Capitolo 33

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La notte successiva, non chiusi occhio.

Non riuscendo a dormire, mi ero alzata e, con la speranza che magari il sonno sarebbe sopraggiunto, andai nella biblioteca di casa. Non era enorme, ma conteneva tantissimi libri. Andai allo scaffale dei romanzi gialli e mi ritrovai indecisa tra Arsenio Lupin e la Cristhie. Decisi per la Lupin, la Cristhie l'avevo già letta talmente tante volte che ormai la sapevo a memoria. Mi sedei sul divanetto comodo ed elegante e cominciai a leggere.

Una volta finito il libro, guardai fuori dalla finestra: era l'alba. Ella mi illuminava il viso ed io restai a guardarla, come stregata.
In tutto questo però, ancora Alastor non era tornato ed io cominciavo a preoccuparmi. Se gli fosse successo qualcosa?

Vedrai che sta bene, lo sai anche tu che non è un tipo che si fa abbattere facilmente

Spero che tu abbia ragione

Perché così tanto preoccupata...ti piace per caso?

Non mi sembra il momento di pensare a certe cose

Anche se non lo volevo ammettere, qualcosa per lui la provavo. Non so se era amore, ma ogni volta eravamo vicini mi sentivo strana.

In ogni caso, tutte le mie domande ebbero risposta subito dopo. Avevano suonato al campanello, avevo aperto e in casa si era fiondato un tizio sconosciuto che sembrava terrorizzato e poi vidi. Vidi Alastor pieno di sangue  e tutto pesto  che sdraiato sul divano.
Io corsi a prendere le bende e tutto il resto. Cercai di fermere l'emorragia che aveva sull'addome disinfettando quella che sembrava una ferita da taglio e pulendolo con una pezza pulita. Dopo lo fasciai e lo cambiai e, con l'aiuto di quell'altro, lo portai a stendersi sul letto. Una volta fatto ciò, immobilizzai lo sconosciuto, non potevo correre rischi.
<<Chi sei? >>
<<Un collega di Frederic, mi chiamo Carlos >>
<< Provalo>>
Mi fece vedere una foto di lui e Frederic da giovani ed io lo lasciai.
<< Mi puoi spiegare cosa cazzo è successo? >>
<< Eravamo andati a trattare con un boss della mafia ed è finita in tragedia>>
<< Perché? >> chiesi io.
<< Perché, cara mia, il boss in questione ti voleva morta a causa di un torto che gli avevi fatto, ma siccome Alastor non voleva, é andato a trattare con lui >>.
Calò il silenzio. L'uomo si alzò dal divano e tolse il disturbo. Io rimasi lì, immersa nel mio flusso di pensieri.
Alastor era ridotto così per me, era colpa mia e io non avevo fatto niente per impedirlo. Accidenti! Potevo benissimo sconfiggerlo da sola quel bastardo e invece Alastor aveva preferito non dirmi niente...perché?
Decisi che quando si sarebbe ripreso, in preda alla rabbia, gliene avrei dette quattro a quello stupido che ora era ridotto così per colpa mia. Avevo stretto i pugni e i denti formulando questi pensieri non accorgendomene nemmeno.  Salii in camera e aspettai che lui si risvegliasse stendendo i vicino a lui.

the killerWhere stories live. Discover now