Capitolo 10 "Leader"

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Quando le porte dell'ascensore si aprono, i miei polmoni vengono riempiti di aria fresca e pura, e finalmente rivedo la luce del sole. È da giorni che non esco all'aria aperta, e miei occhi che si erano abituati alla luce artificiale, adesso fanno fatica a restare aperti. Adesso ho l'immagine precisa dell'ambiente all'interno del quale si muovono i Non-morti: è un immenso grattacielo, isolato dal resto della città. Non vedo nessuna costruzione intorno a noi.
L'ambiente è popolato da ragazzi e ragazze, la maggior parte di questi molto giovani. Credo di essere l'unico ex uomo qui, sulla soglia dei trent'anni.
Questi indossano delle divise tutte uguali, degli indumenti color blu notte che somigliano a giubotti antiproiettili, dove sulla schiena vi è la scritta "Reclute Speciali", larghi pantaloni e anfibi. Non appena ci vedono, cala il silenzio, e si mettono in fila come soldati, portandosi la mano al cuore, con aria solenne stampata in faccia.
"Quante cerimonie..." Sbuffa Helya: "Riposo, soldati." Al che essi obbediscono, pendendo dalle sue labbra.
Quindi sarebbero queste le famose reclute speciali, e io dovrei farne parte, per quello che so. Sono tutti soldati scelti personalmente da Helya, perciò immagino siano abbastanza dotati.
"Cavoli, siete aumentati parecchio eh? Ne è passato di tempo... Allora, chi è il vostro portavoce?" La voce di Helya sembra più squillante del solito. Un ragazzo alto e poderoso si fa avanti tra la folla.
"Io, Mr. Flame. Abbiamo perso il nostro leader, ieri sera, il tiratore migliore. Siamo a corto di degni sostituti." Afferma con enorme tristezza nella voce, tra i volti desolati e cupi degli altri. Una ragazza tra le tante sta piangendo, silenziosamente, attenta a non farsi scoprire.
"Tu! Soldato! Sei una Recluta scelta e piangi?! Che cosa vi ho scelti a fare allora, se mostrate debolezza in pubblico! Ricomponiti immediatamente!" La rimprovera, severo come non mai. Lei, svelta, asciuga le lacrime e si mette composta, seppur sul suo volto regna un'aria mortificata oltre ogni limite. "La prossima volta non sarò così indulgente." Dice, poi riprende: "Chi era?" Domanda.
"Michael Cops, Fegato, signore..."
Helya sbarra gli occhi, sconcertato, e si porta una mano al petto con una smorfia, come per bloccare una fitta improvvisa.
"Il mio Mentore..." Helya si volta dall'altra parte, come per nascondere l'evidente sconforto sul suo viso. Poi torna a parlare:
"Come è potuto succedere?!"
"Ci dispiace tantissimo. Si è sacrificato in maniera eroica per portare a termine la missione... Abbiamo tentato in tutti i modi, ma il veleno delle armi dell'Anti Non-morto non lo ha risparmiato. È morto dopo sei lunghe ore..." La voce del ragazzo si spezza.
Helya si passa una mano tra i capelli, pallido e sotto shock.
"Ti senti bene?" Gli chiedo, ma mi risponde di stare tranquillo.
"Non c'è nessuno, purtroppo, che sia in grado di assumersi il grande incarico di cui era investito. Non abbiamo trovato nessuno che fosse degno, così abbiamo pensato che forse l'unico in grado di darci consiglio fosse lei, Mr. Flame." Riprende il ragazzo.
Non ho mai visto Helya così, e mai mi sarei aspettato di vederlo. Sembra distrutto, investito da un dolore talmente grande che sta tentando in tutti i modi di trattenere.  Ma allo stesso tempo, da rabbia. Tutte le lettere della parola "odio" sembrano essere scolpite direttamente su di lui.
"Lo farò io." Mi lascio scappare.
"Non dire stupidaggini, Dean..." Sbotta, ma non lo lascio finire.
"Non sto scherzando. Hai sempre detto che io abbia qualcosa di speciale, di diverso da tutti gli altri, no? Hai detto che per me prevedi grandi cose, è così o non è così? Anche quell'uomo era "Fegato", proprio come me. Perché non io, allora?"
"Non sai nemmeno dare un calcio rotante e pretendi di diventare leader?!" I suoi occhi sono valli infuocate.
"Se solo tu m'insegnassi...!"
"Non sono in grado di insegnarti tutto ciò che quell'uomo era capace di fare, lo capisci?! Nemmeno io ero al pari di lui, nessuno di noi lo è mai stato e lo sarà mai!"
Quelle parole mi feriscono e mi umiliano profondamente, soprattutto se è Helya a pronunciarle. Mi sento come sottovalutato, come se fossi un inutile scarto. Io sono l'ex uomo di Helya Flame, scelto da lui in persona. Ha visto qualcosa in me, quella volta, lo ha detto lui stesso. Dovrebbe avere più fiducia in me.
Con i nervi a mille, lo afferro per le spalle e lo sbatto al muro.
"Non volevi che catturassi la tua tanto bramata Christina? E dove la trovi un'altra occasione del genere, eh? Dove?!"
Helya mi molla uno schiaffo talmente violento da mandarmi a terra, con la guancia in fiamme, tra i mormorii della folla. Lacrime amare di rabbia cominciano a bagnarmi gli occhi.
"Come puoi pensare una cosa del genere?! Qua c'è di mezzo qualcosa di più importante, idiota!"
Mi costringo a serrare la mascella e a fissare il pavimento, con i pugni talmente stretti da diventare bianchi.
"Chiedo scusa ad ognuno di voi, sono desolato." Helya torna a rivolgersi alle reclute, poi inspira ed espira piano: "Ritengo che la più saggia decisione sia interrompere momentaneamente tutte le spedizioni, fino a quando non si troverà un nuovo leader."
"Ma signore, potrebbe..."
"So benissimo quello che comporterà, ma non possiamo rischiare. Se una sola cosa andasse storta l'intera comunità potrebbe risentirne, e non posso permetterlo. Vi sollevo dall'incarico, tutti quanti. Andate a casa."
"Cosa? Ma..."
"Non ho altro da aggiungere." Helya li congeda, con enorme rammarico.
Io mi rialzo in piedi, evitando di incontrare il suo sguardo. Credo che la cosa più intelligente che possa fare ora sia filarmela in silenzio, ed è quello che faccio. Mi allontano senza dire una parola, sotto lo sguardo impassibile di Helya che sento gravare su di me.
"Dove credi di andare?!" Esclama alle mie spalle; non rispondo, e continuo ad avanzare a passo spedito, fino ad entrare nuovamente nell'edificio. Non appena entro, l'ambiente tutt'intorno mi è sconosciuto, perciò non so verso che direzione muovermi. Alla fine mi infilo dentro un bagno, enorme e all'ultima tecnologia.
Era da tempo che non mi guardavo allo specchio, quasi non mi riconosco: sono totalmente diverso. La barba, che solitamente rado sempre, adesso è cominciata a crescere, dando un'aria diversa al mio viso. Più adulta, più matura, forse. Ma io mi sento sempre più infantile, invece...
Intorno ai miei occhi stanno cominciando a spuntare delle occhiaie, mentre la cornea è arrossata. Ho un aspetto terribile. Lo specchio che tenevo in casa e mi aggiornava sul mio stato fisico, in questo momento andrebbe in tilt dall'orrore. Sono così diverso dal Dean di un mese fa...
La porta dietro di me si spalanca bruscamente, dietro alla quale Helya appare stranamente calmo nonostante stia tamponando la parte sinistra del petto con la mano, con aria affaticata. Non mi volto, ma lo vedo attraverso lo specchio.
"Non toccarti la ferita: è segno di debolezza." Dico impassibile, rinfacciandogli la sua stessa regola.
Helya ride, in maniera amara, scuotendo la testa.
"Ma io sono debole, ormai. Faccio tanto il duro, ma ormai non sono più come una volta. Sto diventando rammollito." Ammette, e subito dopo una smorfia di dolore si forma sul suo viso.
Vorrei soccorrerlo, aiutarlo, ma in quel momento l'orgoglio è troppo per farlo.
"Lui era molto importante per te..." Dico, continuando a guardare nello specchio.
"Come un fratello. Non è stato lui a spararmi, dato che il mio vero sparatore fu soppresso poco dopo dai miei colleghi poliziotti. Ma Michael mi prese con sè quando ero appena un pivellino come te, divenni il suo ex uomo. Vide qualcosa in me, che gli altri non vedevano. Mi insegnò tutto quello che poteva, anche se non arrivai mai ad apprendere tutto. Avevo ancora molto da imparare da lui, persino io."
Serro la mascella, con uno spasmo che mi attraversa la faccia.
Finalmente mi giro per guardarlo dritto negli occhi.
"Verranno a prenderti, Helya, e io non voglio starmene impalato... Voglio essere una recluta speciale, voglio difenderti dall'Organizzazione Anti Non-morto, non voglio che tu faccia la stessa fine di quell'uomo...Voglio catturare Christina Way, voglio la mia vendetta. Non m'importa essere il leader, voglio solo farne parte, ci sono troppo dentro. Perciò ti prego, per favore..."
Helya questa volta non mi interrompe con le parole, come è solito fare, ma in modo diverso; con un gesto. Si avvicina velocemente, e senza che mi possa preparare psicologicamente, mi bacia.

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