8. La Ragazza che è Sopravvissuta

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Aula Undici, 6 settembre 1999

Era opinione comune, specialmente tra gli studenti dell'ultimo anno di Grifondoro, che il giorno in cui Hermione Granger avrebbe di nuovo frequentato una sola lezione di Divinazione, era perché si stava per abbattere tra le mura di Hogwarts una catastrofe ben peggiore di Tu-Sai-Chi e dei suoi scagnozzi. Quello che non sapevano, o non avevano ancora capito, era che quel flagello si era già piazzato sulla sua testa e portava il nome di Malfoy, che poi era effettivamente stato tra le fila dei tirapiedi di Lord Voldemort. Il fatto che lo portasse un gradino al di sopra dell'erede di Serpeverde, stava nella malaugurata sorte in cui era vincolata a parlarci, a fargli persino da tutor, mentre con Voldemort, per quanto la riguardava, a parte quell'ultimo duello con Harry nella Sala Grande durante la battaglia di Hogwarts e alcuni aneddoti ricevuti dal suo migliore amico, non aveva mai avuto a che fare personalmente con lui.

Alla fine di quell'incarico, quasi avrebbe preteso di essere proclamata per i posteri come la Nuova Ragazza Sopravvissuta.

«Hermione! E tu che ci fai qui?» la voce acuta di Lavanda Brown le arrivò alle spalle come una stilettata. Se per il tono di pomposa sorpresa o per il fatto che la sua voce era ancora insopportabile come la ricordava, Hermione non lo diede comunque a vedere quando si voltò verso di lei e Calì a braccetto.

«Ciao Lavanda, ciao Calì» atteggiò un sorriso cordiale, che sperò non somigliasse troppo a una smorfia. Anche se l'aveva salvata dai denti di Fenrir Greyback durante la battaglia, la simpatia per quella ragazza era rimasta la stessa. Ma a differenza di quando stava con Ron, almeno non covava più quel sentimento d'insofferenza e irritazione. Semplicemente, le due erano incompatibili, che ci fosse di mezzo un ragazzo o meno.

«Devi parlare con Fiorenzo?» chiese Calì guardandola sospettosa con i suoi grandi occhi bruni.

«No, devo seguire la lezione» si ritrovò a borbottare tra i denti e si maledisse per essere arrivata in anticipo e quindi costretta a quell'interrogatorio. Tra le gemelle Patil, Calì era sempre stata la più pettegola e insieme a Lavanda si trasformava in un avvoltoio.

«Tu?» dissero in coro squadrandola dall'alto in basso. Se l'avessero vista al secondo anno dopo aver sbagliato la pozione Polisucco, sarebbero rimaste meno sconvolte.

Fortunatamente, la porta dell'aula undici si aprì e furono costrette a separarsi per far uscire gli studenti del terzo anno che si riversarono nella Sala d'Ingresso diretti alle prossime lezioni e in quel momento, in mezzo alla fiumana svettò la testa bionda di Malfoy seguito da Blaise Zabini scendere lo scalone principale e dirigersi verso l'aula.

Si fermarono a due passi da lei e Malfoy la osservò dall'alto con il suo ghigno sprezzante. «Sei venuta, quindi.»

«Potrei dire la stessa cosa di te» alzò il mento fiera. «Se questa pagliacciata serve a garantirti un minimo di buon senso, non ho alcuna intenzione di sottrarmi» disse notando con la coda dell'occhio le due compagne Grifondoro tendere le orecchie e avvicinarsi a loro con fare guardingo.

«Non esageriamo, ora» disse Blaise allargando il suo sorriso. «Il buon senso non rientra nel suo vocabolario.»

«Vuoi fare lo spettatore, Blaise? Allora chiudi il becco» lo apostrofò Malfoy che ottenne una risata grugnita dal compagno.

«Hermione, anche tu qui?» si aggiunse la voce di Neville al gruppetto mettendosi al suo fianco. «Pensavo che non seguissi più Divinazione.»

«Infatti, specialmente quella di Fiorenzo» annuì Calì.

«Una volta dicesti che non ti piacciono i cavalli» intervenne Lavanda arricciandosi un boccolo al dito.

«Ma non mi dire?» Malfoy assottigliò lo sguardo sulla Caposcuola osservandola come un gatto che ha appena scovato la tana di un topo.

Mexican StandoffWhere stories live. Discover now