Capitolo 22

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Erano passate tre settimane dell'accaduto.
Erano circa le sei quando il sole si decise a sorgere prendendo il posto della fitta nebbia che circondava Londra.
I primi raggi del sole dipingevano il cielo di un rosso acceso, fuoco che si espandeva a vista d'occhio e dava un aspetto surreale al paesaggio rurale nei dintorni e alla città.

I raggi rosso fuoco si confondevano con una testa rossa. Dormiva.
Dormiva ancora. Gli occhi chiusi davano un'aria spensierata al ragazzo. Il camice bianco - che ormai era segno indistinguibile del suo stato di in covalescenza - risplendeva sul corpo pallido del ragazzo che dava una sensazione surreale, proprio come il sole, e profonda tristezza. Le poche lentiggini che il ragazzo aveva ora si notavano molto. Il silenzio era la sua unica compagnia in quei momenti di agonia.

Quelle tre settimane erano passate tra visite dei suoi amici e famigliari. Una ragazza, dai capelli neri, sedeva gli sedeva accanto, forse per l'ora o per la stanchezza si era appisolata sulla poltrona in pelle bianca.
Mentre ella dormiva, un'altra ragazza, mora questa volta, entrava nella stanza. Aveva una sciarpa posata delicatamente sul collo, un parka verde, un paio di jeans e anfibi. Una cosa però faceva risaltare quell'outufit, un qualcosa che si notava sola se si guardava il suo volto. Gli occhi rossi. Era ormai un simbolo per lei da quanto l'avevano dimessa.

Serena si guardava intorno mentre, a intervalli irregolari, tirava su col naso e arricciava le labbra per impedire le lacrime di formare un nuovo percorso sulla propria pelle.
Ricordò, ancora una volta, cosa le aveva detto il medico qualche minuto fa.

"Signorina, le condizioni di Luke sono ancora instabili, non si potrebbe più risvegliare. "

Tutta colpa sua. Sua e del suo piano contorto.

In tutto quel tempo, inoltre, era stata circondata da persone false. Così le chiamava lei. Persone che le chiedevano in continuazione se stava bene e se le serviva qualcosa. Alcune volte Serena avrebbe voluto rispondere "solo una cosa voglio ma non posso averla: la salvezza di Luke". E allora sì che piangeva, piangeva perché non sapeva darsi pace, piangeva perché la sua vita era un puzzle con pezzi persi, piangeva per essere stata così stupida. Era stato tutto molto, troppo semplice al capannone.
Inoltre non sapeva dove era finita la lettera che aveva trovato in quel luogo. Una cosa secondaria sicuramente ma sempre molto importante. Aveva paura che chi li aveva quasi uccisi avesse preso la lettera. E quel chi aveva un nome: D.

Serena ne era sicura. Era stato lui.

Serena si era avvicinata alla poltrona dove riposava Rosaline. L'amica sembrava spaventata, forse in preda ad un incubo.
Era ancora presto ma lei era venuta per dare il cambio all'amica dai capelli neri.

Luke giaceva in quel letto, dalle lenzuola blu sbiadito, da quasi un mese. Non si svegliava. E la speranza se ne stava andando poco a poco. E con essa la felicità.

Mark e Aaron erano venuti quasi tutti i giorni, dopo le ore di lavora a vedere come stava il ragazzo. Ma niente di nuovo. I due si erano chiesti il perché il trio era al capannone, lo avevano chiesto anche a Serena ma lei non aveva spiccato parola. Padre e figlio si davano coraggio a vicenda, dopo quello successo a Kate ne avevano abbastanza.

Rosaline soffriva. Soffriva per tutto. Ancora un altro mese e poi avrebbero staccato la spina, o così le avevano detto. Lei si era illusa di poter far qualcosa e convincere i famigliari di lui, poi però si era accorta che le sue parole valevano meno dei spiccioli. Infondo per lei non era nessuno per loro.

Luke, invece  si trovava in una situazione al quanto strana. Era chiuso in una stanza nera, con uno spiraglio di luce che segnava la libertà ma ogni volta che sembrava arrivarci veniva trascinato indietro da qualcuno o inciampava in un sasso che non c'era. Si era arreso anche lui. Sentiva tutta da lì: le preghiere di Ros, i pianti di Serena, le domande del fratello, la tristezza del padre e degli amici. Infondo lui si voleva risvegliare e prendere di nuovo il controllo sul suo corpo ma proprio non ci riusciva.

Un suono rimbombò nel silenzio della stanza. Questa volta non era un telefono, questa volta era un sasso lanciato dalla finestra con allegato un bigliettino con le lettere ritagliate da un giornale. Per fortuna la finestra era aperta e il sasso era andato a toccare la parete di fronte.
Serena tremolante prese il sasso e lesse.

"Povero Luke mi fa quasi pena...questo mia cara è solo l'inizio. D."

Adesso ne era sicura, la lettera c'è l'aveva lui, D.

Spazio Autrice

Boh non so che dire se no  ciao a tutte e come state?

Il capitolo lascia un po a desiderare. Ma ci tenevo a specificare quello che era successo e gli stati d'animo di ognuno dei personaggi.

Scusate gli errori e se vi è piaciuto come sempre votate e COMMENTATE.

SPAZIO PUBBLICITA

- Chiave: tra verità e menzogne- di @Hapern9

A presto
-lucy387❤

The Return Of NightmareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora