23. Intersezioni

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Biblioteca, 17 ottobre 1999

Hermione fissava i libri disposti sul tavolo, il mento alto e le labbra strette, mentre ignorava il mormorio e i bisbigli che svolazzavano nell'ampia sala della Biblioteca. Non erano valsi a nulla i tre moniti berciati da Madama Pince negli ultimi dieci minuti per farli cessare, avevano solo abbassato il volume mentre gli studenti continuavano ad entrare e passeggiavano casualmente davanti al tavolo in gruppi di due e tre persone gesticolando causalmente verso di lei, il suo nome inserito nei loro discorsi sempre in modo del tutto casuale. Non aveva mai visto tutti quegli studenti affollare gli scaffali nemmeno sotto esami. Dalla balconata del secondo piano c'erano addirittura alcuni affacciati con i gomiti poggiati al parapetto di legno per controllare la Caposcuola e non perdersi il momento in cui sarebbe giunto anche Malfoy.

Che era in ritardo di due minuti. Ah, i bei vecchi tempi.

Ma se Hermione stava provando irritazione per la sua totale inaffidabilità, questa era stata totalmente soverchiata dai bisbigli e dalle occhiate lunghe che arrivavano da ogni dove.

Iniziava a odiare Hogwarts. E non le interessava che qui fosse uno status quo, perché tutti erano consapevoli che dovevano farsene una ragione se di quando in quando un pettegolezzo rimbalzava di bocca in bocca. Ma tutte quelle attenzioni le stavano facendo saltare i nervi, sebbene mantenesse l'espressione del volto distaccata. Aveva pur sempre imparato ad emulare il migliore, che ora era in ritardo di tre minuti.

Fu solo grazie alla conversazione di quella mattina con la Mcgranitt se non si era azzardata a lanciare un'occhiata di fuoco a nessuno. Erano degli idioti e per il momento intendeva ignorare tutti gli idioti del circondario.

La prossimità all'espulsione era stata sufficientemente traumatica da sotterrare l'ascia di guerra, malgrado il terriccio dove l'aveva sommersa continuasse a spostarsi facendole intravedere il bagliore dell'elsa.

Ma doveva tenere tutti fuori. Sebbene fosse in attesa di un altro tipo di idiota.

Perciò fu solo con qualche secondo di ritardo che si accorse di una figura mentre sedeva sulla sedia davanti a lei, finché non parlò.

«Caposcuola Granger.»

Hermione alzò lo sguardo e trovò la fossetta di Anthony, gli occhi verdi come fondi di bottiglia splendevano brillanti.

Si accigliò. «Caposcuola Goldstein» disse neutra, nonostante sentisse la sua bocca storcersi. Probabilmente era un altro rapace che strepitava per banchettare sulla sua carcassa. Il chiacchiericcio s'intensificò.

Non aspettava Malfoy?

Non ci credo, anche Goldstein?

Con che coraggio!

Solo perché ha combattuto una guerra si crede di soffiarci tutti i ragazzi.

Ma te l'ho detto che se la fa con mezza scuo....

«Invece di guardare cosa succede quaggiù, Kevin, perché non infili il tuo naso gocciolante in un libro e dai un supporto alla tua Casa?» disse Anthony alzando gli occhi sulla balconata, mantenendo il sorriso. «Ti ricordo che abbiamo dei punti da recuperare ed è dal quarto anno che non ne fai guadagnare mezzo» continuò assottigliando le palpebre.

«Ma Anthony...»

«O invece preferisci che ti tolga dieci punti, giacché stai disturbando, anche se non sei il solo, la tranquillità della Biblioteca, che fino a prova contraria è un luogo di studio. Hai presente?»

«Ma sei anche tu di Corvonero!» disse quello.

«Un altro 'ma' e saliamo a quindici» il sorriso di Anthony si fece più largo, anche se sembrò più un modo per mostrare i denti.

Mexican StandoffWhere stories live. Discover now