassi al malumore di Caspar, non le starei dicendo una bugia, no?
Mi vado a sedere sulla sedia davanti a lei, che sta riguardando la reazione di Caspar. Ha un sorrisino appena abbozzato, ma sembra ancora contenta.
- Tutto bene? - le chiedo.
Lei mette in stand-by il cellulare per parlare con me.
- Dovresti chiederlo a Caspar.
- Sarai stanca, - dico, pur essendo consapevole del fatto che si sia appena svegliata, che abbia dormito bene e che lo abbia detto e dimostrato... - non torni all'hotel? Se vuoi ti accompagno-
- Se vuole che me ne vada, basta che me lo chieda. - Veloce a capire. Non ci voleva molto, in fondo.
- Invece ha lasciato questo compito a te, pensando che me la sarei presa di meno... - continua.
- Ed è così?
- La reazione sarebbe stata certamente diversa: avrei detto "Pensavo che il ciclo venisse solo alle ragazze", e poi me ne sarei andata.
Non dovrei, ma non riesco a trattenere una risata.
- Anzi, sarei salita, avrei preso le mie cose e, prima di uscire, avrei aggiunto "Ditemi quando gli passa" ad alta voce. - finisce.
- Quindi non ti dispiace...
Lascio in sospeso la frase perché non voglio mandarla via...
- No, figurati. Scusatemi per il disturbo.
- Nessun disturbo. - le rispondo subito. - Sei sempre la benvenuta qua. O, almeno, per me.
Mi pento di aver detto quest'ultima cosa, perché potrebbe essere ambiguo. Julie, però, sembra non essersene accorta e aver capito quello che intendevo io.
- Ok, - momento imbarazzante interrotto - allora credo proprio di dover andare. - conclude.
- Vuoi che ti accompagni?
- Non ce n'è bisogno. Grazie per avermi ospitata. - si alza.
Mentre camminiamo insieme verso la porta, mi ricordo del cibo che le ho tenuto in frigo.
- Aspetta. - recupero il pranzo e la spesa che aveva fatto ieri.
- Questi sono tuoi. - le porgo i sacchetti.
- Grazie.
Le apro la porta.
- Ci vediamo.
- Mh. - annuisco.

- Se n'è andata?
- Sì. - rispondo secco chiudendo la porta dietro di me.
- Si può sapere che hai oggi?
- Non posso nemmeno avere un po' di privacy, ora? In casa mia?
Non mi degna neanche di uno sguardo, sta ancora maneggiando con quel computer!
- No, Caspar, non puoi. Questa è casa nostra, non abbiamo mai avuto segreti che l'altro non conoscesse. - dico infastidito.
- Ha ragione Joe, Caspar... Che hai? - mi appoggia Oli.
- Mi dà fastidio che stia tutto il tempo qui. Come hai detto tu, Joe, questa è casa nostra, e, ripeto, abbiamo diritto alla nostra privacy. - dice guardandomi. Finalmente.
- È un'amica, dovrebbe poter stare con i suoi amici, no?
Mi viene in mente quel discorso che mi aveva fatto qualche giorno fa, sulla compagnia che Julie non aveva... Non posso credere che adesso stia ritirando tutto, c'è qualcosa sotto che non vuole dire.
- E poi ci è stata vicina quando stavamo male, non ricordi?
E abbassa la testa. Noioso.
- Per me è geloso. - sostiene Oli.
- Grazie, Oli, a te e alle tue tesi geniali. - dico sarcasticamente - Anch'io sono un po' geloso di quello che ha lei, voglio dire, venti milioni di iscritti non sono pochi, ma io amo i miei sette, e non sto tutta la giornata a mangiarmi le unghie perché non sono co-
Caspar mi interrompe con voce fioca, mormora qualcosa che non riesco a comprendere.
- Cosa? - chiedo.
- Non te lo ripeto.
- Non ho capito.
Non risponde.
- Caspar?
Abbasso un po' il tono della mia voce, per spingerlo a rispondermi, ma sembra che non funzioni: si ostina a starsene zitto. Riprovo un paio di volte ancora, implorando di ripetere ciò che aveva detto prima, che sembra abbastanza sorprendente, data l'espressione di Oli, che sembra aver capito. I suoi occhi si spostano fra me e il mio coinquilino, come se aspettassero una mia risposta, ma non l'avranno fino a quando Caspar non ripeterà chiaramente quella frase. Un ultimo tentativo, e se neanche questa volta parla, vado a farmi un giro fuori.
- Potresti, per favore, ripetere, che non ho capito?
- Sono geloso di te e Julie.
Beh, sì, è abbastanza impensabile che Caspar possa dire una frase del genere.
- Guarda che io e lei non stiamo insieme... - gli faccio notare per l'ennesima volta.
- No, non di voi due... di lei... nel senso...
Questa volta, forse, ho capito.
-  Secondo lui passate troppo tempo insieme. - interviene Oli, come se avesse letto i pensieri di me e Caspar.
- Esatto... - ammette questi timidamente.
- Non ha senso. Siamo migliori amici da anni, viviamo sotto lo stesso tetto, e credi che una ragazza possa cambiare tutto? E poi, lo sai, è solo per YouTube!
- È sempre nei paraggi: Julie qui, Julie là... perfino quando giochiamo a Fifa è pronta a umiliarci. Non trascorriamo una serata fra ragazzi da tempo!
- Questo non è vero. Ok, ultimamente ci vediamo molto spesso, ma ci sono delle volte che lei non c'è, e quindi possiamo fare quello che vogliamo!
- Eppure preferisci stare con lei, che con noi... secondo me sei innamorato.
Sbuffo - Figurati. Ci mancherebbe. Già questa cosa della ship è strana, non oso immaginare cosa succederebbe se fosse vero. - La conversazione cambia protagonisti - Quanti anni abbiamo di differenza? Sei? Le fangirls che shippano Jolie sono pazze.
Gli scappa un sorriso. Sa che ho ragione, e si è reso conto che non aveva motivi per essere geloso della relazione  fra me e Julie. A meno che non pensi che Jaspar si possa avverare, ma non credo proprio.
- Tutto a posto, allora?
- Certo, amico ("Sure, mate" suonerebbe mille volte meglio)
Si alza e scende dal letto per abbracciarmi. L'abbraccio del migliore amico rimane sempre il migliore, dopo quello della propria madre. Non perde mai d'importanza con il passare del tempo, del suo essere speciale, confortevole, caldo, che sia abitudinario o occasionale. È un vero abbraccio, non ti fa sentire abbandonato, solo o escluso. Ti dà la sicurezza che qualcuno c'è. Non cambia, se è dopo uno scherzo o se ti sta tirando su di morale. Arriva sempre nel momento giusto, non importa quando.
- Però ammettilo che un po' ti piace. - mi dice Caspar, dopo essersi scollato.
- Come youtuber!
- Sì, Joe, come youtuber... - scherza Oli.
- Come youtuber... - ripete Caspar con un sorrisino d'intesa rivolto ad Oli.

- Ehi, che ne dite se chiamo Julie e facciamo una collaborazione?
- Oggi?
- Perché no? Questo pomeriggio!
- E cosa facciamo?
- Un Q&A?
- Ok! Due chiacchiere, quindi. E le domande?
- Le chiediamo oggi su Twitter e prendiamo le prime.
- Ci sta.
- Va bene. L'hashtag?
- #AskJaspolie mi sembra l'unico.
Il bello del nome di Julie è che è facilmente abbinabile. La parte finale soprattutto.
- Allora twittiamo!

Jolie || a Joe Sugg fanfiction (Italian)Where stories live. Discover now