38. Affinità elettive

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Camera di Hermione Granger, ultima settimana di ottobre 1999


«Ricordami cosa significa avere un pianeta dominante» disse la Granger slittando lo sguardo sul saggio di Divinazione.

Draco roteò gli occhi sbuffando. «Se il tuo è un modo per testare il mio smisurato sapere, basta che me lo dici. Vuoi interrogarmi?»

«No, è un modo per interrogare il tuo smisurato ego, Malfoy» borbottò. «Non ce la fai proprio ad evitare di autocelebrarti ogni tre per due.»

«È fiducia in sé stessi.»

«Secondo quanto hai scritto, sono la tua Luna Nera e Plutone in Bilancia che accentuano l'ambizione e la vanità, insieme alla tendenza all'esibizionismo» chiosò divertita, sebbene mantenesse quell'espressione scettica come ogni volta che studiavano Divinazione. «Dei, forse gli astri possono davvero parlare al posto delle persone. Sei decisamente tu in questa scheda.»

«Vuoi sapere cosa dice la tua Luna Nera?» chiese lui mentre già sentiva il ghigno formarsi sul volto.

«Hai fatto la scheda anche su di me?» sbatté le palpebre sollevando lo sguardo nel suo.

C'era qualcosa in quegli occhi che lo mandava sempre ai matti. Forse era la grandezza della forma, le ciglia scure che li incorniciavano come corone, forse era quel bagliore nelle screziature nocciola, perennemente vivace e tremendamente intelligente, che andava a fondersi nella profondità avvolgente del cioccolato. Quando lei lo guardava, soprattutto all'improvviso, diretto e fisso, si sentiva dardeggiato da mille spuntoni, come se gli conficcasse le mani direttamente nel torace per estrapolare qualsiasi cosa lui tentasse di celare. Era suggestivo e temibile alla stessa maniera e si chiese fin dove sarebbe arrivato, purché lei non smettesse mai di guardarlo. Australia a parte, certo.

Draco si sistemò meglio sul pavimento – Salazar, non sapeva nemmeno come l'aveva convinto a sedersi lì. C'era un dannato letto dietro di lui, molto più comodo per il suo regale e nobile podice, sebbene alla sola idea di averla così vicina su un letto era altrettanto destabilizzante come quei pozzi scuri variegati di luce calda.

«Certo» si limitò a rispondere mantenendo il contatto visivo mentre recuperava la pergamena con la scheda del suo Tema Natale. Infine lo abbassò per leggere. «Hai la Luna Nera in Vergine: tendenza ad essere squilibrati» ghignò profondamente ritornando a guardarla per non perdersi la sua espressione, che assottigliò le palpebre dedicandogli un'occhiataccia.

«Non c'è un pianeta dell'idiozia?» si protese verso di lui per strappargli la pergamena dalle mani, ma Draco allungò il braccio verso l'alto, negandole la scheda. La Granger si mise in ginocchio per raggiungerlo e Draco si distrasse osservando la porzione di pelle scoperta nella parte superiore delle cosce dove il tessuto della gonna si era arricciato. Quelle cosce tornite e aggraziate che aveva già avuto modo di ammirare minuziosamente quando faceva quella cosa babbana con i suoi amici prima che Pix distruggesse l'Aula Venti e raggiungeva la Sala Grande con quegli abiti oscenamente attillati. Si chiese come fosse la sua pelle, se era morbida e delicata come sembrava, se sarebbe rabbrividita di piacere al suo tocco mentre la mano risaliva lungo le cosce. O che sapore avrebbe sulle sue labbra e sulla lingua scivolando verso l'alto oltre quell'intralciante gonna, se saprebbe di cannella e gelsomino come il profumo che aleggiava intorno a lei.

L'immagine si arrestò bruscamente quando lei si sedette di nuovo e tra le mani aveva la sua pergamena, un sorriso di trionfo mentre la sventolava davanti al volto.

Cazzo, stava immaginando di toccare la Granger. Occluse repentinamente quel pensiero e lei si bloccò ad osservarlo, il sorriso che svaniva lentamente prima di schiarirsi la voce e abbassare lo sguardo per leggere. Ormai si accorgeva sempre quando lui si chiudeva, ma almeno non gli chiedeva più perché lo facesse.

Mexican StandoffWhere stories live. Discover now