XXIII

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Siamo sdraiati sulla schiena, sul mio letto, io accanto a lei, e ci fissiamo negli occhi, senza dire niente. Siamo anche abbastanza vicini, dato che dovevo vedere i suoi snap. Teste appoggiate al cuscino, lei ha il cellulare con lo schermo spento in mano, in prossimità del petto, che si alza e si abbassa ad un ritmo lento. Non avevo mai notato quanto fossero profondi i suoi occhi. Sembrano volermi dire qualcosa, ma non so cosa... Sembrano sapere la storia di tutto il mondo, dal principio, e anche ciò che deve ancora accadere. Sembrano rinchiudere tutti i segreti, tutti i misteri e gli arcani esistenti, sembrano avere dentro tutte le domande e le risposte, le soluzioni a tutti i problemi. Sembrano imprigionare tutte quelle emozioni represse e catturare quelle che sono riuscite a scappare. Sembrano non lasciar trapelare nessun sentimento, ma esprimere tutto ciò che vogliono dire senza emettere suoni; sembrano vuoti, ma pieni dell'universo. Sembrano sapere cose che noi altri non sappiano; sembrano essere attenti a ogni cosa, e collegare ogni informazione e ogni fatto. Il taglio di quegli occhi, il colore... Non sono gli occhi più belli che io abbia visto, non sono esteticamente particolari. Ti danno quella sensazione di sicurezza e di mistero allo stesso tempo. Ecco cosa non hanno gli altri occhi che ho visto: questo potere ipnotico che ti confonde nel profondo dell'anima, che ti sconvolge la vita, che ti prende l'inconscio.

- Ragazzi, che fate?
Caspar è sceso, e adesso è alla porta della mia camera.
- Stavamo parlando... - gli risponde Julie, spostando lo sguardo verso l'entrata.
- Non è vero: da fuori non si è sentito nulla!
Non stavamo parlando, ha ragione Caspar, ma ci stavamo dicendo delle cose molto interessanti, anzi, Julie mi stava comunicando qualcosa.
- Come vuoi sentire con la musica ad un volume così alto? - ribatte Julie scendendo dal letto.
- Non venite di sopra? Vi avrò chiamati una decina di volte.
Non è vero.
- Fate come volete, io torno da Oli. Non sapete cosa vi state perdendo! - replica, non ricevendo una risposta.
Quindi sento il sospiro di Caspar e lui che corre per le scale.

- L'hai sentito anche tu? - chiedo a Julie, mettendomi a sedere.
- Sentito cosa? - mi guarda quasi come fosse confusa, ma non ci credo molto, dopo aver osservato i suoi occhi.
- Non mi stavi trasmettendo qualcosa?
- Come un apparecchio elettronico? - dice in tono sarcastico - Cosa c'era in quella bevanda?
- Niente, niente...
- Non sembra - dice con un sorriso.
A che gioco stai giocando, Julie? Prima mi confondi con quegli occhi, poi mi prendi in giro con le tue parole...
- I tuoi occhi...
- I miei occhi? Che hanno i miei occhi? Joe, ti senti bene?
In effetti la mia temperatura corporea si è alzata rispetto a prima e ho un leggero mal di testa.
- Allora? Mi stai preoccupando!
- Sì, sto bene. Andiamo di sopra.
- Ok...

I miei occhi? Cos'hanno i miei occhi? Perché Joe mi dice di avergli trasmesso qualcosa? Avrà sbattuto la testa? Che abbia bevuto qualcosa di sbagliato? La prima cosa che faccio, una volta salita di sopra, è andare al bancone della cucina, per controllare la bevanda di Joe. Lui, intanto si sdraia sul divano, dicendo che ha mal di testa.
Guardo gli ingredienti su una parte della bottiglia, poi cerco altre informazioni...
- Quanto, ma quanto - dico con la bottiglia in mano, guardando Joe - ma quanto sei furbo? Sei innamorato? Per questo hai la testa altrove?
- Che succede, Julie? - mi chiede Caspar.
Sbuffo - Sprovveduto.
- Allora? - insiste Oli.
- E vedo che voi due non siete da meno.
Sia Oli che Caspar hanno un bicchiere mezzo pieno di quella robaccia in mano.
- È la prima volta che lo prendete?
- Sì - mi rispondono in coro Caspar e Oli; Joe in ritardo.
- Scusate, mi viene da ridere... - e rido, - Come si fa ad essere così stupidi? Ma pure io a sette anni sapevo che, prima di comprare qualsiasi alimentare, dovevo controllare la data di scadenza!
Mi serviva per le merendine.
- Vuoi dire che.. - mi guarda Caspar molto preoccupato.
- Mi sento male... - lo interrompe Oli.
- Ed è composto per il 75% di roba chimica. - dichiaro, come mettere la ciliegina sulla torta.
- Scusate, torno subito. - Oli si catapulta al piano di sotto, probabilmente in bagno.
- Mi gira la testa...
- Sono passate solo un paio di settimane dalla scadenza di questo schifo. - continuo.
- Non dovreste morire. - li rassicuro.
- Joe, stai bene? Alza la mano se la risposta è sì.
Alza la mano.
- Caspar?
- Rimbomba tutto...
- Ma come ci è finita quella bottiglia fra gli scaffali del supermercato? - mi chiede Joe.
- Trattandosi di un grande supermercato, a volte capita che i commessi non se ne accorgano. In questi casi lo si dovrebbe andare subito a dire al responsabile e godersi la predica che farebbe al commesso. Con tanto di pop corn.
Non si ride delle disgrazie altrui, lo so, ma mi è impossibile. Meglio quando la disgrazia è avvenuta a causa di una sciocchezza che ha fatto quella persona. Come Joe, per esempio.

Stanno tutti dormendo beatamente: Joe in camera sua, Caspar nel proprio letto e Oli sul divano di sopra, dopo che li ho aiutati. Io, invece, sono seduta a terra, nel corridoio, e sto chattando con Bianca e Carolina.
Non me ne sono andata via, lasciandoli soli: sarebbe stato crudele. Avrei potuto farlo, ma in questo modo mi devono un favore.
Bi:E quindi cos' è che non andava con quella bevanda ?
J:Era scaduta e piena di prodotti chimici
Carotina:Ah sì? Oddio *faccina terrorizzata*
Bi:O mamma
J:Furbi, vero?
Bi:Uno più dell' altro
Bianca ha questa fastidiosa abitudine di mettere spazi ovunque: fra apostrofi e parole, fra parole e segni di punteggiatura...
Carotina:Proprio furbi
J:Ora stanno dormendo, li ho messi a letto.
Bi:Web stars ...
J:Cosa vorresti dire con "Web stars ..."?
Bi:Che solo loro sanno finire in queste situazioni fanno video eventi eccetera ... ma poi nella vita reale non sanno fare un ca..o
Brava Bianchina che ti auto-censuri, ma la punteggiatura non è un optional.
J:Ti ricordo che io rientro fra le "Web stars"...
Bi:Appunto .
Carotina:HAHAHAHAHAHA *tre faccine che ridono con le lacrime agli occhi*
Carotina:*tre faccine che ridono con le lacrime agli occhi*
J:Ou, ripeti, se ne hai il coraggio
Bi:Sei solo una trota di internet hahahaha
Carotina:*altre tre faccine che ridono con le lacrime agli occhi*
Bi:Tanto lo so che non mi fai niente hahahaha
J:Ci credo, sei in un altro paese!
Carotina:In un altro paese *due faccine che ridono con... avete capito*
- Ehi, - la voce stanca di Joe mi fa sussultare - che fai?
Sposto la mia attenzione verso di lui, appena uscito dalla sua camera.
- Messaggio. Tutto bene?
- Ho ancora un po' di mal di testa, ma per il resto va bene. - mi dice, sedendosi accanto a me. Intanto mi arrivano decine di notifiche, ma decido di mettere il cellulare in stand-by.
- Che ore sono?
- Le due. - gli rispondo.
- Le due? - mi chiede incredulo.
Annuisco.
- Va' all'hotel, va' a riposarti.
- Caspar e Oli?
- Ci penso io a loro due. Non preoccuparti.
- Non sei ancora in forma, non posso lasciarti da solo con quei due.
Come sono gentile.
- Grazie. Se vuoi qualcosa, fai pure come se fossi a casa tua...
- Ok. Torna a letto, quello che ha bisogno di riposare sei tu.
Sospira.
- Va bene. Grazie ancora.
- E di cosa?
Dopo averci pensato un po' su, mi risponde:
- Di tutto.
Detto questo, si alza e si ritira in camera.
Non mi aspettavo che mi rispondesse veramente.

Jolie || a Joe Sugg fanfiction (Italian)Where stories live. Discover now