Sophie

Apro la porta di casa e mi rendo conto di aver fatto tutta la strada per automatismo. I miei pensieri sono ancora in quello sgabuzzino intenti a risolvere il puzzle che Sebastian mi ha lanciato. Non posso dargliela vinta, non posso. Ma che altra scelta ho? L'orgoglio brucia la mia pelle come il fuoco fa col legno.

Mi siedo sul divano, Zoe mi salta vicino e tra le gambe Blackie si struscia per darmi il bentornata. Blackie e, suo fratello, Felix, sono due gattini inseparabili che abbiamo adottato poco prima di Zoe.
Sono in blackout, un nebbia fitta si è creata nella mia testa. Faccio un respiro profondo. Devo mettere in ordine tutto quello che è successo.

Le informazioni evidenti sono che un GPS era effettivamente nello zaino e che Sebastian ne era a conoscenza. Tutto il resto può essere contradetto. Non ho prove che sia stato Benjamin e non ci sono neanche motivazioni a favore di questa teoria.

Posso solo seguire le mie sensazioni. Per quanto disprezzi Sebastian, non sembrava stesse scherzando, a meno che non sia segretamente un attore da Premio Oscar. Anche Benjamin mi è sempre sembrato onesto quando abbiamo passato il tempo insieme. La conclusione è che la cosa più conveniente da fare è mettere il GPS nel collare di Zoe. Nel caso le parole di Sebastian racchiudessero la verità, non farei insospettire questi ignoti. Se fosse uno scherzo, risulterei lo zimbello. In ogni caso non sarebbe la prima volta, quindi non ho nulla da perdere.

Inghiottisco l'orgoglio mentre mi ripeto che la mia decisione non implica il successo di Sebastian.

Mi guardo allo specchio e neanche questo outfit mi convince. È circa mezz'ora che sto mettendo sottosopra l'armadio per trovare qualcosa che mi convinca. È domenica e tra poco Benjamin passerà a prendermi per andare alla mostra d'arte.
Nonostante le informazioni di venerdì, ho deciso di andare. Anzi, per essere più precisa è proprio per quest'ultime che voglio andare. Ho bisogno di indagare su questa storia. Intendo studiare bene Benjamin e cercare di estrapolargli qualsiasi cosa.
In settimana andrò anche nel bosco, non ho intenzione di ascoltare Sebastian riguardo a questo suo ordine. Ho già compromesso sul localizzatore, mi sembra sufficiente.
Cosa si indossa ad una mostra d'arte, nella quale la buona parte delle persone saranno molto ricche? Questa domanda non avrà mai una risposta.
Sono le cinque e inizio ad uscire nella speranza che non fosse tutto uno scherzo. Spero davvero Benjamin non mi darà buca.
Ci ho messo grande impegno per prepararmi. Alla fine, ho indossato un outfit monocromo, gonna e maglioncino di cotone beige chiaro. Ho legato i capelli in una mezza coda fermata con un fiocco verdone. Ho fiocchi di tutti i colori e mi piace molto indossarli. Sulla spalla una borsa dello stesso colore del mio fiocco. Mi sono anche truccata leggermente.
Sono seduta sulla poltroncina del pianerottolo, pregando non abbia fatto tutto questo sforzo in vano.
Non si è fatto sentire in questi giorni, non ha il mio numero di telefono ma avrebbe potuto contattarmi su Instagram eventualmente. Mi ha iniziata a seguire dopo il pomeriggio passato da lui per il progetto di arte. Non ho avuto il coraggio di scrivergli, semplicemente perché è stato lui a propormelo. Non volevo sembrare invadente.
Hannah era d'accordo con il mio ragionamento. Ha proposto che se nel caso non dovesse farsi vivo, andremmo a mangiare fuori insieme per organizzare la vendetta.
Mentre sono immersa nei miei pensieri, una macchina grigio scuro si ferma davanti al vialetto di casa mia. Nonostante la mia totale ignoranza in campo automobilistico, riconosco essere un auto costosa e un modello sportivo. Capisco subito che si tratta di Benjamin. Tiro un sospiro di sollievo, sono contenta del fatto che non mi abbia dato buca. Allo stesso tempo, avverto un vuoto farsi largo nel mio stomaco. La possibilità che non sia chi vuole farmi credere di essere, mi spaventa. Faccio un respiro profondo, ho bisogno di scoprire di più e questo è il momento per farlo.
Mi alzo e mi incammino verso il ragazzo biondo che sta uscendo in questo momento dall'auto.
"Hey, come va?"
Dice immergendomi in un abbraccio, mi irrigidisco e cerco di mantenere la calma. Ricambio il saluto e lui si avvicina alla portiera, aprendomela. Non posso fingere che questo piccolo gesto, non mi piaccia.  Tutt'altro mi aiuta a tranquillizzarmi.
Scaccio via ogni pensieri intrusivo, salgo in macchina e chiedo:
"Come stai? Come è andata la giornata?"
"Ieri sera ero ad una festa, oggi ho dormito tutto il giorno, la tua invece?"
"Tutto bene, ho studiato per il test di matematica di domani..."
Sorridiamo entrambi per la netta differenza delle nostre routine.
"Sono certo ti piacerà moltissimo la mostra."
Fortunatamente il tragitto è breve. In poco tempo arriviamo a destinazione.
Un complesso colossale formato da molti edifici moderni si eregge difronte a noi. L'architettura è futuristica e le pareti sono quasi completamente fatti di vetro. Il resto delle facciate sono quasi esclusivamente bianche e grigie chiaro. È strutturato su molti piani e gli edifici creano un semicerchio. Il complesso è  interamente circondato dal verde. Il prato è immacolato e tutti gli alberi perfettamente tagliati.
Il complesso si trova in una zona industriale a nord della città, ci sono passata forse una sola volta.
La macchina di Benjamin si ferma all'ingresso del complesso, dietro una macchina rossa e accanto ad alcuni uomini in abito elegante. Dall'auto davanti a noi escono un uomo e una donna, entrambi indossano vestiti eleganti e hanno un'aria altezzosa. Lasciano la macchina lì, e uno degli uomini, che capisco ora essere i parcheggiatori, sale in macchina e se ne va.
Facciamo la stessa cosa della coppia che era davanti a noi. Benjamin mi aspetta e insieme ci dirigiamo verso destra passando attraverso il prato. Poco distante vedo un piccolo edificio molto diverso dal resto. Ha uno stile più antico, il tetto a cupola retto da colonne possenti che identificano l'ingresso. Una grande scalinata di un paio di gradini pullula di persone con calici di champagne nella mano. Tra questi riconosco subito Adele, Jia e Ulani che si avviano all'entrata. Mi maledico mentalmente per non essermi preparata al fatto che tutto il gruppo sarà qui. Mentre spero che almeno Sebastian non ci sia, appare da dietro una delle colonne. Non mi piace il fatto che lui sia qui, sicuramente mi controllerà e sarà più difficile del previsto riuscire a scoprire qualcosa. Cercherò di evitarlo, non posso farmi scappare neanche un'occhiata. A tal proposito mi ricordo di tenere la borsa stretta a me e tassativamente chiusa, non vorrei ritrovarmi un altro GPS all'interno.
Ci avviamo all'ingresso e la stanza che ci troviamo davanti è molto suggestiva. La luminosità è bassa e la luce è esclusivamente puntata sui dipinti. Le pareti scure fanno un contrasto unico con i quadri contornati da un filo di luce bianca. In questa prima stanza ci saranno una decina di tele e sulla destra c'è un'apertura che porta in un altro locale. Benjamin mi ha spiegato che ci sono tre stanze. La prima espone opere realizzate da artisti conosciuti, arrivate qui proprio per questa mostra. Le altre due contengono dipinti di artisti emergenti.
Il primo locale è abbastanza grande, i visitatori sono sparsi un po' dappertutto e tra loro si fanno spazio camerieri con vassoi che portano calici e stuzzichini.
Sono subito attratta da un dipinto sulla destra, mi sto avvicinando quando Benjamin mi afferra il braccio e sussulto.
"Vieni Sophie, ti voglio presentare i miei genitori."
Spero di aver capito male. Non vogliono conoscere i suoi genitori, sto cercando di formulare una frase per evitarmi questo incontro ma è troppo tardi.
Davanti a me, una signora con un caschetto biondo e un viso dolce mi sorride, accanto a lei un uomo brizzolato che assomiglia molto a Benjamin.
La signora con tono dolce mi dice:
"Tu devi essere Sophie, Benji ci ha parlato molto di te. Io sono Amber, molto piacere."
Sorrido mentre mi porge la mano, ma nella mia testa sono da tutt'altra parte. Cosa avrà mai raccontato Benjamin di me?
"Io sono John, onorato."
"Piacere mio." Ribatto sorridendo.
Sembrano persone molto gentili ma suo padre ha qualcosa di strano. Non riesco a decifrarlo, arrivo alla conclusione che sarà il senso di superiorità che emanano da ogni poro.
Pochi secondi dopo la mia risposta, un uomo chiama il padre di Benjamin ed entrambi i genitori salutano allontanandosi. Ringrazio mentalmente quell'uomo che li ha chiamati, salvandomi da questa situazione, soprattutto perché solo dopo che se ne sono andati mi accorgo di aver trattenuto il respiro per tutta la durata della conversazione.
Benjamin mi propone di proseguire nella seconda stanza, annuisco e ci avviamo. Appena superato il varco che divide i locali, davanti a noi il gruppetto al completo, tutti tranne Sebastian. Si mettono tutti a parlare, ignorandomi dato che discutono di una certa festa a cui io non sono stata.
"Hey Sophie, come stai? Ti sta piacendo la mostra?"
Ulani si avvicina a me con un gran sorriso.
"È stupenda! Ne organizzano tante qui?"
"Due volte all'anno. La mamma di Benjamin organizza tutto per beneficenza e per sostenere artisti emergenti, come lei. Vieni..."
Mi prende per mano e mi accompagna fino ad una tela. Rappresenta un mare in tempesta, ma dipinto con tanti colori diversi.
"Questo è uno dei tanti quadri creati da Amber, voglio convincere mia mamma a fare un'offerta."
Dice con tanta emozione.
"È veramente bravissima. Quando sono stata da Benjamin e ho visto lo studio d'arte, non immaginavo avesse un così grande talento."
"Dici lo studio d'arte a casa di Benjamin?"
"Sì stavamo facendo un progetto per scuola."
Sono leggermente confusa.
"Chiedevo solo perché quando siamo da lui è vietato entrarci. Credo che sia colpa di Chris, farebbe solo casini lì dentro."
Ridiamo entrambe, mentre qualcuno urla il suo nome. Ulani saluta e si rigira verso di me.
"È arrivata la mia famiglia, vado un attimo da loro. Ci becchiamo dopo, va bene?"
Annuisco e la ringrazio per avermi tenuto compagnia.
Benjamin è intento a parlare col resto del gruppo e non mi va di tornare lì. Non saprei di cosa parlare e non ho voglia di interagire con Adele.
Giro un po' nella stanza per ammirare le varie opere, quando un quadro attira in particolare modo la mia attenzione. Mi fermo davanti alla tele scrutandolo con attenzione.
Un boschetto pieno d'alberi sullo sfondo, mentre il soggetto principale è un piccolo prato ricoperto da fiori viola. Al centro una donna con lunghi capelli neri è inginocchiata a raccogliere qualche fiorellino. Mi ricorda moltissimo il piccolo campo di fiori che si forma in primavera dietro casa mia. Mi avvicino per guardare meglio quella donna, mi sembra tutto molto familiare ma forse mi sbaglio.
Sono assorta nei miei pensieri quando una voce interrompe i miei ragionamenti facendomi sussultare.
"Si può sapere che cavolo ci fai qui?"
Non ho bisogno di girarmi per capire di chi si tratta, questa voce sta diventando fin troppo familiare e mi irrita.
"Nella tua lista di ordini non si parlava di non poter andare ad una mostra d'arte."
"Pensavo fossi abbastanza intelligente da averlo capito quando ti ho detto che Benjamin non è la persona che credi, Fiocco."
Ci mancava un altro soprannome per farmi innervosire ulteriormente.
"Sentiamo... che persona penso sia?"
"Pensi sia il ragazzo perfetto, che non è. Se no non saresti qui."
"Sbagliato ma ti ringrazio profondamente per i tuoi avvertimenti. Solo per tua informazione, sono in grado di decidere da sola cosa fare e con chi."
Questa volta non gli darò la soddisfazione di andarsene per primo. Lo sorpasso e mi dirigo verso Benjamin che sta parlando con un uomo.

Il resto della serata trascorre in modo piacevole. Sto soprattutto con Ulani dato che Benjamin è sempre impegnato a parlare con qualcuno, posso dire però di essere sollevata da ciò. Non ho grande voglia di stare con lui dato in questo momento ho sensazioni contrastanti su di lui. Inoltre, non ho idee su come estrapolargli delle informazioni.
Benjamin appena prima di cena mi riaccompagna a casa, mentre quasi tutti si fermano per partecipare all'asta di beneficienza. Lui tornerà nuovamente lì dopo avermi lasciata a casa.
Per evitare situazioni scomode, appena la macchina si ferma davanti a casa mia, gli do un veloce bacio sulla guancia, lo ringrazio e mi precipito fuori dal veicolo. Senza guardarmi indietro mi dirigo, quasi correndo dentro casa.

Progetto CapheliaWhere stories live. Discover now