Sophie 

"È arrivata Hannah, ora devi andartene."

Guardo Sebastian impassibile al mio comando.

Mi incammino verso la porta. La apro e Hannah sorridente mi saluta. Sta per iniziare a dire qualcosa quando nota la mia espressione scossa. Mi guarda perplessa e chiede:

"Che succede?"

Faccio un piccolo cenno con la testa verso il divano. Quando realizza chi è seduto nella mia sala, il suo viso si illumina di gioia, come se avesse appena assistito ad un'apparizione divina. Le sue mani si muovono fino alla bocca per trattenere una risatina di entusiasmo.

Le lancio un'occhiataccia. Si è già fiondata dentro casa e annuncia la sua presenza elettrizzata:

"Ciao Sebastian!"

Lui ricambia e Hannah continua:

"Voi continuate pure, io lascio il cibo in cucina e me ne vado su, ciao!"

Non ho il tempo di intervenire per correggerla, riferendole che Sebastian è quello che se ne dovrebbe andare. Prima di andarsene mi fa un occhiolino e sparisce in pochi secondi al piano di sopra. Rimasti soli, lo invito nuovamente a dirigersi verso l'uscita.

"È arrivato anche il cibo, è il momento che tu te ne vada."

"Ti ho già detto che starò qui finché non mi dirai perché ce l'hai con me."

"Va bene. Vuoi sapere perché ce l'ho con te? Sei arrogante, presuntuoso e credi che tutto ruoti intono a te. Sei abituato ad ottenere tutto ciò che vuoi con uno schiocco di dita. Sei maleducato e probabilmente nessuno ti ha mai insegnato l'educazione perché sei rimasto un bambino viziato. Contento ora? Puoi andartene."

Spero che la mia risposta diretta e un po' cattiva lo faccia andare via. Non voglio parlare di quei momenti, non sono dell'umore giusto e lui è l'ultima persona a cui vorrei raccontarlo.

Lo guardo e non sembra offeso, anzi ridacchia.

"Wow non avevo mai ricevuto così tanti complimenti tutti insieme! Grazie mille, ma penso che non sia per questo che non mi sopporti, sono certo ci sia altro."

"Invece è proprio questo il motivo! Ti diverti a prendere in giro le persone pensando di essere migliore di tutti! Il fatto che tu non sappia cosa mi hai fatto, mi fa pensare ancora di più a quanto tu sia una persona di merda."

Sto ormai urlando e come un diesel la mia rabbia aumenta dopo ogni parola che esce dalla mia bocca. Sebastian non sembra turbato, rimane seduto sul divano senza dire nulla. Capisco che non ho altra scelta. La faccia mi sta andando a fuoco e la vista si sta annebbiando dalle lacrime che stanno riempiendo i miei occhi.

"Alle medie, la tua fidanzata Adele mi ha fatto inciampare di proposito, non so se ti ricordi. Ho sbattuto la faccia e mi sono rotta il naso. La quantità di sangue che mi è uscita era da brividi, ma voi ridevate. Non contenta, si è avvicinata a me e io, stupida, pensavo mi volesse aiutare passandomi un fazzoletto. Ma quanto posso essere ingenua? Mi ha passato un assorbente. Non inizio neanche a parlarti delle perse in giro di cui sono stata vittima per tutto l'anno."

Le orecchie mi fischiano e gli occhi mi bruciano. Sembra voler dire qualcosa, ma lo interrompo:

"No non ho finito! Avendo rotto il naso ho dovuto tenere i tamponi. Mi avete soprannominata 'Tampax' e anche molti altri soprannomi che non voglio citare! Sebastian, siamo stati vicini di banco quasi tutto l'anno in terza media. Parlavamo, ridevamo, ma forse è colpa mia. Mi era illusa fossimo amici."

L'ultimo anno delle medie è stato orribile per me, tutti i miei amici non mi rivolgevano più la parola. Ora so che quelle persone non sono state mai veramente miei amici. Mi ha fatto soffrire molto al tempo. Per fortuna ho conosciuto Hannah e Thomas che mi hanno insegnato il significato della parola "amicizia".

Progetto CapheliaWhere stories live. Discover now