Capitolo 14 "Amore"

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Veronica risponde a tutte le mie domande, senza un'esitazione, come una vera e propria enciclopedia parlante. È capace di dare risposte esaudienti persino alle domande che ritengo più complicate.
"Veronica... Volevo chiederti, ecco...Micheal Cops, che tipo era? E il suo rapporto con Helya?"
Fu la prima domanda alla quale dovette pensarci su, prima di rispondere. Per un attimo, il suo sguardo si perde come nel vuoto, come dentro un ricordo.
"Dean... Io sono una recluta da poco tempo, e non posso parlarti di lui come persona. Ma posso parlarti di lui come leggenda."
"Leggenda?"
Veronica annuisce: "Michael Cops era in vita da più di mezzo secolo. I Non-morti non invecchiano ovviamente, e fino a quando prendono le cellule anti decomposizione, sono immortali. Michael stesso fondò il gruppo delle Reclute Speciali. Tempo fa, i membri erano numerosissimi, Michael prendeva qualsiasi persona che non aveva un posto nella società, e ne faceva un soldato pronto a sacrificare la propria vita contro i Cacciatori. Quando divennero troppi per essere gestiti da una sola persona, Michael decise di scegliere un erede. In molti aspiravano a quell'onore, ma lui scelse il novellino del tempo, di cui aveva deciso di assumersi le responsabilità di Mentore, anche se non era lui che gli aveva sparato: Helya. Michael depose in quel ragazzo grandissime aspettative, diceva che per lui il futuro sarebbe stato luminoso e pieno di gloria. E difatti non si sbagliava. Helya divenne presto una leggenda, proprio come il suo Mentore. Era lui che ormai aveva il controllo, non solo delle Reclute Speciali, ma dell'intera comunità. Per qualsiasi consiglio, la gente si rivolgeva a lui. Per un qualsiasi problema, la gente contava sempre su di lui. Tutti amavano, e ammiravano, il grande Cuore."
"Cosa successe dopo?"
"Successe che, per ragioni sconosciute, Michael ed Helya ebbero un tremendo litigio. Da quel giorno, Helya cadde come in una specie di depressione, dimenticandosi dei suoi doveri, trascurandoli. Michael lo sollevò dall'incarico di gestione delle Reclute Speciali, anche se avrebbe dovuto continuare ad assumerne, facendo da giudice nelle Cerimonie di Iniziazione. Ma nonostante ciò, Helya cadde come nel dimenticatoio, da quel momento. Erano anni che Michael e lui non si parlavano, eppure sembra stia soffrendo molto per la sua morte. Credo che nonostante tutto non abbia mai perso il grande rispetto, l'ammirazione, e l'affetto fraterno che lo legava a lui."
Quella storia mi lascia sbigottito. E' surreale quanto le nostre storie siano simili; Helya si sta comportando con me proprio come il suo Mentore si comportò a sua volta con lui. Se lo stia facendo apposta o meno, non lo so. Improvvisamente, mi torna alla mente la sua espressione devastata, alla notizia della morte di Michael Cops. La voglia di dargli un po' di conforto mi assale, ma devo resistervi.
Dopo un'intera giornata di informazioni, domande e risposte, Veronica finalmente mi congeda, e posso tornare all'interno dell'edificio. Ormai conosco a memoria quasi tutte le funzioni dei tasti dell'ascensore, e trovo subito quello che mi riporta all'appartamento che divido con Helya.
Ma quando apro la porta, non mi aspetto di ritrovare quel casino. Per terra vi è la qualunque: da pezzi di trofei distrutti per il pavimento, a sedie rovesciate, soprammobili, lampade...tutto distrutto, sparso per la casa.
"Ma che diavolo?..."
Sento dei rumori provenire dal soggiorno, come dei tonfi. Svelto, mi precipito nella stanza: la scena che mi ritrovo davanti è assurda; Helya, sudato come non mai, continua a prendere a pugni il muro, violentemente, lasciandovi sopra delle macchie di sangue, provenienti dalle sue nocche ormai scorticate.
"Helya! Fermati!" Lo afferro da dietro e lo spingo via. Lui non oppone resistenza, si lascia cadere in ginocchio, per terra. Abbassa il volto, nascondendolo tra le mani. La sua schiena è attraversata da spasmi, come per chi sta per scoppiare a piangere; ma non piangerà.
"Vattene via, Fegato...Non...guardarmi."
Sto semplicemente in silenzio, senza muovere un muscolo, guardandolo con occhi severi. Lui piano si rimette in piedi, barcollando: "Faccio proprio schifo come Mentore."
"Non è così, e tu lo sai."
"Non dovresti vedermi in questo stato!"
Gli poggio entrambe le mani sulle spalle: "Perché lo stai facendo?"
"Non gli ho nemmeno detto addio! Non gli ho nemmeno...chiesto scusa, per tutte le volte in cui sono stato...sono stato...uno stupido. È morto odiandomi, detestandomi! Dovevo ancora dirgli troppe cose, troppe!" I suoi occhi sono palle infuocate da rabbia e rimpianto, sembrano gridare.
"Tu lo odiavi?" Gli chiedo, calmo.
"Non avrei mai potuto..."
"Allora nemmeno lui ti odiava. Non è morto odiandoti."
"Tu non capisci! È inutile, non capiresti...E adesso...è troppo tardi."

***
Ci vollero quattro ore piene per ripulire tutto quel macello. Alla fine, eravamo così stanchi che collassammo a letto senza pensarci due volte
"E così Veronica ti ha detto tutto, eh? Ma che brava." Helya rovista alla ricerca di qualcosa all'interno di un cassetto.
"Mi ha detto quanto basta."
Helya ridacchia, e tira fuori dal cassetto un pacco di sigarette e un accendino: con noncuranza, afferra una sigaretta dal pacchetto e la accende.
"Tu fumi?" Chiedo, sorpreso.
"Non dovrei. Eppure lo faccio, quando sono particolarmente stressato. Sai, ci sono tante cose che non dovrei fare."
"Per esempio?"
"Amarti." Dice con estrema sincerità e leggerezza, gettando via il fumo dalla bocca.
Quella frase mi ha completamente spiazzato. Non so come controbattere, credo anche di stare arrossendo come un adolescente, mentre lui continua a fumare spensierato.
"Che c'è? Credi che mi sia scordato quello che è successo prima? Anche tu mi ami, mi hai baciato." Aggiunge.
"Io?! Baciato te?! Sei stato tu a farlo!" Protesto.
"Non mi hai respinto. Lo avresti fatto, se non avessi provato qualcosa per me. Perciò anche tu mi hai baciato."
Non posso dire che abbia torto, quindi non controbatto.
"Ahahah, ti ho fregato, idiota. Proprio dominato." Mi sbeffeggia.
Gli salto addosso: "Adesso ti faccio vedere io chi è il dominato!" Lui ride.
Ma ad un tratto, cala il silenzio. I suoi occhi, sono fissi sui miei, tremano, come le mie braccia.
"Hey. Va tutto bene, Dean." Mi tranquillizza, ma non riesco a smettere di tremare.
Crollo di nuovo al suo fianco: "Ho come la sensazione che tutto questo sia sbagliato."
Helya tace.
"Helya, se davvero mi ami, promettimi una cosa."
"Cosa?"
"Tu non morirai. Giuramelo."
Lui sorride: "Non morirò, pivellino. Non è così facile farmi fuori. Te lo prometto."
"Bene così. Sono più tranquillo."
"Perché ti interessa tanto che io viva?" Mi domanda.
"Perché sono follemente innamorato di te."
Chi lo avrebbe mai detto. Fino a poco tempo fa, lo odiavo con tutto me stesso, credendolo un criminale, e adesso lo amo. Come faccio a esserne così sicuro? Non lo so. Nella mia monotona vita non ho mai provato una sensazione simile, mai così forte. Seppure molte donne mi venissero dietro, e sebbene si concedessero ai miei desideri, non ho mai provato qualcosa di così puro, quel qualcosa che sto sentendo adesso, semplicemente standogli accanto. Chi lo sa, forse sono nato proprio per amare Helya.

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