Capitolo 11 "Piano"

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Per qualche secondo buono, tengo gli occhi sbarrati dalla sorpresa, in panico, senza sapere cosa fare. Piano piano, poi, mi accorgo che si stanno chiudendo da soli. Le sue labbra sono come la sonnolenza, quando vorresti opporti ma alla fine ti lasci trasportare. Non avrei mai immaginato di arrivare a questo. Mentre le sue labbra sono sulle mie, mille pensieri mi passano per la testa, così tanti che non riesco a fare ordine tra di essi. L'unica cosa che ho lucida in mente è la consapevolezza che non voglio che smetta di baciarmi.
"Mi sono rammollito." Sussurra.
Afferrandolo per il colletto della camicia, come è sempre sua abitudine fare, lo avvicino nuovamente a me e questa volta sono io a baciarlo, ancora più intensamente.
"Non posso permettermi di perderti, lo capisci? Senza un leader le spedizioni saranno troppo pericolose, potresti morire." Riprende a parlare.
"Se non vado io morirai tu. Ti stanno già cercando, non vedi che hanno usato il tuo stesso Mentore per avvertirti? È come se con quel gesto volessero dire: 'Siamo più forti. Abbiamo ucciso lui, il prossimo sei tu. Tieniti pronto.' " Insisto.
"Dean, ascoltami." Il suo tono si fa estremamente serio: "Preferisco sacrificare la mia vita, che decine, e magari centinaia, di quelle delle reclute qua fuori. Senza contare che metterei a rischio anche la tua."
"No, Helya, non puoi arrenderti, non puoi dire così!"
"Devi promettermi" Riprende "Che non proverai a salvarmi. Che non metterai a rischio altre vite per me. Nella vita bisogna accettare il proprio destino, il mio è questo. Promettimelo."
Scuoto la testa, ostinato:"Non puoi chiedermi di prometterti una cosa del genere."
"Ti supplico, Dean, per favore."
Cosa dovrei fare? Sono un uomo di parola, detesto infrangere le promesse una volta fatte. Sì, perché non potrei mai mantenere una cosa del genere, e lasciare che venga ucciso. Devo agire per primo.
"Vuoi consegnarti all'Organizzazione Anti Non-morto?" Chiedo schietto, guardandolo negli occhi.
"Si chiamano i Cacciatori. Non chiamarli più in quel modo. Comunque sì, è la cosa giusta da fare."
"Non posso impedirtelo, allora..." Lo spingo via delicatamente, e mi faccio largo verso l'uscita.
"Dean, aspetta!"
Lo ignoro, e chiudo la porta alle mie spalle. Questa volta so cosa fare, dove andare e a chi rivolgermi.
Poco fa, ho intravisto Buffy allontanarsi verso un padiglione al piano terra, dove vi era un cartello con su scritto "Organizzazione Reclute". Se la memoria non mi inganna dovrei essere quasi arrivato, e dovrei trovarla proprio lì. Molto probabilmente si occupa di questo, organizzare tutte le Reclute.
Ed eccolo, il cartello. Non mi sbagliavo, allora, il mio intuito vince sempre;
Il padiglione è talmente grande e dispersivo che in due minuti ho già perso l'orientamento. Non ho idea di come riuscirò a uscirne, e non so nemmeno come riuscirò a trovare quella donna in mezzo a tutta questa gente in divisa perfettamente uguale.
"Scusi, sa dirmi dove posso trovare Buffy? Ehm, Polmone sinistro, se non sbaglio." Domando a un uomo che sta lavorando dietro a un computer pieno di dati.
Lui abbassa la montatura spessa di occhiali, per scrutarmi meglio dal basso verso l'altro.
"Fammi indovinare...Soldato scelto, non è vero? E sei nuovo."
"Esatto." Rispondo io. "Allora, sa dirmi dove posso trovarla? È abbastanza urgente."
"Solo un minuto." L'uomo schiaccia uno dei tanti pulsanti presenti nella sua scrivania e si avvicina, tenedolo premuto, a un piccolo microfono.
"Buffy, c'è una recluta speciale qui che desidera parlarti." Fa delle brevi pause: "Sì. A-ah. Capisco."
"Arriva subito." Afferma poi rivolgendosi a me. In seguito, riprende ad armeggiare con quell'enorme computer.
Dopo qualche minuto di attesa, la vedo comparire: quella chioma scarlatta e la camminata scattante e decisa è inconfondibile.
Sussulta, non appena mi vede, e il suo viso assume un'espressione delusa.
"Oh, sei tu..." Mormora
"Buffy, ho bisogno del tuo aiuto. Si tratta di Helya."
"Helya? È successo qualcosa ad Helya?!" Sembra agitarsi in maniera strana, non mi aspettavo una reazione del genere.
"Non ancora, ma senza il tuo aiuto potrebbe accadere."
"Parla." Si fa tremendamente seria. I suoi occhi adesso somigliano a piccole schegge; sembra ansiosa.
Decido di andare subito al sodo, senza perdere tempo. Ogni minuto sprecato potrebbe essere quello decisivo.
"Vuole consegnarsi ai Cacciatori, ha bloccato le spedizioni delle reclute speciali e non sembra intenzionato a cambiare idea." Dico tutto d'un fiato.
L'espressione sul viso di Buffy è davvero indescrivibile. I suoi occhi si spalancano, trasudando panico misto a preoccupazione, il suo intero corpo si irrigidisce, e da quel momento sembra fatichi persino a deglutire.
"Cosa?! No, non può farlo!"
Come una furia, quasi spinge via dalla scrivania l'uomo di poco fa, e si mette al suo posto, cominciando a digitare alla velocità della luce sulla tastiera dalle infinite funzioni. Sullo schermo appaiono immagini confuse, mentre Buffy sembra sudare.
"Che grandissimo coglione..." Mormora, incredula: "Lo ha fatto sul serio!"
"Buffy." La richiamo. Lei sfila gli occhiali, e mi rivolge uno sguardo smarrito.
"Quando sono arrivato qui, ricordo benissimo che una ragazza venne a trovarmi, mentre avevo appena ripreso conoscenza. Probabilmente era sotto copertura, sotto false spoglie, dato che non era una Non-morta, ma un membro segreto dei Cacciatori. Quella donna mi serve, e tu sei l'unica che può aiutarmi a rintracciarla."
"Impossibile. Questo palazzo è accessibile unicamente ai Non-morti. Vi sono norme di riconoscimento ovunque. Tu non te ne accorgi, ma attraverso ogni porta che varchi, una piccola telecamera effettua un'immadiata scansione dei tuoi organi interni, e non appena non registra alcun corpo estraneo all'interno di essi, ovvero la pallottola, comincia a suonare, e chiude immediatamente tutte le uscite che circondano l'obiettivo. Perciò l'accesso all'edificio è consentito unicamente ai Non-morti. È un sistema impossibile da disattivare, nessun umano sarebbe in grado di farlo."
Com'è possibile? Quella donna era Christina Way, la donna che avevo difeso sul treno, lo ricordo benissimo. Questo significa che non era lei, forse? È possibile che la vera Christina Way abbia mandato una falsa persona che si fingesse lei? E che quella persona sia già una Non-morta? No, non regge. Helya conosceva da tempo il volto di Christina Way, non si sarebbe mai sbagliato, tentando di sparare ad un'altra. Allora, se quella è davvero la Way, forse è già...una Non-morta? E come può essere che nessuno ancora lo sappia? Conduce una doppia vita? Riesce a ricordare anche lei la sua vita passata, e così continua ad essere un membro dei Cacciatori, nonostante lei stessa sia una Non-morta? Ma non avrebbe senso! Perché continuare a uccidere quelli che ormai sono suoi simili? Per quanto mi sforzi a trovare un nesso logico a tutto ciò, nessun ragionamento ha una soluzione compiuta. Non ha tutta questa importanza, per il momento. Devo riuscire a mettermi in contatto con quella donna, in un modo o nell'altro.
"Dean, ci sei?" Dice Buffy, interrompendo i miei ragionamenti.
Sto per aprire bocca per risponderle, ma una voce mi fa raggelare il sangue.
"Dean!" Mi chiama, ansimando. Ma come, mi ha già trovato?
"Dove ti eri cacciato? Ti ho cercato dappertutto!" Helya mi afferra per la manica della maglietta, e fa per trascinarmi via. Non si è nemmeno accorto di Buffy.
"Helya!" Esclama lei, che non si aspettava di ritrovarselo davanti.
"Cosa stavate confabulando voi due?" Dice in tono di rimprovero.
"Nulla, davvero, posso assicurartelo..." Risponde subito lei sulla difensiva. Con un gesto brusco del braccio, mi libero dalla stretta di Helya, che deve aver notato la mia espressione di rabbia. Mi rivolge uno sguardo serio, profondo, gravoso. Le pupille circondate dalle iridi verdi sembrano tremare.
"Dean, ho riflettuto su quanto c'è da fare. È necessario che vada tutto per il meglio, o è la fine. Ho un piano."

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