IV

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Dopo qualche minuto, arrivo a destinazione, ovvero alla fermata più vicina all'hotel. Salgo in superficie, attraverso la strada e comincio a camminare lentamente. Intanto penso... Perché sono qui? Come ci sono finita? Perché non sono a casa mia, in Italia con i miei amici e senza Joe? Perché ho accettato di fare questa cosa? Sono troppo brava, e ad essere gentili si perde. Ho nostalgia di casa, del bel tempo che fa lì; sono stufa di questa non-estate: come fa a piovere a fine giugno? Ma, d'altronde, qui piove quasi sempre. Se circa un mese fa non avessi incontrato Joe, ora non sarei qui. Forse avrei dovuto rifiutare l'invito a quell'evento... ora mi sfugge il nome... Non pensavo potesse essere così fastidioso! Credevo fosse un ragazzo simpatico, che fa OGNI TANTO qualche scherzo. Sono sempre sotto stress, più di prima sicuramente. Sono abituata ad avere diverse personalità, diverse facce; fingere di essere la fidanzata di Joe non è così semplice. Vorrei che finisse prima possibile.

Arrivo davanti all'hotel. Come al solito, io e la signorina della reception ci scambiamo un saluto, poi prendo l'ascensore. Percorro il lungo corridoio e giro a destra, e dopo pochi passi mi ritrovo di fronte alla porta della camera 489: la mia. Passo la chiave sul sensore ed entro.
- Oh mio..! - vedo Joe seduto sul mio letto - Tu che ci fai qui?! Come sei entrato?!
- Ciao anche a te!
- Rispondi alle mie domande!
- Ecco, sono venuto per chiederti scusa..
- Per cosa?
- Per il mio comportamento di oggi durante l'intervista.
Sembra un bambino.
- E come sei entrato?
- Attraverso la porta.
- Ci mancherebbe che fossi entrato dalla finestra..
- Allora perché me lo chiedi?
- Che battutacce. Voglio dire: con cosa sei entrato?
- Ho chiesto una copia della chiave dicendo che quella originale ce l'avevi tu.
- E te l'hanno data?
- Altrimenti non sarei qui. Comunque sì, dato che ultimamente ci vedono sempre insieme..
- E non pensano che tu potresti essere un maniaco, o che mi stia ricattando?
- Si vede che ispiro fiducia.
- E va bene. Ora puoi andare.
- Veramente, volevo anche chiederti se avevi voglia di uscire.
- Uscire? Non ci penso proprio! Sono appena rientrata, e poi per quale motivo dovrei uscire con te?
- Beh, siamo amici, no?
- Sì, ma ora non ne ho voglia.
- Ok... e stasera?
- Ci vediamo domani, Joe.
- Dimenticavo: ho ancora la tua videocamera, ma devo montare il video. Posso tenerla fino a domani?
- Certo.
- Grazie.
Si alza, mi saluta ed esce dalla camera.

Mi metto dei vestiti comodi, mi sdraio sul letto e comincio a leggere alcuni commenti dei miei ultimi video; controllo Twitter: va ancora di tendenza #AskJolie; entro su Instagram e apro qualche direct. Non ce la faccio più. Mollo il cellulare e mi alzo. Vado verso la finestra e la apro. Guardo fuori: c'è un nuvolone grigio proprio sopra l'hotel. Ora sto meglio: prima avevo troppo caldo, dovevo cambiare aria. Preferisco quella naturale che quella del condizionatore.
Torno sul letto e prendo il computer; vado su Netflix e comincio a guardarmi un paio di film.
È ora di pranzo. Mi cambio ed esco dalla camera portandomi dietro la chiave e il cellulare. Chiudo la porta e mi avvio verso l'ascensore. Salgo all'ultimo piano, dove c'è il ristorante. A pranzo c'è il buffet, quindi prendo un piatto e ci metto un po' di tutto. Entro nella sala più silenziosa e riservata, quella in cui vado sempre; è stretta e lunga, e da qui c'è un bel panorama. Oltre a me, sono seduti solo una coppia di anziani che conosco perché vengono spesso in questa parte del ristorante. Mi sorridono e io ricambio. È tutto così calmo: solitamente c'è più gente.
Mi arriva un messaggio. Viene da Caspar: vuole che andiamo a mangiare insieme, io, lui, e Joe, anche se Joe non è molto d'accordo. Non mi piace usare il cellulare a tavola, ma rispondo comunque all'invito rifiutandolo.
Ricevo un altro messaggio: Caspar e Joe sono all'hotel e stanno salendo al ristorante... perché? Perché? Perché?? Inutile lamentarsi... tanto stanno arrivando. Cosa ci posso fare?
Continuo a mangiare. Ad un certo punto sento una pacca sulla schiena, neanche troppo debole; mi spavento e il cibo mi va di traverso e si blocca nella gola. Caspar e Joe non se ne accorgono subito, anzi, ridono per il mio spavento. La signora anziana fa notare loro che "la loro amica non sta molto bene"...
Effettivamente sto soffocando, ma nulla di grave.
Caspar smette di ridere e mi aiuta a sputare il cibo rimasto in gola eseguendo la manovra di Heimlich.
Mi abbraccia da dietro e, unendo le mani, posiziona il pollice di una sulla parte finale dello sterno, il mignolo della stessa nell'ombelico e l'altra mano, a pugno chiuso con il pollice all'interno, dentro l'altra. Poi con le mani in questa posizione effettua dei movimenti dal basso verso l'alto e dall'esterno verso l'interno, comprimendo leggermente l'addome, e mi libera le vie respiratorie.
Intanto sono accorsi due camerieri e un paio di clienti a vedere o ad aiutare.
Quando Caspar finisce di "salvarmi la vita", tutti applaudono e dopo un po' se ne vanno, tranne Joe, il mio "eroe" e una ragazza e un ragazzo che credo abbiano più o meno la mia età.
- Wow! Come sei stato bravo, Caspar! Hai salvato la mia idola! Potreste farmi un autografo? - ci chiede la ragazza.
- Certo! Vuoi anche una foto? - le domando.
- Purtroppo non ho il cellulare con me...
- Tranquilla: la facciamo con il mio, poi mi lasci il numero e te la mando, e chissà... magari chatteremo anche!
- Davvero?! Questa è la giornata più bella della mia vita!
Scattiamo un selfie in quattro, mi scrive il suo numero e ci salutiamo.
- Allora, chi è stato?
Joe alza la mano e abbassa la testa.
- Che gran trovata! Grazie, Caspar.
- Di niente.
Prendo il cellulare e con i due youtubers esco dalla sala, ma un ragazzo ci ferma. Mi ferma.
- Ehi, ciao! Mi chiamo Luke.
Mi porge la mano.
- Ehm.. ciao Luke! - gli stringo la mano
- Senti, pensavo che stasera, se non hai niente da fare, possiamo andare a cena io e te, e..
- E tornare da dove sei venuto. Oggi lei sta con noi. - dice Joe
Luke mi lascia un bigliettino in mano e se ne va.
- Sei stato un po' duro con lui!
- Ah sì?
- Già. - dice Caspar.
- E comunque avrei detto di no. Non sa nemmeno utilizzare i tempi verbali!
E ridiamo.
Mentre usciamo dal ristorante, controllo il bigliettino: un numero di telefono. Mi dispiace per quel ragazzo, ma appena trovo un cestino butto il pezzo di carta. Poi mando la foto alla ragazza di prima.
- Allora, dove avete intenzione di andare a mangiare? - chiedo loro.
- Io credevo di fermarmi qui - mi risponde Joe.
- Una pizza? - propone Caspar.
- Ok.

Andiamo in una pizzeria a mia scelta e ordiniamo.
- Ma tu non hai già mangiato? - mi domanda Joe.
- Cibo inglese... metà nel piatto e metà sputato. Preferisco mille volte la pizza, anche se non è italiana.
- E i pasti all'hotel non sono a pagamento? - continua Caspar.
- No, è tutto incluso. - risponde Joe al mio posto.
Mangiamo la pizza e ognuno paga il proprio conto; poi usciamo.
- Che si fa? - chiedo.
- Paintball. Vieni anche tu? - mi dice Joe.
- Avevi detto che oggi io sarei stata con voi... *sorriso*

Jolie || a Joe Sugg fanfiction (Italian)Where stories live. Discover now