Capitolo 19

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Storia antica e moderna del continente

Il banchetto passò velocemente, quasi in totale silenzio, tranne per qualche uscita inopportuna di Bijeli. Rascal si riprese giusto in tempo per parteciparvici ma io e lui ci limitammo a scambiarci sguardi e a mangiare il buonissimo pasto servitoci da Kerdena ed altri due aiutanti velati da trasparenti tessuti blu.
In lontananza notai il giovane Ikarus, accanto alla parete, il petto in fuori, le braccia dietro la schiena ed il mento alto, gli sorrisi e lui mi rispose con un basso inchino, come suo solito.
Finito il banchetto gli ufficiali sistemarono gli ultimi preparativi.

Ora sono disposti in fila davanti all'entrata della reggia, in ordine di grado di importanza. Vestiti con lucide e scintillanti armature tutte diverse tra loro.
Ad unirli però un unico simbolo inciso nel metallo, il simbolo stilizzato di Silveath.
Un salice piangente.
Passo lo sguardo sui volti di tutti.
Dall'estrema sinistra il tenente Bijeli è priva della miriade di gioielli che indossava prima, i capelli in una lunga treccia bianca.
Una cintura nera le cinge la vita con ai lati due falci affilate e scintillanti, con il manico in osso ricoperto di pietre preziose. Nel notare che la stavo guardando mi lancia uno sguardo dall'alto al basso, come per rimettermi al mio posto.
Al suo fianco il maggiore Killian, l'armatura opaca nera con rilievi e decorazioni argentate gli copre interamente il corpo ma nessuna arma attaccata in vita, nulla. Il mio sguardo lo supera velocemente non appena lo noto guardarmi e sorridermi con il suo solito sorriso beffardo.
Una fitta al centro del petto, un ansia scoppiettante nella mia gabbia toracica, lo sguardo mi si annebbia, le mie mani iniziano a tremare e mi sento le gambe cedermi.
E se tutto questo non sarebbe bastato?
E se nessuno degli ufficiali sarebbe tornato sano e salvo?
Cosa ne sarà della nostra terra?
La mia testa diventa una gattabuia, una prigione per tutte quelle domande a cui non potevo dare risposta, provocando un senso di agitazione improvviso dentro di me. Come degli artigli che mi stringono i polmoni, come una lama fredda che mi punzecchia il cuore, per poi trafiggerlo. Cerco di prendere lenti respiri e placare quel brusco nervosismo che avevo in corpo.
Deve funzionare, non possiamo lasciare il secondogenito vincere.
Rascal mi mette una mano sulla spalla, riportandomi alla realtà.
Mi ritrovo a realizzare che questa può essere l'ultima volta che li vedo.

Sposto lo sguardo verso i gemelli colonnello Treineh e Deineh, mi sorridono notando il mio viso preoccupato, mi avvicino a loro per stringergli la mano. I loro vestiti di foglie rosse e arancioni sono sostituiti da una bellissima armatura color rame. Sulla cinta in vita portano decine di coltellini di diversa grandezza protetti da federe in pelle rossa e dei sacchetti bordeaux.
<Credo che stavate cercando questo in biblioteca>
Deineh mi porge un libro dalla copertina impolverata e le pagine ingiallite. Delle leggere lettere emergono in un oro sporco: "Storia antica e moderna del Continente"
<Ma come...>
Prendo lo spesso tomo, più pesante di quanto mi aspettassi, e me lo stringo al petto.
Deineh mi fa un largo sorriso.
<Andrà tutto bene, dopotutto ho promesso di accompagnarti alla Reggia di Tule>
Dice a bassa voce avvicinandosi al mio orecchio mentre ci stringiamo la mano. Saluto Treineh e lui risponde portandosi due dita sulla fronte.
Faccio per allontanarmi quando noto il generale allungarmi la mano.
Esito per un istante, sposto lo sguardo dal suo viso ricco di cicatrici, le labbra serrate in una linea retta, ed il braccio.
Gliela stringo solo dopo aver controllato che fosse ben bendata e coperta. Si limita ad abbassare leggermente la testa mentre ritorno al fianco di Rascal.

Rientriamo nella reggia, dalla finestra noto i colonelli stiracchiarsi per poi diventare alti quanto una mela e montare in sella ai due ermellini arancioni e bianchi. La carrozza sfarzosa di Bijeli risplende, anche se i raggi del sole sono timidi e coperti da nuvole grigiastre. L'inquietante cavalcatura alata di Killian viene liberata da una stalla lì vicino.
Nel notarla mi viene la pelle d'oca, un brivido lungo la schiena mentre per sbaglio incrocio quei suoi occhi così vuoti e morti, quel viso bianco cadaverico e quel corpo da drago, scuro come la notte.
Accanto al generale si avvicina un enorme leone dorato, dalla testa di aquila.
Un Grifone.
Le ali bianche spiegate, le zampe anteriori gialle e con lunghi artigli affilati, il pelo segnato da cicatrici, simili a quelle del suo padrone.

{La profezia dei due cuori spezzati}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora