Sophie

Abbasso lo sguardo, intravedo delle persone in lontananza. Sono ancora lontane per distinguere le figure che si stanno incamminando nella mia direzione. Si fanno sempre più vicino, fino a quando non si fermano a qualche metro dall'albero sul quale li sto spiando. Una piccola fessura tra le foglie verde acceso mi consente di scrutare con attenzione il gruppetto di persone. Arriccio gli occhi per mettere a fuoco ogni singola persona. Il mio sguardo si arresta su un uomo. È John Ricci. Si sistema la cravatta bordeaux e con un piccolo cenno di tosse si schiarisce la voce. L'attenzione dei presenti è tutta su di lui ora e così inizia a parlare. Le parole mi arrivano sgretolate come briciole di un panino. Devo fare un grande sforzo uditivo per capire ogni parola. I rumori del bosco mi distraggono, ma la curiosità arde dentro di me e non mi fa scappare neanche una virgola del discorso del signor Ricci.

"Colleghi, oggi siamo qui con il dottor Migliano."

Un uomo si fa spazio tra i presenti e inizia a stringere la mano ad uno ad uno. Passa per qualche secondo nell'apertura dalla quale sto assistendo alla scena. L'uomo ha una polo beige e degli occhialetti tondi. Durante le varie strette di mano, il gruppo si è spostato e le posizioni iniziali si sono mescolate. Infatti, nel mio campo visivo si trova una donna di mezz'età.
I capelli neri liquirizia intrecciati in uno chignon sono perfettamente tirati. I suoi tratti orientali e i suoi lineamenti ben definiti non possono che ricordarmi Jia. Sono quasi certa essere sua madre. Dai veri racconti che ho sentito sulle sei famiglie, ricordo che nella famiglia Ling è proprio la mamma di Jia ha gestire tutti gli affari di famiglia ed essere socia dell'azienda. La signora Ling è elegante, composta e trasmette un senso di superiorità, proprio come Miranda Prisley nel 'Diavolo Veste Prada'.

John Ricci riprende a parlare, riportando la mia attenzione sulle sue parole.

"Il dottore ci seguirà in questa esplorazione alla 'Grotta Ellis Banks'. Come già sapete estrarrà solo un piccolissimo campione e avrà un mese di tempo per trovare la formula. Lui e il suo team lavoreranno nel Laboratorio 8."

Ellis Banks?

Rimango pietrificata su quel ramo, lo sguardo fisso attraverso la fessura dove ormai il gruppo non c'è più. Non riesco a quantificare quanto tempo passi prima che riesca a formulare un pensiero di senso compiuto. Il mio corpo reagisce prima della mia mente. Mi ritrovo a camminare sul sentiero in direzione di casa. Apro la porta ancora sotto l'effetto di quelle parole che sono state come una droga. Sono in uno stato confusionario. Quelle dieci lettere mi hanno investita e la mia testa gira ancora per il colpo. Salgo in camera e mi stendo sul letto.

Cosa c'entra mia mamma in tutto questo?

Perché una grotta dovrebbe chiamarsi come lei? Non può essere una coincidenza. Non riesco a trovare un senso a tutto questo.

Mio papà non mi ha mai parlato di una grotta a cui è stato dato il nome di mia madre. Mi ha sempre raccontato moltissime cose su di lei, non riesco a capire il motivo di omettere questa informazione. Dovrebbe essere una cosa bella, saremmo potuti andare insieme nel bosco e visitarla. Un piccolo luogo per celebrare la sua memoria.
Perché non me ne ha mai parlato?

L'unica cosa che posso fare in questo momento è chiedere delle spiegazioni a papà.
Chiudo gli occhi e cerco di tranquillizzarmi. Il silenzio della casa mi fa sentire il mio cuore palpitare nel petto. Poco dopo, sento la chiave girare nella serratura della porta d'ingresso e capisco che papà è arrivato.

"Sophie..." Urla per annunciare la sua presenza.
"Ciao papi!" Mi alzo dal letto e scendo di sotto per salutarlo.
"Ciao tesoro, tutto bene?"
"Sì sì, tu come stai?"
Appoggia la sua valigetta sul divano e Zoe gli salta addosso.
"Tutto bene, sono molto incasinato con tutti i nuovi progetti. Porto fuori Zoe e poi mangiamo, va bene?"

Progetto CapheliaWhere stories live. Discover now