Capitolo 15

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Serena guardava il cielo. Molto spesso si incatava a guardare le sfumature delle nuvole.
Aveva sempre amato la natura: il vento, il cielo, la pioggia, il sole...
Si meravigliava che dopo due anni, Londra conservava ancora tutta la sua magnificenza, cosa che a Los Angeles non aveva mai visto.

Londra, appunto, non era cambiata per niente, solo che Serena non la vedeva più come la sua città Natale, la guardava come una semplice città. Lei non apparteneva più a nessun posto. Lei adesso si definiva nomade: andava dove la portava il destino, il fato, il karma.
Il destino, adesso l'aveva portata indietro, dove tutto era cominciato.

Serena si sedette sul divano e indecisa, prese il diario e la lettera di Kate. Tanburellò le dita sulla lettera e la rilesse fino allo sfinimento ma non notò nulla di strano, perché era sicura che quella lettera conteneva qualche indizio doveva solo capire cosa poteva essere.
Sconfitta, lasciò la lettera sul tavolo e dopo un lungo respiro apri il diario. La calligrafia era molto graziata, minuta e ordinata. L'elastico nero dava la conferma che quello che loro chiamavano diario, in realtà era un'agenda in pelle.

Serena con tocco leggero accarezzò le pagine come per paura che si strappassero da un momento all'altro. Le pagine scritte erano all'incirca venti compresa la prima pagina.
La prima pagina, infatti, non era scritta come tutte le altre: era piena di appunti e scritte, simili a dediche.
Serena iniziò a leggere con calma la prima pagina e si rese conto che quelle erano citazioni di scrittori famosi. Una la colpì maggiormente.

《A tutti è stato concesso un'anima ed un corpo. Ma che spreco ne hanno fatto tutti quanti. Io sarei stato diverso.》

Questa citazione, per quanto fosse strana per essere stata scritta da una ventenne, colpì Serena. In quel preciso momento, la mora capì che Kate sapeva che presto sarebbe morta, sapeva qualcosa di grosso che la mafia non poteva lasciar correre.
Kate era stata usata, e poi come in un gioco, quando aveva fatto un passo falso era stata eliminata, uccisa. La mafia voleva che scoprisse qualcosa non tutto. La cugina di Luke, sicuramente, si era sporta troppo oltre.
Prese dalla foga del momento, Serena, giro pagina e iniziò a leggere quelle poche righe che conteneva quella pagina.

Caro diario,
Finalmente ho scoperto perché Luke è così distante, come già avevo sospettato è entrato un una banda criminale ma non per questo è sempre distante, c'è un'altra cosa che so ma ancora non voglio scriverla; e forse non la scriverò mai.
Kate.

Serena chiuse velocemente il diario e si alzò in piedi. Osservò attentamente la lettera e il diario, ma niente di nuovo.
Sentì serratura scattare per poi scorgere dallo stipite Rosaline e Luke. Senza dargli tempo di respirare gli attaccò.

"Dove siete stati? No, no, non mi importa, mi importa un'altra cosa: Luke, c'è qualcosa che dovresti rivelarsi?" Chiese così velocemente che i due amici capirono a stento.

"Hey, Hey calmati. Non siamo andati tanto lontano, siamo stati un pò fuori per il centro...cosa dovrei dirvi?" Luke era così confuso e sconcertato che quasi se ne stava cadendo.

Serena prese un respiro. Forse era stata un pò sgarbata ma non era questo, adesso, il suo problema più grande.

"Ragazzi scusate...ho iniziato a leggere il diario...e sono rimasta sconcertata. Diceva 'caro diario, finalmente ho scoperto perché Luke è così distante, come già avevo sospettato è entrato in una banda criminale ma non per questo è sempre distante, c'è un'altra cosa che so ma ancora non voglio scriverla; e forse non scriverò mai. Kate." Incredibile anche per lei. Aveva imparato quelle parole a memoria, in un lasso di tempo minimo, ma se ne restò zitta aspettando spiegazioni da Luke.
Quest'ultimo era diventato bianco come un cencio. Come era possibile che Kate lo sapesse? Era stato molto attento, nessuno lo sapeva, nessuno tranne Kate. Ma come lo sapeva era un mistero.
Luke piantò i suoi occhi prima in quelli di Rosaline e poi in quelli di Serena. Prese un respiro.

"Vedete, sono entrato in quella 'compagnia' perché.....ecco...perché volevo essere utile." Sbottò alla fine.

"In che senso ti volevi rendere utile?" Sì intromise la nera.

"Vedete io volevo rendermi utile per mio padre...sono entrato in quella banda perché volevo fargli veder che non solo mio fratello, Mark è utile a mio padre, non ho detto niente a nessuno, non so il perché Kate lo sapeva...però adesso ho capito perché mi volevano uccidere..."rispose Luke pensiero. Ora aveva capito, qualcuno gli aveva avvisati.

"Questa è una spiegazione abbastanza logica...quindi tu eri un poliziotto sotto copertura?" Chiese Rosaline con un pizzico di esaltazione.

"No." Rispose subito Luke "mio padre non lo sapeva, né mio fratello e non lo devono sapere, non voglio essere sgridato come un bambino." Si sedette sulla sedia "alla centrale, mi chiamavano anonimo salvatore, perché molte volte avevo salvato le vite delle persone dalla mafia. Non volevo che nessuno sapesse la mia identità, perché non era né di una 'fazione' né dell'altra. Ero come un guerriero che combatteva non per la gloria, ma per sé stesso, per salvare le vite alle persone, un eroe che non ha bisogno di un costume, un eroe che svolge il suo compito nella penombra. Per una volta volevo essere qualcuno. Volevo che qualcuno credesse in me, vedesse quello che sono. Sembrerà strano, ma è vero. Poi, però quando iniziarono a darmi compiti più difficili, è lì che mi sono trovato in difficoltà, comunque ho sempre svolto entrambi i lavori: rapivo e poi li facevo scappare. Questo forse è un altro motivo per cui volevano farmi fuori. Non so né quando né come hanno scoperto che facevo 'triplo gioco' ma lo hanno capito. Ora tutto e più chiaro." Luke finì di parlare.

"Quindi, Kate secondo te come l'ha scoperto?" Chiese Serena mentre prendeva la lettera.

"Non lo so..." rispose lui.

Serena intanto si era immersa nella lettura cercando, ancora una volta di capire cosa nascondeva la lettera.

"Ma certo! Perché non ci ho pensato prima!" Urlò ad un tratto Serena sbattentosi più volte la mano sulla fronre facendo spaventare i due.

"Cosa?" Esclamato quest'ultimi.

Serena si andò a sedere sul divano che era ormai il suo luogo di riflessione. Rosaline e Luke la seguirono incuriositi e nervosi. La mora mostrò loro la lettera, con un dito puntato su alcune parole.

"Se guardate bene queste parole, vedete che hanno una diversa scrittura come se Kate volesse evidenziare queste parole..." esclamò.

Rosaline e Luke si guardarono e poi volsero lo sguardo sulla lettera. Capirono tutto.

Era vero, le parole con una diversa scrittura c'erano.
Rosaline lesse a voce alta.

"Romanzo!" Esclamò. Sì perché quello era l'indizio.

Finalmente c'era una svolta.

Spazio Autrice.

Buona domenica a tutti!

Questo capitolo è molto importante come avrete capito....

Come state? Vi è piaciuto il capitolo? Spero, come sempre, di sì.
Non mi soffermo oltre! Lasciate commenti e Luke se vi è piaciuto e scusa gli errori che presto correggerò.

Alla prossima

-lucy387❤


The Return Of NightmareWhere stories live. Discover now