Capitolo 6

10 1 0
                                    


I tre campi

Il sole sta iniziando a calare pian piano, il cielo azzurro si tinge di un caldo arancione e la luce filtrata dalle fronde degli alberi diventa come dorata.
Si sta avvicinando la notte.

"Sarebbe meglio cercare un riparo sicuro" penso guardando preoccupata il resto della strada che ancora ci manca.

Lo strano bardo è alle mie spalle con in mano il suo mandolino, cercando di comporre qualche nuova canzone, per calmarsi immagino, dato che le note gli escono incerte sotto le dita che non riescono a smettere di tremare.
<Ehm...mi dispiace distrarla dalle sue composizioni ma ci serve un riparo per la notte, ci manca ancora tanta strada e si sta facendo buio, conosce qualche villaggio vicino che possa ospitarci?>
<Oh... ma naturalmente! Sono il bardo migliore del continente e amico di tutti i paesani! Conosco una locanda perfetta per passare la notte, inoltre sono molto amico con il governante quindi ci farà anche uno sconticino>
Dice facendomi un occhiolino.

<NON VOGLIO AVERE NIENTE A CHE FARE CON TE PICCOLO RATTO DI FOGNA>
Sbraita il governante della locanda "I tre campi", posta a 15 miglia dal centro del selciato di Bruna, una costruzione molto vecchia a disposizione di forestieri e viaggiatori in cerca di riparo, proprio come noi.

<Hey Simus che bello sapere che ti ricordi di me>
Rascal apre le braccia e sfoggia il suo sorriso migliore.
<NON SCHERZARE RATTO, SEI UNA CALAMITA PER I DISTASTRI, NON TI VOGLIO DENTRO LA MIA LOCANDA>
Il governante si muove verso di lui con fare minaccioso, prendendo in mano un coltello da cucina, rimango sulla soglia della porta con gli occhi spalancati a guardare la scena
<Lo capisco davvero ma, abbiamo veramente bisogno di un riparo per passare la notte, poi domani proseguiremo verso il selciato di Bruna>
Dice mettendosi dietro un tavolo per proteggersi.
<ABBIAMO? NON DIRMI CHE HAI PORTATO ANCORA QUELLE SGUALDRINE DELLE TUE SORELLE!>

<No no loro non centrano nulla lo giuro!>
Il locandiere inizia così ad inseguire Rascal dall'altra parte del tavolo, puntando la punta affilata del coltello verso di lui
<HANNO ROVINATO BEN SEI CAMERE DA LETTO E ANCHE IL MATRIMONIO DI MIO FIGLIO! NON LE VOGLIO VEDERE QUELLE POCO DI BUONO>
Diventa paonazzo in volto.
<È semplicemente per un amica incontrata lungo il sentiero, ha bisogno di riposare!>

<E DOV'E ALLORA EH? NON TI AVVICINARE CHE SE TI PRENDO TI DO IN PASTO AI MIEI MAIALI>
Deciso di fare un passo avanti e prendere la parola, questo teatrino sta durando fin troppo.
<Signore! La prego di calmarsi, non sono a conoscenza di cosa le abbia fatto il mio... "amico" ma abbiamo bisogno di un riparo>
Il governante mi guarda dall'alto al basso con fare confuso ma allo stesso tempo curioso, rimanendo sempre all'erta nel caso Rascal provi a scappare
<Da dove vieni ragazza? Non ti ha mica fatto del male vero?>
Chiede indicando Rascal con la punta del coltello.
<SERIAMENTE? IO NON SONO UN MOSTRO>
Faccio qualche passo avanti per avvicinarmi al locandiere.
<Non mi ha fatto nulla, gradiremmo soltanto due camere in cui riposarci, come ha detto il mio compagno domani ripartiremo per il selciato di bruna... la prego, la città è troppo distante per arrivarci ed è già buio fuori...>

Rimane qualche minuto in silenzio ad osservarci.
<Domani appena dopo l'alba sloggi ok ratto?>
Il locandiere lo fulmina con lo sguardo in attesa di una risposta, sempre pronto con il coltello in mano e rivolto verso Rascal.
<Mi chiamo Rasc->
Lo interrompo prima che completi la frase, per evitare ulterioridiscussioni.
<Domani partiremo presto e toglieremo il disturbo, promesso>
Do una leggera gomitata a Rascal per fargli accettare il compromesso del locandiere
<Promesso...>
Sbuffa scocciato.
<Da quando tramonta il sole a quando mi va c'è la cena, dall'alba in poi la colazione, pagherete il pasto e la sosta domani appena uscirete dalle camere, NIENTE TRUCHETTI STRANI RATTO!>
Dice il governatore, indicando un enorme orologio a forma di sole di un bronzo molto arrugginito appena sopra la porta d'ingresso, dopodiché si gira verso il bancone e prende due chiavi marrone ruggine.
<Tenete, le chiavi delle vostre stanze, sono sullo stesso piano ma ad un corridoio di distanza...per sicurezza...>
Guarda accigliato Rascal, per poi continuare
<...fate silenzio mentre salite che la signora Betthelhem della stanza "ciclamino" ha il sonno leggero.>
Ci lancia le chiavi e riusciamo a prenderle al volo.

"Chissà cosa avrà mai combinato... non sembra una persona cattiva, semplicemente maldestra e sfortunata, deve averne passate tante"
Penso mentre salgo le scale della locanda, ormai è diventata notte e il tutto è illuminato da delle fioche fiammelle di candele poste sulle pareti un tempo bianche, ma oramai quasi tutte ricoperte di muffa.

Le travi di legno vecchio scricchiolano sotto i nostri piedi e dobbiamo cercare di evitare dei letali chiodi che fuoriescono dagli scalini per arrivare sano e salvo fino al nostro piano.
<Che scortese! E' così che si accoglie un vecchio amico? Ma guarda te che persona...>
Borbotta Rascal alle mie spalle.
<Che cosa gli avete fatto esattamente? Deve essere stato qualcosa di molto grave>
Chiedo senza voltarmi verso di lui, guardo la chiave che tengo in mano, molto arrugginita e con una piccola piastrina di metallo con la scritta "margherita".
Le camere portano nomi di fiori.
<Ma va è il solito esagerato... ve lo racconterò dopo cena, se avrò l'onore di cenare insieme a lei naturalmente!>
Dice facendomi di sfuggita un occhiolino.

In tutto la locanda ha 3 piani, arrivati al nostro ci dirigiamo entrambi verso le nostre stanze, la mia è appena accanto alle scale, mentre quella di Rascal in fondo al corridoio poco illuminato, denominata con il fiore: "Ortensia"

Dagli appunti di Ecate:
Ogni fiore ha il suo significato, positivo o negativo che sia, il linguaggio segreto dei fiori sta diventando uno studio sempre più famoso e conosciuto nel Continente.
Il fiore dell'Ortensia ha un significato fortemente negativo, va a simboleggiare l'allontanamento, la freddezza e il cercare di porre fine ad un rapporto.
Mentre la Margherita è legata alla bontà e alla purezza d'animo della persona a cui viene regalata. A quanto pare il governante è a conoscenza dell'arte del significato dei fiori.

Mi fermo davanti alla porta con scritto: "Margherita"
<Signor Rascal, non tardate per la cena, vi aspetterò nella sala al piano di sotto>
Metto la chiave nella serratura ed entro.

La stanza è estremamente piccola ma accogliente, le pareti almeno sono più pulite di quelle al piano di sotto, un modesto letto singolo con coperte verde chiaro occupa quasi tutto lo spazio, accanto un piccolo comodino con un cassetto e sopra una candela per fare luce.
Un piccolo armadietto accanto alla porta e in fondo alla stanza una finestrella che da verso il bosco.
"Se solo non fosse stato buio pesto, domani mattina questa stanza sarà piena di luce" penso.
Il bagno si trova accanto all'armadio, una piccola porticina tonda scricchiolante e graffiata porta in uno spazio minuscolo ricoperto interamente di mattonelle verdi, munito solo di gabinetto ed una piccola doccia nient'altro.

Fortunatamente c'è a disposizione anche il bagno pubblico della locanda per lavarsi.

"Poteva andarti peggio Ecate" penso cercando di darmi forza.

Prendo il mio zaino e i primi vestiti che mi capitano in mano, apro l'acqua calda e mi fiondo sotto, dopodiché mi cambio velocemente, cercando di rendermi il più presentabile possibile.

Sto morendo di fame, la mia pancia sta iniziando a fare borbottii e rumori strani. Prendo la chiave e esco dalla stanza dirigendomi al piano di sotto, ho un estremo bisogno di mettere qualcosa sotto i denti.

{La profezia dei due cuori spezzati}Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz