XXIV

154 8 0
                                    

I raggi di sole entrano bruscamente dalle finestre di camera mia, trafiggendomi gli occhi; il fastidioso cinguettio degli uccellini contribuisce a svegliarmi dal meraviglioso sogno che non ricordo più, e la coperta è troppo leggera per proteggermi da tutto questo. Che bello. E non trovo nemmeno il cuscino... l'altro l'ho fatto cadere nel sonno.
Non mi resta che alzarmi e prepararmi per una nuova giornata!

Sono le nove: chissà se Caspar e Oli sono già svegli...
Esco da camera mia senza preoccuparmi di indossare una maglietta, la metterò dopo. Mentre mi avvio verso il piano superiore, vedo improvvisamente il corpo di Julie coricato su tre gradini delle scale: probilmente sta dormendo. Mi dispiace che sia dovuta stare lì; sarà meglio che la svegli.
- Ehi, - le dico a bassa voce, avvicinandomi a lei - Julie? - Mi abbasso e le do due leggere pacche sulla spalla. Per questo mio gesto trasalisce e apre gli occhi di scatto.
- Scusa, non volevo spaventarti.
- Cosa...? - dice confusa, con gli occhi socchiusi. Prova ad alzarsi, ma, appena si muove, si rimette nella posizione iniziale, per il dolore provocato dalle scale.
- Tutto bene? - le chiedo.
No, non va tutto bene. Ovvio. Che domanda stupida che le ho fatto.
- Sì, sì... - dice in un sospiro.
- Che ore sono? - mormora.
- Le nove. - le rispondo con lo stesso volume della voce.
- Di già? Lasciami dormire.
- Vai nel mio letto, - le propongo - è più comodo.
- Ok, grazie.
Scommetto che non vedeva l'ora di sdraiarsi su qualcosa di morbido.
La aiuto ad alzarsi, non riuscendo a trasportarla in braccio, e la porto nella mia camera. Lei si siede lentamente e si adagia sul materasso; si mette comoda e chiude gli occhi.
Poco prima che io esca, Julie mi chiama:
- Ah, Joe...
- Dimmi?
- Non importunarmi fino a quando mi sveglio. - dichiara solennemente - Chiaro?
Anche quando dorme sa dare noie.
- Chiaro.
- Bene. Ora puoi andare.
Mi volto per chiudere la porta, ma Julie vuole aggiungere qualche altra parola:
- Ah, e... Joe?
- Sì?
- Ho il cellulare scarico, e senza di quello muoio.
- Te lo carico.
- Ho il caricatore all'hotel.
- Anch'io ho dei cavi.
- Vai all'hotel; di questo ne parliamo dopo.
- Agli ordini.
Sono un adulto e mi lascio comandare da una ragazzina. Adulta anche lei, ma più piccola di sei anni. Non per niente è apparsa nella classifica dei venti teenagers più influenti al mondo... due volte. La prima volta è risultata diciannovesima, e la seconda è arrivata terza. Perché io no?

La signorina alla reception comincia a guardarmi male: mi vede fare andirivieni continui... Ma com'è possibile che ogni volta ci sia solo lei? Non fa mai cambi di turno?
Riesco a recuperare il carica batteria di Julie e torno a casa.
Oli e Caspar si sono svegliati mentre ero fuori, e ora sono in cucina a preparare la colazione. Li saluto velocemente e mi intrufolo silenziosamente in camera mia per attaccare il cellulare di Julie alla presa elettrica. Poi esco e chiudo lentamente la porta.
- Come va? - mi domanda Caspar mentre mi prepara una tazza di latte.
- Bene, voi?
Mi appoggio al banco.
- Bene, bene. Quella roba non faceva così schifo! - scherza Oli.
- E Julie?
- È di sotto; sta dormendo nel mio letto.
- È rimasta tutta la notte qui? - mi chiede sorpreso Oli.
- Già. Pensate che stamattina l'ho trovata sulle scale mezza addormentata...
- Tutta la notte... - ripete Caspar. Intanto porta le tazze al tavolo, dove è seduto Oli.
- Come mai? - continua questi.
- Per tenerci d'occhio e accertarsi che stessimo bene.
- Può giocare a fare la mammina a casa sua. Noi siamo adulti, sappiamo badare a noi stessi. Che si prenda cura di lei, invece di guardare noi. - Caspar sembra nervoso... Dopo il suo intervento cala il silenzio fra di noi, ed io e Oli ci scambiamo uno sguardo stupito.

- Giorno! - canticchia Julie salendo per le scale.
- Ecco la nostra dottoressa! - annuncia Oli.
- Buongiorno! - la saluto voltandomi verso di lei e fermando il video che stavamo guardando alla tv.
- Dormito bene?
- Benissimo! Il tuo materasso è inaspettatamente comodo. - esclama contenta.
- Siamo allegre, eh?
- Quando ci si riposa così...! Cosa stavate facendo?
Si avvicina a noi sorridendo. È molto più rilassata, si vede.
- Vieni, ti faccio posto.
Così dicendo, mi sposto verso il centro del divano - anche se ci sono seduto solo io e lei ci può tranquillamente stare senza che mi muova - e Julie si accomoda accanto a me. D'altronde, se io sono in mezzo, non può fare diversamente.
- Joe, non sei l'unico che si sveglia con i capelli perfetti. - osserva Oli.
Julie lo ringrazia.
- Ma questo è il video dove esce la fangirl che c'è in me!
È chiaramente imbarazzata. Divertente.
- Perché lo stavate guardando?
- Avevamo voglia di conoscere Julie come la conoscono i suoi fans, e quindi...
- JOE aveva voglia. - precisa Caspar.
- E quindi mi stalkerate?
- Ci stiamo guardando i tuoi video più visualizzati del canale principale.
- Ne avete di tempo da sprecare!
- Ti stavamo aspettando per il pranzo.
Spalanca gli occhi dalla sorpresa.
- Che ore sono?
Guarda il nostro orologio da parete.
- Sono quasi le tre! È tardissimo!
- Scherzavo! Abbiamo già mangiato, - ammetto - ti abbiamo lasciato qualcosa in frigo.
Io e Oli ridiamo.
- Vedrò poi; ora non ho fame. Grazie per il pensiero.
- Ah, cos'è che dovevi dirmi? Era su-
- Visto che state chiacchierando, vi lascio alla vostra conversazione. - Caspar si alza dal bracciolo della poltrona e va verso le scale.
- Scusalo: oggi è un po' nervoso. - sussurro nell'orecchio di Julie.
- Bé, vado anch'io. Ci vediamo dopo!
E anche Oli scende, lasciando me e Julie da soli.
- Comunque, mi dovevi dire qualcosa sul caricatore del cellulare.
- Ah, sì. Allora, il fatto è che di notte mi si era scaricato il cellulare, e, dato che in questa casa siete tutti Apple con iPhone da seicento euro, scusa, sterline, e visto che la Apple vuole essere unica, con prodotti esclusivi, caricatori inclusi, condivisibili solo con altri utenti Apple, ho pensato: "Ho finito di vivere". Poi ero stanca, non sapevo cosa fare e dove dormire, e allora mi sono messa sulle scale, perché a terr-
Veniamo interrotti da un urlo di Caspar.

- Julie!!! - grida Caspar dal piano di sotto, utilizzando tutta la voce di cui è a disposizione. Rabbia e spavento sono le prime a sentirsi.
Julie sta per scoppiare a ridere, ma si trattiene. Stringe le labbra per non far uscire versi, e il suo sguardo è quello di una persona che ha fatto qualcosa che non avrebbe dovuto fare, ma che si diverte a vedere le reazioni delle persone.
- Sì? - risponde infine ad alta voce.
- Vieni subito qui!!! - urla Caspar.
- Arrivo! - gli dice lei sorridendomi.
- Che è successo? - le chiedo disorientato.
Stavamo chiacchierando e ad un certo punto veniamo interrotti da un urlo isterico. Ora vorrei sapere il motivo per cui questo è accaduto.
- Vieni con me, così magari non mi ammazza. - dice ridendo.

Non appena scendiamo, ci ritroviamo fuori dalla camera di Caspar Oli, nel corridoio, confuso anche quello, più o meno come me.
- Che è successo? - gli chiedo.
- Non ne ho idea. So solo che il computer di Caspar ha qualche problema. - mi informa.
- Perché quel sorriso? - domanda, notando il viso di Julie.
- Julie!!! - urla nuovamente Caspar.
- Eccomi! - risponde lei.
Entra nella sua camera, seguita da me e da Oli. Caspar è in piedi, sul letto, mentre il suo computer è appoggiato sul materasso; ha un'espressione terrorizzata e infuriata, ma è buffo allo stesso tempo. Non so se ridere o preoccuparmi.
- Perché l'hai fatto? - dice Caspar.
- Per YouTube! - sorride Julie. Si gira attorno con le mani aperte e i palmi rivolti verso l'alto, inducendoci a cercare la videocamera.
È il suo cellulare, messo a terra, proprio dietro alla porta. Non è una buona posizione, perché l'angolazione non fa vedere molto, ma non si nota facilmente.
- Qual è la password? - dice Caspar.
- Non la so. - Julie continua a sorridere.
- Come non lo sai? Julie, qual è la password?
- Non la so! - ripete lei, con la massima noncuranza.
- Non sto scherzando, è una cosa seria, Julie: qual è la password? - scandisce parola per parola, calmandosi.
Non si ottiene nulla da Julie senza essere gentili.
- Non la so. - lo imita.
Intanto Oli prende il cellulare di Julie per riprendere meglio.
- Ok, - sospira - faccio un respiro profondo e ci riprovo. - Scende dal letto. - Julie cara, - comincia - potresti dirmi la password del mio computer, per favore? E tu fai scomparire quel coso - dice a Oli.
- Non la so. E comunque è il tuo computer, come hai detto, quindi dovresti conoscerla.
- Hai ancora il fegato di prendermi in giro?
- Tu la sai la password, perché io te l'ho detta.
A questo punto dovrebbe aver capito, dato che si siede sul letto e digita qualcosa sul computer.
- Non la so. - replica Caspar. - È questa la password. - sospira.
- Vattene, non è stato divertente. Ho tutto qui dentro.
- Se avessi fatto più attenzione, magari sarebbe finita prima, non credi?
Ha sempre qualcosa da dire, che sia in torto o in ragione, o che sia solo uno stupido scherzo.
- Da' qua, Oli.
Le passa il cellulare.
- Grazie.
- Figurati.
- L'hai presa un po' troppo sul serio. - continua rivolgendosi a Caspar.
- Come facevi a sapere la mia vecchia password?
- Non è stato difficile. - sono le uniche parole che dice prima di uscire dalla stanza.

Jolie || a Joe Sugg fanfiction (Italian)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora