Capitolo 7 "Sensazione"

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La testa mi scoppia e sento il sangue pulsarmi velocemente nelle tempie. I miei capelli sono ormai bagnati dal sudore, così come il mio intero corpo; non sono mai stato così stanco in vita mia. Forse sto reagendo in maniera esagerata, dopo tutto dovrei essere abituato allo sforzo, dato che ricordo perfettamente che in vita tenevo molto allo sport, e durante il tempo libero mi dedicavo a lunghe corse o intere giornate in palestra a far pesi. Non capisco perché adesso, dopo un semplice corpo a corpo, mi sento così stanco.
"Sei proprio un rammollito. Non te la dò la manina per rialzarti, sappilo." Afferma Helya, in tono di scherno. È questa la parte strana di lui: cambia atteggiamento da un momento all'altro. Un secondo prima è amichevole e protettivo, uno dopo severo e freddo.
"Hel...Helya." Fatico persino a parlare dalla stanchezza. Ad un tratto, però, mi accorgo di una macchia che sta trapassando la maglietta, sul suo petto, diventando pian piano sempre più grande: sangue?
"Tu stai sanguinando!" Esclamo indicandola.
Lui mi rivolge uno sguardo interrogativo, confuso, poi abbassa lo sguardo sul punto da me indicato.
"Cosa?!..." Troppo orgoglioso, si volta dall'altra parte dandomi le spalle: "...Accidenti." Mormora. Lo dice come se stesse in un certo senso imprecando, a modo suo.
"Sta' tranquillo, capita, no?" Cerco di rassicurarlo.
"No invece, non deve assolutamente capitare!" Nervoso, comincia a rovistare all'interno di qualsiasi sportello o cassetto gli capiti a tiro. "Non a me. Non a Cuore." Continua a mormorare.
"Qual è il problema?"
"Proprio non ci arrivi? È un brutto segno, molto brutto. E so già come devo interpretarlo..." Helya lascia la frase a metà, e io sento la mia espressione che si indurisce.
"No. Lascia fare a me!" Dico strappandogli di mano la garza che ha appena trovato.
"Ridammela, non sei capace." Sbotta.
"Insegnami, allora."
Helya fa un lungo sospiro, abbassando la testa: "Devi avvolgerla tre volte facendo attenzione che gli strati di garza siano perfettamente sovrapposti." Dice, distogliendo lo sguardo.
"Okay."
Helya sfila la maglietta, e non so per quale motivo provo uno strano effetto: mi sento all'improvviso il cuore in gola, una sensazione mista a panico. Non credo di aver mai provato una cosa del genere in vita mia.
Cercando in tutti i modi di tenere la mano ferma, comincio ad avvolgere la garza:"Così?"
Helya fa un lieve cenno: "Sei proprio cocciuto, eh?"
"È un difetto che ho da sempre."
"Ma non ho mai detto che sia un difetto."
"Ah...no?"
Helya scuote la testa: "Non perdere mai questa caparbietà e questa determinazione. La testardaggine a volte può sembrare un segno di infantilità, ma se usata bene molto spesso può portare a realizzare molti obiettivi. È un grande dono."
"Ecco fatto!" Con i denti strappo l'estremità della garza, proprio come fece lui.
"Ma che bravo."
"Senti, Helya... ho bisogno che tu mi sciolga dei dubbi."
"Parla."
"Come si...uccide un Non-morto?"
Helya si massaggia il mento, socchiudendo gli occhi: "Ci sono diversi modi: il primo, il meno usato, è l'operazione; non appena viene rimossa la pallottola che è incastonata nel tuo organo vitale, il tuo corpo si sgretola immediatamente. Di solito questa tecnica viene utilizzata per i Non-morti gravemente danneggiati, o semplicemente per chi non ha più voglia di proseguire la sua vita nella comunità. Il secondo metodo è quello più usato, ed è quello che temo di più; l'organizzazione Anti Non-morto possiede delle armi, da taglio o da fuoco che siano, che vengono impregnate di una sostanza, una specie di veleno, capace di distruggere tutte le cellule che permettono al tuo corpo di non decomporsi, quelle cellule che ti iniettai l'altra volta. Quel tipo di morte è lento è doloroso, e soprattutto non si può far nulla per evitarlo. Tu stesso senti pian piano il tuo corpo che si sgretola, che si consuma, tutto questo mentre sei cosciente, dato che il cervello è sadicamente l'ultimo organo ad essere colpito dalla sostanza: ci si possono impiegare interi giorni per morire, durante i quali diventi praticamente un vegetale. È come appassire pian piano senza poter fare nulla."
"È...terribile..." Mormoro.
"Lo è eccome. Tuttavia c'è un altro modo per uccidere un Non-morto, ma non te lo dirò."
"Ma per quale motivo?!" Protesto.
"Non ritengo necessario che tu lo sappia."
"Ovvio che è necessario! Potrebbe succedermi una situazione in cui rischierei di morire in quel modo..."
"Nah, non succederà mai." Mi interrompe facendo un gesto con la mano, "Sei gay fino al midollo osseo."
"Eh?!" Sbotto.
"Ops. Mi sa che non dovevo dirlo."
"Come sarebbe a dire, scusa?!" Protesto.
"Se vuoi suicidarti in maniera felice allora ti dò una dritta: vai a letto con una Non-morta."
"Ma che cos-"
"Io te l'ho detto che sarebbe stato meglio per te non saperlo." Dice incrociando le braccia.
"Helya...tu sei gay?" Chiedo, imbarazzato.
"La maggior parte di noi lo è, o lo diventa appena si trasforma in Non-morto. Tranquillo, anche tu lo sei. È l'istinto di sopravvivenza: se te la fai con una femmina muori, perciò ti conviene essere gay."
"Mi conviene?! Ma tutto ciò è assurdo!"
"Ti accorgerai che essere gay è molto più figo di quello che sembra. Ah, piccolo dettaglio da non trascurare: le Non-morte, al contrario di noi, sono tutte etero. Perciò cercheranno di ucciderti praticamente sempre."
Che assurdità. Ne ho viste e sentite di cose strane ultimamente, ma questa poi... Eppure, quella sensazione che ho provato poco fa... no, non può essere, mi sono sempre piaciute solo le donne. Forse il tutto era dovuto semplicemente allo stress e alla stanchezza. Cerco di convincermi che sia così.
Helya sbadiglia rumorosamente, stiracchiandosi: "Sono proprio stanco. Andrei volentieri a riposare." "Oh, ehm, d'accordo."
"Ci vediamo domani, Deanuccio."
"Potresti gentilmente smetterla di chiamarmi così?" Ma Helya è già partito verso una stanza che ha aperto facendo scorrere un pannello, che poi ha richiuso alle sue spalle.
"E io dove dormo?!" Gli chiedo ad alta voce, prima che il pannello gli impedisca di sentirmi.
Helya lo riapre, facendo capolino con la testa: "Uh? Qui, ma è ovvio." Dice indicando la stanza in cui si trova.
"Lì?" Sono riluttante al pensiero. Credo di sentirmi già abbastanza a disagio. Helya annuisce.
"Oh, ho una brutta notizia per te: c'è solo un letto e, guarda caso, con due posti."
"Che cosa?! Te lo puoi scordare, non ci dormo accanto a te." Incrocio le braccia, arrossendo.
Lui mi guarda annoiato: "Beh, come vuoi, dovrai dormire per terra allora."
"Lo preferisco di gran lunga." Insisto.
Helya fa spallucce, e fa per rientrare.
"Aspetta!" Blocco il pannello con la mano, infilandomi anche io nella stanza: ha l'aspetto di una normale camera d'albergo matrimoniale. L'arredamento è uguale a quello del resto dell'appartamento, semplice e moderno. E il letto, quel letto ha un'aria così comoda e confortevole che vorrei buttarmi sopra a peso morto.
Helya mi tira un cuscino, che prendo al volo: "Spero che non sia troppo scomodo il pavimento. " Dice mentre si sistema sotto le coperte.
"Di nuovo buonanotte." E detto ciò, si corica su un fianco e fa per addormentarsi, tranquillamente, mentre io resto lì impalato, con il cuscino in mano. Sono molto tentato di infilarmi in quel letto. Mi rannicchio in un angolo del pavimento: è umido e freddo, dormirci su sarà difficile. Potrò andare avanti così per una notte, forse due, non so se resisterò ancora per molto. Per quanto andrà avanti ancora questa storia?
Comunque sia, non m'importa. Ripenso alla giornata passata, e alle cose che Helya mi ha detto. Sono davvero determinato a proteggerlo, e lo farò a qualsiasi costo, anche se in questo momento sono io ad aver bisogno della sua protezione.
"Non sarà così ancora per molto" Mi sussurra un pensiero. E più ci penso, più me ne convinco. E come spero di proteggere il mio Mentore, se non ho piena fiducia in lui anche in questo?
Con questa convinzione nella testa, mi infilo silenziosamente tra le coperte del letto, accanto a lui, spingendomi il più possibile verso l'orlo del lato opposto al suo.

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