Sophie

Tocco con l'indice lo schermo del mio telefono appoggiato di fianco al grande libro del test di medicina. Lo schermo si illumina e sopra leggo: 16:24. Stavo ripassando la tavola periodica, ma decido di abbandonare tutto sulla scrivania e mi dirigo al piano di sotto. A quest'ora quando sono a casa porto fuori Zoe per una passeggiata. Appena mi sente correre giù dalle scale, si prepara davanti alla porta e aspetta che le metta il guinzaglio. Zoe è una trovatella di circa quattro anni, ha molte caratteristiche che ricordano il Border Collie e pensiamo sia un incrocio di questa razza. È intelligente e dolcissima, il suo manto morbido bianco e marrone la rendono ai nostri occhi la cagnolina più bella del mondo.

Chiudo la porta di casa e Zoe sta già tirando verso destra. Dietro casa mia, si estende un vasto bosco che parte nella mia zona e si sviluppa verso ovest per parecchi chilometri.
Il cuore del bosco è molto fitto e non ci sono veri e propri sentieri, eccetto uno; quello verso il quale io e Zoe ci stiamo dirigendo. Questa stradina parte in fondo alla mia via e arriva nel centro città. Attraversare il bosco è sicuramente più veloce della normale strada asfaltata, infatti sfrutto spesso questa scorciatoia.
Superiamo due case a destra della mia arrivando al limite della strada e ci incamminiamo verso l'ingresso del bosco. Zoe lo ama moltissimo perché può correre e andare alla ricerca di rami. Sceglie sempre quelli più grandi e più pesanti, così ogni volta il tragitto di ritorno diventa un'impresa.

Sgancio Zoe e iniziamo a camminare addentrandoci nella stradina tra gli alti alberi con le foglie ancora verde acceso. Pochi istanti dopo due sagome ci stanno venendo incontro dalla direzione opposta.

"Buona sera signora Luisi." Rivolgo un dolce sorriso alla signora che ora si trova davanti a me. La signora Luisi è una donna sulla settantina che vive nella nostra stessa via. Ha un cagnolone bellissimo, Jerry, che è un grande amico di Zoe. Incrociamo spesso questa dolcissima coppia e ogni tanto passeggiamo insieme.
"Buona sera Sophie, come stai?"
"Tutto bene, lei?"
I cani iniziano ad agitarsi mentre si fanno le feste. La signora Luisi rivolge dunque la sua attenzione a Zoe.
"Zoe, oggi io e Jerry non possiamo fermarci a giocare. Ho una visita tra poco"
"Non sta bene, signora Luisi?" Domando preoccupata.
"No no tesoro, è solo un check-up che faccio ogni anno. Sono contenta di averti incontrata. Volevo dirti di stare attenta, il signor Bianco mi ha riferito che ultimamente sono successe cose strane nel bosco."
Guardo la signora dai capelli cotonati con uno sguardo perplesso.
"Non sa dirmi di cosa si tratti?"
"Purtroppo no, mi ha solo riferito di spargere la voce di fare attenzione. Magari si tratta di qualche animale selvatico. Stai su questa stradina mi raccomando, tesoro."

La ringrazio e le prometto che staremo attente entrambe. Salutiamo i nostri amici di passeggiate e proseguiamo verso il centro. La mia mente inizia a girovagare dentro la mia immaginazione per scoprire a cosa si riferisca il signor Bianco. Sopraffatta dall'ansia decido di chiamare Zoe e riagganciare il guinzaglio.

La passeggiata con Zoe, è uno dei momenti che preferisco durante la giornata. Stare all'ariea aperta e sommersa nella natura è rigenerante per me. Soprattutto ora che sto iniziando a studiare per prepararmi al test d'ingresso per la facoltà di medicina.
Da quando ne ho memoria, il mio sogno è diventare medico. Il motivo di questa scelta è la mia mamma.

All'età di cinque anni infatti, mio papà mi raccontò per la prima volta come la mamma divenne un angelo. Una brutta malattia che tutti chiamano "cancro" la fece volare in cielo. Mi spiegò che ancora non esiste una cura, ma era certo che un giorno qualcuno la troverà. Le parole di mio padre rimasero scolpite nella mia mente e io volli essere quella persona.
Mia mamma morì dieci mesi dopo la mia nascita, dal racconto di papà so che si ammalò sei mesi dopo avermi dato alla luce e in cinque mesi il cancro la portò via. La sogno spesso e nei momenti più ardui parlo con lei. Per alcuni, tutto questo può apparire insensato, ma mi conforta credere che lei possa ascoltarmi.

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